regala Libri Acquaviva

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CHARLES BUKOWSKI, Tubinga, MARC CHAGALL, Milano, ALDA MERINI, Grecia, Utopia, ROMANZI, Acquaviva delle Fonti, RACCONTI CONTADINI, America, POESIE, ERNST BLOCH, Sogni, Gatti Pazzi, Spinoza, FEDOR DOSTOEVSKIJ, ITALIA, New York, FEDERICO FELLINI, Poesie di Natale

lunedì 28 febbraio 2011

Majakovskij MAJAKOVSKIJ piccola casa editrice ACQUAVIVA

"L'Arte non è uno specchio dove riflettere il mondo,
ma un martello con cui scolpirlo".
MAJAKOVSKIJ
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Majakovskij fà teatro con la sua stessa persona,
e scopre che anche un chiodo del suo stivale è più potente del "Faust" di Goethe, perchè è il suo.
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Roberto Costa SOPRAVVISSUTA IN UN MONDO DI LUPI romanzo Piccola Casa Editrice ACQUAVIVA

Viaggio attraverso i sentimenti
sullo sfondo di un ambiente di lavoro
molto lontano dall'Italia.
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Lorenzo Semprini VIAGGIO MANGANELLIANO racconti Piccola Casa Editrice ACQUAVIVA

7 racconti avvincenti e straordinari di viaggi fantastici di un Io traslato alla costante ricerca
dell'intima verità delle cose.
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LA VITA SI SCORDA QUASI TUTTO poesia di G.D. Angelillo

Il sonno si ricorda ancora
quell'orchestra d'oro
che andava all'assalto del futuro viaggio
all'avventura,
senza un soldo in tasca ma con un macigno
di smeraldo da trafficare
con purezza
per la prossima rinascenza,
quando ancora andremo al passo
della musica
e della poesia.
E finalmente ci ricorderemo di noi stessi
che beviamo vino nero come Orfeo,
e ci nascondiamo in un bacio
tutti i nostri stupidi fracassi.
Con due nuvole per scarpe
e un cielo intero per pensiero.
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Giuseppe D'Ambrosio Angelillo
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domenica 27 febbraio 2011

TUTTO IL POPOLO DEL MEDITERRANEO

Tunisini, Algerini, Egiziani,
Libici,
Italiani,
tutto il popolo del Mediterraneo.
Francesi, Greci, Ebrei.
La libertà compresa.
Tutti si anela a qualcuno che ci traghetti.
Spagnoli, Marocchini, Turchi.
Siriani.
Sloveni, Croati, Bosniaci.
Albanesi.
Montenegrini, Maltesi.
Magari passerà pure una nave del Giappone
a pescare tonni.
O arriverà pure il Russo e il Persiano
a ravanare nel bagaglio
magari ci trovi la chiave segreta
della ricchezza dell'America.
O la traduzione perfetta del gran lavoro dell'Anima
che cerca la Fratellanza
e magari la trova.
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Giuseppe D'Ambrosio Angelillo

