regala Libri Acquaviva

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martedì 21 luglio 2015



MICHELE E' ALTO MILLE E UN AMICO, E OGGI FA 17 ANNI

aveva voglia di diventare così grande
che è diventato più alto di qualsiasi bacio,
raccoglie palloni con i piedi
e li lancia in un canestro con mano felice,
è socievole con tutti i ragazzini giocatori di pancia e di faccia,
pianisti provetti e ragionieri di tutte le follie di periferia,
è amico di tutti i giardini di milano,
sia d'inverno che d'estate,
bestemmia in domenicano e ride in veneziano,
è bello e tutte le ragazze lo guardano
ma lui non s'accorge e continua a raccontare
di quando gli ubriachi sulle vie verso i navigli 
imbrattano di nostalgia i forni e le birrerie.
ha la testa vuota perché l'avvenire è il suo unico vanto,
ne ha da mettere secoli là dentro
e lingue americane e città di occasioni.
è un ragazzo che naviga veloce 
nello stato perfetto di sua madre madonna utopia
dove i suoi fratelli abbracciano fiori e orbite di pianeti lontani,
lui prima li sbeffeggia
e poi accende mille canzoni in un secondo
mille giorni di ricca povertà nel suo sorriso di occhi sinceri
che scuote tutti i pantani qui intorno a via dei re rannicchiati.
ma lui, michele, salta come un cigno
e s'invola come un arcangelo
verso il suo canestro tutto pieno di gente
che ormai stravede per lui
come la sua cara gioventù che compie oggi appena 17 anni.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

IL POETA DI MILANO SOTTO IL DUOMO

il poeta di milano se ne va sempre lì, sotto il Duomo,
perché sempre ha bisogno di vedere i miracoli
e insinuarsi nella fantasia di una preghiera.
in città non ne costruiscono più cattedrali,
solo tetri palazzi dove vanno a rintanarsi le belve del soldo,
gente senza più Dio né un misero pensiero di compassione,
l'empio bastona pure la luce se per caso va
alla casupola sbagliata.
la città è stanca e se ne va quasi in rovina nella sua esile anima,
se non fosse per gli alberi che ridono nel mattino
e la bellezza di questa montagna di marmo di libri
che splende perenne
qualsiasi tempo faccia,
qualsiasi mangiatore di focolari
venga a far bivacco nei dintorni
col dente aguzzo del suo potentissimo affaruccio.
GDA

lunedì 20 luglio 2015

BLUES DELL'ANIMA 
DAVANTI A UNO SPECCHIO AL BAR

l'anima non manda messaggi
suona un blues
che non va in onda sulle linee dei telefoni.
"come va?"
"va, dicono i tedeschi".
"non ti vedo più in giro".
"in giro ci sono ancora
sarai tu che non accendi la luce".
ci rifletto su,
m'avrà comprato un libro in 77 anni.
ma va bene anche così, come dicono gli italiani.
vado a guardarmi allo specchio del bar
non sono tanto malaccio,
somiglio a un marx 
ancora giovane per un altro po'.
mi bevo 2 caffè e comincio a sudare,
fa caldo
e con il caldo aumentano all'infinito i messaggi
e le telefonate.
io invece sono in riposo,
penso alla valigia dove abito,
alla cucina piena di pane duro
e i fagioli da 4 soldi.
mi vuole bene qualcuno in giro,
altrimenti sarei un ubriacone
e non continuerei ancora a scrivere.
mi guardano strano
perché ho una macchia gialla dietro
la mia maglietta azzurra.
una macchia di varichina, uno sbaglio a lavarla.
questa maglia me là regalò una volta
tanti anni tanti anni fa mia madre,
questa maglia è una fra le tante altre ragioni
che la mia anima non si è ancora persa.
vorrei chiedere alle persone 
che mi guardano strano
che storia hanno le loro maglie nuove.
ma ci rinuncio,
sto ascoltando il bel blues
che la mia anima triste se ne sta suonando
per conto suo davanti a uno specchio
di un bar del centro di milano.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
CALDO TORRIDO A MILANO IN QUESTI GIORNI!

