mercoledì 26 agosto 2015
FAVOLA DEL POETA SCALCINATO
FAVOLA DEL POETA SCALCINATO
me ne sono sempre andato così in giro, se devo dire la verità: scalcinato. le mani in tasca, alla malandrina. con sempre niente da mettere sotto i denti, facevo sempre l'uccellino di Gesù che gli dava da mangiare il Padre suo. la mia giubba lisa blu di marinaio era parte viva della mia stessa utopia, sotto il firmamento acceso di Grecia o d'Italia per me era lo stesso. sottobraccio alla mia bella, facevo il cane da caccia sempre fedele. che amori luccicanti, amici, e che chimere di pazzo scatenato! i calzoni sempre cascanti che manco la cinghia ce la faceva a tenermi su quei quattro spiccioli che mi servivano per campare. ero io stesso il personaggio principale della mia stessa favola. come ero felice e senza pensieri! me ne andavo alla carlona con i miei versi da 4 soldi che mai mi comprava nessuno. per romanzo della mia vita: cassiopea e la costellazione del leone, dove ci girava intorno, avevo saputo, perfino il sole. una soffitta sgangherata mi faceva sempre da albergo a ore, dove dalla finestre aperte mi suonavano sempre meravigliose sinfonie tutte le stelle del cielo sfavillante. io lì, certe volte per i campi oscuri e le strade polverose. sotto gli alberi degli ulivi mi stendevo per dormire perfino in Andalusia. al mattino i contadini mi svegliavano e mi offrivano un bicchiere di vino davvero forte. ne hanno sempre da raccontare storie sia la notte fonda che il cuore sincero, io tiro avanti con 4 lire e 10 fesserie. sono sempre ancora in giro, con tutta intera Milano bella stretta bene nella mia mano.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
FAVOLA SU PICASSO
FAVOLA SU PICASSO
"Chiudi gli occhi e non ridere", diceva Picasso.
La ragazza chiudeva gli occhi e scoppiava a ridere.
"Che vuoi farci? La Poesia è più forte di me, mi fa fare sempre quello che dice lei", commentava Pablo.
La dimensione dell'arte è dimensione altra di quella della massa comune. Molti non la capiscono, ci entrano in contatto per momenti limitati, poi se ne distaccano spaventati. Solo i grandi artisti vivono tutta la loro vita nella folle dimensione dell'arte, facendo della loro stessa vita un'opera d'arte.
"Il più grande spettacolo del mondo è il proprio destino", disse una volta Alda Merini.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
martedì 25 agosto 2015
FAVOLA DEL LIBRO APERTO
FAVOLA DEL LIBRO APERTO
C'era una volta un libro aperto che nessuno voleva leggere.
"Nessuno mi legge", si lamentò, dondolando tristemente la copertina avanti e indietro.
"Chi t'ha scritto?", gli chiese un ragazzo.
"Non so, un poeta, credo", rispose sconsolato il libro aperto.
"Ma almeno lui t'ha letto?"
"Lui mi ha scritto, che mi doveva leggere a fare? Perché mi fai una domanda così stupida?"
"Certo che il tuo caso è ben disperato se non ha avuto il pensiero di leggerti nemmeno il tuo stesso autore", disse il ragazzo, e se ne andò via anche lui senza leggere nemmeno una parola di quel povero libro aperto, che continuò a dondolare tristemente la sua copertina avanti e indietro. Senza che mai a nessuno gli venisse in mente di gettargli almeno un'occhiata anche solamente al titolo.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
C'era una volta un libro aperto che nessuno voleva leggere.
"Nessuno mi legge", si lamentò, dondolando tristemente la copertina avanti e indietro.
"Chi t'ha scritto?", gli chiese un ragazzo.
"Non so, un poeta, credo", rispose sconsolato il libro aperto.
"Ma almeno lui t'ha letto?"
"Lui mi ha scritto, che mi doveva leggere a fare? Perché mi fai una domanda così stupida?"
"Certo che il tuo caso è ben disperato se non ha avuto il pensiero di leggerti nemmeno il tuo stesso autore", disse il ragazzo, e se ne andò via anche lui senza leggere nemmeno una parola di quel povero libro aperto, che continuò a dondolare tristemente la sua copertina avanti e indietro. Senza che mai a nessuno gli venisse in mente di gettargli almeno un'occhiata anche solamente al titolo.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
FAVOLA DELLA VOCE DELLA LUNA
FAVOLA DELLA VOCE DELLA LUNA
Me ne stavo all'ingresso di un cimitero con mia sorella e mio padre, quando arriva il mio amico capitan Fracassa. Io vado da lui e gli dico:
"Ti stavo aspettando".
E con lui mi incammino nel cimitero.
