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lunedì 26 ottobre 2015

Giuseppe D'Ambrosio Angelillo IL PANE QUOTIDIANO poesie ACQUAVIVA

Giuseppe D'Ambrosio Angelillo
IL PANE QUOTIDIANO
poesie
ACQUAVIVA
Vedi com'è grande il pensiero del pane,
è il fondamento giornaliero del bene.
una vela d'amore
ormeggiata lì,
proprio sulla tua tavola.
La premura di un Dio
che sempre pensa
a quell'oscuro mistero
che tu stesso sei,
là, sperduto nel mondo,
ma sempre amato dovunque tu vada.
Dovunque tu vada
porta sempre due pezzi di pane con te,
uno per te
l'altro per la tua compagna di viaggio,
è così bella quando s'accorge che tu la ami davvero.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
Ogni pane
lava la nostra anima
con il pensiero di Dio.
Con la lettera incognita del Bene,
impreciso come l'amore,
ma forte e fedele
in ogni giorno,
in ogni notte.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

Rimani, pane, per tutta la notte sulla mia tavola
e trattieni oltre la porta di casa
l'ombra di tenebra del dolore senza confini
che tu ben sai.
Proteggi l'amore di questa tavola
e chiama pure il coro di tutti gli angeli
a difenderci,
con il sussurro leggero
della tua presenza quieta,
semplice e divina a un tempo.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO


nel forno della vita cuoce il pane
e sogna,
brucia ogni peccato
e poi sulla tavola
si offre a noi
con tutta la sua passione,
ricordandoci a volte l'estasi dell'amore
di nostra madre e di nostro padre.
quando presente con l'amore
c'erano i baci
che ci hanno insegnato a camminare,
le attenzioni e le premure
che ci hanno insegnato a parlare.
mentre le lingue dei morti ora
non ci danno proprio niente.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

acqua della vita che scendi nella terra
e fai sorgere il giorno miracoloso del pane quotidiano.
tu conosci il fondo del cuore umano,
la rosa del pensiero.
la gente comune va in tavola
e mangia il suo pane giornaliero,
ma non ricorda la nascita di Dio
e la pagnotta del miracolo
che nutre di vita tutto il cosmo
e tutte le anime.
tutti gli amori.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO




pane che vieni qui a ogni giorno sulla mia tavola,
che racconti il tesoro della terra
e fai luce al bicchiere del vino nero,
alla noce vicina del tempo,
alla gioia della tovaglia,
al candore della mela d'autunno.
tu che sei sempre sulla mia tavola così buono,
come il cuore di Gesù,
come le mani di Dio,
come la continuazione della Speranza.
come l'acqua del mattino.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO


pane puro da mettere in mostra
sul davanzale della finestra,
in mostra davanti al sacro discorso del giorno.
nel pane ci sono le mille parole del libro
senza dubbi sul miracolo del donare,
col solo pensiero del bene che dissolve ogni male.
il pane di mia madre, il pane di mio padre
che m'ha riempito di vita l'anima, le ossa,
il sangue, le ore,
questo cielo di meraviglie 
che mi illumina gli occhi.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO


spezzati, pane, senza soffrire.
sulla tavola della pianura della nostra terra di fede,
il forno ha bruciato la cattiveria
e le inutili scorie,
nella romanza a pantomima
delle nostre finzioni.
qui è invece il filo del tuo nutrimento d'amore,
la stagione felice
del nostro essere uomini a questo mondo,
fratelli.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO


e miracolosamente siamo qui
a fissare il nostro pezzo di pane,
il sudore ha lievitato la farina
e il chicco di grano della nostra contentezza,
si apre d'incanto
il ricordo antico
di un paesaggio umanamente fraterno.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

venerdì 23 ottobre 2015

PREGHIERA PER IL PANE QUOTIDIANO


PREGHIERA PER IL PANE QUOTIDIANO

Dacci oggi il nostro pane quotidiano, Signore,
quel pane cotto del sole di tutta la giornata,
non quello di ieri né quello di domani,
quello di oggi,
che lo condisco con un grano di sale di vera fratellanza,
che me lo accompagno con un goccio di vino
di santa allegria.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, Signore,
fragrante di giusta fede
nel santo Bene che non fallisce mai,
e che non sia mai solo a mangiarlo
ma in compagnia nella larga terra,
e non in solitudine
come si stesse di fretta a partire chissà per dove.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, Signore,
quello sudato con la nostra pesante fatica
non quello rubato ai bambini, alle donne,
agli altri uomini, nostri giusti fratelli.
Con santa misura, che basti a tutti,
e sempre a nessuno escluso,
e punisci l'idolo che predica il contrario,
che lo condisco con felicità
col santo cielo che mi porto nel cuore,
col filo d'olio del santo dolore della mia vita travagliata,
e che il tuo sorriso ci benedica sempre tutti,
come è nei cieli 
e nella nostra segreta speranza.
Così sia...
come è scritto nel cielo, nel mare
e nella santa città tua...
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO