L'uomo impasta tutto con la terra multiforme, è davvero capace di creare dal nulla quasi ogni cosa di cui ha bisogno. Ogni specie di oggetti, ogni sorta di idee. Con la stessa terra fa le vasche che gli servono per lavarsi e tenersi pulito e innocente, e i pitali dove scaricare le sue più luride indecenze. Fa di tutto, allo stesso modo, senza limiti nè ordine. Ma questa sua capacità di fare molte volte lui la scambia per onnipotenza, e l'uso delle sue cose perdono ogni categoria e successione di competenza. E capita così che si lava nella sua stessa merda, e va a scaricarsi di lordura nei sacri lavacri della sua purezza.
Ora di punto in bianco s'è messo in testa di fabbricarsi da solo nientemeno che il suo dio creatore: il Denaro, una idea vana e fasulla come un'altra. Come fa infatti lui, con tutti i suoi limiti e difetti, a concepire di fare a meno della stessa natura e di manomettere la sua stessa anima dichiarandone addirittura un suo preteso prezzo di mercato. Non bada affatto di essere ancora un uomo, e come uomo di avere la sua misura nell'umano. No, s'è dato a costruire il divino e si mette in competizione nientemeno che con le galassie e gli universi, imita nientemeno Dio e già s'è messo al posto suo. Ha fabbricato il suo creatore, il Denaro, e dà le sue fasulle leggi a tutto il creato, e tutto questo lo chiama intelligenza e progresso.
Ma il suo cuore se n'è diventato falso, e l'inganno è il suo dettato. La sua aspettativa è la vigliaccheria. La sua vita uno spregevole teatro da 4 soldi di stupidi burattini senza più cervello.
Non riconosce più la potenza di Madre Natura, la bontà di Dio che gli soffiò un giorno l'anima, la vita e l'amore nella sua carne. Ma tutto il mondo è diventato per lui un campo di gioco, l'esistenza di tutti gli uomini e di tutti gli esseri un mercato senza vincoli dove lucrare a piacimento e speculare a volontà. Ha perso il senno il pazzo e vuol farsi pure padrone di tutti gli elementi dell'universo.
Egli pontifica come un maestro di farabutti:
"Da ogni cosa si deve trarre profitto, e anche se è male, basta gabellarlo per bene con l'aiuto dei migliori avvocati del globo".
S'è costruito il suo falso dio, il Denaro, e s'è scordato completamente che i suoi antichi sapienti han sempre chiamato il suo nuovo idolo: lo sterco del demonio.
C'è una misura in tutto, dicevano i nostri antichi padri i Greci, sia per le cose che sono in quanto sono, e sia per le cose che non sono in quanto non sono. E questa misura per noi uomini è solo l'uomo...
G. D'AMBROSIO ANGELILLO
a www.books.google.com
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venerdì 1 febbraio 2013
lunedì 18 aprile 2011
Federigo Tozzi IN CAMPAGNA racconto ACQUAVIVA
"Molte volte la vita è simile a una grande violenza. Tutte le ombre, anche le più lontane, stanno sopra a noi, e la nostra anima diviene silenziosa per le orme del meriggio che cominciano a scintillare. E tutte le cose vengono incontro a noi, come una marca".
FEDERIGO TOZZI
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Un magistrale racconto di un grande della narrativa italiana: Federigo Tozzi.
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http://www.libriacquaviva.org/
http://www.dambrosioangelillo.it/
FEDERIGO TOZZI
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lunedì 25 agosto 2008
Il fantasma dell'Amore

"...Il fatto è che c'è un'altra persona nella mia stanza con me e non so chi è. Questo è il mio vero problema. Anzi so chi è, ma non lo voglio sapere così faccio finta di non sapere chi è. Una cosa complicata perfino a raccontarla ma in efetti è semlicissima. Con me nell'unica stanza che rappresenta l'intero mio appartamento, il cesso è di fuori in qualche punto della galassia oltre il mio ballatoio, c'è sempre una persona che non mi molla un'attimo e che in effetti sono completamente convinto che non esiste in nessun altro posto che nella mia fantasia..."
domenica 20 luglio 2008
Confessioni di un cane
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