scrivi, scagnozzo,
versa pure il tuo sangue avvelenato
sulla carta del paradiso
che ti regalò una volta l'amore.
scrivi, zamarro,
racconta pure
quel che di più grave ti deluse
a questo mondo fatto di gente tosta,
qui è destino che il dilettante venga crivellato
e dato in pasto agli idioti
che mai sono di bocca buona.
scrivi, lupanare,
che ormai l'antico vizio di ben sapere
l'hai imparato a dovere
da quei maestri e maestre
che sempre t'han preso a calci in culo,
e fatto servire a salario zero,
perché così comanda la musa
e non si può fare altrimenti.
scrivi, debosciato,
che dici agli altri senza vergogna
le tue più profonde interiorità,
che non a tutti è dato cantare,
cadere come un miserabile
sui marciapiedi,
per strada,
tra i passi di tanta gente spietata e indifferente,
quasi più basso di un cane.
GIUSEPPE D'AMBROSIO
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