LIBRI DI GIUSEPPE IN AMERICA

lunedì 7 novembre 2016

IL VENDITORE DI ALMANACCHI
DI PIAZZA DUOMO

i ferri del mestiere mi riempiono il magazzino,
non ho più un mezzo angolo libero,
grido a tutti: "storielline, almanacchi, poesiole!"
e liscio i milanesi
come fossero per davvero i miei datori di lavoro.
e lavoro me ne danno
perché pane e mortadella
me li compro grazie a loro,
che non avendo nessuno di questi tempi
che gli porti qualche sorriso in casa loro
mi mandano a me in un negozio di fantasia
a comprargli fichi secchi
e storie allegre di sottile chincaglieria.
molti mi credono un poveraccio fanfarone
ma loro basta che si costruiscano case
e si comprino fini spezie d'oltre mare,
e son felici come pasque 
quando tornano pieni di oro, mirra e frenesia.
i milanesi sono tutti benestanti,
ma solo entro la cerchia della terza circonvallazione,
il resto son tutti miei vicini
che campano di povertà rinomata
e di qualche altra ritoccata furberia.
ma al centro la cesta dei regali è sempre piena
marroni, gran panettoni e capitoni vivi,
io mi metto in un angolo a vista
e con la mia bella faccia tosta,
rispecchiata a ogni mattina nell'acqua chiara del Naviglio
grido: "fiabe, storielline, romanzoni!
rifate allegra la Milano nostra!"
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

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