Che gran vanità credersi innamorati!
Le nostre mani sono così ignoranti
che toccano sempre gli stessi errori,
età dopo età,
triangolo dopo triangolo.
Una ricerca che mette voce
per ripararsi
sempre nel futuro.
Un monologo così noioso
questo irreale "ti amo"
che diciamo invariabilmente
solo a noi stessi.
Nelle capaci sottocantine della nostra anima
dove con caparbietà impressionante
ammassiamo senza sosta
tutti i nostri stupidi nulla.
g. d'ambrosio angelillo
a www.books.google.com
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