regala Libri Acquaviva

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CHARLES BUKOWSKI, Tubinga, MARC CHAGALL, Milano, ALDA MERINI, Grecia, Utopia, ROMANZI, Acquaviva delle Fonti, RACCONTI CONTADINI, America, POESIE, ERNST BLOCH, Sogni, Gatti Pazzi, Spinoza, FEDOR DOSTOEVSKIJ, ITALIA, New York, FEDERICO FELLINI, Poesie di Natale

lunedì 30 maggio 2011

G.D. Angelillo IL TERRONE NORDISTA racconti ACQUAVIVA

"Guardami: sono partito dal nulla e adesso sono poverissimo".
GROUCHO MARX
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Io per conto mio non vorrei mai essere un milanese che abbia tra i suoi concittadini un terrone come me.
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racconti ironici e veritieri
sulle molteplici contaddizioni tristi e comiche
dell'Italia di oggi.
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I POETI di gd angelillo

Ci vogliono bene
attraverso i millenni,
e chi dice di poterne tranquillamente
fare a meno
è uno stupido ipocrita.
I Pensieri
e le Storie
sono pane
per le anime affamate di vita,
mentre tutti i saputi
mostrano occhi di triglie fritte.

E noi ridiamo
e ce ne freghiamo
di deludere gli ignoranti:
la Poesia nutre intere Nazioni
e gli dà un volto,
uno spirito,
una cavalcatura
per attraversare salve
il deserto dei secoli.
Mentre intorno
nelle piazze desolate
le mani multiple dei polpi fritti
prendono decisioni solenni
che tra 3 mesi
non ricorderà più nessuno.
Pupazzi politici
e marionette mediatiche
che credono di essere eterni
per i popoli
come sorci capaci di rubare il formaggio
ai bambini.

I Poeti ci vogliono bene
come fratelli
nonostante siamo cattivi come cornacchie.
Mentre il tempo è nero
e ognuno se ne frega dell'altro
quasi fosse un marziano dell'altra galassia.
GD ANGELILLO
Il Cavaliere del Secchio,
poesie metropolitane
ACQUAVIVA
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SPINOZA Pensieri ACQUAVIVA

"Falso è il vanto di chi pretende di possedere, all'infuori della ragione, un altro spirito che gli dica la certezza della verità".
SPINOZA
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Aforismi di uno dei massimi filosofi dell'Occidente: Baruch Spinoza.
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Federigo Tozzi IN CAMPAGNA racconto ACQUAVIVA

"Molte volte la vita è simile a una grande violenza. Tutte le ombre, anche le più lontane, stanno sopra a noi, e la nostra anima diviene silenziosa per le orme del meriggio che cominciano a scintillare. E tutte le cose vengono incontro a noi, come una marca".
FEDERIGO TOZZI
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Un magistrale racconto di un grande della narrativa italiana: Federigo Tozzi.
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DOSTOEVSKIJ Una brutta storia racconto ACQUAVIVA

"La civiltà ha fatto l'uomo più spietato di quanto non lo fosse una volta".
DOSTOEVSKIJ
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Un capolavoro in miniatura del più grande Maestro della Narrativa occidentale: Fedor Dostoevskij.
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sabato 28 maggio 2011

UNA PICCOLA STORIA di gd angelillo

una casa piccola come una valigia, un piccolo barattolo di fagioli una scatola di tonno piccola e un pò di limone, un amore da barzelletta, una vita da cani. un piccolo bunker pieno di libri di cartacce e di scarafaggi (arrivati fin dalla cina), inutile dargli la caccia perchè come tutti gli scarafaggi sono più forti di te.
una metropoli gigantesca, uno degli stati più grossi e più ricchi del mondo (ahimè!), la tua utopia ciclopica a puttane, i tuoi maestri tutti morti di fame abbandonati e vilipesi da tutti, un futuro impiccato fin da ora a questo presente di merda.
hai ancora questo piccolo spazio di blog che ti dà internet e google, e allora ti dico questa piccola cosa: la tua piccola vita non è più piccola del re dell'inghilterra e dell'imperatore del giappone. la tua piccola vita forse non significa proprio niente ma è bella lo stesso, proprio come quella del re d'inghilterra e dell'imperatore del giappone, e allora alzati pure al mattino come si può alzare un leone. nessuno ti può bruciare come un piccolo pezzo di carta che non vale niente se tu non glielo permetti, e allora anche se sei solo non è proprio vero per niente che sei così piccolo, almeno non così piccolo come qualcuno che non esiste nemmeno a questo mondo così incredibilmente immenso per non avere un posto una dignità un futuro e una maledetta forza anche per te.
gd angelillo
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I NUOVI NOBILI MONDIALI E I GIOVANI DI SPAGNA (PER ORA) di gd angelillo

toccano tutto quello che gli piace perchè ci hanno la fortuna dalla loro, ci hanno lo stile dei vincenti, per loro è sempre superfluo quello che pensano gli altri, hanno in corso un'assicurazione direttamente con il direttore generale (Dio), il successo è il loro unico partito politico, ogni loro giorno è un romanzo di 100 pagine meritevole di 1000 interviste diverse, televisioni, convegni, pranzi di gala, le ossa del loro polli ci sono sempre 1000 cani che se le vogliono spolpare sotto a loro, le loro cravatte colorate sono  totem di almeno una città di donne di fellini, sono semplicemente uomini padroni di 1000 castelli, mai nessuna battaglia combattuta nè per conquistarli nè per difenderli, sono i nuovi nobili mondiali, coloro che fanno soldi solo a chiacchere (ma per intanto i loro soldi sono veri, proprio quelli che mancano a noi), ridono quando milioni di uomini vengono colpiti dalla povertà o peggio dai loro terribili terremoti finanziari, questi sono uomini che non falliscono mai perchè sono loro la causa del fallimento di tutti gli altri, non producono nessun bene, loro semplicemente giocano a parole incrociate nelle borse di tutto il mondo, quando arrivano i guai loro semplicemente spariscono. ora vedo le piazze di spagna piene di giovani arrabbiati e indignati, loro sono nelle stesse piazze ma in forma di mosconi verdi e dicono indispettiti: "Ma come? Vi siete già stancati di farvi derubare? Eppure siete così giovani..."
gd angelillo
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mercoledì 25 maggio 2011

LA DICKINSON DI NEW YORK di gd angelillo

C'era la Dickinson una volta in una piccola libreria di New York, vicino al Madison Square Garden, che parlava con una sua amica, una certa Margaret.
"Si vive  come in una specie di mistero troppo grande un pò per tutti", disse Emily.
"Sì, ma la maggior parte della gente non ci pensa neanche", disse Margaret.
"E' tutta gente che trascura all'inverosimile i propri segreti".
"E' sempre meglio vivere nella luce, non credi Emily?"
"Già, se non fosse che proprio la luce è il più grande enigma", disse la Dickinson e sorrise dolcemente.
GD ANGELILLO
la bottega di new york
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CONVERSAZIONE ASSURDA NELLA SESTA AVENUE di gd angelillo

C'era una biblioteca a New York dove un tordo parlava con un leone.
"Sono più buoni i chicchi", diceva il tordo.
"No, sono più buoni i conigli, fidati", diceva il leone.
"Ti facevo più coraggioso", diceva il tordo.
"Cos'hai capito?"
"Che ti piace scappare".
"No, ti sbagli, mi piace mangiare".
"Anche a me, ma non faccio del male a nessuno, neanche ai conigli, anche se mi piacciono i chicchi".
GD ANGELILLO
la bottega di new york
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lunedì 23 maggio 2011

