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venerdì 25 marzo 2011

I ROMANZI SIBERIANI DI DOSTOEVSKIJ

Dopo l'arresto, la finta esecuzione e la deportazione in Siberia nel 1849 per aver semplicemente letto una lettera di Bielinskij a Gogol nel circolo politico letterario di Petrascevskij, Dostoevskij scontò 4 duri anni di lavori forzati all'ergastolo in una fortezza di frontiera e poi arruolato a forza come soldato semplice di fanteria per altri 4 anni (lui che già era stato ufficiale ingegnere a vent'anni) nella piazzaforte siberiana di Semipalatinsk. Là dopo anni di forzata inattività Dostoevskij ricominciò a scrivere, appunto  "IL VILLAGGIO DI STEPANCIKOVO" e "IL SOGNO DELLO ZIO". Si sposò nel frattempo con una vedova cinica e opportunista, oltre che parecchio cattiva, Maria Issaeva, con figlio a carico, Pascia, che Dostoevskij manterrà poi per tutta la vita.
Dostoevskij con questi romanzi siberiani riprende confidenza con la parola scritta e il suo genio creatore. Sono romanzi  umoristici, di studio, di chiara impronta di scuola gogoliana, com'era comune in quei tempi. Ma queste prove lo metteranno immediatamente in condizione di puntare, dopo le successive "MEMORIE DALLA CASA DEI MORTI", ai suoi inarrivabili capolavori.
Quando Dostoevskij scriveva questi romanzi la moglie Issaeva gli diceva: "Ma che scrivi a fare queste scempiaggini? A che ti servono? Non ti accorgi che come scrittore sei un fallito?"
Dostoevskij sopportava in nome del suo amore, facendosi forte solo in se stesso.
Poi Dostoevskij, aiutato dallo Zar Alessandro II in persona, che era un suo segreto ammiratore, riuscì a ottenere il permesso di rientrare in Russia, ma non di risiedere nelle due Capitali, cioè nè a Mosca nè a Pietroburgo (divieto revocato dopo appena un anno).
E così partirono, e in quella partenza dalla Siberia era il motivo reale del matrimonio con Dostoevskij da parte della Issaeva, senza di lui non sarebbe mai riuscita a scappare da quelle lande sperdute e desolate che erano la Siberia.
E dietro la loro carrozza ne seguiva un'altra, sempre pagata da Dostoevskij, con il giovane amante di lei dentro.
In una tappa di quell'assurdo e allucinante viaggio Dostoevskij ebbe la sua prima crisi di epilessia.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
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martedì 22 marzo 2011

Giuseppe D'Ambrosio Angelillo PARTITA A CALCIO CON PASOLINI racconto ACQUAVIVA

Il calcio
è l'ultima rappresentazione sacra
del nostro tempo.
PIER PAOLO PASOLINI
.
In un racconto simbolico la vicenda poetica e umana di un grande della letteratura italiana del '900: Pier Paolo Pasolini.
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lunedì 21 marzo 2011