ci si abitua a tutto,
anche a un caldo torrido,
si bevono 5 bottiglie d'acqua,
si mangiano 2 chili di banane,
5 stecche di cioccolata,
per il resto a stecchetto rigoroso,
poi si sopporta anche il caldo di 40 gradi all'ombra.
i gatti neri in fondo alla strada di via palmetto
se la passano certo mille volte peggio di me.
gli spacciatori sotto ridono sempre,
il caldo ha dato alla testa anche a loro,
ma sono forti loro
e, sfido io!, i contanti non gli mancano mai!
anche gli scarafaggi schizzano a 3000 all'ora,
è quasi impossibile tirargli una mazzata in testa
per quanto corrono così veloci.
la massa dei cittadini è sparita nel nulla,
se si fan vedere boccheggiano come pesci randellati
con le loro ridicole bottigliette d'acqua in mano.
sanno cosa fare: aprono la bocca per la meraviglia
e se ne stanno rigorosamente zitti,
anche con il governo fanno sempre così.
è un tipo di condotta ben oliata e rodata alla perfezione.
si arrabbiano pure per il caldo
ma pensano alla salute
e finiscono per starsene zitti,
può sempre essere anche più brutto di così.
quelli in auto poi vanno alla massima velocità possibile
credono con tutta ragione di essere già all'inferno
e con la testa rovente
credono che a tutto gas può essere meglio.
qualcuno di loro se ne va certo all'ospedale
ma io non voglia di seguirli fin là
per sapere che dicono fermi finalmente in una barella.
minchia, ragazzi, che caldo fa a Milano in questi giorni.
me ne andrei certo al mare se potessi,
ma quel monellaccio del mio destino
m'ha forato una gomma della macchina 
che ho perso il secolo scorso.
cazzo!
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

IL SOMMO SAGGIO

guarda là il sommo saggio che pontifica,
la testa di patata un po' troppo bollita,
è il suo lavoro e per tutto il giorno deve far lezione
in special modo a quelli che non capiscono niente
e preferibilmente non hanno mai letto un libro,
non risponde mai al telefono
perché è davvero una persona troppo importante,
suona benissimo il pianoforte, all'occasione anche Chopin,
ha un gatto e un cane sporcaccione che la fa a ogni angolo,
non ha fatto il soldato perché è tassativamente contro la guerra,
se cucina gli spaghetti li scuoce infallibilmente,
perché è scotto perso pure lui,
è sempre sicuro di tutto
anche perché è pagato un occhio della testa dalla sua università,
scrive su tutti i giornali sia di destra che di sinistra,
mangia sia in ristoranti cinesi che in quelli americani,
preferisce le bionde ma se c'è una bruna va bene lo stesso
se poi la ragazza è una rossa si può tirare avanti lo stesso
senza alcun problema,
all'amore fatale predilige l'amore di una notte,
è un vincente che vince proprio sempre
con i perdenti fateci una marmellata e datela ai preti, dice,
lui non sa proprio che farne con i cespugli secchi,
alberghi di lusso sempre spesati
soffiate pertinenti da tutti i punti cardinali,
l'insalata verde dei suoi libri va servita ghiacciata
così i bonzi ci capiscono ancor meno,
perfettamente allineato con i pescecani d'altura,
sempre d'accordo con i magnati della prima linea,
mai perso un centesimo nemmeno in alta montagna,
se ne va al tavolo delle conferenze
come un generale di corpo d'armata corazzato,
se la sua cameriera lo chiama per il pranzo
lui piano le dice: "il piatto è servito
lo vai a dire a quel cornuto di tuo marito!"
GDA

domenica 19 luglio 2015


QUEL CANTO D'AMORE

nelle terre così lontane dei nostri pensieri
s'adunano tutti gli eroi delle scenate,
le nostre miserie sconosciute anche a Dio,
ma quel canto d'amore che nessun cielo volle
s'alza ancora per queste oscure volte,
dove noi ancora c'impacciamo così goffi
con tutti questi nostri ricordi da niente.
ancora s'alza quel canto d'amore e noi sorridiamo,
ancora amiamo chi ci circonda.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

birra a milano

cara milano mia
che versi birra anche nei boccali delle farfalle,
nei bicchierini delle falene,
nei bottiglioni dei truci scarabei,
versa un po' di oblio
in questo cerchio di anime
che non ne vogliono più sapere di voler bene
a questa terra,
fagli confondere le idee,
buttale nel naviglio a ripescar le loro ali.
vogliono sempre far soldi
mai bene.
falli ridiventar bruchi, ti prego,
falli pure strisciare sui muri 
come gli piace davvero fare molto anche a loro.