Mia sorella e mio padre si offendono a sentire che stavo lì ad aspettare un mio amico. Li guardo e vedo che se ne vanno in una casa verde trasparente, li guardo ancora e si son messi lì a litigare per antiche questioni.
Allora me ne vado nel cimitero e lì c'è una tomba aperta con una donna dalla faccia di luna dentro.
"Chi sei?", le chiedo.
"Come chi sono? La luna! Non mi riconosci?", dice la donna.
La guardo meglio ed effettivamente è proprio la luna.
"Ma come? Sei morta?", le chiedo affranto.
"No, non ancora. Ma gli uomini non mi guardano più perché hanno quasi smesso di sognare, così io non parlo con più nessuno. Ora sono venuta qui se caso mai mi trovo una buona sistemazione tra tutti gli altri vostri morti".
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
FAVOLA DEI POVERI INTORNO AL DUOMO DI MILANO
FAVOLA DEI POVERI INTORNO AL DUOMO DI MILANO
parcheggiati a stabbi tra le transenne dei cani, a caccia degli spiccioli della cattedrale. attendono soavemente i panzerotti guadagnati dai loro occhi imploranti e dai loro cuori rutilanti e arrotati dei maestri cantori di vent'anni, galanti dei loro cantici pii e pigolanti. come i profumi delle briciole dei forni dei negozi di pane di lusso poco lontani. onorati a menzogne, umiliati invece e offesi come bestie di poco conto. i poveri intorno al Duomo di Milano in massa. i padroni e i servi, tutti con le loro ridicole preghiere in tasca, con i loro portafogli testardi. e le fotomodelle in tacchi a spillo con i loro ben fare sui banconi lisi dei giorni splendenti accanto alle guglie di Dio. dondolano, nelle loro pellicce straniere, nei loro sogni bislacchi di gente sempre contenta. e i poveri, lerci come sempre, a mangiare con le mani le loro strane zuppe, che implorano con gli sguardi e bestemmiano con i gesti delle mani, scrutando malvagi le parate dei gruppi dei ganimedi, con i barattoli e le lattine popolati dei loro scarsi centesimi. sempre all'addiaccio, col freddo, la fame, i parenti tutti traditori. che farci? qui è sempre il Duomo di Milano. fino a sera tardi con la mano tesa, aperta, sanguinante e lurida. e intorno la gente di fretta come al solito, nauseata, culotorta, una processione di pance cotte e ricotte, satolle a spuntini di balena. e là ancora i poveri, le facce stravolte, sbigottiti da tanta ingiustizia del mondo, proprio davanti al santo cospetto di Dio. attorcigliati a catena nei loro caratteri d'oltremare affondati, sfrigolanti nei loro riti antichissimi, che accidentati si introducono come cani storpi nei cuori della gente dabbene. i poveri, sputando la fede dei perdenti, gli stupidi che hanno creduto alle fosche parole di Gesù. sognando ancora addolorati di arrivare da qualche parte tra le cattiverie e i soprusi delle trippe rigonfie. le puzze dei corpi derelitti, in mezzo a quelle anime così luccicanti di ricchezza putrefatta. con facce da pagliacci, rassegnati a quelle mimiche repellenti, le poche parole leccate e rileccate migliaia e migliaia di volte. i vecchi ancora più insistenti e petulanti. intanto sul Duomo splende il sole, e i ricchi sorridono e frusciano nelle loro sete costose. son malati di stomaco gravemente, i cervelli in cortocircuiti di interessi molto pericolosi, vanno per questo a farsi benedire dall'arcivescovo. i poveri sorridono anche loro con le loro pance vuote, andranno chissà dove a dormire per la notte. forse proprio dietro l'abside, sotto i porticati delle banche più potenti della nazione, nei cartoni, con accanto il bicchiere di vino da due soldi dell'ultima cena di Gesù.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
lunedì 24 agosto 2015
MILAN BLUS BANN romanzo ACQUAVIVA
giuseppe d'ambrosio angelillo
MILAN BLUS BANN
romanzo
ACQUAVIVA, 2015
3 volumi, 1370 pagine circa, illustrato
on GOOGLE BOOKS:
https://goo.gl/87rnx4
MILAN BLUS BANN
romanzo
ACQUAVIVA, 2015
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MILAN BLUS BANN romanzo Acquaviva
giuseppe d'ambrosio angelillo
MILAN BLUS BANN
romanzo
ACQUAVIVA, 2015
3 volumi, 1370 pagine circa, illustrato
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MILAN BLUS BANN
romanzo
ACQUAVIVA, 2015
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domenica 23 agosto 2015
FAVOLA DI GEREMIA E L'ANGELO
FAVOLA DI GEREMIA E L'ANGELO
Una volta un Angelo andò a fare visita a Geremia, il profeta.
"Cosa posso fare per te, Geremia?", gli chiese.