POESIA di Giuseppe D'Ambrosio Angelillo

C'era un gruppo di amici che voleva andare a far visita a Alda, fra cui Chiara la Cremasca, la battitrice di testi di poesie. Io non ne avevo voglia di accompagnarli ma poi ho acconsentito a malincuore. Così li ho portati a casa di Alda. Ma lì, proprio all'entrata, c'era una specie di sua amica portinaia che ci ha bloccati tutti.
Allora io ho detto:
"Entro solo per salutarla". E così mi ha fatto passare lasciando fuori tutti gli altri.
Sono entrato dentro e Alda appena mi ha visto è stata contenta.
"Entra, entra, Giuseppe. Vieni qui, siediti davanti a me", mi ha detto.
C'era un tavolo quadrato molto grande e là mi ha fatto sedere, proprio davanti a lei.
Poi ha preso una miriade di scatole di farmaci piccole e grandi e è andata a buttarle in un cassetto della madia lì accanto.
"Questi li mettiamo qui", ha detto. "E non dite niente a nessuno sennò mi sgridano", e poi si è messa a ridere di gusto.
Poi ha preso un suo libro di poesie e ha cominciato a recitarne alcune.
"La Poesia è il miglior farmaco per l'anima dell'uomo", ha detto e poi si è messa a ridere di gusto un'altra volta.
"E voi potete facilmente arguire allora che io sono la persona più sana d'Italia", ha aggiunto poi e si è messa di nuovo a ridere.
E noi con lei.
Poi un'infermiera ha bussato e lei l'ha fatta entrare.
"Prego, signora, s'accomodi pure ma non mi vada a denunciare alla polizia, la prego, che questa non è carboneria ma solo una misera riunione di poveri poeti", ha detto con aria serissima.
L'infermiera ci ha guardato tutti con una faccia esterrefatta, e poi se n'è andata via senza dire niente.
"Come vi dicevo prima, la gente guarda i poeti quasi fossero degli unicorni, cioè degli esseri che semplicemente non esistono perchè sono troppo, ahiloro!, favolosi", ha detto Alda.
E lì si è messa di nuovo a ridere per le sue stesse parole.
E noi tutti con lei.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
.
BUON OTTANTESIMO COMPLEANNO, CARA ALDA,
DOVUNQUE TU SIA!

domenica 20 marzo 2011

RYOKAN L'Eremo dal tetto di paglia poesie ACQUAVIVA

Se le maniche del mio vestito
sporche di inchiostro nero
fossero più larghe
io ci ospiterei
la gente di questo mondo fluttuante
dove tutto va all'incontrario
RYOKAN
.
uscito per mendicare il mio riso,
mi son messo a cogliere delle violette
nel prato primaverile
perchè la giornata
stava già per finire
RYOKAN
.
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venerdì 18 marzo 2011

ERACLE IN CALABRIA (Italia) di g.d. angelillo

Una volta Eracle portava attraverso la Calabria una mandria di buoi rubata a Gerione in Ellade, ma ne perse uno e proprio quello perso cominciò a cercare per tutte le terre che aveva attraversato.
"Avete visto un bue?", chiedeva a tutti coloro che incontrava.
"Avete visto un bue?"
Il bue non lo trovò ma tante volte chiese "Avete visto un bue?" che chiamò quella terra ITALIA, perchè nel greco antico ITALOI erano i buoi.
Comunque un'altra leggenda narra che l'Italia per i Greci fosse Occidente, cioè dove va a tramontare il sole.
G. D'AMBROSIO ANGELILLO
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DIAVOLI IN PARADISO (Italia) di g.d. angelillo

Una volta un frate francescano così disse:
"Abbiate pietà di Dio perchè ha fatto fallimento".
"Ma cosa dici? Bestemmi o sei diventato matto?", gli disse spaventato un suo confratello.
"No. Ora ti spiego. Dio ha creato l'Italia e ha fatto un Paradiso. Poi ha creato gli Italiani e ha creato una massa inverosimile di diavoli scatenati. Cos'è questo se non il fallimento di Dio che invece di buttare all'inferno i diavoli, e della peggior risma, li ha messi nientemeno che in Paradiso? E il bello è che pure questi diavoli continuando a spaccare e distruggere tutto, questo Paradiso continua sempre a rimanere un Paradiso", rispose il frate francescano.
"Ma questo può significare solo una cosa", disse il confratello.
"Cosa?"
"Che Dio ha molto cari questi diavoli scatenati che sono gli Italiani".
G. D'AMBROSIO ANGELILLO
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Il romanzo "SONJA KAILIENSKY" di Gabriele Prigioni. Piccola Casa Editrice ACQUAVIVA, Milano 2010

