Ci vantiamo un pò tutti
come tanti Pavarotti
di saper cantare
il lungo madrigale del castello nostro
mezzo diroccato
e mezzo rubato,
in punta di piedi
carichiamo al galoppo
come cavalli pazzi,
certi di non essere ridicoli
ma pieni di ombre
pur sempre brillanti di pieno pomeriggio.
Io batto le vie della mia città
come fossi un ciliegio in fiore
piazzato su due piedi
per un miracolo della musa.
Ma nessuno si accorge mai di me
perché sono pure un contadino
in una metropoli persa nel fumo
dei suoi mazzuoli assatanati...
g. d'ambrosio angelillo
a www.books.google.com
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