mercoledì 23 febbraio 2011

VIAGGIO IN TERRA SANTA di G. D'Ambrosio Angelillo


Ce ne stavamo a Siracusa in attesa di una nave che ci avrebbe portato in Israele. Io me ne stavo vicino al mare e là c'era una casa antica dove una volta era stato Gesù.
"La gente non lo sa, ma qui una volta è vissuto Gesù", pensavo.
Era una casa fatta di laterizi romani, dove ora allevavano uccelli, che se ne stavano tutti sui balconi. Ma in tutto il quartiere allevavano uccelli. Erano i discendenti degli uccelli ai quali una volta aveva parlato Gesù. Tutti pensano che Gesù se ne sia andato addirittura in India quando era giovane. Ma in realtà Gesù quando era giovane ha viaggiato semplicemente per tutto il Mediterraneo.
Me ne stavo lì a Siracusa con una numerosissima comitiva di Acquaviva, capitanata da don Galeano, un vecchio e saggio sacerdote studioso di San Paolo.
E in una taverna ce ne stavamo poi verso l'ora di cena tutti ammassati, come in una specie di assemblea.
E don Galeano spiegava i motivi profondi del viaggio, che riguardavano naturalmente tutti la fede e la preghiera.
"In Terra Santa visiteremo i luoghi sacri, le città dove ha vissuto Gesù e Gerusalemme", diceva e poi continuava con tante citazioni dalla Bibbia e da san Paolo.
Poi intervenivano altri, si era quasi tutti giovani, e tutti si era entusiasti e molto eccitati del viaggio.
E allora io ho detto:
"Io sono un umanista e naturalmente ho motivi diversi dai vostri per questo viaggio, voi dite che è per la fede e la preghiera e dite pure che sono motivi profondi, ma io so che c'è pure un motivo molto più profondo di quel che noi riteniamo profondo, di questo certo io non so molto, ma un pò di cose mi hanno insegnato Platone e Aristotele, e così so che pur non sapendo niente di una cosa, con la deduzione e l'intuizione ne posso sapere qualcosa di più".
A questo punto tutti si son messi ad applaudire e io sono stato contento di questo. E volevo continuare. E volevo dire che forse il motivo profondo era il fatto che si viaggiava e si aveva l'opportunità appunto di fare i viaggiatori, dopo una vita passata nel chiuso dell'angusto cortile del paese, perchè ogni uomo era curioso e andava matto di conoscere i luoghi sempre citati durante tutta la sua esistenza ma mai visitati.
Ma proprio in quel momento, proprio quando volevo dire queste cose, la taverniera è arrivata con un vassoio di cosce di pollo arrosto e ha detto:
"Si mangia! In tavola! I polli arrosto sono pronti!"
E tutti si sono precipitati ai loro tavoli per la cena.
E io ho pensato:
"Si stava parlando della fede e del viaggio in Terra Santa e appena uno dice "pollo arrosto" tutti scappano via".
E con tristezza ho visto che anche don Galeano non ha aspettato mica la conclusione del mio discorso, che pure stavano applaudendo, ma era corso pure lui a tavola a prendersi la sua razione di pollo arrosto.
Ma poi con angoscia ho pure pensato che prima non avevano affatto applaudito le mie parole, ma proprio la taverniera che era apparsa sulla soglia della sala con il suo fumante vassoio di polli arrosto, precisamente al mio fianco, quasi alle mie spalle.
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Giuseppe D'Ambrosio Angelillo
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lunedì 21 febbraio 2011

2 GIORNALISTI DEL NEW YORKER di G. D'Ambrosio Angelillo

Ero andato all'edicola e avevo comprato una rivista pornografica e una copia del New Yorker, poi ero andato a un tavolo di bar lì vicino e mi ero preso un cappuccino. Avevo messo i giornali nella mia borsa di studente e me ne stavo lì tranquillo a pensare ai fatti miei. Accanto a me stavano due tizi, uno difronte all'altro con carte e incartamenti vari.
A un tratto uno di loro mi dice:
"Dammi il New Yorker che devo correggere il mio articolo". E viene  da me prende la borsa e sta per tirare fuori la rivista porno.
"Ehi! Ehi! Aspetta, aspetta!", dico io e gli tolgo la borsa di mano.
Scarto la rivista porno, prendo il New Yorker e glielo dò.
Quello prende la rivista, torna al suo posto, la sfoglia, trova il suo articolo e si mette a correggerlo.
Ci mette un pò di tempo, poi me la restituisce.
Ha corretto un articolo con una matita, correzioni anche molto lunghe, ma la sua grafia è così grezza che il testo è praticamente incomprensibile, l'ha corretto per niente, ma è una cosa che penso solo per conto mio.
"Così tu scrivi per il New Yorker?", chiedo.
"Non solo io, anche lui", dice quello e indica l'altro.
"Io scrivo romanzi", gli dico. "mi potresti fare una recensione".
"Come ti chiami?"
"D'Ambrosio".
"Perchè no?"
Ma lo dice in così malo modo che ci credo naturalmente.
Così raccatto le mie cose e senza dire più niente vado via.
Vado verso casa là vicino. Nel cestino dei rifiuti per strada qualcuno ha buttato i miei piatti sporchi, su quello in cima  c'è uno scarafaggio che fà colazione, lo caccio via e raccatto i miei piatti per riportarmeli in casa, ho solo quelli e mi scoccia ricomprarli. E' quella stupida della mia fidanzata che piuttosto che lavare i piatti li butta. E li butta per strada non in casa, così io non posso recuperarli e farglieli lavare.
Sto per andare via quando vedo i 2 giornalisti del New Yorker che vanno da un mendicante e gli danno 4 o 5 monete di decini di dollaro. Il mendicante è all'ingresso di un negozio di tabacchi con le serrande abbassate.
"E' un sopravvissuto della Shoa", dice il giornalista che ha corretto l'articolo. "Va aiutato un pò".
"Siete davvero gente generosa voi del New Yorker", dico io.
Vado anch'io dal mendicante ebreo e gli dò un dollaro intero e un piatto sporco, quello dove stava mangiando lo scarafaggio. Magari lo vende.
Poi me ne vado a casa.
I due giornalisti mi seguono, scopro che abitano sul mio stesso pianerottolo.
Apro la porta e s'affaccia la mia fidanzata, guarda i due.
Io li saluto e entro.
"Tutti vecchiacci balordi ti scegli i tuoi amici tu", mi dice lei appena chiudo la porta.
Le consegno il blocco dei piatti sporchi con una smorfia di tacito rimprovero.
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Giuseppe D'Ambrosio Angelillo
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domenica 20 febbraio 2011

