quanti giorni che si perdono nella solitudine,
in oscuri pensieri di giardini folli,
tra tutti quei confini che ci costruiamo per vendetta,
ma i più feroci sono i fiori
che ci ricordano spietati la lontana felicità,
che è scappata per errore,
per un orario fuori posto,
per una chimera dalla traiettoria sbagliata.
ora son qui
a una festa di altri,
tra sorrisi falsi,
che penso a quanti discorsi ci siamo fatti
pensando contenti alla nostra cara terra promessa,
dove ora crescono solo stupide erbacce senza senso.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
Nessun commento:
Posta un commento