CHARLES BUKOWSKI, Tubinga, MARC CHAGALL, Milano, ALDA MERINI, Grecia, Utopia, ROMANZI, Acquaviva delle Fonti, RACCONTI CONTADINI, America, POESIE, ERNST BLOCH, Sogni, Gatti Pazzi, Spinoza, FEDOR DOSTOEVSKIJ, ITALIA, New York, FEDERICO FELLINI, Poesie di Natale
giovedì 30 aprile 2015
romanzi di Giuseppe D'Ambrosio Angelillo Libri Acquaviva on Google play: http://goo.gl/lLL9CS
giuseppe d'ambrosio angelillo RIVOLUZIONE romanzo ACQUAVIVA, 2007 "Oh, amici miei... non potete immaginare quale tristezza e quale rabbia invadano tutta la vostra anima, quando di una grande idea che voi venerate già da lungo tempo e come cosa santa, s'impadroniscono degli ignoranti e la trascinano sulla strada verso gente altrettanto stupida quanto essi stessi, e la incontrate improvvisamente al mercato degli stracci, irriconoscibile, nel fango, male esposta, di sbieco, senza proporzioni, senza armonia, zimbello di fanciulli sciocchi! No! Ai nostri tempi non era così, e non a questo noi miravamo. No, no, assolutamente non a questo. Io non riconosco più nulla... Il nostro tempo verrà di nuovo e avvierà su una strada sicura tutto ciò che oggi vacilla. Altrimenti che sarà mai?". DOSTOEVSKIJ . Sogni, Utopie e grandi Speranze di un ventenne che credeva con tutto se stesso in un Mondo Migliore... Guai, sconfitte e capitolazioni di una Meglio Gioventù che voleva portare la Fantasia al Potere... e che invece se ne cadde a faccia a terra... ma il Meglio ha mille vite e sempre risorge anche nelle più nere situazioni e anche nelle più infide prospettive... pagine 637, illustrato con acquarelli in bianco e nero on Google play: http://goo.gl/YVBnmQ
LA LOTTA DELLE PAROLE ti alzi e cerchi il tuo sorriso, caduto per sbaglio in un tesoro rastrellato dai nazisti, ti toccherà lottare per la libertà anche per oggi, non c'è niente da fare la vita dell'uomo è un mistero lasciato nella tenebra per una più chiara comprensione, ti toccherà metterti a discutere con il solito orco procelloso e perdere per di più ancora una volta, ma nel bosco nero ti salverai ancora una volta, non facendoti trovare facilmente, prenderanno il tuo mare per un piede e lo scaglieranno all'aria, ma tu sarai nel tuo lavoro, fantasma introvabile di un lungo romanzo perduto. bruceranno il tuo bosco ma la vita, la poesia davvero è più grande di loro e così alla fine non riusciranno a batterti, alla fine vincerai tu, e, pur tra gli stenti e la povertà, sorriderai ancora, prima ancora che dalla radio comincino a raccontare le solite ciarle. GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
UNA PER L'AMICO TRADITORE l'amicizia è indimenticabile nell'atto del suo oscuro tradimento, sorriso di velluto e dietro la mano armata di coltello, scippatore di sguardo mobile, falegname di anima piallata a dovere, eppure ci divertimmo alquanto sulle serre alte e variopinte dell'allegria, amico subdolo che mai capii nei suoi loschi desideri venne la verità ma tu eri ormai sparito da un pezzo. un amico rimane fedele anche quando tu mostri il tuo lato peggiore, che ci vuole infatti a essere amico di un santo? di un genio? nulla. tu invece perso nella nuvola degli oscuri fatti tuoi sei sparito nella tua stessa oscura testa. a monete false pecore con la rogna, e tu continui a fare il simpatico, il sorridente paranoico, e a tutti spari al petto con la tua oscura menzogna, ti viene più facile ancora con l'amico perché non ha pensieri a difendersi. perché ci si dovrebbe difendere dagli amici? perché sanno tutto di te e possono accoltellarti alle spalle quando e come vogliono, senza nessun tipo di pericolo. quando l'anima tua vacillerà e inciamperà nel più minuscolo sassolino, lui, l'amico, sarà sparito nella notte come un ladro professionista. GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
