il mediano ha due gambe
che corrono sempre per il campo,
giorno e notte a spiattellare palloni buoni
per tutte le punte,
due gambe piene di birra viva sparata a fatica
finchè prima o poi qualche fesso
non fa secco il portiere avversario.
il mediano corre sempre per il campo
pieno zeppo di cespugli di spine e di rose,
cerca sempre di tirare ai damerini,
cerca sempre di strappare qualche maglia
per vedere se il bamboccio è un uomo vero
o fa finta di fare il cane.
il mediano non ha mai un destino di gloria,
ma sempre una sorte fasulla
per pregare gli ammiragli
e tirare con le sue gambe forti
un sogno da raccontare a tutti poi a sera
in televisione.
passaggi pennellati sempre a misura
per quei bimbetti d'attaccanti
sempre a caccia di farfalle
là a centro area.
nessuno ha pietà del mediano
nè di tagliare sodo alle sue gambe,
con qualche bestemmia fra i denti
lui cade e si rialza,
non si lamenta,
ci vediamo un po' più in là
nel proseguio dell'azione,
maledetto figlio di puttana.
nessuno ha pietà delle gambe del mediano
sempre in corsa a faticare,
mentre quei bellimbusti di attaccanti
son tutti lì davanti belli freschi
a implorare la madonna
di far loro qualche miracolo.
ma il mediano è sempre lì
che corre per il campo,
corre sempre
finchè non ha più le gambe.
giuseppe d'ambrosio angelillo, POLENTA E PSICOFARMACI, acquaviva 2003
www.dambrosioangelillo.it
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