la capanna è un rotolo di cartoni,
sul gradino del negozio
un bottiglione di vino mezzo bevuto,
dei noci schiacciati,
quattro carte di caramelle.
due coperte di lana molto sporche.
un freddo biancore che stride
come ghiaccio.
la gente passa e va davanti a lui
come un corteo di fumi volanti.
la ciotola delle elemosine è vuota
come l'anima della città.
l'amico accattone è seduto accanto a lui
e ricama il suo romanzo maldestro
dietro i vetri dei suoi occhiali appannati.
l'inverno mena mazzate a tutta forza.
nei vicini negozi di cibarie
tagliano la luna degli dei
e tintinnano le monete d'oro
di tre o quattro imperatori.
eppure, sembra quasi un miracolo,
anche qui fra un pò sarà Natale.
o forse proprio qui,
su questo pavimento di città
lastricato a estrema povertà.
passerà anche di qui l'angelo di Dio
e lascerà qualcosa
che in molti hanno dimenticato:
una ventata di calore
di qualche bue immaginario,
il sorriso di un Bambino appena nato
che passa là vicino, tra le nuvole pesanti,
poco più in alto delle fioche luminarie
così ghiacciate
di questa massa di uomini
con i cuori ormai muti.
giuseppe d'ambrosio angelillo
a www.google.books.com
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