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martedì 1 aprile 2014

IL SOLE, E LA BELLEZZA SOGNA

durante la settimana c'è la nebbia,
la domenica esce il sole,
persino a letto a dormire.
GIUSEPPE D'AMBROSIO

LA FELICITA' DI VIVERE

la felicità di vivere,
è così incomprensibile ai più
che è quasi impossibile spiegarla.
l'artista ci riesce,
ma nessuno gli dà ascolto
perchè sempre dagli stessi più
è tenuto in conto di completa follia.
GIUSEPPE D'AMBROSIO 

UN AMORE DI TRE ROSE

un amore, cara,
un amore non è mica così facile trovarlo.
ma se un giorno capiti girando dalle parti di casa
e hai bisogno di quello sincero,
datti pace
e torna sempre da me,
il mio è quello
con le tre rose sempre accese.
non ti puoi sbagliare,
datti pace
e resta sempre con me.
non è mica facile trovarne un altro così in giro.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

BLUES DEL MALEDETTO PESCE DELLA POESIA

il grande pesce della poesia,
visione di mondo di sogni
che arriva da molto lontano.
è tutto a posto, ma,
son qui che torno a casa presto,
non mi scappa questo pesce,
questo pesce maledetto della poesia
che rischia lui di mangiare me
e non certo io lui,
è troppo grosso, ed è lui che fa me
e non io lui.
giro sempre attorno a lui
e non lui attorno a me.
ma è tutto a posto, ma,
sono soddisfatto e ho mangiato pure stasera,
ma non il pesce 
solo un pò di pane con olio e pomodoro.
è tutto a posto, ma,
qualcuno dice che perdo
qualcuno dice che vinco
ma non perdo nè vinco
me ne sto solo qui con questo pesce in braccio,
questo maledetto pesce della poesia
che s'è fatto prendere da me
ma non sa che farsene di me.
ma è tutto a posto, ma,
non ci son regole a questa vita
e il destino procede a zig-zag
proprio come piace a lui,
c'è gente che dice che mi diverto
c'è gente che dice che piango,
è gente pazza e saggia
che crede di sapere tutto
e invece non sa nemmeno la mollica 
che s'è mangiata a mezzogiorno.
ma è tutto a posto, ma,
è tentazione
è roba che mi porto dentro
e non mi pesa mica,
è solo solitudine
che non so a chi scaricare,
così me la porto addosso
e non do fastidio a nessuno,
è solo illusione
che mi porta a un fiume di sogni
e a me piace stare lì a guardare,
è solo un potere di magia
che mi porta la musa
perchè mi vuole bene
e mi da pure la busta paga.
si fa quel che si può
si può quel che si fa
e le domande seguono le risposte
e i dubbi seguono le certezze
e tutti si trovano alla fine nella stessa stanza
a bere lo stesso bicchiere di vino,
è gelosia di destino,
altri l'hanno fatto prima di me
che il cielo li benedica,
cucchiai di minestra
e giochi di ragazzi,
è una vita allegra
è una vita di veri sacrifici,
si prova e si perde
si prova e si vince,
si tenta e si ride
si tenta e si piange,
è tutto a posto, ma,
fuoco e ghiaccio
tempesta e sole,
buio e luce
corteccia e midollo,
è facile vivere difficile
è difficile vivere facile,
è come su una giostra
un pò si va su
un pò si va giù,
è normale niente di strano,
un pò di odio
un pò d'amore.
ma è tutto a posto, ma,
è la pazza vita del poeta
con questo maledetto pesce della poesia in braccio,
è un tiro del destino
è un colpo di fortuna,
ma è tutto a posto, ma,
con questa vita mi va bene,
detta tutta
non mi potrebbe andare meglio,
ciao, ma,
è tutto a posto, ma,
ciao, ma,
è solo il primo d'aprile
che per un poeta non passa mai,
è solo un primo d'aprile tutto l'anno,
con questo maledetto pesce della poesia
sempre in braccio,
ciao, ma,
è tutto a posto, ma.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

POETA DI STRADA

scrivi, scagnozzo,
versa pure il tuo sangue avvelenato
sulla carta del paradiso
che ti regalò una volta l'amore.
scrivi, zamarro,
racconta pure
quel che di più grave ti deluse
a questo mondo fatto di gente tosta,
qui è destino che il dilettante venga crivellato
e dato in pasto agli idioti
che mai sono di bocca buona.
scrivi, lupanare,
che ormai l'antico vizio di ben sapere
l'hai imparato a dovere
da quei maestri e maestre
che sempre t'han preso a calci in culo,
e fatto servire a salario zero,
perché così comanda la musa
e non si può fare altrimenti.
scrivi, debosciato,
che dici agli altri senza vergogna
le tue più profonde interiorità,
che non a tutti è dato cantare,
cadere come un miserabile
sui marciapiedi,
per strada,
tra i passi di tanta gente spietata e indifferente,
quasi più basso di un cane.
GIUSEPPE D'AMBROSIO

E' QUI CHE MI RICONOSCE LA GENTE MIA

è qui che mi riconosce la gente mia,
quelli che trincano a vino
e se non c'è almeno a fantasia.
che vada al potere è troppo difficile,
ma la coscienza nostra
è come una fortezza inespugnabile,
qui ci conviene e ci compete pure
fare tutto quello che vogliamo,
amare con tutta l'anima la libertà
e se ci avanza la forza pure la fratellanza
e l'antica uguaglianza.
è qui che mi porta da bere lo sconosciuto
e mi dà il pane
con gesto volutamente distratto
e mi dice di far botta
e di continuare con questa maledetta poesia
che raccatta la polvere di tutti i consumi
e la butta all'aria per far festa.
è qui che il sole è forte
e non ti fa male,
è qui che l'Italia ha la sua punta più acuminata
e non fa mai male a nessuno,
regala la sua arte a tutti
e che copino pure tutti quanti
e vadano poi dicendo in giro 
che abbiamo copiato noi,
ma lo sanno bene che son falsi
perché poi son sempre qui costretti a ritornare
per vedere qualcosa di bello
inventato appena un minuto fa,
soprattutto gli amici traditori
che preferiscono sempre lo straniero
pur di dar corda all'invidia loro.
è qui a Milano che pascola la scrofa
e il mostro che si mangia il bambino,
è qui che ancora Leonardo fa scorrere ancora
i suoi fiumi
per macinare ai mulini suoi
la sua inarrivabile farina...
GIUSEPPE D'AMBROSIO

L'ALBERO DELLA LIBERTA'


hanno piantato l'albero della libertà
e hanno chiamato il fascista
non il contadino,
hanno chiamato il tedesco
mica il francese.
hanno piantato l'albero della libertà
davanti al circolo dei vecchi
non nel giardino dei ragazzi
dove invece hanno mandato i cani
a sgambare.
non hanno chiamato il filosofo barbuto e pazzo 
hanno chiamato la crapa rapata
a ricordarci il bottaro ladrone
e non il vinaio illuminato.
hanno piantato l'albero della libertà al mio paese,
un fuscello d'erba
in mezzo a una folla di macigni marpioni,
si sono scordati di Gesù ancora una volta,
hanno chiamato a gran voce di nuovo Barabba,
perchè attira di più
e magari lo chiamano al giornale
a mettere manifesti contro i pidocchi.
ai nostri tempi anche l'albero della libertà
è roba per pochi intellettuali ricercati.
quelli che guardano l'orologio
e vedono che ora sono
per studiare meglio la migliore strategia
per i fatti loro.
GIUSEPPE D'AMBROSIO