regala Libri Acquaviva

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mercoledì 13 agosto 2014


UNA STRANA BANCARELLA DI LIBRI
Colori, libri, città all'aperto.
romanzi di una vita.
enigmi,
speranze,
treni pieni di decisioni rimandate.
"Deciditi!"
"Decido io!"
Il rosa è un colore che funziona ancora,
sto dipingendo,
guarda.
Una giornata di libertà, pensaci,
i colori non sono seccati,
non sei mica in siberia
in balia del minchione di turno.
sei in Italia, la patria degli artisti,
perdiamo in fondo tutte le guerre
ma non ce ne accorgiamo mica,
siam contenti lo stesso
anche se siamo sempre lì a lamentarci.
ma qualcuno pensa ancora a noi,
non tutto è perduto,
anzi è tutto guadagnato.
la vita è la più grande fortuna di tutte quante.
glu glu glu
bevi
è ancora l'acqua della bella gioventù...
Ecco.
GDA

VERO SUCCESSO

"Il più grande successo che tu possa avere nella vita è di essere contento di te stesso anche se tutti intorno a te ti ignorano".
GDA

PEZZI DI ROMANZI VAGABONDI



Giuseppe D'Ambrosio Angelillo
PEZZI DI ROMANZI VAGABONDI
poesie
ACQUAVIVA

"Mille volte meglio qualcosa di positivo
che nulla di negativo".

martedì 12 agosto 2014

EHI VOI ITALIANI!
(Grido Futurista)

Ehi, voi! Italiani!
Voi che pescate amore
col reticolo delle stelle del cosmo,
che sparate all'amico e al genio
col piffero sacro della calunnia,
calate un pò di superbia!
Non vedete ancora che vivete tutti in provincia?
Ascoltate le trombe dei poeti
che vi vogliono svegliare!
Lasciate perdere i pretastri e i politiconi di turno
che manco capiscono quello che dicono...
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

venerdì 8 agosto 2014



un bicchiere al bar

la pazza se ne sta al bancone del bar,
ha gli occhi morti
e la collana di latta.
la parrucca tutta fatta di funi di incantesimi falliti,
sta zitta ma urla come una bestia fucilata al cuore.
sta zitta perchè nessuno crede a quel che dice.
la verità è sempre una fontana logorroica 
di veleni astrusi,
si preferisce andare sempre in giro
con gli sciacalli degli inganni,
con le galline stupide delle menzogne.
i poeti vendono parole di altri tempi,
di vecchi paradisi saltati per sempre in aria.
le loro radio mentono sempre,
come quelle dei preti e dei governanti.
i criminali succedono ai criminali,
i farabutti ai farabutti.
la sapienza fa la puttana sui giornali,
alla televisione.
la pubblicità ricicla la vecchia merda
con slogan nuovi,
copiati dagli artisti di strada,
morti di fame.
gli uomini ormai odiano gli dei,
gli dei son diventati pazzi pure loro,
non amano più nessuno.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
G. D. A.


"Dimmi qualcosa di te",
mi dice il siciliano,
l'ubriacone che lava macchine per 5 euro
alla stazione di servizio di via Chiesa Rossa.
"Che vuoi che ti dica?
Ho 4 penne, una decina di quaderni,
e una mandria di libri da vendere", dico.
"Allora sei ricco!"
"Sì, di tubettini scarichi".
Si pascola così allo Stadera. Alla carlona.
Spettri. Dolori. Odii da 1 centesimo. Amori da 2 soldi.
Un oceano sterminato di solitudine.
Che mi dice la poesia?
"Cambia spacciatore,
la tua droga è proprio scarsa",
mi ha detto il siciliano,
e sciacquava dalla schiuma
un mezzo catorcio.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
gatto triste

"Non c'è trippa per te", mi dice il gatto giovane
screziato cinerino
all'angolo di via Palmieri verso la Chiesa Rossa.
"Campa di altre robe".
Sembra che ci sia il sole del mare
da quelle parti.
Io vado sempre a pescare buste di merluzzi surgelati
a quei pontili
e poi me ne cavalco veloce a casa.
Da quelle parti le scogliere
scendono a strapiombo sugli abissi di Milano.
Vicoli scuri
dove più in là sembra subito 
di imboccare per il mare.
Ma son palazzi schierati a difesa,
all'erta e sempre vigili,
in attesa di un segnale di contrattacco
che non arriverà mai,
tutti borghesi i comandanti
e con le pantofole ai piedi,
lo sappiamo,
l'abbiamo imparato ormai da decenni.
solo le nuvole partono e arrivano,
gonfie di temporali
e di bombe d'acqua,
cariche di fiumi e di mari lontani.
"Smamma di qua, malandrino", mi dice il gatto
cinerino
e mi squadra male.
di là c'è il mare,
e le scogliere da cui bisogna stare molto attenti.
Qui nemmeno le stelle brillano a sera
ma solo quei 4 o 5 pianeti
che non sanno proprio dove andare.
senza soldi
o con mille debiti pure loro,
se ne stanno qui intorno con noi.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO


lunedì 28 luglio 2014


UNO SGUARDO SUL PORTO

uno sguardo sul porto.
piove
il citofono cade
"chi è?"
la porta si apre.
se hai sete
apri la bocca e guarda il cielo
berrai l'acqua degli angeli,
ti sazierai di sogni
a questo cinema,
una finestra sul porto
ti fa sempre i vestiti bagnati.
"chi sta dietro la porta?"
prova a sorridere
corri, banca, corri.
so tutto di te.
cerchiamo di sopravvivere.
non siamo nella nostra forma migliore.
cerchiamo di essere allegri,
abbiamo già sconfitto una volta
una porta senza nessuno dietro
che magari sono io.
uno sguardo sul porto
ti salva sempre,
in biblioteca ce ne sono a bizzeffe.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO


CIPOLLE

"Vuoi spararla grossa?"
"Si capisce".
Datemi il vostro profilo, la vostra identità,
il vostro facebook
e vedrete che la passerò liscia
come se la passano liscia i cani 
quando cagano per strada.
Se la prendono con il padrone mai con il cane,
ma in effetti la merda è sempre del cane,
il padrone è una persona  molto pulita.
Fischiate e lanciatevi verso il successo
vedrete che qualcuno vi ascolterà.
O pinco o panca è la solita solfa,
son sempre gli stessi opportunisti: noi stessi.
Ha fegato il paese
a correre ancora in bicicletta.
In Francia è meglio,
ci son più castelli
e vacche libere nella brughiera,
in mezzo a mille campi di girasoli tristi.
"Volete compagnia?"
"Si capisce".
"Potresti prendere fino a 10 anni di galera".
"No, l'amore è clemente,
ti lascia andare
se offri alla persona giusta la birra giusta".
"E il coltello del pagliaccio?"
"Non mi piacciono le cipolle,
fanno piangere troppo".
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

on www.books.google.com





PARLA PER TE, INGLESE

"Ci siamo allenati parecchio con i sogni".
"Tentiamoci ancora. 
Mi sembra che sia mille volte meglio
che mettersi ad ammazzare la gente".
Il dialogo era fatto da voci composite,
tranquille, affatto nervose.
Con una sottile venatura d'umorismo.
Dal cesso veniva un forte odore di merda.
I bambini giocavano. La televisione cantava.
Il portinaio teneva in ordine il cortile.
I ladri comunque aumentavano,
l'ipocrisia faceva comizi pure in cattedrale.
Il sole era pesante e c'era un'afa insopportabile,
all'orizzonte nubi di temporali a 100 bombe d'acqua.
Non si capisce più niente, e al limite molto poco.
Tu vuoi fare l'offeso con tutti
intanto gli altri se hanno da umiliarti
ti umiliano alla grande lo stesso. Vero, Inglese?
Tanti cari saluti da Milano,
comunque sempre fuori dalla Cerchia dei Navigli.
L'orgoglio,
ci tieni tanto vero?
E allora mangiati quello,
e fatti buttare pure dalla tromba delle scale.
Paura e Speranza,
e la folla degli omicidi dietro la porta.
Dopotutto tutti campano di chiacchiere
e pochi, pochissimi passano davvero ai fatti.
E così siamo a posto. Tutta fortuna.
"Hai fatto bene".
"Cosa?"
"A non alzare un dito".
Fiducia al ladro
fiducia al lupo
fiducia all'uomo.
"La verità è una bella cosa".
"Ma che capisce l'uomo della verità?
Se è con l'inganno che campa?
Di' il vero e ti massacreranno,
tanto poi non sanno manco cos'è la verità.
Tanto mentono sempre".
"La bellezza".
"Lascia perdere. 
E' buona solo per farsi un buon sonno, 
non altro".
"Ma che meraviglia quel sonno!"
"Di notte preferibilmente.
Di giorno chi vuoi che s'accontenti?
Siamo tutti una massa di balordi, dopotutto".
"Parla per te, Inglese".
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

on www.books.google.com  


giovedì 17 luglio 2014




MILANO SOTTO IL SOLE

poesia a scrittura automatica
che parte in sordina 
come un ragno in un sogno,
come un caldo senza sonno
in una strada di quartiere senza calze.
radio a basso volume
ventilatore fisso all'angolo della stanza,
chi tira perle a belle donne
chi aspetta lettere dall'estero
e invece arrivano bollette per tutti
di acqua fatua da bere,
di luce falsa da accendere.
l'uomo con la borsa esce dall'acquedotto,
il tram arriva e poi riparte,
l'edicola s'arroventa sotto il sole,
aspettare alle poste il turno dei soldi
che non arrivano,
il mio diario sospeso nell'aria,
la ragazzetta che mi fa saltare 
sul sedile rotto,
"mi scusi", dice.
non c'è il modulo neanche per loro,
lei e sua madre.
un pacco di soldi 
se li porta una racchia di impiegata,
va a portarli al padrone
che l'aspetta per mandarla via
con i suoi occhi lessi senza lupo.
GDA