I FRATELLI KARAMAZOV ERANO 4 poesia di gd angelillo

i fratelli karamazov erano 4
e uno di loro era il Merdoso,
il più piccolo era un santo destinato però
a un futuro delittuoso,
il secondo era un irascibile voluttuoso
ma ben cosciente dei suoi limiti
e delle sue miracolose possibilità,
il primo era un rancoroso
pieno di odio e di massiccio risentimento,
assolutamente incapace di far del male
a livello pratico,
il più pericoloso di tutti era però proprio lui
perchè aveva come amico fidato
nientemeno che il diavolo.
Anche il padre di tutti loro
era un loro fratello
ma nemico
perchè era solo
e non riconosciuto,
e seppure lurido d'anima
fu assassinato da una mano inconsapevole
e da una coscienza fin troppo razionale.
Tutto sommato conviene essere figli unici
di un monastero solitario e abbandonato
che lottare senza requie
in un manicomio di perfidie
di cui solo i fratelli ne conoscono
le segretissime nefaste alchimie.
GD ANGELILLO
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venerdì 20 maggio 2011

SPEDIZIONE poesia di gd angelillo

aaa cercasi ditta di spedizioni
che mi mandi sulla luna
alla ricerca disperata del senno degli uomini
che per troppo egoismo
sta finendo che dimenticano proprio se stessi,
perchè è chiaro: se son piantato troppo su me stesso
è proprio di me stesso che per primo me ne fotto.
siamo tutti marziani in viaggio su un'astronave
di nome Terra
ma invece di meravigliarci con gioia
del sommo miracolo
stiamo qui a sbavare sullo scialbo spettacolo
di noi stessi davanti allo specchio malato
e arrugginito della nostra ridicola vanità,
mentre là fuori furoreggiano le dee
gli eroi
le nuvole
le navi
le campagne
i mari
le città
i cieli
le sterminate grandezze
di questo mondo meraviglioso,
compreso noi stessi
che finalmente buttiamo via
(se ne siamo capaci)
questo io carogna
che è un autentico pezzo di merda...
gd angelillo
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giovedì 19 maggio 2011

PAZZI O NON PAZZI CHE SIATE poesia di gd angelillo

duu du tu tu proprio tu chi credi mai di essere o di non essere...
il pazzo ha preso la sua testa mozzata
e l'ha mostrata in tv, era finta ma la gente gli ha creduto,
il pazzo s' è gettata la zappa sui piedi
e si son fatti male gli altri,
al pazzo gli han montato un palco
di 700.000 euri in mezzo a un mondo di miseria
per far vedere quanto era grande il suo narciso,
il suo ridicolo fiore che sanguina sempre
perchè ama solo se stesso
e gli altri finiscano pure figli di chi vogliono loro,
il pazzo zittisce il padre che ha un braccio rotto
e dopotutto non capisce niente
perchè è solo un vecchio e poi è di ferrara pure lui,
il pazzo recita poesie ma solo di morti
perchè i poeti vivi gli fanno sempre un pò schifo,
al pazzo gli ho mandato 50 messaggi nella bottiglia
per dirgli che anch'io volevo cantare alla luna
con quei miei discorsi sul padre di dostoevskij
e sui fratelli karamazov che è una storia vera
e freud che non ci capiva una minchia,
il pazzo l'han cacciato via dal palco dei minchioni
perchè lui non è un minchione
anche se è un balordo pure lui,
ieri mi han dato la patente di pazzo pure a me
in mezzo alle scale, in sospeso tra essere e non essere,
perchè avevo regalato 8 libri alla sormani
accusandomi di fare tutto da me,
e in fondo credo proprio che loro non ne sono assolutamente capaci, e comunque così imparo a farmi i cazzi miei,
ragazzi, se avete bisogno di qualcuno è finita per voi,
pazzi o non pazzi che siate.
se invece fate da soli fate per 3,
e soprattutto correte il rischio
che caso mai ce la fate.
ANGELILLO
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sabato 14 maggio 2011