lunedì 27 aprile 2015
CON QUESTO SENTIMENTO con questo sentimento andrò al culmine di tutti i rifiuti degli altri, questi fior fiore di no che mi confinano nel mio solitario campo di waterloo, questa terra trafitta dalla miseria, con ogni pesce perduto nella penombra degli abissi, questi mari di tormenti afflosciati, la gente è andata perchè è diventata ricca, cadono i poveri sulle strade di qualche perduto gesto, hanno chiuso le loro giovinezze, tiro sempre alla stazione per esperienza di vino, non son più poeta da tempo ormai, trovo comunque quel che il profeta mi predisse, è storia ormai e non macina più, con questo sentimento dimmi se sono da buttare ormai via, mai diventato famoso e manco più mi importa, forse si sganasciano di risate marce dietro di me, ma la vita è sempre quella, cose piccole, sempre le stesse comunque io mi vivo con me, mi han preso quasi tutto e chi se ne frega, tutti gli usci aperti a mio volere per questo sentimento che non mi fa passare notti insonni. nessun rimorso, vino all'osteria, in cucina a casa, per strada a camminare i morti, chi segue la ragione chi segue a sputtanarsi ancora. questo sentimento che mi porta ancora per questa vita che mai m'è diventata peggiore. GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
PANE E VINO il pane è pazzo fin da quando è chicco, come il vino che viene da un albero a forma di mano tagliata, l'uomo di notte invece miete il grano e beve la gioia del sole del mediterraneo, l'uomo si mangia la terra e beve il sole, ha il sangue del tempo lo sguardo dell'infinito, finchè rimane sotto una pioggia di primavera a pensare all'inutile vento del suo coraggio pane e vino, tavola di cavaliere. pane e vino, tavola di pazzo re del mondo. GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
domenica 26 aprile 2015
Giuseppe con il suo vecchio caro amico Antonio Montenegro, autore di uno dei migliori vini Primitivo di Acquaviva delle Fonti, settembre 2014
Giuseppe con suo cugino contadino Salvatore,
Acquaviva delle fonti settembre 2014
Castello Normanno di Acquaviva delle Fonti
giuseppe d'ambrosio angelillo, estate 2014
sabato 25 aprile 2015
"... per mantenere il dono principale di natura, cioè libertà, trovo modo da offendere e difendere in stando assediati dalli ambiziosi tiranni..." LEONARDO on Google play: http://goo.gl/U56MDY
acquaviva delle fonti, cassa armonica festa di paese settembre 2014
acquaviva delle fonti, luminaria di festa di paese settembre 2014
giuseppe d'ambrosio angelillo, estate 2014
giuseppe d'ambrosio angelillo, estate 2014 nel suo bunker
PUGLIA Bella sei e risplendi, Puglia, la cara amara terra mia sei, respira il cielo come una bocca viva della divina faccia di una dea. E il mare si agita intorno a te che le inquiete onde son le stesse di quegli antichi guerrieri che ancora son sulle rive a farti la guardia. Perché troppo bella sei e troppo risplendi, Puglia mia, come il più prezioso dei tesori. GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO on Google play: http://goo.gl/yn3lKv
"Tutti gli scopi della politica sono scopi umani. Eppure sono al potere sempre mitologie, teologie, metafisiche, ideologie. Tutto tranne che un saggio e concreto umanesimo". GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO on Google play: http://goo.gl/n76UIz
"Per comprendere la Natura, bisogna far sì che essa si sviluppi dentro di noi in tutta la sua interezza". NOVALIS TERRA è l'unica che abbiamo pensieri, poesie, notizie ACQUAVIVA on Google play: http://goo.gl/mEyyAX
"L'Anima degli altri è una tenebra". DOSTOEVSKIJ Le fantasticherie di un giovane innamorato nella miseria quotidiana di una grande città.