GIRANDO IL NUOVO FILM DI FELLINI

Stavamo con la trup di Fellini, in giro a girare il suo nuovo film "SOTTERRANEI". E stavamo in una scuola, nelle sottocantine, e lì in corridoio buio c'era una botola, e allora noi si sbatteva i piedi sopra per sfondarla. Ma sotto abitava qualcuno, che esce fuori sulla strada da una via segreta e promette sfracelli a chiunque torni a disturbarlo. E' un uomo grossissimo, con  baffi da criminale, un armadio vivente.
Noi si torna sotto e si fa meno rumori.
Le strade della città sono scoscese e i palazzi altissimi sembrano montagne. Tutto ricostruito nei grandi prati di Cinecittà.
Partono pullman e noi non ci prende nessuno.
Così ce ne andiamo in un prato, con tutta la trup.
E Fellini dice:
"Ma quell'attore asiatico dov'è andato?"
"Ah dottò, ma qui siamo tutti asiatici", dice un tecnico del suono.
"Ma che dici?", si sorprende Fellini.
"Sì, dottò, anche qui in Italia tutti euroasiatici siamo. Non veniamo tutti dall'India?", dice quello.
Fellini lo lascia perdere.
Ma l'attore che cercava il Maestro stava dietro un cespuglio a prendere il sole.
"Ehi, ma non devi stare qui a lavorare?", gli dico io.
"Ma lascialo stare, non vedi che è un lavativo?", dice un operaio dell'allestimento scene.
Quell'altro seppure chiamato se ne rimane a prendere il sole.
"Visto che tutti vogliono riposare ora, PAUSA PRANZO!", dice Fellini.
E tutti ci si mette a una tavola rotonda con pane e vino, e un pò di pomodori. Siamo allegri e contenti di stare  lì con Fellini,  anche se del suo nuovo film nessuno ne sa  niente, nemmeno lui credo.
"Aò dottò, siamo tutti cavalieri della tavola rotonda oggi!", dice il tecnico del suono.
Scoppiamo tutti a ridere.
"Sì, e tu sei Lancillotto senza la scodella". dice Fellini.
E giù tutti di nuovo a ridere a crepapelle.
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Giuseppe D'Ambrosio Angelillo
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ITALIA racconti, favole, proverbi ACQUAVIVA







sabato 19 febbraio 2011

ITALIA racconti favole proverbi Piccola Casa Editrice ACQUAVIVA


"L'Italia è fatta,
ora facciamoci gli affari nostri".
Federico De Roberto, I Vicerè
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Raccontini, fiabe, proverbi, ricette di ogni
Terra d'Italia,
ognuna bellissima e inimitabile.
su Google play:
http://goo.gl/O5Y6K8

martedì 15 febbraio 2011

SONO FOLLE DI TE, AMORE di Alda Merini

Sono folle di te, amore,
che vieni a rintracciare
nei miei trascorsi
questi giocattoli rotti delle mie parole.
Ti faccio dono di tutto
se vuoi,
tanto io sono solo una fanciulla
piena di poesia
e coperta di lacrime salate,
io voglio solo addormentarmi
sulla ripa del cielo stellato
e diventare un dolce vento
di canti d'amore per te.
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ALDA MERINI
Alla tua salute, amore mio
poesie
ACQUAVIVA

lunedì 14 febbraio 2011

TI BACIO, MONDO

Ti bacio, mondo,
e a te sempre m'aggrappo.
Perchè l'Amore è un conto che mai ritorna,
perchè davvero mai può ritornare.
Si dà tutto
e si è felici lo stesso
anche se nulla di nulla si riceve poi.
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Giuseppe D'Ambrosio Angelillo

sabato 5 febbraio 2011

VANTERIA D'AMORE poesia di G. D'Ambrosio Angelillo

E' quasi un nostro fatale destino
di rimaner delusi
da quella sorda verità
che è a volte la nostra maledetta vanteria,
ma si chiede troppo forse
per avere almeno un poco
di quel nulla
che cerca la nostra continua mania d'amore.
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Giuseppe D'Ambrosio Angelillo
www.libriacquaviva.org

CARO KAFKA poesia di G. D'Ambrosio Angelillo

Caro Kafka, mi hai offerto una birra
con una pasticca di incubi dentro.
L'uomo solo ha una boccata amara
nel suo cuore pieno di bollicine,
e l'amore è una bevuta notturna
fatta con il cappello calato sulla fronte,
così che nessuno possa riconoscerci
se caso mai qualcuno ci fà prigionieri
e ci avvii verso la rupe della stupidità
con gran sconcerto della nostra stessa volontà.
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Giuseppe D'Ambrosio Angelillo

PENSIERI RIPIENI DI LIQUORE di G. D'Ambrosio Angelillo

L'Arte è una campagna sconfinata che splende anche con un semplice sguardo.

I Romanzieri sfondano porte aperte che quasi nessuno ha il coraggio di varcare.

Il Poeta si mette un piede in una visione d'amore e poi zoppica per tutta la vita.

Il pettegolezzo fa finta di non valere niente ma poi dietro l'angolo al buio ti sferra cazzotti micidiali.

Il segreto dei vivi è quello di mettersi ad aspettare anche ciò che non arriverà mai.

Si ama perlopiù in silenzio anche perchè la parola amore non sempre è Amore.

Chi ama introduce parecchia follia nel mondo. Chi non ama introduce la corruzione.

L'Arte è il corpo della mente.

Chi davvero ama per forza di cose se diventa sempre un vagabondo solitario.

Ogni nuovo giorno a considerarlo per davvero nella sua concreta realtà è sempre un autentico miracolo.

Ogni notte i sogni ci fanno vivere in una realtà parallela, non meno concreta di quella del giorno.

Il fascino segreto della menzogna è che stravolge la realtà a un nostro semplice comando.

L'uomo è un animale selvaggio che la cultura raramente addomestica totalmente.

Il tempo di ognuno è un globo fatto di una materia unica fatta di futuro passato presente. Il presente quasi mai riusciamo a vederlo.

Stanotte pensavo che si muovesse casa e ho temuto il terremoto, ho guardato nel buio perfino la lampadina se caso mai si muoveva, ma in realtà ero solo io che tremavo vedendo tremare tutta la casa pure.

L'Io è il punto di entrata del mondo nella vita di ognuno, eppure proprio l'Io è il punto di vista più trascurato di tutti.

Abbassarsi le mutande davanti a tutti non è per niente facile e non tutti sono capaci di farlo, eppure solo questa è l'autenticità di ogni grande Artista: dire tutta la verità con semplicità e senza alcuna vergogna.

Il mulino di Zeus macina molto lentamente, ma macina.

La mia nave è da tempo affondata ma naviga ugualmente sotto il fondo del mare.

Aprite la porta di casa vostra e ammirate quel che per voi stessi è il più grandioso teatro.

Si nasce nudi ma poi è il vestito che fa il buffone.

Il Bene è l'unica ricompensa di se stesso.

Dopo ogni rivoluzione se ne sta acquattato un tiranno.

La traccia del sogno ci porta in un'Utopia dove a nostra volta siamo inseguiti da una bestia.

Dio è la speranza più a buon mercato che sia stata inventata, infatti anche a crederci non ci perdiamo mai niente.

Il male, per fortuna, rimane nella sua massa sempre a livello di intenzione, se fossero tutte realizzate quelle intenzioni si sarebbe già distrutto il mondo almeno un miliardo di volte, si sarebbero già uccisi miliardi e miliardi di uomini.

Coloro che davvero ci combattono sono perlopiù i nostri stessi fantasmi, che nella realtà naturalmente non esistono neanche, il più mostruoso di tutti è il Denaro, il vero Dio onnipotente della nostra contemporaneità.
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Giuseppe D'Ambrosio Angelillo
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