LIBRI DI GIUSEPPE IN AMERICA

giovedì 7 marzo 2013

IL MAESTRO DOSTOEVSKIJ

    Li ha sbaragliati tutti il mio generale dei romanzi, anche se la massa fa la finta tonta e dice di non saperne granchè. Anche gli altri, quelli che si definiscono minori e che in privato si credono dei re sole della carta stampata, zappano il loro orto e poi van dicendo in giro che son la voce della nazione. Formiche ferme, ecco quel che sono, e raspano anche loro alla chetichella il loro piccolo campo della parrocchia. In TV poi urlano come pescivendoli: "Il pesce! Il pesce! Chi vuole il pesce!". E il loro pesce, tanto vantato, ci ha la testa marcia già da un paio di secoli.
    La lingua è poesia, il dolore certo è più duro da zappare, e mordere la propria coscienza è più faticoso che addentare il pane della cena, seppur parca o peggio succulenta non ha importanza.
    Fare il contadino è bello a parole, ma quando uno sguardo vola nella notte è difficile mietere il grano tra tutto quel silenzio di Dio scappato chissà dove, ma certo molto lontano dagli uomini.
giuseppe d'ambrosio angelillo

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