i miei diarii
sono vite tipo
venditori di poesie
nelle brere di notte.
ne ho scritto uno, tra i tanti,
con personaggi molto interessanti e matti
con cinesi che preferiscono mangiarsi i cani
piuttosto che un minestrone milanese.
panzoni seguaci di demonii e cristi a un tempo.
i ricchi hanno violato da tempo i templi sacri degli artisti
per tutta Brera.
Brera l'hanno distrutta per far posto al nulla del gagà di turno
ricco sfondato pure lui.
gli indiani vendono rose rosse per amori che non esistono più da tempo.
i cartomanti predicono destini felici
che esistono solo nei loro mazzi di carte taroccate fino alla morte.
gli aritisti di milano son scappati tutti in estrema periferia,
tra gli spacciatori del nulla e i matti senza più manicomii.
fanno una vita grama
ma l'arte continuano a salvarla come sempre.
Brera invece è preda dei nuovi barbari da molti anni,
c'è pure un museo là intorno
con due terzi dei loro capolavori stipati a marcire nei sotterranei.
c'è molta fame là in giro di notte
ma i ristoranti dei ricchissimi son pieni a straripare di gentaglia ad abbuffarsi.
io con due libri di poesie venduti a notte a malapena e con gran fatica.
le puttane e i contrabbandieri di sigarette amavano la poesia
e ai poeti passavano le loro minestre tutte le volte che potevano.
on the road,
ma a un passo dal marciapiede,
eccola qui la mia maledetta poesia.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
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