giuseppe d'ambrosio angelillo


LA FAVOLA DEL MONDO

il mondo è una favola così grossa
che nessuno la vede,
nessuno ci crede
che alla fine della storia
c'è un senso d'amore.
preferisco fare gli asini che ragliano nel vento,
e viaggiare nel nulla
come una presunta nostalgia.
ma la favola è così grossa
che tutti noi ci respiriamo dentro.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

I SUPERBI

non mischiate la libertà con la menzogna, per favore,
la vanità scura con l'arte chiara.
non potete fare la guerra e parlare di pace.
Dio ci fa visita ogni tanto
e non fa mica finta di essere Bacco ubriaco.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
giuseppe d'ambrosio angelillo

LOTTA A COLORI

io mi intrattengo alquanto
con l'inconsistenza dei miei sogni,
mondi sbiaditi,
non puntualizzati eccessivamente,
pure abbastanza paludati.
il soldo vince, mi dicono,
e graffia via la scorza sua
anche all'albero più fiero.
son convinto anch'io di questo
ma io canto,
inganno il grigio
con un arcobaleno,
vado fuori misura, questo è certo,
ma piazzo non prevista quasi una credenza in Dio,
e allora li vedo tutti quegli altri,
tentennare,
arretrare almeno un pò.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
IL SENSO DELLA VITA

il senso della vita
è sempre l'acqua di qualcuno,
qualcuno che a pensarci
ci vuole bene.
è vero che noi tutti non contiamo mica granché,
ma quel qualcuno ci vuole sempre bene
e allora non siamo mica perduti nel niente.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

IL GATTONE NERO SE NE SCAPPA SEMPRE

se vuoi sapere quante volte son scappato
io ti farei vedere il mio passaporto
con tutti quei timbri di aspiranti tiranni
senza manco un consolato
da vecchi volponi.
più stupidi sono
e più ambiscono a comandarti,
senza manco la tagliola
di una misera competenza.
fan così con tutti,
specialmente con noi gattoni neri.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
Milano, Torre Velasca
LIBERTA'

la vera fortuna dell'uomo è sempre
la sua libertà,
che fugge nell'aria,
il lavoro oltre i serpenti,
l'amore vissuto quasi in sogno.
anche il godimento
è un canto segreto alla libertà.
nel mondo insonne così allegro di poeti.
credere alla fortuna
è credere alla libertà,
e credere alla libertà
è credere all'amore.
la libertà è la preghiera silente
di tutti gli uomini del mondo.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

FORTUNA

mi accontento spesso
delle tue lettere
e del vento sulle finestre qui al mio ultimo piano,
c'è molto altro oltre l'uguale monotono scontento,
c'è tutta questa città accesa tanto per cominciare,
e poi questo cinema di gran fortuna
dove strimpellano allegri tutti i nostri sentimenti,
i poveri, tra i quali pure noi,
che accarezzano la porta di casa
come fosse il più bel castello
di tutta quanta questa matta mitologia italiana.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

sabato 18 luglio 2015


PARANOIE DI UN MARINAIO SOLITARIO

c'è un porto sotto il mio letto,
con le navi, i moli e la notte fonda.
fa troppo caldo e così non riesco a dormire,
su di me c'è una grossa scogliera della Sicilia
una corazzata d'acciaio rischia di far naufragio
su quello scoglio tra non molto,
io intanto spacco i macigni nel mio cervello.
chi mi ha dato tutte queste certezze
che non servono a niente?
sarò stato io stesso così idiota
a piantare tutti questi fagioli magici
che non mi hanno mai portato da nessuna parte.
devo andare in cucina a bere mezza bottiglia d'acqua.
dà così sete starsene in mezzo al mare salato
di tutte queste mie stranezze!
devo stare solo molto attento
a tutte queste correnti pericolose d'amore
che fluttuano attorno a me,
sarò un asino che si porta un'altra testa
nella tasca sfondata.
al largo, amico, dalla follia dell'uomo superbo!
io comunque non me ne vergogno tanto.
son solo e non faccio danni mai a nessuno,
tranne a me stesso.
devo arrampicarmi sull'albero maestro
e guardare per bene cosa c'è in frigorifero.
"è ubriaco", dirà qualcuno di voi
ma la verità è 
che con il mare bisogna stare molto attenti,
gli scogli son sempre bagnati 
e come niente te ne finisci
in un cesso pieno di merda
con lo scarico pure rotto.
son solo
e vivo alla mia maniera.
che ci posso fare se la mia casa è verde
e le luci sono così fioche?
in casa brancolano pure leoni
sotto la polvere
e strani dinosauri nella pattumiera.
io così me ne sto nel porto della mia anima
e zappo la terra delle mie favole fallite.
devo solo stare attento a non perdere le scarpe
quando passa il rimorchiatore di tutte le mie cazzate.
certe volte batto a macchina i miei romanzi
in piene tempeste di nulla.
adesso mi imbarco su un'altra fregata
e me ne vado in cerca di un altro blues.
buonanotte, amici,
spero che tra un pò riusciate a dormire pure voi.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO 

tonno in scatola

come sono importanti tutte le cose del mondo
che non valgono niente,
queste poesie che si mettono nei libri
e poi non vanno da nessuna parte,
raccontare le passioni di 4 o 5 millenni fa,
mentre in cucina il pavimento è così sporco
da sembrare nero,
mentre la città brucia nella follia umana
che ha alzato la fiamma del gas
per guadagnare 5 centesimi in più.
mentre metto una scatola di tonno nel piatto
con olio e limone,
mediterò sulla forza della natura di una donna
che è capace di spostare l'Italia con un semplice sguardo,
e su quell'orologio che cammina
portandosi in groppa una mia borsa carica di fogliacci.
quel tonno arpionato in pieno oceano
da un buffone che ha la moglie che lo tradisce,
ora è nel mio piatto,
un amore pazzo che ora finisce sotto la mia forchetta.
milano è rovente e triste,
e io aspetto il mio amore
che mi riporti la fame del domani
che ora è sotto il limone che ho spremuto io.
tutte le cose del mondo sono così importanti
che anche il governo abbasserà le tasse sull'amore al limone,
solamente però per l'anno prossimo.
abbasserà pure le tasse sul caldo e la tristezza
ho sentito dire.
ora dovrò mettere tutte queste cose così importanti
in un libro che chissà poi dove se ne andrà,
forse da nessuna parte.
e questo tonno lo ha mai immaginato questo mio piatto
così introspettivo?
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
L'AMORE

l'amore è il mondo di favole che si vede all'alba,
che in pieno giorno crediamo molto stupidamente
svanito nel nulla da così tanto tempo .
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

venerdì 17 luglio 2015

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I FIUMI DELLE NOTTI

vengono i fiumi delle notti
a dipanarsi discreti 
nella stanchezza delle signorie
dei ricordi.
che strana ottusità ha la testa
che si rammenta di tutto
in una grande tenda di circo equestre,
con i pagliacci, gli acrobati, le belle trapeziste.
di pubblico eravamo solo noi,
come un singolo bambino
sperso tra gli sguardi di tutti gli altri.
mentre il teatro era finto
e la nostra vita vera.
ci fumavano come sigarette fatte di anime nere,
ci accendevano come lumini di ambulanze di matti,
ci spegnevano come ospedali da riciclare
in discariche di spazzatura.
ci incendiavano dappertutto
e senza aspettare più nulla
arrivavano pure a vietarci di respirare,
che c'era ancora da pagare l'ultima bolletta
del postino di tutti i guai.
black and night
were down in my heart.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

