regala Libri Acquaviva

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CHARLES BUKOWSKI, Tubinga, MARC CHAGALL, Milano, ALDA MERINI, Grecia, Utopia, ROMANZI, Acquaviva delle Fonti, RACCONTI CONTADINI, America, POESIE, ERNST BLOCH, Sogni, Gatti Pazzi, Spinoza, FEDOR DOSTOEVSKIJ, ITALIA, New York, FEDERICO FELLINI, Poesie di Natale

venerdì 31 marzo 2017

UCCELLI E ANGELI


UCCELLI E ANGELI

già parecchio prima dell'alba cantano 
alla prossima luce del giorno
tutti gli uccelli,
già immaginano eccitati dalla stessa vita
gli orizzonti oltre i loro tetti,
cantano il loro nido, i loro piccoli, la loro intelligenza,
non si danno un attimo di pace,
vogliono attaccarsi da subito
a ogni attimo del loro estremo fervore,
sono i compagni migliori dei nostri angeli
anche loro così mattinieri,
"che fanno le tue mani?
che fanno i tuoi occhi?
che fa la tua anima?",
sembrano chiederti tutte quelle ali così frenetiche
mentre tu li ascolti ancora nel caldo del tuo letto..
appena dopo che s'alza il sole,
cala il silenzio,
non si sentono più né gli uccelli né gli angeli,
sono gli uomini che parlano adesso.
il caffè da preparare, il tram da prendere al volo,
la pasta alla crema che qualcuno s'è scordata di comprare,
la macchina da mettere in moto,
l'acceleratore dove pigiare forte col piede,
tutto il traffico caotico da superare in tre lunghi sorpassi esatti.
chissà dove vanno gli angeli e gli uccelli
quando gli uomini si sono alzati.
cercano altri nidi nell'aria, altri volti che sorridono,
volano in qualche posto che noi chissà perché ignoriamo:
vanno in cerca del grandioso valore della vita,
che abbiamo tutti attorno a noi,
un quasi paradiso dove a tutti ci manca sistematicamente qualcosa,
anche solo un misero fiammifero per essere del tutto compiuto,
a noi manca sempre qualcosina per essere davvero felici,
non siamo uccelli,
non siamo angeli,
siamo uomini,
sempre così tanto più intelligenti e potenti
di tutti quanti gli uccelli,
di tutti quanti gli angeli,
tutti noi così superbi e tronfi del nostro ridicolo misero nulla...
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

giovedì 30 marzo 2017

DI SABATO SERA -


PUBBLICITA' PROGRESSO - IL GIOIELLO VALE PIU' DELLA DONNA


E' LEGGERO IL PENSIERO CHE SEGUE IL BENE



E' LEGGERO IL PENSIERO CHE SEGUE IL BENE

è leggero il pensiero che segue il bene,
pesante chi s'attrista lungo il suo stesso nulla,
a capo chino non la scansi la vista della fossa inetta,
ma la perfezione della follia d'amore
ti porta a guardare l'intera folla delle galassie 
tutte quante così innamorate.
non aver dubbi di sorta:
rifiuta ogni cavezza, anche quella che t'arriva
piena di insidie dallo stesso fondo dell'ultimo te stesso,
non ci vuol niente a cadere addormentato
sul letto fesso dell'inutile accidia,
è sempre là, vicino alla tua finestra, il crudo mondo della vita,
togli il coperchio e buttati dentro a pesce,
mangiati le imposture e sputale lesto,
accarezza la rosa e il tronco forte del ciliegio in fiore,
sta' ben sicuro che un bel sorriso ti verrà a galla,
ti salverai ancora col tuo coraggio
sulla cresta delle onde dell'intero mare,
suoneranno le tue mani un candido violino,
andrai allegro a popolare un presepe primaverile,
non farai più domande a nessuno
perché prenderai casa in ogni risposta saggia,
il tuo stesso destino è solo una parola leggera
se avrai deciso una volta per tutte di seguire il largo bene,
e lascerai all'assurda massa tutti i suoi dubbi,
tutti quei pesanti crisantemi che dicono sempre tutto
e non capiscono mai niente,
e mai comprendono com'è leggero il bene
quando si brinda alla salute di tutti,
sia dei buoni che degli ignoranti malvagi,
di qualsiasi casacca e coloracci essi siano,
l'importante però che se ne stiano sempre alla larga...
sia da noi che da quegli altri, chiunque siano,
benedetti e santi della loro stessa allegria...
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

mercoledì 29 marzo 2017

E' PRIMAVERA



E' PRIMAVERA

il mondo vince su tutti, amico,
è così ti conviene sempre andartene in un bar,
qualcosa da festeggiare troverai sempre,
un canto,
una rondine che forse sta per arrivare,
un'arte sconclusionata che magari non ti dice niente,
tu intanto festeggia,
magari la rondine ha fatto il nido nel palazzo accanto al tuo
ed è solo per questo che tu non la vedi ancora,
forse la casa della tua gioventù è pure lei molto vicina alla tua,
che ne sai?
tu festeggia,
la primavera è proprio vicina
o magari è già arrivata
e solo tu non te ne sei ancora accorto,
che ne sai?
tu festeggia!
magari solo con caffè con un cucchiaino di zucchero in più,
chi vuoi mai che se ne accorga?
tu intanto festeggia,
è più caldo, te ne accorgi anche tu,
l'inverno ormai è sbaraccato di brutto,
magari l'armatura fatta solo di piume leggere colorate
l'hanno già inventata

e sei solo tu quello 
che la pensa fatta come al solito solo di ferro
e acciaio,
il quartiere dei grattacieli finisce in periferia,
poi, credimi, comincia la verde primavera in fiore
anche a Milano,
non ci credi?
vai ci sono là anche i fiori più belli della tua gioventù!
la campagna infinita d'Italia,
è anche qui,
i primi fiori così splendenti,
i sempre giovani amori,
il principio bello della nuova cara stagione,
là dove ci siamo anche noi, lenti come al solito,
ma pure sempre sorridenti come nostra abitudine...
hai visto che aveva senso festeggiare
anche senza saperne il motivo?
è primavera e tu davvero te ne vuoi rimanere indifferente?
col muso lungo con l'erba così verdissima per tutti i prati?
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

LA SBOBBA QUOTIDIANA


PIRANDELLO RIVEDUTO E CORRETTO


martedì 28 marzo 2017

AMORE (IL POETA FELICE)


AMORE
Amore, tu sei il sole che posso toccare,
la luna che posso accarezzare,
il nome che mi fa fiorire la terra,
il seme di tutta la mia primavera,
il dolce sogno di tutti i miei pensieri.
con te volo nel caldo dell'intero universo,
il mio canto che trema nella sera,
che di notte accende la mia luce segreta,
l'acqua della vita che torna sempre a ripetersi,
il piacere del mio angelo che suona la sua tromba
a tutta la città,
la mia anima che balla attorno al fuoco di Dio,
la mia forza che suona l'armonica
del mio blues interiore,
la mia povera vita che fonda nel suo nulla
la ricca idea del suo paradiso particolare,
molto particolare.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