I romanzi di Gabriele Prigioni raccontano storie romantiche, tra cronaca e ideali. Con "SONJA KAILIENSKY" traccia un racconto fatto di sicuri tratti sentimentali, che si fanno ricordare a lungo. In lontananza tutti i luoghi magici d'Europa: da Venezia a Parigi, da San Pietroburgo a Milano. In una dolce atmosfera di lieve malinconia, di cui Gabriele Prigioni si vede che conosce la ricercata alchimia. C'è una giovane russa, appunto la Sonja, anima colma d'amore e di passione quasi sconclusionata. Gli intrecci con altri personaggi affascinanti, con passati scabrosi e futuri sfuocati, portano il filo della narrazione lungo luoghi sconvolti, precari, desolati ma pure sempre a far ricordare quel mito della felicità a cui tutti noi intimamente tendiamo. Il Gabriele Prigioni è un fine intarsiatore di preziosi gioielli narrativi.
CHIARA FANON
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UNA SORTE MIGLIORE poesia di g.d. angelillo

Io credo che ci sia una sorte nascosta per ognuno di noi
e che noi nemmeno vediamo
oltre quella ufficiale che spietatamente dice
che siamo fottuti.
E' qualcosa che riguarda la meraviglia
e credo pure la nostra lontana infanzia.
Di quando lavoravamo ad aiutare noi stessi
e ce ne fregavamo dei fratelli
come pure degli estranei e degli odiatori di professione.
Ora non fanno altro che offrirci sconfitte
disastri
e assurdi sbaragliamenti.
Ma c'è qualcosa nelle nostre mani
e nella nostra stessa luce
che si ribella
e rifiuta recisamente una sorte di merda come questa.
E che dice che siamo tutti forti abbastanza
per voltare pagina
e metterci come in un miracolo a volare.
Io credo veramente che ci sia una sorte diversa
oltre quella che abbiamo ignominiosamente sotto gli occhi
e che ci dice che siamo dei fottuti
dei fessi
dei perdenti senza più scampo.
Senza scherzi
io credo che ce ne sia un'altra
più fortunata
più felice
più allegra
di tutta questa ressa di destini carogna
che ci circonda ora.
Una sorte migliore che davvero ci meritiamo
e che ci appartiene di diritto
di forza
e di convinzione.
Senza vergogna nè falsa modestia
davvero io credo che il Sogno
sia sempre più forte di tutte queste stupide cazzate
che ci assalgono senza pietà
e che ci vogliono atterrare una volta per tutte,
il Sogno creatore è sempre più forte,
qualsiasi cosa ci sia capitata
qualsiasi cosa ci capiti
qualsiasi cosa ci possa mai capitare.
G.D. ANGELILLO
.
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martedì 15 marzo 2011

RYOKAN Racconti Zen ACQUAVIVA

Un individuo solitario
che non darà notizie
sulla montagna innevata
difficilmente troverà una strada
per raggiungere Yoshino.
RYOKAN
.
FORZA GIAPPONE!

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RYOKAN Il Cuore Bambino poesie ACQUAVIVA

"Un iris
vicino alla mia capanna
mi ha inebriato".
RYOKAN
.
FORZA GIAPPONE!

FORZA GIAPPONE!

"lunga notte d'inverno,
lunga notte d'inverno
notte d'inverno interminabile,
quando farà giorno?
la lampada senza fiamma,
la stufa senza carbone,
la notte sul guanciale
io sento soltanto il suono della pioggia
RYOKAN
.
FORZA GIAPPONE!
MAI MOLLARE!
TUTTO IL MONDO TI AIUTERA'
NON TEMERE!
FORZA GIAPPONE!
LA TERRA E IL MARE E IL CIELO
NON SONO MOLTO A LUNGO
COSI' INCLEMENTI!
FORZA!
TUTTO IL MONDO TI DARA' UNA MANO
A USCIRE DA QUESTO INCUBO ASSURDO!
IL BEL SOLE D'ORIENTE
CI E' CARO A TUTTI!
FORZA GIAPPONE!
NON SARAI MAI SOLO!
CI SEI TROPPO CARO A TUTTI
NON TEMERE.
LA TERRA E IL MARE E IL CIELO
TORNERANNO PRESTO A SORRIDERTI.
NON MALEDIRE QUESTA MALEDETTA
NOTTE D'INVERNO!
MA FATTI FORTE, GIAPPONE,
E FAI RISPLENDERE PIU' BELLO
IL TUO GRANDE CUORE D'ORIENTE!
.
G.D. ANGELILLO

