C'era un ospedale che era un vecchio palazzo patrizio.
C'erano i malati e sembravano tutti dei pazzi.
Io vado a visitare qualcuno e in una stanza con mia somma sorpresa mi accorgo che c'è Alda. Allora entro, sono tanto contento a vederla.
"Alda, come stai?"
Lei sorride come una bambina a vedermi. E' seduta sul letto con
una vestaglia azzurra. E' sola.
"Sto guarendo, Giuseppe. Caro. Tra un pò me ne vado a casa. Fatti vedere mi raccomando. Non fare come al tuo solito".
Io la bacio e vado.
Lei sorride e mi saluta.
Vengono dei grandi luminari a visitarla e io sono costretto a allontanarmi.
Vado via, fuori dal palazzo.
Fuori nel giardino c'è un ricevimento. E lì c'è Giuliano Grittini a far foto. E Giovanni Nuti in attesa di cantare.
"Giuliano! Giovanni!", dico loro appena li incontro. "Ho incontrato Alda. Sta bene. Tra un pò esce dall'ospedale. E' in forma. Adesso vedete che torna in pista più forte e più potente di prima!"
Giuliano e Giovanni mi guardano dubbiosi. Sanno che lì c'è un manicomio, e così mi guardano come se fossi un pazzo.
giuseppe d'ambrosio angelillo, RACCONTI KAFKIANI
domenica 21 marzo 2010
LA SINDONE poesia di ALDA MERINI
Cristo che è appartenuto ai secoli
ma non a un preciso evento storico
che nasconde l'abito di uno schiavo
che non interessava a nessuno,
le vicende politiche di una diva infernale
tutta dedita al gaudio
e alla stranità di una vita
presa così com'era cantata e ricantata
nella sua bellezza e nella sua arte
che ancora non conosciamo,
e la smentita del Cristo è tutt'altra cosa.
Cristo si domanda cos'è la vita
e vuole un Padre di Bene
l'unica chiave di lettura,
un'unica veste,
un unico pudore.
La Sindone è il pudore della Speranza,
quella veste bianca blandisce la morte.
La Sindone non conosce la tenebra
non conosce la viltà,
un abito che può curare il demone.
Una bella sera il buio copre tutte le cose
lasciando vivide le stelle che sono gli occhi di Dio.
La Sindone è il Paradiso della vergogna
l'uccello di lettere bianche
bianche come il Bene,
un tentativo nuovo delle genti che crederanno in Dio Padre.
La Sindone non diventerà mai un sarcofago
ma una veste totale e viva.
ALDA MERINI
(questa poesia Alda me l'ha dettata alle 3 di notte
del 30 ottobre 2009
all'ospedale San Paolo di Milano.
Giuseppe D'Ambrosio Angelillo.)
ma non a un preciso evento storico
che nasconde l'abito di uno schiavo
che non interessava a nessuno,
le vicende politiche di una diva infernale
tutta dedita al gaudio
e alla stranità di una vita
presa così com'era cantata e ricantata
nella sua bellezza e nella sua arte
che ancora non conosciamo,
e la smentita del Cristo è tutt'altra cosa.
Cristo si domanda cos'è la vita
e vuole un Padre di Bene
l'unica chiave di lettura,
un'unica veste,
un unico pudore.
La Sindone è il pudore della Speranza,
quella veste bianca blandisce la morte.
La Sindone non conosce la tenebra
non conosce la viltà,
un abito che può curare il demone.
Una bella sera il buio copre tutte le cose
lasciando vivide le stelle che sono gli occhi di Dio.
La Sindone è il Paradiso della vergogna
l'uccello di lettere bianche
bianche come il Bene,
un tentativo nuovo delle genti che crederanno in Dio Padre.
La Sindone non diventerà mai un sarcofago
ma una veste totale e viva.
ALDA MERINI
(questa poesia Alda me l'ha dettata alle 3 di notte
del 30 ottobre 2009
all'ospedale San Paolo di Milano.
Giuseppe D'Ambrosio Angelillo.)
IL NOSTRO AMORE poesia di ALDA MERINI
Il nostro amore era così rotondo
come una palla della perfezione
come la terra senza nome.
Il vento ha distrutto le mie grida:
sono entrati nella mia grande casa,
un castello pieno di memorie.
Sono entrati a vedere il mio castello.
Gli sparvieri hanno visto le anime dei defunti,
gente che non conosce la mistura della vita.
Giuliano, hanno forzato la porta di casa mia,
la porta di un tempio.
ALDA MERINI
(Alda mi ha dettato questa poesia
la sera del 29 ottobre 2009
all'ospedale San Paolo di Milano)
come una palla della perfezione
come la terra senza nome.
Il vento ha distrutto le mie grida:
sono entrati nella mia grande casa,
un castello pieno di memorie.
Sono entrati a vedere il mio castello.
Gli sparvieri hanno visto le anime dei defunti,
gente che non conosce la mistura della vita.
Giuliano, hanno forzato la porta di casa mia,
la porta di un tempio.
ALDA MERINI
(Alda mi ha dettato questa poesia
la sera del 29 ottobre 2009
all'ospedale San Paolo di Milano)
venerdì 19 marzo 2010
Fernando Pessoa L'ESISTENZA SPIRITUALE tutte le poesie ortonime piccola casa editrice ACQUAVIVA
mercoledì 17 marzo 2010
mercoledì 10 marzo 2010
Giuseppe D'Ambrosio Angelillo OGNUNO CORRE DIETRO ALLA SUA PAZZIA poesie Piccola Casa Editrice ACQUAVIVA
Emily Dickinson QUESTA E' LA MIA LETTERA AL MONDO poesie, piccola casa editrice ACQUAVIVA
Questa è la mia lettera al mondo
che a Me non scrisse mai,
le semplici conoscenze che la natura riferì
con tenera maestà
Il suo messaggio è assegnato
a mani che non posso vedere
per amor suo - dolci compaesani -
valutate amorevolmente - Me.
EMILY DICKINSON
on Google play:
http://goo.gl/HCZ4vf
che a Me non scrisse mai,
le semplici conoscenze che la natura riferì
con tenera maestà
Il suo messaggio è assegnato
a mani che non posso vedere
per amor suo - dolci compaesani -
valutate amorevolmente - Me.
EMILY DICKINSON
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Emily Dickinson FOGLI DI POESIA piccola casa editrice ACQUAVIVA
giovedì 4 marzo 2010
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