in sogno componevo un romanzo con tutti i ritagli del giornale che m'erano avanzati per colazione, poi andavo in un'aula all'università a raccontare a tutti di stare zitti, che dovevo recitare il letto e tutto quello che lì ci avevo fatto, ma gli studenti non obbedivano, facevano partorire le vacche, tagliavano le cicorie al gelo, prendevano il cuore del giorno e si mettevano a studiare come batteva strano. poi me ne sono andato in uno stanzino buio, a recitare la rosa secca della mia paranoia. GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
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