IL GRANDE GIUSEPPE, IL PROFETA FALLITO DELL'AMORE


IL GRANDE GIUSEPPE, 
IL PROFETA FALLITO DELL'AMORE

c'è chi se ne sta a Napoli a scrivere il prossimo film
con l'autore famoso (famoso, ma mica bravo),
c'è chi sta avendo problemi e ti lascia appeso al pero
perché in effetti se ne frega di te,  
c'è chi ti vuole mollare ma prima vuol farti uscire di senno
così almeno la colpa sarà tutt'intera solo tua...
da ogni parte ti vogliono completamente spogliato
e del tutto nudo
così sarai tutto occupato a difendere almeno il tuo intimo
e ti scordi della tua follia
e passi avanti verso il prossimo incrocio.
se sei innamorato pensi di conoscere tutti
ma la verità è che non conosci nemmeno te stesso.
sei solo un quaderno aperto dove ognuno scrive
quel che gli conviene,
uno sgorbio astratto dove ognuno vede quel che gli garba,
un foglio volante con un chicco di sale
per la minestra altrui,
ma chi se ne frega di te?
tanto il mare è pieno perso di una salsedine infinita,
hai voglia a condire miliardi di minestroni,
di polli arrosti,
di lasagne alla caprese!
tu sei solo un corallo spezzato senza valore,
un pesce morto che fa fatica pure a galleggiare,
un sottomarino affondato da tutte le corazzate coalizzate,
non vali proprio nulla,
non hai pubblicato nemmeno un disco di successo,
così non ti ascolta neanche nessuno,
inoltri solo reclami inutili per un mondo che neanche esiste,
dove vivi solo tu
e dove puoi solo perdere,
così pesantemente che poi non te ne importa neanche più.
sei solo tu e il tuo amore,
che nessuno conosce
perché nessuno ne ha mai visto uno...
figurati il tuo sogno che riesci a vedere solo tu.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO


chi è nespola e chi è Giappone,
chi non è né nespola né Giappone.
GDA

venerdì 24 marzo 2017

LA BALENA AZZURRA di Ulisse Casartelli


Racconta la storia, Ulisse, che è bella,
di quando arrivasti a Itaca
e per amore dei lunghi viaggi la trasformasti in una balena azzurra
e di nuovo così ripartisti per il largo mare, 
che di stare al vento ne avevi troppa nostalgia.... 
e ti porti dietro così tutti, 
il tuo amore, i tuoi bambini, i cari amici, il cane fedele, 
e vai così felice perché tutti li insegui i sogni tuoi e li realizzi,
e non ultima la tua sempre cara infinita Poesia... 
(a Ulisse Casartelli) ..
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

IMPARARE AD AMARE NON E' DIFFICILE




IMPARARE AD AMARE NON E' DIFFICILE
Imparare ad amare non è difficile,
basta rendersi un po' conto del gran miracolo che è la nostra vita,
del gran miracolo che è il mondo,
il sole,
il cielo stellato sopra di noi...
e noi sempre là in mezzo,
con la massa sterminata dei nostri sentimenti
che chissà perché stentiamo sempre ad esprimere...
Non c'è bisogno di essere poeti per amare,
anche i poeti sono come tutti un po' amari di comprendonio,
un po' fasulli di comportamento,
annegano anche loro come niente
in un misero bicchier d'acqua,
si confondono come matti nel circolo chiuso di un nulla inventato,
cascano come niente negli intrecci di storie complicate,
un po' poveri, un po' buoni, un po' cantori solitari della luna piena,
ma l'Amore per loro, come per tutti, non conosce pause,
non ha ragione né torto, non ne sa proprio niente di tutti gli errori,
si scorda per sempre di ogni addio,
si prende in groppa la sua santa felicità
e se ne va sempre diritto qualsiasi cosa accada,
nella cattedrale illuminata di due anime abbracciate.
Sorridi, cuore mio,
perché per imparare ad amare
non ci vuole proprio niente.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

CARA PAROLA

CARA PAROLA
Cara Parola,
che porti tutto quanto
di quel che ti caricano addosso,
pietre, veleno, macigni,
montagne intere pesantissime con annessi baratri,
tu non rifiuti nulla, metti in groppa e porti a destinazione,
qualsiasi cosa essa sia.
mai fai la sorda, la finta tonta, mai volgi il capo
e fai l'indifferente,
tutto prendi su e porti via, a chi di dovere.
così, Cara Parola mia,
prendi pure quel che ti metto sopra io:
un gallo che canta per il giorno che sta per arrivare,
e la potenza sua di crederci ancora qualsiasi cosa
sia capitata nella lunga notte,
che porti pure con sé un raggio di luna solitaria e malinconica,
ma non troppi,
una corsa a dorso nudo dell'anima più pazza della città,
la giacca che ha buttato alla rinfusa
se la prenda pure il più povero
che ne ha bisogno,
e giacché è venuto portati dietro pure lui,
il pagliaccio buontempone che mai può mancare,
le molliche per gli uccellini qualunque del quartiere
che fanno così allegro e pieno di euforia il mattino,
non ti scordare pure Pinocchio, il Gatto e la Volpe,
e ti prego, pure il suo Abbecedario venduto,
se si cerca bene si trova sempre da qualche parte,
gli Assassini neri lasciali pure dove stanno,
e metti così pure la favola,
il mito,
e, perdonami, non posso fare a meno della più matta poesia,
che sempre si conviene,
e perché ci sono pure fissato,
su tutto lasciami mettere il bene, ma proprio tutto,
per almeno di tutto quel che posso io.
Ora basta,
non voglio insistere oltre,
abusare di tutta la tua pazienza e abnegazione,
così son contento davvero,
ecco così combinata ti lascio andare,
va' pure ora verso tutti quel che conosco,
e giacché non mi costa niente, pure a quegli altri,
quelli che mi snobbano e mi scansano anche,
e naturalmente anche a quelli che non mi conoscono,
va' e porta tutto, non ti scordare proprio niente, mi raccomando,
e quando li vedi dona loro tutto, nulla cosa esclusa,
di' loro che tu sei tutto per me,
e se ce la fai sorridi a tutti loro,
e abbracciali pure,
e insinua così infine anche che la parola è vita,
è futuro,
è bellezza,
e va sempre rispettata comunque...
come va rispettato, seppur increduli, Dio...
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

SATISFICTION La Vita in versi di un Poeta a Milano - articolo di Nicola Vacca





LA VITA IN VERSI DI UN POETA A MILANO



 di 
Giuseppe D’Ambrosio Angelillo crede nella vita e nella poesia perché nei gesti di ogni giorno non smette di credere nell’uomo e negli esseri umani.
Giuseppe la poesia la scrive e la vive stando ogni giorno per strada guardando, incontrando e soprattutto parlando con le persone.
Con la sua bancarella di libri delle sue Edizioni Acquaviva lo trovate a Piazza Duomo a Milano sempre pronto ad accogliervi con i poeti e gli scrittori che pubblica, ma soprattutto con la sua umanità di profondo uomo del Sud.
È davvero un grande piacere incontrarlo insieme alla sua poesia che altro non è che la sua vita messa in versi.
E di vita in versi parla il suo ultimo libro dal titolo curioso e geniale. Mastro Geppetto e il suo grandioso negozio di giocattoli andati a male (appena pubblicato per i tipi di La Linea dell’Equatore di Civitavecchia ) racconta la storia umile di un poeta di strada che non dimentica mai di essere uomo e nelle sue poesie ci mette tutto il suo cuore messo a nudo per raccontare l’esistenza come quella « storia grandiosa e bella / fatta solo di affetto e bene sincero».
Giuseppe nel freddo e nella nebbia di tutti giorni si rivolge alla poesia con un profilo basso e non si arrende nell’essere cercatore della bellezza nella gioia di quelle piccole cose in cui risiede l’umanità.
La sua poesia è una cosa vera, onesta e immanente. Dentro ci troverete un uomo buono che si sporca le mani con la vita degli altri e ogni giorno tende al mano a tutti regalando una poesia, un libro, una parola, un gesto convinto con il suo amato Dostoevskij che la bellezza salverà il mondo
Che bella la poesia che si nutre delle parole della vita. Che meraviglia i poeti che non si prendono sul serio e a voce bassa filosofeggiano dell’esistere raccontando da uomini gli attraversamenti di cui sono fatti gli incontri quotidiani.
Il poeta e l’ uomo  piangono e ridono con le parole e allo stesso tempo le scrivono sulla pagina senza mai chiudere gli occhi sulla realtà .Mastro Geppetto e il suo grandioso negozio di giocattoli andati a male è un piccolo e prezioso scrigno di versi che custodisce la gioia che dell’essere e dell’esserci e quella sacrosanta umiltà del poco che rende necessaria la sincera poesia di tutti i giorni con cui ognuno di noi dovrebbe sporcarsi la coscienza e avere il coraggio di scegliere di essere quello che si è.

Una breve presentazione di Giuseppe D'Ambrosio Angelillo 
su "SATISFICTION", la rivista letteraria indipendente fortemente voluta da Vasco Rossi ,
diretta da Gian Paolo Serini, scrittore e giornalista,
dove lavora, tra gli altri, il mio amico fraterno Nicola Vacca , poeta e critico letterario,
Autore dell'articolo...

Grazie.

OTTOBRE 2002


ottobre 2002, dopo una serata in provincia di Milano,
fece ridere (spessissimo) e piangere (parecchie volte)
tutti quanti.
mi disse: "Giuseppe, che fai stasera? Mi accompagneresti
a una serata di letture in provincia?"
"Sì, Alda, se ti fa piacere...", le risposi.
"Certo che mi fa piacere, così tutti penseranno che mi son fatta
finalmente la mia guardia del corpo... No, dai, scherzo... Vieni così
vendi un po' dei tuoi librini..."
Ci accompagnò in macchina Giuliano Grittini.
Quando finì la sua serata disse all'auditorio:
"Lo vedete quell'uomo barbuto là in fondo?"
Si voltarono tutti a guardarmi.
"Non abbiate paura! Non uccide nessuno... Nonostante il suo aspetto
è l'uomo più buono del mondo... Ha pure 5 figli, e perdipiù vuole molto bene ad Alda Merini... Andate a comprargli i suoi librini... Li ho scritti io...
Lui fa i libri più belli d'Italia...", disse ...
Fui letteralmente assalito da tutti quanti... Vendetti in 10 minuti tutti i miei libri Acquaviva di Alda che avevo con me, una mezza borsa piena...
Poi quando uscimmo mi disse:
"Hai guadagnato, Giuseppe?"
"Sì, Alda. Ho venduto tutto".
"Un agente letterario come me non lo troverai mai più... Hai visto che ti conviene sempre venirmi dietro?"
"Facciamo a metà, Alda!"
"No, no... a me mi hanno già pagato!"
E mi fece vedere le banconote da 100.000 lire che le avevano dato.
Dopo questa battuta l'amico Giuliano Grittini ci fece questa foto.
Alda, son passati ormai così tanti anni... ma il tuo amico Giuseppe continua sempre a venirti dietro...
Ciao, carissima Alda... Buon Compleanno dovunque tu sei... Ci tenevi sempre così tanto a questa giornata... Per te era la primavera, la poesia, la vita... eri tu!
GDA

DONATO DI POCE


"per Giuseppe D'Ambrosio Angelillo 
La scrittura non può, non deve essere pesante
Il prolasso della nostra solitudine che incombe
Ma un mormorio magico
Che accompagni il nostro viaggio verso la vita
Lo specchio delle nostre illuminazioni d'amore
Della leggerezza che danza nel cuore dei poeti"* 
(c) da Poesismi Cosmoteandrici
DONATO DI POCE



Grande Donato Di Poce , 
se ne frega della rima
e canta a braccio,
non pensa mai al passato,
ma è sempre lì nel presente
che passeggia nel giorno quotidiano...
parchi, sigari, e passi concreti di paese...
tesse lampi e spara a zero sulla sua stessa scrivania..
da raccomandare a tutti i suoi poesismi in fiore...
pane e olio paesano, sale e pomodori di stagione...
fantasia e saggezza,
mele di salute e rose di stelle mai scrutate...
e passano non viste tutte quante le paure...
le vostre e pure le nostre...
GDA