Giuseppe D'Ambrosio Angelillo KILLING GENIUS BANG! romanzo Piccola Casa Editrice ACQUAVIVA

"Se ogni cosa sulla Terra fosse razionale non accadrebbe nulla".
DOSTOEVSKIJ
.
Un uomo di potere, Mister X del governo mondiale, ha fatto inventare da una squadra di scienziati, bravi ma alquanto limitati, il programma GENIUS, un programma vivente dove è racchiusa tutta l'intelligenza dell'intero genere umano, ma si sa: il punto debole di qualsiasi uomo di potere son le donne, o meglio le sue prostitute, e allora entra in ballo Smilzo, un signor Tenente della polizia italiana congedato, al quale hanno pure tagliato via la pensione sociale e allora... non è detta l'ultima parola... ma tutta l'intelligenza dell'intero genere umano corre un brutto rischio se un solo uomo se la possiede esclusivamente... nessuno più può sentirsi al sicuro...
TUTTO IN UN MONDO ALLA BLADE RUNNER...
Un ritratto surreale ma veritiero di dove forse si sta dirigendo l'intera umanità nel prossimo futuro...
Un giallo senza assassini, ma con un solo terribile tentato omicidio: il tentato omicidio dell'intelligenza di tutti noi...
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PLATONE Poesie d'Amore Piccola Casa Editrice ACQUAVIVA

"O mia Aster,
che guardi le stelle,
potessi io diventare cielo
per poterti guardare
con così tanti occhi".
PLATONE
.
Le poesie giovanili del più grande filosofo greco antico.

on Google play:
http://goo.gl/Nnr4JF

venerdì 11 marzo 2011

GRAZIE, MANU di g.d. angelillo

Grazie, Manu,
per mandare ogni tanto a far piantare
qualche primula e qualche violetta
su quest'uscio di bettola
per ubriachi di utopia
e delinquenti di buon cuore,
anche perchè corre da queste parti il caro Charlot
a innaffiare burlone
le chiose dei pescivendoli fumatori,
tutti miei compagni di classe.
Si deve certo stare molto all'occhio
se per amore della poesia
si diventa per forza di cose
nottambuli d'osteria
e banditi d'amore
di professione...
G. D'AMBROSIO ANGELILLO
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G.D. Angelillo IL MEDIANO NELLA BIRRA romanzo Piccola Casa Editrice ACQUAVIVA

romanzo di formazione,
in giro di notte a Milano
senza sapere per niente
di cosa farne della propria giovinezza
e del proprio futuro.
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cerca su:
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Giuseppe D'Ambrosio Angelillo a 17 anni

Giuseppe Angelillo a 17 anni
all'epoca del romanzo "SPAGHETTI SCOTTI".

cerca i suoi libri su:
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Giuseppe D'Ambrosio Angelillo SPERANZA Piccola Casa Editrice ACQUAVIVA

Anche e soprattutto in tempi di assoluta corruzione e di completo marciume la Speranza in un uomo migliore e in un mondo più giusto è l'unica  lanterna capace di portare qualche luce di Bene nella tenebra tiranna.
G. D'AMBROSIO ANGELILLO
.
Un sommario di piccoli segreti
per cavarsela con una parola di Speranza
nella Babilonia dei problemi quotidiani.
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TALMUD Pensieri Piccola Casa Editrice ACQUAVIVA

Rabbi Jedua si recava alla casa di studio portando sulle spalle una brocca enorme sulla quale si sarebbe seduto studiando.
Egli diceva:
"Lo sforzo è una gran cosa, onora l'uomo".
Rabbi Simon, lui portava invece sulle spalle un enorme paniere sul quale si sarebbe seduto studiando:
"Lo sforzo è una gran cosa, onora l'uomo", diceva.
TALMUD
.
Una raccolta di pensieri e storie dal più grande monumento della saggezza ebraica: il TALMUD.
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domenica 6 marzo 2011