"Vienimi sempre in sogno, Angelo, così io possa sempre litigare con te e non con queste urla di uomini che mi rimbombano sempre attorno senza concludere mai niente. Gli uomini perduti che vogliono salvarsi solo fuggendo nella loro ipocrisia sono i peggiori che si possano incontrare con cui misurarsi. Ma un Angelo anche se ti sbaraglia è una dolce rovina".
L'Angelo lo accarezzò e gli disse:
"Questo sarà sempre il mio litigio con te".
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
LA BONTA' DELL'ANIMA
LA BONTA' DELL'ANIMA
Una volta un ragazzo andò da Rabbi Ben Tov Salomon e gli chiese di aiutarlo per un suo grave problema.
"Di che si tratta, figlio?"
"Rabbi, ho perfino vergogna a confessartelo".
"E allora?"
"Sono violento, malvagio, irascibile per nulla".
"Bene, fammi del male allora", gli disse il Rabbi.
Il ragazzo restò interdetto, confuso, alla fine non si risolse in nulla.
"Vai, figlio, io non vedo in te la violenza, nè la malvagità, nè l'irascibilità. Vedo solo una grande confusione. Fai chiarezza in te stesso finché vedrai la radice della tua anima, là vedrai anche la tua bontà, perché dal bene di Dio viene pure il bene dell'uomo, quindi anche del tuo".
Il ragazzo non disse niente.
"L'anima non è mai malvagia, è la negazione dell'anima che è violenza e malvagità", disse allora il Rabbi.
GDA
Una volta un ragazzo andò da Rabbi Ben Tov Salomon e gli chiese di aiutarlo per un suo grave problema.
"Di che si tratta, figlio?"
"Rabbi, ho perfino vergogna a confessartelo".
"E allora?"
"Sono violento, malvagio, irascibile per nulla".
"Bene, fammi del male allora", gli disse il Rabbi.
Il ragazzo restò interdetto, confuso, alla fine non si risolse in nulla.
"Vai, figlio, io non vedo in te la violenza, nè la malvagità, nè l'irascibilità. Vedo solo una grande confusione. Fai chiarezza in te stesso finché vedrai la radice della tua anima, là vedrai anche la tua bontà, perché dal bene di Dio viene pure il bene dell'uomo, quindi anche del tuo".
Il ragazzo non disse niente.
"L'anima non è mai malvagia, è la negazione dell'anima che è violenza e malvagità", disse allora il Rabbi.
GDA
FAVOLA DOSTOEVSKIJANA
FAVOLA DOSTOEVSKIJANA
"Qual è il punto migliore dove appendere la propria anima per non dimenticarsela durante il corso del lungo giorno?"
"Nel proprio sogno".
"Quale? Quello notturno o quello diurno?"
"In tutt'e due. Sia in quello notturno che in quello fatto ad occhi aperti".
"Ma che succede dopo tutto questo? Non diventa pazza l'anima tra tutto questo sognare sia di notte che di giorno?"
"L'anima già di sua intima natura è una pazza scatenata, ma solo il sogno la può salvare".
"Perché?"
"Perché nei sogni parla sempre Dio".
...
"Fedor Michajlovic, scusami, ma a te non mi azzarderò più manco a chiedere dove appendere il ritratto di un mazzo di fiori..."
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
"Qual è il punto migliore dove appendere la propria anima per non dimenticarsela durante il corso del lungo giorno?"
"Nel proprio sogno".
"Quale? Quello notturno o quello diurno?"
"In tutt'e due. Sia in quello notturno che in quello fatto ad occhi aperti".
"Ma che succede dopo tutto questo? Non diventa pazza l'anima tra tutto questo sognare sia di notte che di giorno?"
"L'anima già di sua intima natura è una pazza scatenata, ma solo il sogno la può salvare".
"Perché?"
"Perché nei sogni parla sempre Dio".
...
"Fedor Michajlovic, scusami, ma a te non mi azzarderò più manco a chiedere dove appendere il ritratto di un mazzo di fiori..."
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
FAVOLA DEI FILOSOFI UNIVERSITARI
FAVOLA DEI FILOSOFI UNIVERSITARI
Ci sono 3 specie di filosofi. Quelli che ripetono come pappagalli le cose che hanno detto gli altri. Quelli che scopano. Quelli che puliscono le scarpe dei potenti e le galosce dei direttori di giornali. Ah, dimenticavo!, poi ci sono quelli che non valgono niente e non li conosce proprio nessuno, ma di questi non ne troverete proprio nessuno all'università, quindi non fa conto nemmeno parlarne.
GDA
Ci sono 3 specie di filosofi. Quelli che ripetono come pappagalli le cose che hanno detto gli altri. Quelli che scopano. Quelli che puliscono le scarpe dei potenti e le galosce dei direttori di giornali. Ah, dimenticavo!, poi ci sono quelli che non valgono niente e non li conosce proprio nessuno, ma di questi non ne troverete proprio nessuno all'università, quindi non fa conto nemmeno parlarne.
GDA
FAVOLA D'AMORE ULTRAMODERNA
"Ti amo", dicevano al telefono contemporaneamente, mano nella mano, due coniugi innamorati. Ma non l'uno all'altra. Lui alla sua amante, lei al suo amante. Intanto il violinista suonava una romanza d'amore, la candela bruciava un dolce profumo d'incenso erotico. Il ristorante dove cenavano era sul lungomare dove una volta si erano visti la prima volta e si erano innamorati perdutamente. Celebravano l'anniversario della loro favola d'amore più unica che rara.
Giuseppe D'Ambrosio Angelillo
IL POETA, ANIMALE IMMAGINARIO
IL POETA, ANIMALE IMMAGINARIO
Cercare la poesia e trovare il poeta, molti non lo sopportano.
"Ma cos'è che te ne vai con tutti questi tuoi libri sempre in giro? Non te li compra nessuno, nessuno ti vuole, nessuno ti cerca, togliti dai piedi una volta per tutte! Non vedi che non sei altro che un fallito?", disse un riccastro passante al poeta itinerante.
"Sì, hai ragione, fratello, ma per conquistare il cuore della tua bella una volta tu hai recitato a memoria proprio una mia poesia e non mi pagasti quella volta che un misero caffè!", disse il poeta. "Ma ora che non ti servo più e mi scacci addirittura, ridammi indietro con la mia poesia la tua storia d'amore e io il tuo misero caffè te lo risputerei volentieri sul grugno!"
Fu acqua che spense tutti i fuochi.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
Cercare la poesia e trovare il poeta, molti non lo sopportano.
"Ma cos'è che te ne vai con tutti questi tuoi libri sempre in giro? Non te li compra nessuno, nessuno ti vuole, nessuno ti cerca, togliti dai piedi una volta per tutte! Non vedi che non sei altro che un fallito?", disse un riccastro passante al poeta itinerante.
"Sì, hai ragione, fratello, ma per conquistare il cuore della tua bella una volta tu hai recitato a memoria proprio una mia poesia e non mi pagasti quella volta che un misero caffè!", disse il poeta. "Ma ora che non ti servo più e mi scacci addirittura, ridammi indietro con la mia poesia la tua storia d'amore e io il tuo misero caffè te lo risputerei volentieri sul grugno!"
Fu acqua che spense tutti i fuochi.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
L'ELETTO
L'ELETTO
Una volta così disse un ebreo a Dio:
"Va bene ci hai fatto il popolo eletto, ma perché proprio a noi?"
gda
Una volta così disse un ebreo a Dio:
"Va bene ci hai fatto il popolo eletto, ma perché proprio a noi?"
gda
FAVOLA DELLA ROSA E DEL GELSOMINO
FAVOLA DELLA ROSA E DEL GELSOMINO
Una volta così una rosa rimproverò un gelsomino che s'era fiorito accanto a lei:
"Come osi sbocciare accanto a me, la rosa, che sono il fiore più bello e nobile del mondo?"
"E che vuoi dire? Anch'io sono un fiore che sboccia alla luce dello stesso sole che dà vita a te, e mi nutro della stessa terra che nutre te!", rispose il gelsomino.
"E che significa? Io resto sempre più bella di te!", disse la rosa.
"Forse hai ragione, rosa, che sei più bella di me ma sta' pure ben sicura che questo mondo non l'abbellisci soltanto tu!", rispose il gelsomino.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
Una volta così una rosa rimproverò un gelsomino che s'era fiorito accanto a lei:
"Come osi sbocciare accanto a me, la rosa, che sono il fiore più bello e nobile del mondo?"
"E che vuoi dire? Anch'io sono un fiore che sboccia alla luce dello stesso sole che dà vita a te, e mi nutro della stessa terra che nutre te!", rispose il gelsomino.
"E che significa? Io resto sempre più bella di te!", disse la rosa.
