Vengono avanti in massa tutti i galli,
al terzo canto del mattino.
Tutti avranno già tradito tre volte.
L'ombra si sarà staccata dall'anima
e se ne sarà già andata a teatro per conto suo,
la speranza già cerca altri cuori,
altra più vera testimonianza.
Ma chi siamo davvero noi?
Lupi stanati dai cacciatori del giorno,
siamo noi stessi forse solo la notte,
quando non ci vede nessuno,
e forse ancora preghiamo
quell'antico splendore
che ci illuminò con il suo forte indizio
la nostra prima infanzia.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
da "ULTIME NOTIZIE PRIMA DI NATALE", poesie, Acquaviva
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giovedì 26 dicembre 2013
martedì 3 dicembre 2013
IL CAMPANARO DELLA SANTA NOTTE DI NATALE
Musica rosa,
aria di caramella,
la sera arrugginita
se ne va in giro con il tram scassato
nella larga periferia.
Fa freddo
ma si sentono da lontano le campane della basilica.
Non è il disco,
è il campanaro intirizzito e pazzo
che ravviva le rose nella neve,
accende le stelle della santa notte,
anche qui
dove viviamo noi disperati.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
giovedì 28 novembre 2013
IL PRESEPE
Candeline, segature, muschio.
Pastori,
pecorelle,
casette di paesi di montagna.
Le stelle delle carte da pacchi,
qualche specchietto rotto per laghetto.
Si preparava tutto.
Anche Maria e San Giuseppe.
Ma Lui, Gesù Bambino, non c'era,
si metteva solo a mezzanotte in punto
della santa notte di Natale.
E solo con Lui il presepe era completo,
e solo allora mio padre
accendeva tutte le luci di casa,
per ricordare tutti,
chi c'era e chi non c'era.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
da "ULTIME NOTIZIE PRIMA DI NATALE", Acquaviva, 2013
DIO
Dio,
gli piace a Natale, io credo,
guardarci con gli occhi di tutte le stelle,
e ascoltare nelle nostre valli
e nelle nostre città
quei canti di poveri,
quelle preghiere di madri
che accompagnano i figli
alla grotta,
e farsi piangendo il segno della croce.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
da "ULTIME NOTIZIE PRIMA DI NATALE", Acquaviva, 2013
IL NATALE IO ME LO COVO A LUNGO
Il Natale io me lo covo a lungo
nel freddo,
per la strada,
tra la gente frettolosa
dietro il Duomo,
così ingorda a farne le foto
ma non a contemplarlo.
La guglia della Madonnina
s'è incrinata,
per i troppi peccati
di noi gente dabbasso,
ma nessuno ne parla.
Raccolgono soldi che non bastano mai.
Mentre Lui, scalzo, nudo,
tra la paglia
sorrideva felice
di essere venuto ancora tra di noi,
gente dabbasso e gran peccatori,
senza sapienza e senza gloria,
ma con la mano sul cuore
a piangere per una mollica di gioia
anche per il più umile di noi,
il più turbato da tutto questo freddo
e questa impunità.
Mentre il superbo si crogiola
nel suo infinito fasullo,
covando l'avarizia e la cattiveria
anche in questo santo giorno di Natale.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
da "ULTIME NOTIZIE PRIMA DI NATALE", Acquaviva, 2013
IL VAGITO
Chissà cos'è nei nostri tempi la fede.
Una buca di legno
sotto una bomba d'acqua, forse.
Siamo tutti figli di Caino,
Abele è ovunque.
Brilla però la notte di Natale.
La foresta è nera
ma si sente da lontano
il vagito della santità
del Bambino che nasce,
e che ancora una volta tutti ci salva.
Perduti e indifferenti.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
da "ULTIME NOTIZIE PRIMA DI NATALE", Acquaviva, 2013
NATALE NELLA PERIFERIA MILANESE
Caseggiati e caseggiati,
l'uno sull'altro,
neri e pittoreschi
in quel fumo misto a nebbia
dell'estrema periferia di Milano,
dove i treni superveloci della notte
sembrano prendere
per un inverno più lontano ancora.
Uomini radi,
e ombre strane
tra i prospetti indefiniti,
nessuno si lagna,
non si ode nulla.
Qui non arrivano
nemmeno i ghirigori e le luci
della festa.
Ma è Natale,
e i fantasmi leggeri non sono maligni.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
da "ULTIME NOTIZIE PRIMA DI NATALE", Acquaviva, 2013
lunedì 25 novembre 2013
LETTERE A GESU' BAMBINO
Ti ho messa sempre una letterina, Gesù Bambino,
sotto il piatto di mio padre
il giorno di Natale.
Fogli azzurri e fosforescenti
dove io vergavo in calligrafia eguale
i desideri dei tesori immensi
di cui andavo in cerca,
in cambio della mia bontà
e della mia dolcezza,
vera o presunta,
ma io ci credevo e tant'è,
ieri come oggi.
Mi son sempre fidato di te,
caro Gesù Bambino,
e della tua stella cometa
così lunga e chiara nella notte nera.
E di bellissime cose me ne hai portate sempre,
caro Gesù Bambino,
complici mio padre, mia madre, la natura,
non so,
il tuo mistero divino.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
POVERA GENTE (poesia di Natale)
Povera gente che nel freddo si arrangia
il suo scarno guadagno,
tra le finzioni dei ricchi
e i silenzi dei funzionari.
E' un villaggio di legno
la via del centro questi giorni,
e passando i cuori si colorano di azzurro.
Non per tutti il cuore dell'uomo
è un fratello.
Se c'è troppo freddo
l'hanno vinta i ladri
e i loro compari in incognito:
i portafogli.
Mentre la povera gente
fa la sua buona figura
nel vecchio presepe della cattedrale,
seduta sul cassettino,
a un passo dal marciapiede.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
LA STUFA DI NATALE
E' accesa a tutta forza la stufa.
Devo ringraziare il comune di Milano
e la mia casa costruita dai buoni uomini
che non ne esistono più così tanti.
Il chiasso ora è della mala gente
che spaccia ghiaccio
a ogni sorgente
e degli sprechi che il ricco
bastona sulla fronte del povero.
Comunque arriva la festa,
già venduta e comprata mille volte
dagli immortali falliti di turno.
Ma la città è ancora innocente,
e Gesù, seppure al buio,
dona a piene mani calore e amore
a tutti i cuori accesi di bene del mondo.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
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