SECCHEZZA racconto contadino di G.D. ANGELILLO

C'era una volta ad Acquaviva una contadina che vendeva i frutti del proprio orto, là dietro alla chiesa di san Domenico. A quel tempo quasi tutti i contadini non avevano terre e erano costretti per vivere solo a vendere la loro forza lavoro, e quella bastava a malapena a sopravvivere, e anche se si faticava "da sole a sole", cioè da appena sorgeva il sole a quando calava.
Questa contadina quindi si guadagnava la vita vendendo zucche, pomodori, e qualche volta pure fichi. Al tempo si campava davvero con poco e a vendere la sua merce Maria Michela, così si chiamava, spaccava il centesimo e la misura, perchè anche lei, anche se era una venditrice, non è che se la passasse tanto bene.
Così una volta un contadino andò a comprare un mezzo chilo di fichi per i suoi figlioli e Maria Michela gli pesò mezzo chilo esatto e poichè il peso era un pò di più, la donna prese un fico e lo divise a metà, e così il peso era perfettamente esatto, rimettendo il mezzo fico a posto con la ferma intenzione di venderlo a qualche altro avventore.
A quel gesto il contadino esclamò:
"Che secchezza!", intendendo con questo indicare sia l'avarizia che la grettezza, ma forse  non era altro che miseria e severità dei tempi, e con ciò la benedisse per sempre.
Infatti la contadina Maria Michela da quel giorno fu soprannominata da tutto il paese Maria Michela Secchezza.
G.D. ANGELILLO
Contadini e squattrinati
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G. D'Ambrosio Angelillo LA SAGGEZZA TRAGICA saggio sul giovane Nietzsche ACQUAVIVA

Vita e Pensiero del giovane Friedrich Nietzsche
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martedì 10 maggio 2011

LA VITA SARA' SEMPRE LA SCUOLA PIU' BELLA, RICORDATEVI, RAGAZZI

Si avvicinano come sempre per ognuno
gli oscuri scrutinii
che ci diranno se siamo buoni
oppure patate da scaricare nel magazzino.
Si dice in città che quest'anno
saranno particolarmente severi
e come al solito parecchio violenti
con i più deboli.
Dicono che il governo deve risparmiare parecchio
sulla corrente elettrica
e le spese dell'ascensore sociale,
niente di nuovo sotto al sole
direbbe qualcuno,
se non fosse che di mezzo ci vanno
le folle di ragazzi
che con ansia e molto torpore
aspettano il responso annebbiato
per il loro futuro...
Ecco che allora a me viene da dire:
OCCHIO, RAGAZZI, ALLA BUIA FREGATURA!
La scuola è importante
e il liceo pure
ma la VITA è più importante ancora
e rimane di gran lunga sempre la NUMERO UNO.
In caso di attacco:
sfregare l'anima
con la pietra fuocaia della gioventù
e vedrete che l'arcano vi si svela come d'incanto:
la vita è futuro in sè
e sempre ha la meglio sui decrepiti
e i morti di ogni età...
I migliori spesso hanno le migliori bastonature pure,
e a volte solo per questo se la vogliono svignare via.
E quei vecchi morti che ancora rimangono là
se ne stanno sempre là
a chiedersi il perchè il percome e il perquando
sul motivo oscuro i ragazzi se ne vorrebbero scappare
soprattutto da loro,
poveracci non si accorgono mica
che i morti sono veramente brutti... e cattivi...
e micidiali...
Così qualsiasi cosa accada,
anche se lo so che ce l'avete messa tutta,
buttatevi pure alle spalle questi assurdi libri della malora,
e pensate che domani è l'estate,
domani è l'amore,
domani è per molti anni ancora
la vostra potente pazza allegra gioventù...
I vecchi morti lasciateli pure alle loro buie puzzolenti fosse
...
quando la scuola boccia qualcuno
vuol dire che è lei stessa la prima
a dover essere bocciata...
La vita, ragazzi,
sarà sempre più bella
di qualsiasi pezzo di carta di merda...
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G.D. ANGELILLO

lunedì 2 maggio 2011