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venerdì 30 gennaio 2009

LICENZA DI MATTI di giuseppe d'ambrosio angelillo

spara un colpo di pistola al cielo
e poi vedi che nessun dio cade morto da lassù.
é tutta una lagna.
si nuota nel cattivo e nel peggiore
nel medesimo modo:
gabba la copula del ricco con la troia.
non ci vuole niente
basta credere nel diavolo o in qualche altra cazzata.
la pazzia dopotutto non é altro che un buco di siringa
nel culo. e poi puoi dire pure tutto quello che vuoi.
anche che Dio non é buono a nulla.

giuseppe d'ambrosio angelillo

mercoledì 14 gennaio 2009

PERIFERIE DI MILANO di Alda Merini

A Milano va di moda la violenza. E' diventato un modo di vivere indecifrabile. La vecchia povertà milanese, così piena di stimoli e di dolore, è finita in una pozzanghera indescrivibile. Nessuno punisce chi ruba, nessuno loda i meritevoli. Eppure quella bella famiglia che erano i poveri, che si volevano tanto bene, è andata perduta. Il Milanese soffre di vedere il suo dolore mangiato da bocche che non sono mai sazie. E non sa come abbeverarsi a un' acqua pura, almeno l'acqua della propria intelligenza.
Milano si è ingigantita sì, ma è diventata un mostro. Qualsiasi padrone di casa, padrone tra virgolette, può tenerci al guinzaglio come se fossimo dei cani arrabbiati. Ci han tolto la spiritualità, il bisogno di fare carità, e il senso di giustizia è andato a farsi fottere. Ormai nessuno crede più a se stesso. Nessuno si ama più. Il disamore ha raggiunto anche le nostre fondamenta. Ci ha distrutto.
Ognuno ha persino paura di mangiare quel che gli è dovuto. A questo punto non ci resta che la religione. Ma quale religione? Dovremmo proprio inventarcene una.


ALDA MERINI

mercoledì 7 gennaio 2009

Terra d'Amore



"La verità è sempre quella,
la cattiveria degli uomini
che ti abbassa
e ti costruisce un santuario di odio.
Ma l'amore della povera gente
brilla più di qualsiasi filosofia.
Un povero ti da tutto
e non ti rinfaccia mai la tua vigliaccheria."

Alda merini.

Gatti



"Vieni sul mio cuore innamorao,
mio bel gatto,
trattieni gli artigli nella zampa,
e lasciami sprofondare
ei tuoi occhi belli
misti di agata e metallo."

Baudelaire



Un'antologia di scritti di grandi Autori da tutti i paesi che cantano questo nostro compagno di casa: IL GATTO.
"Ogiuno di noi nella vita ha amato almeno un gatto".


Pattugliatore acrobatico in volo di improvviso precipizio



"... Si, qui lo dico e lo affermo davanti a te come davanti al mondo intero:
la vita è cazzata mostruosa ma pure è bellissima lo stesso.
Lei scoppiò a ridere. E come al solito non la smetteva più.
- TU SEI UN PAZZO! - Urlò - UN PAZZO TOTALE!
Io sorrisi e andai su di lei che era tuttta nuda.
Cominciai a baciarla come se fosse la prima donna della mia vita..."

Marchion di gamb avert


"L'ha da savè
che el gran busilles de la poesia,
el consist in de l'arte de piasè,
e st'arte la sta tutta la magia
de moeuv, de messedà, come se voeur,
tutti i passion che gl'emm sconduu
in del coeur."

Carlo Porta



Splendidi quadri di una Milano di un tempo,
piena di umanità e di saggezza,
una Milano grande e calda che per fortuna
sotterranemente continua fin nei nostri strampalati giorni

4 favole giapponesi



"Le favole hanno una saggezza
che molti filosofi invidiano."

Mishima




Il mondo meraviglioso e sognante di 4 antiche brevi favole giapponesi

Ryokan



"Esistere con se stesso
per mezzo di se stesso."




domenica 4 gennaio 2009

PERIFERIA

a Marco Pitzen





Di sera i tram arrivano in carovana in queste periferie dove non ci sono case ma dormitorii così gonfi di sveglie precise per l' indomani senza destino per quanto gli abitanti siano milioni e i fallimenti pure perchè lo sguardo dei bambini non è una pietra che possa mai sostituire un albero nè la vita certo non può sostituire l'amore che se n'è scappato e il cuore lo cercano ancora i ragazzi teppisti che a silenzi gravidi di conseguenze vogliono ancora crescere ma non si cresce mica tanto bene senza passato alle spalle nè futuro all' orizzonte perchè il miracolo della città degli uomini qui diventa un inferno che illumina solo anime maledette il canto di una radio che prende la corrente solo da un sole di manicomio.



Giuseppe D'Ambrosio Angelillo

venerdì 2 gennaio 2009

LA VERA BELLEZZA DELLA PERIFERIA (ovvero L' allucinazione collettiva della finta ricchezza)

Abitiamo tutti in una periferia del cuore, in queste moderne metropoli contemporanee in perenne autocostruzione. Edilizia da superpollai in futurama visione di adeguamento umano al brutto e all'indecente. La campagna vicina, più che una vicina da confortare, sembra una condannata al patibolo. Aspettare ancora qualche anno per credere. Ammazzeranno anche lei.
Io mi avventuro sempre da queste parti per trovarci qualcosa di nuovo, che immancabilmente ritrovo.
In periferia c'è sempre qualcosa di nuovo. L'arrivo di una ditta di costruzione su un prato verdissimo, l'atterraggio di una ruspa titanica aliena capace di scavare fino a 100 metri sotto terra, un'edicola di giornali porno. Il successo di un giovanissimo cantante rap, che dice la verità e la gente è contenta, contenta forse pure di tutte le disgrazie di questo dannato vivere di periferia. Asfalto, catrame, cemento. Violenza, delinquenza, disperazione. Traffico, polveri, veleni.
Un cesso chimico assurdo costruito al centro di un parco striminzito e asfittico. Una fontana per i piccioni che non arrivano mica, l'orologio verde di città già scassato e fracassato a morte.
Belle le novità in periferia. Non ci si annoia mica. Ogni giorno qualcosa di nuovo. Pompieri, autoambulanze, carabinieri.
"Bè, finalmente diventeremo anche noi un quartiere normale di una normale metropoli contemporanea prima o poi", dicono gli abitanti della periferia.
...Una notte sono arrivati in 70. Cacciati da un'altra periferia di questa stessa nostra cara città, si sono sistemati oltre un campo di granturco, su un praticello brutto e spoglio. Un clan di rom, una tribù proveniente dai Carpazi. Han tirato su un villaggetto di baracche, di capanne, di casupole in una sola notte. La mattina erano già in giro a cercare pane, abiti, cose buttate, come se fossero sempre vissuti là. Come se avessero finalmente trovato casa loro dopo tanta vana ricerca.
Erano tranquilli, pacifici, quasi felici...
Gli abitanti hanno detto: "Toh, anche i rom ora, ora sì che siamo diventati normali finalmente."
Ho pensato: "Ma perchè gli uomini si ammassano così all'inverosimile in codeste periferie invivibili, ingestibili, allucinanti? Che ci trovano? Qui non c'è altro che povertà, emarginazione, degrado..."
Poi mi son trovato da solo la risposta:
"Nella metropoli ogni uomo cerca il suo sogno da realizzare. Non c'è altro motivo. Il sogno della propria stessa vita".
Così anche le periferie sembrano belle se ci si può prendere un tram che con 1 euro ( anche senza) ti porta al centro a guardare la ricchezza, il successo, la fortuna.
Anche se non saranno mai tuoi puoi sempre raccontare ai parenti e agli amici lontani che ci abiti vicino e li puoi guardare quando vuoi.

Giuseppe D'Ambrosio Angelillo