FILM poesia di G.D. Angelillo

(I fratelli Karamazov...)
Questa vita ha come la faccia
di un film fallito,
non so spiegarmi bene.
Un sogno grande come l'oceano
mi parla come un matto
con una nave per cappello.
Sulle onde si va con molto sonno
veloci come un tram in ritardo
ma questo mazzo di colori non è una città
e questa macchia nera non è certo una strada.
Solo acqua che ondeggia
con uno strano muso di vecchio ubriacone.
Come una bislacca canzone rock
con un uncino arrugginito nel becco
che cerca di essere un'ancora nella tempesta.
G. D'AMBROSIO ANGELILLO
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sabato 5 marzo 2011

GIAPPONE racconto di G. D'Ambrosio Angelillo

Me ne stavo a fare qualche corso di filosofia a Milano quando di punto in bianco mi capita l'opportunità di andare in Giappone, vitto e alloggio gratis e 3 soldi di biglietto, e senza pensarci due volte ci vado. Atterro con un aereo a Tokio e vado a una mostra di poesie con tantissimi Libri Acquaviva. Ho un panchetto mio e là mi fanno fare un intervento sulla mia maniera di fare e di scrivere libri.
Poi una prof giapponese mi invita fuori a prendere un caffè. Ma i libri sono troppo pesanti e io non posso andare con quel peso a un bar, così li lascio lì. Ma mentre sto andando via mi avvisano che se non porto via i libri di sicuro posso perderli. Così mi scuso con la prof giapponese e torno indietro a prendere i libri.
Con quel grosso peso vado al bar con la prof.
Penso: "Devo avvisare i miei genitori che sono in Giappone".
Ma poi penso pure che se loro sanno che sono in Giappone si preoccuperebbero moltissimo, per il volo, la lontananza e tutto il resto. Così per farli stare tranquilli ci rinuncio a telefonargli per fargli sapere che sono in Giappone. Ci sono e amen.
Intanto sono andato al bar e mi siedo con la prof, ma con mia somma sorpresa mi accorgo che accanto al bar ci sono mucchi di spazzatura e cumuli di rifiuti, topi e ratti a tutt'andare.
"Ma qui è peggio di Napoli, penso, solo che non lo sa nessuno".
Faccio finta di niente e mi prendo il cappuccino.
La prof mi dice forse per scusarsi di quello strano sporco:
"L'uomo e la donna sono il sale della terra".
Forse è una proposta forse no, il Giappone è un film bellissimo dove io confesso che non ci capisco niente, mi sembra di essere su un pianeta alieno con marziane meravigliose ma alquanto pericolose, confesso però che può essere una mia esclusiva paranoia.
Poi me ne vado in giro con me sempre il peso dei libri.
Dobbiamo salire una piccola collina tutta piena d'erba, e lì mi arrampico e per me salire con il peso dei libri è una vera fatica.
Quando siamo sulla sommità mi accorgo che c'è un concerto di un cantante italiano, Al Bano. E lui canta e dice che la Puglia è stata la prima regione d'Italia a fare il Risorgimento e a lottare per l'unità d'Italia. E io per quanto pugliese io stesso e amante della Puglia penso: "Beh, un pò esagerato dire una cosa del genere, ma dopotutto non seconda a nessuna, penso, come tutte le altre Terre Italiane".
Poi scopro con piacere che i Giapponesi vanno pazzi per le cose italiane.
"Harigatò! Harigatò!", mi dice una ragazza e si inchina.
"Il vino è la migliore invenzione italiana, dico, e gli spaghetti con il pomodoro".
Lei non capisce nulla ma scoppia a ridere.
"Mi compri un mio romanzo? Ma non è scritto in giapponese", dico.
La ragazza scoppia a ridere di nuovo.
Cerco con la sguardo la prof, lei qualche parola d'italiano almeno la mastica, ma l'ho persa nel caos del concerto, non la vedo più.
La ragazza mi sorride ancora, ha il viso bianchissimo, quasi truccato alla teatrale, e i capelli nerissimi e lunghissimi. E' molto bella.
"C'è felicità in Giappone", le dico.
Lei scoppia di nuovo a ridere. Non capisce nulla di quel che dico, ne sono arcisicuro.
"Beh, la bellezza può pure fare a meno di capire chicchesia", le dico e rido anch'io.
.
G. DAMBROSIO ANGELILLO
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KAFKA poesia di G. D'Ambrosio Angelillo

Vado come uno spettro vagabondo
nell'incubo del mondo,
e senza dolore
mi vedo in tutti voi
che avanzate come guerrieri finti
sul naso di Dio
per essere vantati da chiunque vi veda sul giornale
o in TV, il giorno dopo.
Senza veri nomi come molti
perchè tanto siamo tutti gli stessi anonimi.
Io credo che il demonio guidi la stessa macchina
con tutte queste luci accese
sulla circonvallazione della tenebra,
vuole spargere le nostre punizioni a piene mani
sul quel piatto di maccheroni avvelenati
che un giorno servirà
proprio a noi
che di notte non ci fermiamo mai.
Dio non dorme dall'eternità, credo,
e per questo è molto stanco
di tutto questo inferno...
anche se nessuno sembra pensarci.
.
G. D'Ambrosio Angelillo

venerdì 4 marzo 2011

IL GARZONE DEL LATTAIO di G.D. Angelillo

E così anche il garzone del lattaio
ha avuto di che ridire sulla mia sfortuna,
una roba che a tubo mi dice che non ci so fare,
ma io ho i miei legittimi dubbi
che gli altri sappiano o non sappiano
quello che io so veramente fare,
e infatti di miele segreto ne ho parecchio
e mica lo faccio vedere agli altri
visto che non ci hanno nemmeno le parole
per capirlo veramente,
come d'altronde la grandiosa allegria
di chi se ne frega veramente
di tutti questi grani di veleno
che fanno muovere come motori di dolori
tutte queste lingue malevole
lunghe di perfidia
ma molto corte d'arnese.
Oggi infatti mi sono mangiate 7 arance di Sicilia
e nemmeno il fruttaliero
ha veramente capito
perchè ne ero così fiero e contento.
E nemmeno il manderino dolce d'amore
la gente sospetta
che parla di sorrisi,
perchè il gusto della vera fortuna
a questo mondo
è quasi del tutto sconosciuto.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
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giovedì 3 marzo 2011

LE API CINESI di G. D'Ambrosio Angelillo

Ero in una casa di campagna. Sulla veranda del primo piano. E guardavo gli alveari posizionati al limitare di un campo, tutti in fila e tutti di colori sgargianti uno diverso dall'altro.
A un certo punto viene da me un Maestro cinese e mi dice:
"Vuoi vedere cosa sono capaci di fare le api ammaestrate da una filosofia chang?"
"Vediamo", gli dico.
Io pensavo che mi portasse un barattolo di miele portentoso o una candela di cera profumata, ma all'improvviso si mette ad agitare nell'aria le sue mani come se dirigesse  un'orchestra e uno sciame di api gigantesco si materializza proprio davanti a me, oltre il balcone. E volando e ronzando tutte contemporaneamente le api si alzano nell'aria in maniera armonica e coordinata, e insieme, in maniera davvero inverosimile, formano una figura di donna, una figura fatta di api, una donna con i capelli lunghissimi e il viso bellissimo. Una figura davvero titanica di donna fatta di milioni e milioni di api in volo.
Io rimango del tutto impressionato e oltremodo meravigliato di quell'incredibile prodigio, avvenuto proprio davanti a me, sotto i miei occhi.
"Hai visto?", mi fa il Maestro cinese .
"Sì", dico io e deglutisco amaro, pensando alla grande potenza della filosofia cinese.
"Ora pensa cosa si può fare con milioni e milioni di uomini, facendoli muovere davvero in maniera armonica e coordinata", mi dice il Maestro cinese e sorridendo in maniera sorniona e enigmatica.
.
Giuseppe D'Ambrosio Angelillo
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