mercoledì 13 luglio 2016
FAVOLA DEL SALOTTO BUONO IN CORTE
"Ma chi hai invitato nel salotto nostro? La vacca? Con tutte quelle altre amiche sue vacche in corte? Maledetto te! E ora che figura ci faremo con tutta quanta la città nostra?", disse la moglie del visconte in carica.
"Statte zitta! Non strillare. Ma non sai quanto latte? Quanta ricotta? Per non parlare in ultimo di tutte quelle forme di formaggio sopraffino! Son vacche, e allora? Che te frega? Sono affari, mica ci perdiamo! Dietro le vacche vengono i vitelli, i vitelloni, i minchioni, i lattai, i formaggiai, i fornai, gli arruffamatasse, gli avvocati, gli ingegneri, i costruttori, i ricconi, gli spendaccioni, i laidi, i maniaci, i furfanti, i giocolieri, le attrici, i registi, i poeti, i fanfaroni, gli impiccioni, i giornalai, i romanzieri, i senatori, i governanti. Moglie mia, ma tu vuoi o non vuoi che la nostra città se ne divenga una tra le più grandi del mondo? Sì? E allora quando ti viene avanti questa vacca nostra, accarezzala, lisciala, dille tante belle cose. Una vacca è sempre fortuna, ricchezza, progresso su tutti i fronti! La puzza della stalla è sempre un problema solo per i pezzenti, per i corti di comprendonio, per i moralisti senza più voglie, né nascoste né palesi"
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
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