regala Libri Acquaviva

regala Libri Acquaviva
CHARLES BUKOWSKI, Tubinga, MARC CHAGALL, Milano, ALDA MERINI, Grecia, Utopia, ROMANZI, Acquaviva delle Fonti, RACCONTI CONTADINI, America, POESIE, ERNST BLOCH, Sogni, Gatti Pazzi, Spinoza, FEDOR DOSTOEVSKIJ, ITALIA, New York, FEDERICO FELLINI, Poesie di Natale

sabato 5 dicembre 2009


BUON NATALE, ALDA

Cara Alda,
questo è il primo Natale
dopo tantssimi anni
senza di te,
di certo sarà un Natale molto povero per me,
non verrò la Vigilia a casa tua
verso le 8 e mezza di sera
per farti auguri
dopo aver venduto gli ultimi libri
vicino al Duomo
magari poco prima che si metta a nevicare,
ma i regali tu me lo darai lo stesso
perchè come mi dicesti una volta
"Figlio mio, finchè tu vorrai bene
a Alda Merini
io verrò sempre a portarti
qualosa di bello
fin dentro casa tua,
fin dentro il tuo cuore."
Buon Natale, Alda,
dovunque tu sia.
Forse in Paradiso,
ma molto più probabilmente là,
vicino a casa tua,
tra le voci dei bambini
e le luci di buon augurio
sulla Ripa di Porta Ticinese
dell'anima di ognuno di noi.

Giuseppe D'Ambrosio Angelillo
tratto dal libro "RACCONTI DI NATALE", ed. Acquaviva

lunedì 2 novembre 2009

IL DIRETTORE DI GIORNALE racconto su Alda Merini di Giuseppe D'Ambrosio Angelillo

C'erano come delle scale che salivano in un tunnel buio. C'era tanta gente.
"Erano tutti personaggi nella vita di Alda, il lattaio, il fruttivendolo, il farmacista, il libraio, la bigiotterista, la portinaia. Tutti grandi personaggi fatti grandi dalla sua grande poesia", dico io.
C'erano altri con me il cantante, l'impresario, il violinista.
La compagnia dei 4 gatti di pinocchio.
Poi io me ne sono andato in una camera dove c'erano 4 persone a giocare a carte. Era una camera dell'ospedale San Paolo.
"Sapete qualcosa di Alda Merini?", ho chiesto.
"E' morta Alda Merini", ha detto una donna.
"Son stato qui la notte verso le 4 si era ripresa" ho detto io.
"Succede anche ai migliori", ha detto un uomo.
"Ma quando è successo?", ho chiesto io.
"Alle 7 di questa mattina" ha detto la donna.
Intanto loro continuavano a giocare a carte.
"E dov'è ora?" ho chiesto io.
"Oh, da qualche parte dell'ospedale. Sa, la solita procedura, le solite pratiche",
"E dove la portano poi?"
"Oh, da qualche parte per il funerale".
Loro continuavano a giocare a carte. Ma non sembrava che si indaffarassero molto per vincere.
"Ma lei legge interinalmente?", ha chiesto la donna.
Non ho capito bene cosa volesse mai significare.
Però ho risposto:
"No, ormai ho letto così tanto nella mia vita che ora sono saturo. Non ci entra più niente".
"Ah, non legge più lei allora?"
"No. Ho letto tanti di quei libri, migliaia e migliaia di libri, che ora davvero non c'è più posto nella mia mente", ho detto.
"Peccato. Lo sa che abbiamo un direttore di giornale qui?"
Era una figura che stava di spalle, e che io non potevo vedere in viso.
"Non leggo più ma in compenso scrivo sempre", ho detto.
Per un attimo ho pensato che quel direttore potesse aiutarmi come scrittore, ma ero troppo sconvolto per la morte di Alda e non me ne è fregato niente.
"E' venuto anche lui per la Merini qui all'ospedale", ha detto la donna.
Così mi è venuta la curiosità di sapere chi era.
Lui vinceva sempre, ecco perchè nessuno era così preso dal gioco.
Poi il direttore di giornale s'è voltato.
E a me è venuto un tonfo al cuore.
Era Dio.
"Alda era una mia grande amica e mi voleva tanto bene.
Son venuto a prenderla personalmente per portarla in Paradiso", ha detto.


P.S. Ho raccontato questo mio sogno a Alda il 30 ottobre di notte mentre ero con lei per assisterla all'ospedale San Paolo, lei voleva sapere a tutti i costi chi era mai la donna del sogno,
si è messa a pensare e poi ha fatto pure un nome, di una persona che io non conosco, comunque di una persona poco raccomandabile, poi ha riflettuto sul gioco delle carte e ha detto : "Son le carte della letteratura". Poi riflettendo sulla presenza di Dio nell'ospedale ha pianto. Poi mi ha detto: "In effetti è Dio il vero direttore di tutti i giornali, solo che gli uomini sono così presuntuosi di pensare di essere loro gli scrittori". E ha riso, di quel suo innocente sorriso di eterna bambina.

Giuseppe D'Ambrosio Angelillo