(foto di Donato Di Poce)










E' con lo strumento del cuore che scrivo le mie migliori ballate.
GDA

MILAN BLUS BANN






Grazie a Ricky Farina, giornalista de "Il Fatto Quotidiano", per aver citato il mio romanzo "MILAN BLUS BANN", incentrato sulla figura del mio Maestro di Filosofia alla Statale di Milano, allo stesso tempo grande mio amico, Franco.

lunedì 20 marzo 2017

ALDA

ALDA

Eri bella, Alda,
avevi quel tuo spirito guerriero
che il sole tutta ti illuminava,
guardavi fisso davanti a te
e poi dolcemente sorridevi,
i capelli lievemente sempre spettinati.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

sabato 18 marzo 2017

SOGNI E EMOZIONI


SOGNI E EMOZIONI
siamo fatti di sogni e materia,
e i sogni sono materia e la materia sogni,
e coi sogni stessi ci facciamo pietre.
pietre per costruire conventi
dove ci facciamo monaci,
monaci che smettono di essere solitari assoluti
solo se baciano quel che alcuni chiamano menzogna
e quasi tutti amore.
e se è vero che non si può vivere di sole illusioni
io dico: nemmeno con la falsa illusione
di poter vivere senza illusioni.
i sogni risplendono di sogni,
e sono splendori di bene,
sono arche piene di emozioni,
e più le spendi più diventi ricco.
se la tua fiducia viene meno,
esci dal tuo convento e distruggilo,
il filosofo che è in te è il tuo primo nemico...
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

BISOGNA AMARLO IL PROPRIO DESTINO. IL PROPRIO PAESE, IL PROPRIO IO


BISOGNA AMARLO IL PROPRIO DESTINO, IL PROPRIO PAESE,
IL PROPRIO IO (sono davvero gli unici che abbiamo, non ne abbiamo altri, anche se passiamo 10.000 anni a pensarci sopra, o peggio a lamentarcene perennemente)


io abito nei miei pensieri ed è un posto abbastanza largo,
è come abitare nel mio paese che mi piace così tanto,
è l'anima dell'uomo che è pure tanto larga,
forse anche più grande di un intero continente.
è con l'olio santo del destino
che si condisce la contentezza,
con le luci della macchina veloce del sole,
con lo zucchero dei sorrisi della luna.
lo troviamo l'amore,
se benediciamo ogni giorno il cuscino del nostro letto
che ci regge come un grande amico la nostra testa
quando di notte sogniamo tutti i canti delle nostre feste da bambini.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

lunedì 13 marzo 2017

UN CARO AMICO


UN CARO AMICO

anche un pensiero può essere un amico,
una cartolina che arriva da lontano,
da un passato remoto che nessuno si ricorda più,
e quello viene,
un così remoto lontano amico
che ti dà una pacca sulla spalla
e ti sorride,
ti riavvia affettuoso al domani,
con quel suo ricordo antico,
con tutta quella sua poesia così chiara.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO 

MILANO E IL SACCO DELLE SUE RAPE


MILANO E IL SACCO DELLE SUE RAPE

Milano è una città grande,
hai poco da metterti a cercare il tuo sogno,
se non ce l'hai in tasca
è difficile che lo trovi qui
tra tutte queste voragini.
era un tempo che Berta cantava,
ora ha cambiato mestiere,
ora cattura usignoli
e si sbafa di filetti e controfiletti,
azzanna il cielo
e s'affitta ogni menzogna che gli zufola in capo.
non andare, non venire
le finestre sono tutte occupate,
se non dagli stranieri, dai tuoi migliori amici.
vattene e non tornare più,
il tuo numero è nato sbagliato,
tornatene pure in campagna
e mettiti a zappare di nuovo le vecchie rape 
della tua seria incredulità.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