"Forse hai ragione, rosa, che sei più bella di me ma sta' pure ben sicura che questo mondo non l'abbellisci soltanto tu!", rispose il gelsomino.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
IL CUOCO MIGLIORE SECONDO LA MASSA
IL CUOCO MIGLIORE SECONDO LA MASSA
Una volta zio Frasco Sciabolone cucinò al forno un serpente dicendo che era un capitone, un'altra volta cucinò al forno un gatto dicendo che era un coniglio, un'altra volta ancora cucinò al forno un cane dicendo che era un'agnello. Tutti i parenti andavano dicendo in giro che nessuno cucinava al forno meglio di zio Frasco Sciabolone i capitoni, i conigli e gli agnelli. Andavano dicendo pure che mai avevano mangiato capitoni, conigli, agnelli al forno più buoni di quelli che cucinava zio Frasco Sciabolone, uno degli uomini più glaciali e malvagi che si siano mai visti al paese di Glem, in Volinia.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
Una volta zio Frasco Sciabolone cucinò al forno un serpente dicendo che era un capitone, un'altra volta cucinò al forno un gatto dicendo che era un coniglio, un'altra volta ancora cucinò al forno un cane dicendo che era un'agnello. Tutti i parenti andavano dicendo in giro che nessuno cucinava al forno meglio di zio Frasco Sciabolone i capitoni, i conigli e gli agnelli. Andavano dicendo pure che mai avevano mangiato capitoni, conigli, agnelli al forno più buoni di quelli che cucinava zio Frasco Sciabolone, uno degli uomini più glaciali e malvagi che si siano mai visti al paese di Glem, in Volinia.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
QUALCOSA DI DIFFICILE
DIR QUALCOSA
E DIRLA PER SEMPRE,
AVETE L'AMORE SENZA LA VERITA'
AVETE LA VERITA' SENZA L'AMORE,
COME POTETE PRETENDERE
DI VIVERE SENZA CRIMINALI?
gda
come a dire pure:
avete i soldi senza l'amore
e avete l'amore senza i soldi,
come potete pretendere di non vivere all'inferno dei malvagi?
gda
verità=potenza, come ben disse una volta F. Nietzsche.
E DIRLA PER SEMPRE,
AVETE L'AMORE SENZA LA VERITA'
AVETE LA VERITA' SENZA L'AMORE,
COME POTETE PRETENDERE
DI VIVERE SENZA CRIMINALI?
gda
come a dire pure:
avete i soldi senza l'amore
e avete l'amore senza i soldi,
come potete pretendere di non vivere all'inferno dei malvagi?
gda
verità=potenza, come ben disse una volta F. Nietzsche.
ALDA AL PIANOFORTE
ALDA AL PIANOFORTE
candele, ventilatori, giornali
e Alda suonava il pianoforte,
Johnny Guitar vai più forte sennò t'acchiappano,
Johnny Guitar galoppa più veloce sennò t'ammazzano,
per giorni interi t'ho aspettato alla stazione centrale
come una criminale pure io,
manco una cotoletta m'hai portato,
mi gocciolava il naso per il gran freddo di quell'anno,
come cadaveri venivano i camerieri nei loro vestiti neri,
quattro panini con la mortadella
per diventar più grassa
quattro pensieri d'amore
per diventar più pazza.
mi avevi detto che eri un maestro elementare
ma non avevi i soldi manco per comprarti una simmenthal,
Johnny Guitar Johnny Guitar
mi sei piaciuto appena hai aperto la porta
e mi hai fatto entrare in casa tutto quel freddo,
nessuno lo sa ma da allora
amo tutti gli inverni con i loro maledetti geli,
Johnny Guitar vai più forte sennò t'acchiappo
Johnny Guitar galoppa più veloce sennò t'ammazzo.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
candele, ventilatori, giornali
e Alda suonava il pianoforte,
Johnny Guitar vai più forte sennò t'acchiappano,
Johnny Guitar galoppa più veloce sennò t'ammazzano,
per giorni interi t'ho aspettato alla stazione centrale
come una criminale pure io,
manco una cotoletta m'hai portato,
mi gocciolava il naso per il gran freddo di quell'anno,
come cadaveri venivano i camerieri nei loro vestiti neri,
quattro panini con la mortadella
per diventar più grassa
quattro pensieri d'amore
per diventar più pazza.
mi avevi detto che eri un maestro elementare
ma non avevi i soldi manco per comprarti una simmenthal,
Johnny Guitar Johnny Guitar
mi sei piaciuto appena hai aperto la porta
e mi hai fatto entrare in casa tutto quel freddo,
nessuno lo sa ma da allora
amo tutti gli inverni con i loro maledetti geli,
Johnny Guitar vai più forte sennò t'acchiappo
Johnny Guitar galoppa più veloce sennò t'ammazzo.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
ERNST BLOCH
ERNST BLOCH
dicono che i profeti non scrivono più,
ma cosa vorrebbero intendere? che hanno letto tutti gli antichi profeti?
non hanno letto gli antichi così come non leggono i nuovi.
GDA
GESU' IN CIELO
GESU' IN CIELO
Me ne stavo affranto a guardare di prima mattina, appena sveglio, il cielo nuvoloso dalla mia stanza all'ultimo piano del mio quartiere di estrema periferia di Milano, quando tra le nuvole mi appare un viso familiare.
"Può essere?", mi chiedo.
Guardo meglio e mi accorgo che è proprio lui. Gesù, Gesù della Sacra Sindone.
E' velato, non immediatamente riconoscibile ma a una più piena attenzione è davvero proprio lui.
Lo guardo, mi aspetto che dica qualcosa, ma non mi dice proprio niente.
Allora io gli dico:
"Gesù, eccoti lì. Te ne stai in cielo, alla destra del Padre, tutto tranquillo. Anche se devo riconoscere che ne hai passati di guai quando eri pure tu quaggiù".
E allora ecco lui che mi dice:
"Che c'è, figlio? Sei triste e disperato perché non hai niente? Guarda che nessuno a questo mondo possiede niente. Si vive tutti come su un ponte, il ponte che va dal nulla al tutto, il ponte che va dalla polvere a Dio, sia sempre benedetto il suo Nome. Si vive tutti senza niente a questo mondo, cos'ha l'uccellino sul tetto quando si sveglia al mattino, cos'ha all'alba il fiore sul prato? Credi forse a quel che dicono i presunti ricchi, i cosiddetti benestanti? Cosa si portano con loro quando muoiono? Niente, forse neanche la loro stessa anima. Credi forse a Mammona piuttosto che a me?", dice finalmente lui.
E lì tra le nuvole lo vedo che sorride. E anch'io sorrido con lui, perché tra le nuvole, chissà da dove, da un punto nascosto d'oriente, proprio in quel momento, occhieggia sornione, non visto, di nuovo il sole.
Continuo a guardare il cielo e piano il Sacro Volto svanisce.
...
Ho detto ultimamente a un sacerdote di Milano, uno studioso delle Sacre Scritture, che ogni tanto vedo Gesù e dal suo sguardo perplesso ho capito che mi ha preso per un pazzo.
Ma io sono convinto che tutti lo possono vedere, guardando attentamente un mattone del pavimento, un cielo nuvoloso, una notte stellata. L'acqua che scroscia nel lavandino quotidiano della vita di tutti noi. E mi fa estrema meraviglia che nessuno mai ne parli.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
Me ne stavo affranto a guardare di prima mattina, appena sveglio, il cielo nuvoloso dalla mia stanza all'ultimo piano del mio quartiere di estrema periferia di Milano, quando tra le nuvole mi appare un viso familiare.
"Può essere?", mi chiedo.
Guardo meglio e mi accorgo che è proprio lui. Gesù, Gesù della Sacra Sindone.
E' velato, non immediatamente riconoscibile ma a una più piena attenzione è davvero proprio lui.
Lo guardo, mi aspetto che dica qualcosa, ma non mi dice proprio niente.
Allora io gli dico:
"Gesù, eccoti lì. Te ne stai in cielo, alla destra del Padre, tutto tranquillo. Anche se devo riconoscere che ne hai passati di guai quando eri pure tu quaggiù".
E allora ecco lui che mi dice:
"Che c'è, figlio? Sei triste e disperato perché non hai niente? Guarda che nessuno a questo mondo possiede niente. Si vive tutti come su un ponte, il ponte che va dal nulla al tutto, il ponte che va dalla polvere a Dio, sia sempre benedetto il suo Nome. Si vive tutti senza niente a questo mondo, cos'ha l'uccellino sul tetto quando si sveglia al mattino, cos'ha all'alba il fiore sul prato? Credi forse a quel che dicono i presunti ricchi, i cosiddetti benestanti? Cosa si portano con loro quando muoiono? Niente, forse neanche la loro stessa anima. Credi forse a Mammona piuttosto che a me?", dice finalmente lui.
E lì tra le nuvole lo vedo che sorride. E anch'io sorrido con lui, perché tra le nuvole, chissà da dove, da un punto nascosto d'oriente, proprio in quel momento, occhieggia sornione, non visto, di nuovo il sole.
Continuo a guardare il cielo e piano il Sacro Volto svanisce.
...
Ho detto ultimamente a un sacerdote di Milano, uno studioso delle Sacre Scritture, che ogni tanto vedo Gesù e dal suo sguardo perplesso ho capito che mi ha preso per un pazzo.
Ma io sono convinto che tutti lo possono vedere, guardando attentamente un mattone del pavimento, un cielo nuvoloso, una notte stellata. L'acqua che scroscia nel lavandino quotidiano della vita di tutti noi. E mi fa estrema meraviglia che nessuno mai ne parli.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
giovedì 20 agosto 2015
MILAN BLUS BANN romanzo ACQUAVIVA, 2015, 2 volume
giuseppe d'ambrosio angelillo
MILAN BLUS BANN
romanzo
ACQUAVIVA, 2015
2 volume, 430 pagine, 26 illustrazioni
(storia del professor Franco Zero) prima parte
on GOOGLE BOOKS:
https://goo.gl/LVlRWy
MILAN BLUS BANN
romanzo
ACQUAVIVA, 2015
2 volume, 430 pagine, 26 illustrazioni
(storia del professor Franco Zero) prima parte
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MILAN BLUS BANN 2 volume ACQUAVIVA, 2015
giuseppe d'ambrosio angelillo
MILAN BLUS BANN
romanzo
ACQUAVIVA, 2015
2 volume, 430 pagine, 26 illustrazioni
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MILAN BLUS BANN
romanzo
ACQUAVIVA, 2015
2 volume, 430 pagine, 26 illustrazioni
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martedì 18 agosto 2015
IL NAVIGLIO GRANDE DI MILANO
giuseppe d'ambrosio angelillo
MILAN BLUS BANN
romanzo
ACQUAVIVA, 2015
3 volumi, 1370 pagine circa, illustrato
on GOOGLE BOOKS:
https://goo.gl/7IzqO1
MILAN BLUS BANN
romanzo
ACQUAVIVA, 2015
3 volumi, 1370 pagine circa, illustrato
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DOSTOEVSKIJ
giuseppe d'ambrosio angelillo
MILAN BLUS BANN
romanzo
ACQUAVIVA, 2015
3 volumi, 1370 pagine circa, illustrato
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MILAN BLUS BANN
romanzo
ACQUAVIVA, 2015
3 volumi, 1370 pagine circa, illustrato
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DA ZIO TOLOMEO
giuseppe d'ambrosio angelillo
MILAN BLUS BANN
romanzo
ACQUAVIVA, 2015
3 volumi, 1370 pagine circa, illustrato
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MILAN BLUS BANN
romanzo
ACQUAVIVA, 2015
3 volumi, 1370 pagine circa, illustrato
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BLUES ALL'OSTERIA MILANESE
giuseppe d'ambrosio angelillo
MILAN BLUS BANN
romanzo
ACQUAVIVA, 2015
3 volumi, 1370 pagine circa, illustrato
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MILAN BLUS BANN
romanzo
ACQUAVIVA, 2015
3 volumi, 1370 pagine circa, illustrato
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IL CANE QUESTUANTE
giuseppe d'ambrosio angelillo
MILAN BLUS BANN
romanzo
ACQUAVIVA, 2015
3 volumi, 1370 pagine circa, illustrato
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MILAN BLUS BANN
romanzo
ACQUAVIVA, 2015
3 volumi, 1370 pagine circa, illustrato
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JEAN-PAUL SARTRE
giuseppe d'ambrosio angelillo
MILAN BLUS BANN
romanzo
ACQUAVIVA, 2015
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MILAN BLUS BANN
romanzo
ACQUAVIVA, 2015
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JEAN-PAUL SARTRE
giuseppe d'ambrosio angelillo
MILAN BLUS BANN
romanzo
ACQUAVIVA, 2015
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giuseppe d'ambrosio angelillo MILAN BLUS BANN romanzo ACQUAVIVA, 2015
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MILAN BLUS BANN
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ERNST BLOCH
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A MILANO SI VOLA
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MILAN BLUS BANN
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L'UNIVERSITA' STATALE DI MILANO
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lunedì 17 agosto 2015
MILAN BLUS BANN
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ACQUAVIVA, 2015
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BOOKS MAKE THE COUNTRY, THE HOME, THE MAN
MILAN BLUS BANN
romanzo
ACQUAVIVA, 2015
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ACQUAVIVA, 2015
3 volumi, pg. 1370 circa, illustrato
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Giuseppe D'Ambrosio Angelillo,
ai tempi della Statale.
MILAN BLUS BANN
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3 volumi
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ai tempi della Statale.
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giuseppe d'ambrosio angelillo
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ACQUAVIVA
3 volumi, pg 1370 circa
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3 volumi, pg 1370 circa
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3 volumi
1370 pagine circa, illustrato
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1370 pagine circa, illustrato
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domenica 16 agosto 2015
CHARLES BUKOWSKI
the suicide kid
Charles Bukowski, 16 agosto 1920 - 1994
I went to the worst of bars
hoping to get
killed.
but all I could do was to
get drunk
again.
worse, the bar patrons even
ended up
liking me.
there I was trying to get
pushed over the dark
edge
and I ended up with
free drinks
while somewhere else
some poor
son-of-a-bitch was in a hospital
bed,
tubes sticking out all over
him
as he fought like hell
to live.
nobody would help me
die as
the drinks kept
coming,
as the next day
waited for me
with its steel clamps,
its stinking
anonymity,
its incogitant
attitude.
death doesn’t always
come running
when you call
it,
not even if you
call it
from a shining
castle
or from an ocean liner
or from the best bar
on earth (or the
worst).
such impertinence
only makes the gods
hesitate and
delay.
ask me: I’m
72.
CHARLES BUKOWSKI
CHARLES BUKOWSKI
this kind of fire
Charles Bukowski, 16 agosto 1920 - 1994
sometimes I think the gods
deliberately keep pushing me
into the fire
just to hear me
yelp
a few good
lines.
they just aren’t going to
let me retire
silk scarf about neck
giving lectures at
Yale.
the gods need me to
entertain them.
they must be terribly
bored with all
the others
and I am too.
and now my cigarette lighter
has gone dry.
I sit here
hopelessly
flicking it.
this kind of fire
they can’t give
me.
CHARLES BUKOWSKI
mercoledì 12 agosto 2015
MILAN BLUS BANN romanzo (primo volume)
giuseppe d'ambrosio angelillo
MILAN BLUS BANN
romanzo
ACQUAVIVA,
primo volume
887 pagine, 32 illustrazioni
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MILAN BLUS BANN
romanzo
ACQUAVIVA,
primo volume
887 pagine, 32 illustrazioni
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lunedì 10 agosto 2015
milan blus bann romanzo (indice primo volume)
primo volume
iNDICE: primo volume pagine 887, 32 illustrazioni
on Google Play e Google Books:
https://goo.gl/e84fKB
MILAN BLUS BANN
1.
Ecco
2. Milan Blus Bann
3. Chi ci capisce niente?
4. Guendalina
5. Teoria della Filosofia
6. La grande Filosofia del nostro Tempo
7. Blus del Cappuccino
8. Manù le Ragù
9. Brera
10.
Alda
11.
Blus della Barca del Destino
12.
Per Milano
13.
Nessuno
14.
Spaghetti scotti e pollo arrosto
15.
Marcellino Pane-e-vino
16.
Dialogo con un frigorifero
17.
Litigio casalingo
18.
Quella che diceva No
19.
Il balordo
20.
L’esame di italiano
21.
Zio Tolomeo
22.
Il baco e il ragno
23.
Il veleno della vita
24.
La risata
25.
Il delitto
26.
Tentato suicidio
27.
Divorzio
28.
Logorrea
29.
Partita a ramino
30.
Superbone
30
bis. Doris la Scarpara
31.
La casa dei Morti
32.
Il Demonio
32
bis. Pazzi ma razionali
33.
La Statale
34.
La Bompiana
35.
Il Bar della Statale
36.
Il Poeta nel suo capanno
37.
Toirano
38.
Il Peschereccio della Felicità
39.
Il bagno
40.
Nizza
41.
Tutti matti
41
bis. La Congiura degli Ebrei
42.
L’oscura volontà
43.
Il professor Franco Zero
44.
Visite dagli psichiatri
45.
Sexy-shops
46.
L’odio
47.
Incubo
48.
Foglio di via
49.
Povertà
50.
Lavori milanesi
51.
Gorgia
52.
Il Tabù dominante
53.
Plutone
54.
Andrè, il Gallese
55.
I fotografi
56.
Barto, il Siculo
57.
Fiumi notturni
58.
Il Demonio (2)
59.
Il Norvegese
60.
Fortuna
61.
Noemi la Rossa
62.
Il forno
63.
Autoproduzione estemporanea
64.
Ultimo tango a Parigi
65.
Caffettieri all’attacco
66.
Il casco del palombaro
67.
L’animale malato
68.
Amaro ritorno
68
bis. A Milano si vola
69.
La rivelazione dell’arcano
70.
La puttana
71.
Chiarificazione
72.
Acquaviva
73.
One man band
73
bis. La fiera dei balocchi
74.
La Panzerottaia
75.
Un carretto nella nebbia
75
bis. Lo gnomo
76.
La Yeshivà
77.
Il Rabbi
78.
L’Alef
79.
Chi è Dio?
80.
La cifra
81.
Il maglione giallo
82.
La pagliuzza
83.
Il gatto che se ne va per conto suo
84.
Il tradimento
85.
Polli
86.
Posta da New York
87.
La Medusa
88.
C’è nessuno in casa?
89.
La Valenza della Notte
90.
Saggezza ebraica
91.
L’artista affamato
92.
Il violino diabolico
93.
La telefonata
94.
Partenza per dove si è
95.
36 psicofarmaci
96.
Ritorno al manicomio
97.
Bollita
98.
Il salario del pezzente
99.
Ambulanze per matti
100.
Il Castello
101.
Il Fine del Mondo
102.
Il puntino della risata
103.
Il Sagrato di Piazza del Dom
104.
Digiuno
105.
Calunnie a go-gò
106.
Candele accese
107.
Lampadine
108.
Artisti notturni
109.
Il travesta
110.
La cascina
111.
Ripartenza
112.
Il Filosofo
Fine
del Primo Volume
(continua)
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