la confusione dei mari
dentro i miei occhi,
quelli con le onde spaccate da tante navi
di ferro così pesante.
le stelle appese su di noi
che avevamo tutti i sorrisi
chiusi nella buatta dei nostri lunghissimi documenti,
la pendola delle scadenze
tutte piene di sbronze maledette.
la terra così popolata di pance piene,
il fuoco di fila per sbarramento.
siamo tutti stranieri in città,
compratori di sonni.
per mare non so chi siamo,
ma almeno è tutto così azzurro,
si diventa davvero tutti pazzi come i poeti.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
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