NON HO ALTRO CHE ESSERE ME STESSO



NON HO ALTRO CHE ESSERE ME STESSO

non ho altro da essere che me stesso,
altrimenti sparisco in una ridda di ipotesi
senza capo né coda,
andrò poi come vuole Dio,
con un fallimento in tasca
e un'impostura per cammino,
sento e ammanto,
tanto i colori sono quelli che sono,
parli bene e ti si rompe una scarpa,
parli male e ti aggiusti il portafoglio,
è del tutto inutile che ci pensi tanto,
guardaci dentro una volta
e poi cambia indirizzo
che non ti vorranno mai più.
il caso che ti amava ora non ti vuole più,
non ti rimane che essere te stesso
e non pensarci più.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

UN'ALTRA CASSA DI POESIE


UN'ALTRA CASSA DI POESIE

siamo birre che vagano nel deserto,
bevuti e allegretti,
con poca luce nella notte,
ma un vagone di libri che non riusciamo mai a piazzare.
ci han fregati una volta,
ci hanno detto di essere veri
ma in effetti l'anno era finito da un pezzo,
ora finalmente ce ne andiamo per conto nostro,
succhiando pietre
e spegnando lumi nostri,
tanto non ci hanno scoperto
e forse è meglio.
andremo al libero teatro di Milano
a caricarci di un'altra cassa di poesie,
di buttarle all'aria
e scoppiare a ridere per la nostra pazza libertà:
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

LA FORTUNA DEL CANTORE


LA FORTUNA DEL CANTORE

canti e canti
e non hai niente,
che canti a fare allora?
non sei mica il figlio del padrone
che ha tutto il magazzino di speranze
tutto affittato alle speculazioni dell'anno prossimo!
sei solo un cantore onesto
che strilla su un'antica circonvallazione,
aggiusti sulla tua bancarella i giocattolini vecchi dell'amore
e passi il tempo giocando come un bambino,
che pensi che il tempo non passa mai
e invece se ne vola via,
come il numero della fortuna che vince sempre
anche se in verità ha perso su tutte queste ruote
e anche su quelle altre...
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

GIN

GIN 

fortunata te che spargi sentimenti dappertutto,
e ami e sospiri e sorridi,
sei davvero innamorata del tuo sogno
e lo dipingi come un cacciatore che bacia tutti i venti
e rincorre l'infinito come un antico guerriero acheo,
sei bella te che ti fai un bicchierino di gin di nascosto
e poi cucini lasagne per l'immensità del mondo,
fortunata te che porgi in tavola e strilli di gioia
per la vita della notte,
e per il passaporto della bellezza
che non serve mai a nessuno.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

UN MARE DI LIBRI



UN MARE DI LIBRI

un mare di voci
che corrono sui muri di tutta la mia città.
un vulcano di carta
vestito di un sentimento antico,
voglio dirti, amico,
che il vento è d'amore,
una notte d'oro
che ti cerca sempre
e ti vuole solo sorridere.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

NOTTE GELIDA


NOTTE GELIDA

la notte è lenta
e il sogno è lungo,
i miei occhi sono accesi come due lampadine
che scrutano nella notte
l'amore che non viene,
il cuore è un faro intermittente
che scruta nell'alto mare
l'amore che non si fa vedere.
i fiori dormono
e io scavo nello scuro
tegole nere che non fanno felici nessuno.
la bottiglia di vino è vuota
e il piatto freddo per il desiderio che è scappato.
la frutta è secca
e il tavolo solitario come un inverno gelato.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

IL SENTIMENTO



IL SENTIMENTO
non guardare al tempo,
potresti trovare una sveglia ferma a quattro secoli fa,
quando il drago della tua illusione
ti faceva vedere tutto il circo in un vassoio di dolcetti alla moda,
il tempo è una conoscenza che ti svia da tutto,
non guardarti alle spalle
ci potresti trovare una statua di sale
che gioca a imitare goffamente il tuo fantasma ormai fuori dal gioco,
il tempo è sempre un passato che sgrida il suo destino,
bello o brutto che sia,
e poi magari il tempo ti inganna come al solito
e ti blocca col freno a mano perennemente tirato.
guarda il tuo sentimento invece,
non passa mai
e ti fa felice con niente,
o al massimo con un sorriso.
il sentimento non ti inganna mai,
perché sei tu
e non il tuo specchio
che ti da da mangiare solo immagini
e poi il nulla di tutto quello che ormai è andato,
non il tuo specchio
ma il tuo amore
con tutte le sue parole
sempre più nuove.
per tutto quello che viene
o sta per venire.
per tutto quel bene
che ancora ti sostiene
e che ancora sempre ti fa sognare.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

venerdì 10 marzo 2017



soffia forte il vento
e il giorno se ne corre dietro come impazzito
di chissà quale foglia,
è il teatro completo di quel che accade agli amori
quando chiudono bottega
e si iscrivono al vago silenzio
che non li fa più correre da nessuna parte,
inchiodati sul posto del loro stesso dispiacere.
ma è meglio il vento pazzo della primavera
e quel sole caparbio che mai si fa distrarre dalla sua stessa luce.
è lo splendore del tuo viso innamorato,
il ritratto dello spirito
che rifiuta di diventarsene fantasma,
il giovane significato
che mai ha paura di andarsene per conto suo,
per i fatti suoi.
una donna che ti offre l'amore con la carezza del suo sorriso,
con la mano calda del suo sogno insonne,
sei vivo nelle mani della tua caparbietà fissa, senza remore,
che non accetta ombre,
voli nel vento della tua inspiegabile luce interiore.
e ridi,
perché solo così ti senti contento..
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

giovedì 9 marzo 2017

AMICO MIO, AMICO MIO


AMICO MIO, AMICO MIO

amico mio, amico mio,
non scordarti mai di avere fiducia in te stesso,
sei davvero il solo 
che può crederci veramente fino in fondo,
e che ti può importare degli errori tuoi?
che ti può intralciare la stupidità altrui?
sei solo, amico mio,
son tue le mani che brancolano nella notte,
son tutti tuoi i limoni aspri di cui ti cibi al mattino,
è tuo il gran tesoro delle pietre preziose
lassù nel firmamento,
quelle sei proprio sicuro che non te le toccherà mai nessuno,
il tuo linguaggio frastornato e fantasmagorico
è la lingua viva del tuo popolo
che mai nessuno si cura di ascoltare,
vai tranquillo,
non temere,
la fosca accademia 
ha le sue possenti porte sempre sprangate,
non ti vogliono e mai ti vorranno,
sono ben incastrati, sono ben incollati, ben ingessati a vita,
tu sei un animale notturno molto strano,
ce la devi fare da solo se davvero vuoi farcela,
ci hai solo il sogno dalla tua parte
e con quello  ti devi far largo e andare avanti,
ci hai solo una rosa in tasca che ti ha dato un giorno tua figlia,
e tutti i venti contro,
c'è solo la tua candela accesa 
che ti può fare luce nelle tenebre,
null'altro.
nessuno ti aprirà la sua porta,
nessuno ti offrirà un caffè,
nessuno ti porgerà manco una sedia
per farti riposare un po'.
 hai solo quel che Dio ti ha donato,
ma chi può allora farsi avanti e spostarti di lato?
loro fanno tutto prima e meglio,
ti ignorano, manco ti guardano,
ma tu te ne infischi altamente dei loro sguardi,
vogliono essere i più grandi? i cosiddetti superiori?
che facciano pure! diventino pure i più grandi del mondo!
tu pronunci parole che conosci soltanto tu,
perché loro inseguono soltanto la loro fama,
e tu invece soltanto la tua poesia.
tu credi nelle tue parole,
in quel che racconta l'anima tua.
tu ti esalti nel tuo arrancare dietro a tutti,
perché chi sorride come l'ultimo degli uomini
 è il più forte di tutti.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO