Signore, converti al bene tutti i malvagi,
forse solo questo miracolo
può salvare questo mondo
che si mangia la fede
alla maniera di uno spettacolo come un altro,
la bellezza,
il pericolo,
e il panno strappato del biliardo su cui giocare.
Signore, fa' che i malvagi
si accontentino del brodo come tutti gli altri,
della crosta di pane
e del pomodoro sulla tavola,
lasciali seccare con le loro maschere ipocrite
come un teatro qualunque
che non funziona più.
I selvaggi sono tristi
i barbari son malati,
la massa dei poveri è ammassata sulla spiaggia
come una razza senza più orizzonti,
spingili in mare, che san passare
come gli Ebrei,
gioia, carità, pietà,
Signore, converti al bene
tutti i malvagi
che san fin troppo perfetto ciò che fanno.
Processi, cattiverie, lampade al catrame,
libri corrotti, armi arrugginite,
stracci luridi senza più ripari.
Signore, spacca questi divani,
le bilance
e i cassoni d'oro,
i cani si ubriacano di ruhm
i vermi di parole,
prostitute,
mascalzoni,
vagabondi di tutte le finte rivoluzioni,
droghisti, pezzenti, trovarobe di grande ricettazioni.
Signore, trenta soldi e un pezzo di corda
vuole sempre Giuda
per tradirti
e fumarsi il paradiso,
e ora sono qui pure i Cinesi
con le loro innumerevoli botteghe,
comprano montagne
e vendono sorrisi strani.
Signore, converti al bene
ogni malvagio,
poi butta via la chiave
e che non si pensi più ai labirinti infernali.
Polvere, fuochi e vetri rotti,
si parte all'attacco della parete
anche se è mille volte sfondata,
si vendono i lenzuoli, i mattini, e pure le mani.
Signore, porta il tuo pane a tutti
il vino santo e la tovaglia,
chiama ognuno per nome
e suona la tua tromba,
gli angeli son già tutti dietro di te
chiama la massa dei poveri
ai loro giorni felici,
convinci tutti i popoli al bene
e fa' suonare finalmente tutte le campane del mondo
per la Resurrezione alla vita
di tutta questa gente morta...
Signore, converti al bene tutti i malvagi...
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
sabato 19 aprile 2014
GABRIEL GARCIA MARQUEZ
Un Cervantes contadino
in groppa all'asino del suo romanzo
per le colline dell'inferno e del paradiso,
a farsi un tetto in testa con un libro
per paura di una pioggia di troppe donne nude,
in quelle stesse scene dei film di Roma
dove l'anima faceva la fame
e l'angelo cameriere
ti portava la cena in camera.
E' l'immagine il fondamento
della repubblica di Utopia
dove tu vendevi le lingue di fuoco
dei tuoi villaggi bananieri in riva all'oceano,
e lì le spegnevi con l'acqua del cielo
ed ecco ora ti vedo
in groppa al galeone spagnolo
perso nella foresta per sfuggire a sir Francis Drake,
e il fiume della fantasia
e il mare delle storie
dove il più grande capitano rimani sempre tu:
Gabriel Garcia Marquez.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
18 aprile 2014,
Venerdì di Passione
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