Giostra di Natale
in un freddo polare da cartone animato,
dove io saltavo su un cavallo
e mi credevo figlio di un principe.
Uno zio americano mi chiamò
per una gita in campagna
e io lo seguii nel suo infinito soliloquio
in groppa a quel cavallo di cartone,
gli asini mi guardavano strano sui prati
e mi prendevano per un pazzo testardo
proprio come loro.
Io cavaliere ero molto leggero
e si cavalcò per le contrade
per almeno 10 chilometri,
"I miei nipoti italiani
sono tutti dei ladri",
mi disse mio zio americano.
Io mangiavo focaccia e olive
e correvo dietro ai ramarri
in groppa al mio cavallo metafisico.
L'avevo rubato
a una giostra di Natale in disuso
e sempre galoppavo
senza mai stancarmi,
mi sembrava per davvero
che me l'avesse mandato in dono
Gesù Bambino.
giuseppe d'ambrosio angelillo
a www.books.google.com
Nessun commento:
Posta un commento