il sè si risveglia solo per se stesso. il sè rimane sempre un sè. è la vera sigla del nostro tempo.
ma come il sè può vedere il miracolo del mondo, al quale pure gli altri appartengono? chi può ascoltare? il sè è sordo. chi può vedere? il sè è cieco. a chi può mai parlare? il sè non parla ad altri che a se stesso. il sè vive esclusivamente per se stesso. è già mezzo morto e non lo sa nemmeno.
GIUSEPPE DA
venerdì 31 maggio 2013
giovedì 30 maggio 2013
IL RE DEL NULLA
COM'E' CRESCIUTA
L'ASSENZA DI PAROLA
mentre il cuore batte il suo martello
sulle piume del nulla.
cielo nuvoloni e tempo brutto.
esattamente come quell'estate
che barattò tutti i suoi colori
per un viaggio a precipizio.
io per esempio vorrei dare
tutte le mie parole
a quei tizi fermi
sul piano inclinato
della loro ragione fallita.
chi sono?
sembrano gli eredi di un re
che non riescono più a trovare.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
L'ASSENZA DI PAROLA
mentre il cuore batte il suo martello
sulle piume del nulla.
cielo nuvoloni e tempo brutto.
esattamente come quell'estate
che barattò tutti i suoi colori
per un viaggio a precipizio.
io per esempio vorrei dare
tutte le mie parole
a quei tizi fermi
sul piano inclinato
della loro ragione fallita.
chi sono?
sembrano gli eredi di un re
che non riescono più a trovare.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
OGNI INVIDIA HA IL SUO ROMANZO
OGNI INVIDIA HA IL SUO ROMANZO
IL SUO EROE DA BURLETTA
nel suo paese di buffoni.
ogni mano ha il suo rovescio
che sposta i mobili del suo vicino
e batte il ritmo
del rospo nel suo inverno.
G. D'AMBROSIO ANGELILLO
IL SUO EROE DA BURLETTA
nel suo paese di buffoni.
ogni mano ha il suo rovescio
che sposta i mobili del suo vicino
e batte il ritmo
del rospo nel suo inverno.
G. D'AMBROSIO ANGELILLO
ROBE DI BUONA SERA
C'ERA UNA VOLTA
UN CIELO MOLTO GRANDE
e gli uomini
ne avevano un gran conto,
ora guardano il gran lago
del loro gran sonno
e parlano a vanvera
dei loro grandi incubi.
ci saranno d'ora in poi
temporali improvvisi
a ricordare
il tempo delle lacrime silenti,
e un bastone molto grosso
per ogni buon conto.
G. D'AMBROSIO ANGELILLO
UN CIELO MOLTO GRANDE
e gli uomini
ne avevano un gran conto,
ora guardano il gran lago
del loro gran sonno
e parlano a vanvera
dei loro grandi incubi.
ci saranno d'ora in poi
temporali improvvisi
a ricordare
il tempo delle lacrime silenti,
e un bastone molto grosso
per ogni buon conto.
G. D'AMBROSIO ANGELILLO
IL PESCE GROSSO
il pesce grosso
va piano
perché di rado ha qualcosa da fare.
ha sole acqua e i pesci piccoli da mangiare.
va dove vuole lui
perché è davvero un gran signore,
ha mosconi che lo servono
belle signore che gli fanno vento
un esercito di sguatteri
che gli tengono pulita
la sua grassissima cucina.
le nuvole se piove non lo trovano mai
perché lui è davvero un pesce grosso
e va profondo finché vuole lui.
lascia le feste
alla ressa dei suoi reggimoccoli
poi prende il bastone
e se ne va a passeggiare
per la vallata degli inglesi
e non si volta più,
nel viale del tramonto
perchè già gli stanno girando un film
sulla forte luce della sua testa.
è un pesce davvero molto grosso.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
va piano
perché di rado ha qualcosa da fare.
ha sole acqua e i pesci piccoli da mangiare.
va dove vuole lui
perché è davvero un gran signore,
ha mosconi che lo servono
belle signore che gli fanno vento
un esercito di sguatteri
che gli tengono pulita
la sua grassissima cucina.
le nuvole se piove non lo trovano mai
perché lui è davvero un pesce grosso
e va profondo finché vuole lui.
lascia le feste
alla ressa dei suoi reggimoccoli
poi prende il bastone
e se ne va a passeggiare
per la vallata degli inglesi
e non si volta più,
nel viale del tramonto
perchè già gli stanno girando un film
sulla forte luce della sua testa.
è un pesce davvero molto grosso.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
mercoledì 29 maggio 2013
UNA MACCHINA PER STRADA
C'E' SEMPRE UNA MACCHINA
CHE GUARDA PASSANDO
e tu che l'hai vista
ti fermi a vederla,
ti sorprende nel nero
perché la donna ha un piede di fumo
e un incanto perduto
lungo il marciapiede
dove ci sei tu a gelare.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
CHE GUARDA PASSANDO
e tu che l'hai vista
ti fermi a vederla,
ti sorprende nel nero
perché la donna ha un piede di fumo
e un incanto perduto
lungo il marciapiede
dove ci sei tu a gelare.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
IERI IN RIVA AL MARE NELLA CONCHIGLIA DI UN SOGNO
ero sulla spiaggia e guardavo il mare
miliardi di rocce
mi franavano sotto i piedi,
in un occhio avevo il mare
nell'altro il cielo,
una nave viaggiava non so dove
se in su
o in giù.
la mia anima era di un verde smeraldo
la mia follia risaltava ancor più.
G. D'AMBROSIO ANGELILLO
miliardi di rocce
mi franavano sotto i piedi,
in un occhio avevo il mare
nell'altro il cielo,
una nave viaggiava non so dove
se in su
o in giù.
la mia anima era di un verde smeraldo
la mia follia risaltava ancor più.
G. D'AMBROSIO ANGELILLO
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