L'ANIMA DEL MAESTRO

ogni grande maestro t'insegna la libertà,
mai a ripetere all'infinito i tristi segreti
che non saprà mai nessuno.
la libertà è un grande mare sul quale navigare,
un grande lago di verità
dove andare a scoprirsi,
e sapere con gioia d'un tratto
che quello strano paradiso
che andavamo sempre cercando
l'avevamo sempre posseduto
e si chiamava: vita.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

SULLA DOPPIA NATURA DELLA RICCHEZZA DEL MONDO

è certa ricchezza l'amore per il mondo
ma l'uomo ama nascondersi dietro l'oro,
vede pure quanti diamanti brillano
sulla sua corona,
non s'accorge del ghiaccio che gli circonda la testa
invece,
gioca col gelo e s'arrugginisce pure lo sguardo suo,
i popoli diventano indifferenti
le anime di pietra.
quando scorrono i fiumi di denaro
nessuno vede il bene che scorre pure lui sotto sotto.
l'amore non lo vogliono concepire più
nemmeno come illusione.
vogliono sbarazzarsene del tutto.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

ORA CHE PER DAVVERO SAPETE TUTTO

ve ne andate in riva al mare
a riconoscere l'ala dell'angelo caduto,
ve la scordate la città che brucia
nel suo mistero devastato e rovente,
dite che i poveri possono essere cacciati
e che queste sono le regole,
dite pure che Dio non vede un bel niente
e nella migliore delle ipotesi
si astiene dall'intervenire.
dite pure che nell'anima non germogliano i fiori
e non scroscia l'acqua della viva lingua di noi stessi.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

I REGISTI SMEMORATI

l'uovo d'oro perduto
nel sale di altri magazzini,
i soli dove si caricavano i sogni
di tutta quanta la città,
l'avrete visto pure voi
quando il regista scrive la storia
e per un motivo o per l'altro
si scorda di mettere il vostro nome,
o addirittura fa finta di non averlo mai saputo.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

IL SOGNATORE

il sognatore scava la terra
alla ricerca del suo tesoro perduto,
insiste nel cammino,
scuote l'anima sua e la incita.
ascolta il silenzio,
il brontolio della nuvola nel cielo,
il discorso perfetto dell'acqua che scorre in montagna.
il suo cuore ama qualcosa che quasi nessuno vede:
il piede di Dio che scosta la pietra d'intralcio
nella sua ricerca.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
giuseppe d'ambrosio angelillo a piazza diaz, Milano, con la sua bancarella di Libri Acquaviva,  primavera 2015

IL BENE PORTA BENE

il bene porta bene,
il silenzio porta il sapere.
si corre alla carlona
in mezzo a tutta questa rissa di pensieri.
si fa grigio il giorno,
sorda la notte,
il vento fa fiorire tutte le nostre carte inquiete
sul nostro tavolinetto traballante,
passa un morto,
un criminale scappa,
sul ballatoio piange una moglie abbandonata,
da qualche parte nel vicinato si festeggia
l'andata in pensione 
di un generale di corpo d'armata,
ma proprio qui dove siamo caduti tutti?
inutile protestare
inutile avere dubbi,
la fortuna è fortuna.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

L'ANIMA NON SI STANCA MAI

le profezie non ti stancano mai,
come la notte,
i sogni
e i frutti del peccato.
che sia consapevole o no l'anima
non si stufa mai di tutta la sua smisurata rindondanza.
si arriccia come vuole
e si fa cadere addosso
pure una casa piena di solitudine.
lei cerca il principio di tutte le cose
come può stancarsene?
riempie la sua borsa di fumo
e s'incammina.
se ne va da una donna,
in una libreria fuori mano,
nel truce inventario di riviste oscene o di cronaca quotidiana
di un giornalaio fuori zona.
cerca il cuore della vita,
i suoi capelli
le sue labbra,
il suo bel viso.
non trova mai nulla,
o poca roba d'altro.
un esempio,
un proverbio,
una storia contadina.
ma lei s'accontenta, raccatta tutto e porta a casa.
a casa mette tutto sul tavolo ed esclama:
"che spettacolo! che gran meraviglia!
ma chi l'almanacca tutto questo marciume?
tutta questa gran gioia di vivere?"
giuseppe d'ambrosio angelillo

IL BENE NON CONOSCE IL MALE

occasioni ne ho avute, non posso dire di no,
questo farmi vedere e poi sparire per un pò
in tutto questo frondame della vita,
di parole ne ho dette,
di libri ne ho scritti.
tutti di fantasia a fare il solletico sotto i piedi
al silenzio degli uomini tra di loro.
a questi pianeti assurdi che ci gravitano in testa
e poi ci precipitano sul naso.
di colpe che riguardano il male
francamente non ne ho,
se un prete mi confessa
non ha manco un pater noster da farmi dire
per penitenza.
la vita è una scuola
che prima o poi fa piangere tutti i suoi scolari,
io vado nella strada difronte
e sventolo il lenzuolo rappezzato dei miei miti.
il bene non conosce il male
e se ne va sempre tranquillo per i fatti suoi.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO 

IL CANTO DELLA STRADA

salta in aria spontaneo il canto per la strada,
offre un bicchier d'acqua
e saluta,
gli basta sognare il confine del bene
e non dice più niente.
il malvagio?
e chi lo conosce?
la vita ha una figura
che è proprio quella che vuole lei.
la fatica del poeta a volte è lieve,
carica il suo galeone
di tutto il dolore che trova
e allegramente lo fa affondare al largo,
con tutti i suoi tesori fasulli.
poi riguadagna la terra a nuoto
tra i pesci pazzi di tutti i mari
e si mette a cantare di nuovo
l'avventata vendemmia degli amori in città.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

L'INFINITO DELLA VITA

qui non canta il nulla
né il sofisma oscuro della vita
che s'imbroglia nei vuoti del passato,
e s'impiglia in tutte le parole
senza portare a compimento
nemmeno un giorno.
qui non c'è l'abisso
né il sonno del martire
che vuole solo essere ricordato per niente.
qui c'è solo una porta aperta,
un canto che conduce a un solco d'amore.
ecco: un respiro di bene
che ognuno ne fa quello che vuole.
la vita, a ben pensare, non è mai la stessa,
è davvero così infinita
che ci siamo qui pure noi.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

ALLEGRIA, BIMBO!

allegria, bimbo,
altrimenti ti toccherà berti il latte acido
di quella madre che t'ha scordato.
la vita non ha pietà,
e allora?
reimposta il vento del giorno
e metti la manopola
sulla collina degli ubriachi,
quelli che fanno di ogni lacrima
una assurda poesia!
che ti frega?
il dolore fallo piangere agli altri,
fatti compagno a quella tua intima risata
che ha ancora per miracolo
tutte le pagine così bianche.
non vedi?
il vento è già cambiato
e la manopola del destino
s'è girata per conto suo
su questa bella canzone rock
che sta mandando proprio ora la radio
per tutte le montagne coperte di neve!
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
Giuseppe D'Ambrosio Angelillo con la sua bancarella di Libri Acquaviva a Piazza Diaz, Milano, 2015

UN GATTO POETA L'AVETE MAI VISTO?

ti attraverso il passo
con il mio semplice sguardo di folle,
perché davvero rovente fu il mio abbandono.
e questo strano piacere delle lettere
che spedisco chissà dove
proprio a tutti.
sarà la nudità della mia anima
o questo sincero ravanio nei segreti vigliacchi,
ma davvero da bambino sognavo
di fare il poeta.
e a cominciare dai 17 anni l'ho fatto.
e come vedi ancora lo faccio
e allora cortesemente mi permetto
di attraversarti la via
con il mio semplice sguardo di gatto matto.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

LIBERTA' D'AMORE

pelle a pelle
io ti combatterò
con l'oscura presenza di questa vita
che vuole fare la stupita.
io ti farò uguale alla carne della natura
che se ne diventa divinità
per uno strano sbatter di ali.
di spiriti frenetici non ne vedo molti
ma con le parole le urla le bestemmie
 si può far molto
per uno spettacolo alquanto decente d'amore.
i capelli colorati d'oro come il grano,
la felicità fatta fresca come un oscuro limone
l'apertura calda come il miele
e le mani,
consultando i miei sogni
mi viene in mente Ulisse
quando si fa marinaio
e per incanto alza l'angelica vela 
dell'azzurrissima
libertà!
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO