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sabato 26 novembre 2011

Alda Merini L'INNAMORATO poesie ACQUAVIVA

L'ODIO
Portarono in questo cortile
un ordigno spaventoso e inutile.
Sembrava una macchina di tortura
e lo fecero in una sola notte
come quando Ulisse portò
il cavallo di Troia.
E da questo ordigno orrendo
uscirono 1000 operai
che abbatterono la mia casa.
Mandarono tutto in frantumi
con le mie speranze d'amore.
Caricarono le mie finestre
con non so quanti pesi,
quante travi massicce,
quante spranghe di ferro.
In questa orrenda macchina
si erano collocati 1000 demonii
che entravano e uscivano
dalle finestre.
Oltremodo scandalizzata
dalla violenza di questi gesti
io feci diversi articoli
corredati anche da molte fotografie
per mostrare la verità
e in che modo sinistro
entravano nelle nostre case.
Non si trattava solo
di violenza padronale
ma di un vero e proprio scandalo.
Ma poichè noi in Italia
siamo abituati agli scandali
nessuno fece caso alla cosa.
La violenza del sopruso
andava ben aldilà di questa casa.
Mi sottrassero con volgare arroganza
il mio solaio
e da quel povero solaio di poeta
uscirono ricordi e libri
e tutta la gloria
che avevo accumulato in tanti anni
e tutto pestarono sotto i piedi.
Tutti coloro che entravano
in quel solaio
per oscuri motivi poi morivano,
venivano contagiati dalla lebbra
del loro stesso odio.
E presero a pretesto i loro bambini
come nella favola dell'orco
per praticare in totale impunità
tutte le loro sciagurate nefandezze.
Ci ingannarono tutti
con la favola dei figli.
E quando chiesi aiuto alla legge
e all'autorità
mi risposero scrollando le spalle
che non c'è una legge contro l'odio
che non c'è una legge
contro l'abbandono.
Ma l'odio uccide, ve lo giuro,
l'odio uccide più che il coltello.
L'odio uccide più che la spada.
ALDA MERINI

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