MARILYN la tua bellezza ignora il tempo, come una luna dalla volontà di pietra, che brilla a tutte le notti senza più chiedere niente a chicchessia, abbracci tutti con quel tuo strano amore ellittico, fin sopra le pareti delle nostre umili case, delle nostre tristi televisioni. il tuo sorriso vola così leggero che ormai sei diventata la musa della gioventù, qualche altro mondo forse è pieno di diavoli ma tu brilli pura, con la tua forza oscura sconosciuta ai più. giuseppe d'ambrosio angelillo
venerdì 17 aprile 2015
DIALOGO DI UN VENDITORE DI ALMANACCHI CON UN PROGRAMMATORE ELETTRONICO "quando verrà il nostro turno?" "il vostro turno è già arrivato perché già vi hanno preso in mano e vi hanno aperto i barattoli della cioccolata davanti, la televisione è accesa e voi già guardate tutto quello che dovete guardare. col cucchiaio sporco sulla tavola lanciate già il pallone verso il vostro stupido nulla, mangiate cioccolata di terza qualità e ve ne state molto tranquilli. la polvere già cade su tutti i vostri sterili sogni, avete già capito che il sonno rende molto di più che il pensiero remigante che non va mai a parare da nessuna parte figuriamoci verso voi stessi. quest'ombra è già vostra, fate così i fantasmi di voi stessi e statevene belli zitti, finalmente. la balena bianca già naviga per voi sul vostro stesso tetto". giuseppe d'ambrosio angelillo
L'AUSTRIA ma perché me ne devo andare in Austria se lì gela e poi non mi conosce proprio nessuno? ma proprio per questo se l'ovest ti sommerge di tutto e non ti rende niente, con queste poesie al vento senza nessun frutto o lisca appesi ai tuoi innumerevoli capitomboli, sarà per questo che la seta è ti seduce e il castello ti ammalia, andando fanciulli a chiedere dove mai va a parare il giorno, così randagi come siamo a cercare il latte alla notte sulle soglie delle mammelle a disposizione, non c'è nessuno che sappia rispondere a questa mia domanda. l'Austria non interessa proprio a nessuno, la prendono tutti per una provincia tedesca un pò presuntuosa e anche abbastanza frivola. giuseppe d'ambrosio angelillo
sardine, piatti vuoti, lo studio di pittura pieno di quadri invenduti, gli amici che si facevano vedere sempre così poco, il cervello imbottito di cazzate grosse come mercantili d'alto mare, mentre noi con i sogni trafitti da mille atroci realtà ce ne andavamo alla rinfusa a raccattare qualche ciotola avanzata al supermercato degli affaristi, con il nostro testone malridotto, col muso storto, a raccattare gatti randagi per curare in estremo la nostra carnivora solitudine, l'uomo, che strana bestia è a volte a pensarci bene, ma noi pensavamo già male e così giocavamo d'anticipo sulle malie fantasmagoriche del nostro destino buontempone che per prenderci a cottimo per i suoi oscuri intenti ci mollava in una stalla, quattro briciole lasciate nel piatto. la lisca della sardina che ci poteva venir ancora bene per un altro quadro. la cavezza dell'asino che più furbo di noi se n'era già scappato da un pezzo. giuseppe d'ambrosio angelillo
... e come se non bastasse poi mi sono laureato in oblio, dimenticando facilmente tutte le perdute cose, ritornando così a dorare di tempo la mia felicità, con le assurde ambiguità che non erano mai troppe, e quella marea di falsità che mi permettevano di restare a galla in un mare di parole inutili, inutili fraseggi di ottone da fare abilmente sulle spalliere del letto, e ricordarsi così d'un tratto di quella antica persona che voleva bene a chi gli voleva bene ... giuseppe d'ambrosio angelillo
IL MARINAIO e dopo quell'amore come se non bastasse bisogna ricominciare a vivere del solito nulla, ritornando ai soliti abbandoni alle solite ferite insanabili dei vagabondi dello spirito, quando per ridere bisogna ficcarsi un chiodo alla porta e appendere per i ladri tutti i rimpianti, la semplicità di allora che ritorna furiosa per riprendersi i suoi vecchi quaderni, mentre il prof ci fa il suo corso di contrabbando sull'anima pensatrice alla macchia, e il marinaio carico di libri ritorna nel suo antico quartiere senza più navi coraggiose e riprende a combattere la sua guerra fasulla, senza nessuna spia al suo servizio. giuseppe d'ambrosio angelillo
L'UOMO BUONO dai sogni nasce sempre qualcosa, l'anima sorride e se ne va in catalessi per un nonnulla, l'uomo buono non delude mai se stesso. anche se gli altri hanno sempre la certezza di metterselo tranquillamente in tasca. ma lui è grosso, troppo grosso sfonda tranquillamente qualsiasi tasca qualsiasi inganno o impostura, e tranquillamente molto tranquillamente riconquista la sua innata bontà. giuseppe d'ambrosio angelillo
qui, in questa primavera noi lavoriamo di nuovo, in verità non sappiamo proprio dove andare di altro, qui, in questo lavoro di ornamento di luci e temporali, dove col nostro misero cappellino d'artista chiediamo l'obolo a chi manco sa di cos'è fatto il sole i deboli che vivono del loro oscillante vangare il niente, dove l'amore è servito come una pizza alle 4 stagioni, i fuochi, le piogge, le chiacchiere, le sedie rotte, gli uccelli in cucina a becchettare 3 briciole, che ne so di cosa fanno i delinquenti che si mangiano tutto anche i vermi di qualsiasi bufera camuffata, mentre a scuola la lumaca fa lezione sugli assiderati dell'ultimo inverno, qui, in questa città di piogge sempre oscure. e l'orologio cammina e il mondo gira. ne va di noi e nessuno sa dove vada. qui, in questa primavera dove noi lavoriamo di nuovo. giuseppe d'ambrosio angelillo
giovedì 16 aprile 2015
IO VIVO DI POESIA Grecia e Italia, son povero per loro. ho le scarpe scalcagnate e la maglia lisa e vecchia. i pantaloni tesi come baccalà, sia d'estate che d'inverno sempre gli stessi vestiti, sempre gli stessi sogni. la poesia è sempre primavera, e nessuno lo sa. la gente della città corre dietro alla moda ed è felice. io son felice solo che corro dietro alla mia libertà. Grecia e Italia. io vivo di poesia. giuseppe d'ambrosio angelillo
Un vero filosofo basta a se stesso. Che gli frega di chi non capirà mai? Comunque il vero filosofo non disprezza mai. Mai giudica. Anche lui esiste ed è un grande strano personaggio pure lui. giuseppe d'ambrosio angelillo
ne ho letti che ne ho letti di libri. ne so meno di prima. ne ho studiati che ne ho studiati di filosofia. non ho manco una lampadina che mi funziona sul tavolo. vivo di povertà in una mezza soffitta di periferia. sono metà presocratico metà futurista, senza essere nè presocratico nè futurista. sono solo me stesso e mi faccio un sacco di risate a pensarmi e a vedermi. giuseppe d'ambrosio angelillo
quante macchine in una città. se qualcuno ci vedesse dallo spazio direbbe che le nostre sono città di macchine non di uomini. chi guarda storto, chi non rispetta la legge, chi ruba, chi si danna l'anima. ma tutti vanno rigorosamente in macchina. io vado a piedi. io voglio abitare in una città di uomini non in una città di scatolette di lamiera senza nessun cuore dentro. giuseppe d'ambrosio angelillo
la farfalla è un fiore che vola un fiore è una farfalla tra l'erba, quando viene la primavera è ben difficile distinguerli tra loro. gli uomini invece sanno tutto degli altri, e sempre ben si distinguono tra di loro. forse manco sanno cos'è la primavera, forse il loro cuore vive sempre in un inverno ghiacciato. quando non c'è nessuna farfalla che vola, nessun fiore in sboccio tra l'erba. giuseppe d'ambrosio angelillo
LA SOLITUDINE la solitudine è il mondo del poeta la solitudine è il mondo della montagna la solitudine è il mondo dell'albero. la solitudine è il mondo dell'uomo libero. nessuno bada agli altri se non gli servono. giuseppe d'ambrosio angelillo
il cuore puro, nessuno ne può scrutare i segreti. ma di botto pullulano per tutta la città questi fantasmi, sono così malvagi tutti legati tra di loro come mazzi di cicorie. son tagliati da qualche parte e vagano come matti preda di mille voglie oscene. e la purezza di quel cuore? che mistero inspiegabile, che enigma inesplicabile. giuseppe d'ambrosio angelillo
Dio non parla, dicono in molti. Ma come convincere un sordo che è lui che non sente? Un sordo a rigore non sente manco se stesso. Un sordo non sente manco il suo cuore. Parla un libro aperto? Parla la pioggia? Parla un albero? Un sordo non sente mai niente. giuseppe d'ambrosio angelillo
Mi invidiano certi la mia libertà. Non mi invidiano la povertà. Non mi invidiano la vita per strada. Non mi invidiano le umiliazioni. Però forse hanno ragione a invidiare. Io pur nella povertà, pur per strada, pur umiliato, sono sempre così immensamente fiero della mia libertà! giuseppe d'ambrosio angelillo