cos'è un giorno?
un sorriso a buon mercato
in compagnia di un sorso di spirito.
un caos di sguardi attorno
che ti spiano nei tuoi più intimi segreti
senza che nulla s'importano di te.
la logica?
semplicemente non c'è.
non c'è il principio primo,
non c'è il senso.
solo il giorno è lì,
attorno a te.
e tu che hai così tanti problemi con te stesso,
mai con chi ti vuole addirittura uccidere.
in tutto questo l'amore
non può essere altro che la manifestazione di un Dio.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
giovedì 7 luglio 2016
lunedì 4 luglio 2016
IL DISCO VOLANTE
son normali questi giorni folli,
i dottori che son pazzi pure loro dicono:
"oscurate gli sguardi dei molti,
tanto, cosa volete che capiscano mai?".
anche la pace è in un caleidoscopio tutto dipinto.
è tutto un film fatto di niente,
di menzogne, di temporali impazziti, di spari lontani.
basta guardare il manicomio
e passarci davanti come se niente fosse.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
son normali questi giorni folli,
i dottori che son pazzi pure loro dicono:
"oscurate gli sguardi dei molti,
tanto, cosa volete che capiscano mai?".
anche la pace è in un caleidoscopio tutto dipinto.
è tutto un film fatto di niente,
di menzogne, di temporali impazziti, di spari lontani.
basta guardare il manicomio
e passarci davanti come se niente fosse.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
IL LEONE CALMO
non so niente di me
e di quel pianeta stravagante che saluta tutti i mattini
si presenta a tutte le sere,
a scoperchiarci tutti i tetti
e farci vergognosamente scoprire
in tutti nostri intrugli d'amore,
a scaraventarci ignominiosamente addosso
tutte quelle tempeste di poesie
di cui noi non sappiamo assolutamente nulla.
e noi che scappiamo con le nostre solite valige di cartone
legate da vecchi secoli che non interessano più a nessuno,
con le nostre sbornie innocenti messe in galera,
con le nostre fioche lampadine
che continuano inverecondamente a divertirsi
nel buio infernale di tutte le nostre assurde colpe.
mi vorrei spiegare qualcosa
se devo essere davvero sincero,
mi fa davvero star male un sacco
essere così ignorante e ottuso,
ma questo luogo dove vivo mi nasconde
e la vita non mi rende mai quel che una volta mi promise.
così accarezzo il mio leone
e lo metto calmo
tra le mie solite cose che continuo come un pazzo a dire.
sono un abusivo, lo confesso,
mi permetto da me stesso le mie illogiche licenze,
è così non ho nessuna remora ad ammetterlo,
non mi possono nemmeno cacciare, anche se lo volessero.
sono un poeta pazzo
ma non sono in manicomio
per il semplice motivo che mai nessuno mi ha ricoverato.
per loro è un ennesimo affronto nei miei confronti
ma per me è semplicemente
un miracolosa salvezza.
amico mio, se nessuno sa chi sei
nessuno pure può venirti a colpire a tradimento.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
non so niente di me
e di quel pianeta stravagante che saluta tutti i mattini
si presenta a tutte le sere,
a scoperchiarci tutti i tetti
e farci vergognosamente scoprire
in tutti nostri intrugli d'amore,
a scaraventarci ignominiosamente addosso
tutte quelle tempeste di poesie
di cui noi non sappiamo assolutamente nulla.
e noi che scappiamo con le nostre solite valige di cartone
legate da vecchi secoli che non interessano più a nessuno,
con le nostre sbornie innocenti messe in galera,
con le nostre fioche lampadine
che continuano inverecondamente a divertirsi
nel buio infernale di tutte le nostre assurde colpe.
mi vorrei spiegare qualcosa
se devo essere davvero sincero,
mi fa davvero star male un sacco
essere così ignorante e ottuso,
ma questo luogo dove vivo mi nasconde
e la vita non mi rende mai quel che una volta mi promise.
così accarezzo il mio leone
e lo metto calmo
tra le mie solite cose che continuo come un pazzo a dire.
sono un abusivo, lo confesso,
mi permetto da me stesso le mie illogiche licenze,
è così non ho nessuna remora ad ammetterlo,
non mi possono nemmeno cacciare, anche se lo volessero.
sono un poeta pazzo
ma non sono in manicomio
per il semplice motivo che mai nessuno mi ha ricoverato.
per loro è un ennesimo affronto nei miei confronti
ma per me è semplicemente
un miracolosa salvezza.
amico mio, se nessuno sa chi sei
nessuno pure può venirti a colpire a tradimento.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
IL SARTO UNIVERSALE
grazie, grazie,
dopo una notte di freddo
mi scaldo a scrivere poesie.
è un inganno che non riesco a superare,
è un delirio che non riesco a dimenticare.
prendo pezzi di sentimento
e li ricamo con le strane parole del mio fumo interiore.
grazie, grazie,
sarto sconosciuto che mi hai regalato
questa strana arte.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
son fatto di tiri in porta sbagliati,
di lampadine fulminate,
di notti scadute sul registro dei ragazzi fuori corso.
ho nel cortile galli di altri tempi,
cicale che cantano per nulla,
storie di grandi scrittori rovinati,
nel mio pugno tante velleità,
grasse mosche di curiosità senza senso.
ma conosco solo questa strana maniera di vivere,
quella di frequentare sempre la scuola fallita
della mia anima.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
di lampadine fulminate,
di notti scadute sul registro dei ragazzi fuori corso.
ho nel cortile galli di altri tempi,
cicale che cantano per nulla,
storie di grandi scrittori rovinati,
nel mio pugno tante velleità,
grasse mosche di curiosità senza senso.
ma conosco solo questa strana maniera di vivere,
quella di frequentare sempre la scuola fallita
della mia anima.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
un ragazzo, il più alto di tutti, mio figlio,
timbra i fogli degli alberghi per le montagne di Trento,
e io mi ricordo quando ancora tirava calci
nella pancia della madre
e io mi dicevo:" Dio! E' questa allora la volontà della vita!",
e decisi allora di fiorire d'ora in poi con lei
senza opporre più resistenza
perché un bambino è lo stupore del mondo
e di questo non si può ringraziare mai abbastanza.
il cosmo vortica
e la natura impazza,
e ora quella volontà di vita
scrive cartellini a un esercito di ragazzini,
e li organizza in 4 pullmann
e li farà ridere di brutto lassù in montagna,
in quel di Trento,
a respirare a pieni polmoni
l'aria purissima della grandiosa meraviglia di esistere
a questo incredibile mondo.
e a pensarci
mi si velano gli occhi a sorridere.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
timbra i fogli degli alberghi per le montagne di Trento,
e io mi ricordo quando ancora tirava calci
nella pancia della madre
e io mi dicevo:" Dio! E' questa allora la volontà della vita!",
e decisi allora di fiorire d'ora in poi con lei
senza opporre più resistenza
perché un bambino è lo stupore del mondo
e di questo non si può ringraziare mai abbastanza.
il cosmo vortica
e la natura impazza,
e ora quella volontà di vita
scrive cartellini a un esercito di ragazzini,
e li organizza in 4 pullmann
e li farà ridere di brutto lassù in montagna,
in quel di Trento,
a respirare a pieni polmoni
l'aria purissima della grandiosa meraviglia di esistere
a questo incredibile mondo.
e a pensarci
mi si velano gli occhi a sorridere.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
me ne vagabondo
nella mia stessa città di sogni,
tutti i giorni,
e mi sorrido da me stesso
per la mia faccia stralunata di pazzo,
dispiegata la mia armata
nel mio eremo da combattimento.
mi accendo da solo gli occhi
con i fantasmi folli del mio inferno,
e li combatto in un furioso corpo a corpo
con l'altra mia stessa armata di chissà
quale altra follia.
io, la mia faccia candida e solitaria,
con le mie notti strampalate
che accarezzo sui capelli come dolci amanti.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
nella mia stessa città di sogni,
tutti i giorni,
e mi sorrido da me stesso
per la mia faccia stralunata di pazzo,
dispiegata la mia armata
nel mio eremo da combattimento.
mi accendo da solo gli occhi
con i fantasmi folli del mio inferno,
e li combatto in un furioso corpo a corpo
con l'altra mia stessa armata di chissà
quale altra follia.
io, la mia faccia candida e solitaria,
con le mie notti strampalate
che accarezzo sui capelli come dolci amanti.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
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