LIBRI DI GIUSEPPE IN AMERICA

martedì 18 giugno 2013

FACCIO QUEL CHE POSSO, ANCHE MENO

    Faccio quel che posso, anche meno. La vita si dipana tranquillamente tra i bar dei cinesi e le battaglie dei passeri per le loro briciole quotidiane. Faccio quel che posso, anche oltre. Nella bassa Stadera e i quartieri pieni di cani rissosi e gatti molto sapienti. Faccio lo scrittore underground, Dio non me ne voglia, con le riviste di quando ero ragazzo e i manuali borgatari di sopravvivenza. Musica solita rap, rop, rup. Volevo essere Pinocchio una volta, quando se ne parte in una barchetta striminzita per le lontane Americhe, e invece me ne andavo a caccia di rospi nelle campagne di Acquaviva e pensavo alle larghe praterie di Tex Willer. Poi cominciai a fare collezione di Kriminal, Satanik, Killing. Raccoglievo olive intanto, per aiutare mio padre contadino e carta buttata per dare una mano a un circolo di azione cattolica. Riempivo camion di sacchi di olive e quintali di cartone per comprarmi anch'io un flipper e una bicicletta. I giornali di una volta che mai nessuno pensava a conservare. Volevo pure diventare un campione del mondo di calcio, pregavo appositamente Dio per questo. Ma non successe niente. Allora mollai il calcio e mi misi a correre. Tipo maratoneta pazzo che dopo i primi 42 chilometri non si ferma mica, continua ad andare avanti finchè gli dura la benzina. Corro ancora. Nei miei romanzi ora.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
(prima puntata)

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