regala Libri Acquaviva

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CHARLES BUKOWSKI, Tubinga, MARC CHAGALL, Milano, ALDA MERINI, Grecia, Utopia, ROMANZI, Acquaviva delle Fonti, RACCONTI CONTADINI, America, POESIE, ERNST BLOCH, Sogni, Gatti Pazzi, Spinoza, FEDOR DOSTOEVSKIJ, ITALIA, New York, FEDERICO FELLINI, Poesie di Natale

martedì 30 dicembre 2014

BUON ANNO! da Libri Acquaviva


Bunker di libri,
scrittore inattaccabile.
gda
Beats
Marc e Bella Chagall.



Giuseppe D'Ambrosio Angelillo scrive...
il suo romanzo "Pasqua"...
milano
gallaratese,
metafisica, pane, gas
"la grande milano"
racconto
on www.books.google.com
i libri contengono 
le vitamine A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y e Z,
in pratica ti aiutano a rimanere sano
e t'allungano la vita 
oltre la tua stessa mente.
gda
letto un giornale letti tutti.
gda
Neve, neve, neve,
imbianca il mondo
e fa' sognare un pò più a lungo tutti quanti noi.
gda
Alexx, Giuseppe D'Ambrosio e Aldo Monticelli
sul Naviglio Grande
alla fine di un Mercatone di fine mese.
MILANO
l'amore è uno spirito
con due ali di pietra fusa
100 poesie
acquaviva
ogni cuore è un enigma,
porta dentro di sè un segreto
che mai rivela a nessuno.
non c'è proprio niente da fare,
è solo su questo che si fonda l'inconscio,
che così è solo non-detto.
gda

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BUON ANNO! da Libri Acquaviva

disegno di Maria, 9 anni


PENSIERI DI FINE ANNO
ronfa e russa il malvagio nella sua gelosia insana,
il cuore canta senza orchestra
la voce se ne va a ramengo per conto suo,
il certo per l'incerto
tiene in piedi il coro in qualche modo,
il nulla col niente
tiene i conti non c'è male,
si guadagna ancora a Milano per Natale
e l'Anno Nuovo,
basta avere un tram in tasca
e un duomo in testa.
con un sorriso,
un bicchiere
e un piatto caldo
canta al cielo anche il povero
nella sua coperta fredda.
ronfa e russa il malvagio nella sua stolta sonnolenza,
non capisce un corno
ma si sente lo stesso il padrone del mondo.
ciò che pensa non interessa lo spirito del canto.
giuseppe d'ambrosio angelillo

LUCI DI FINE ANNO
che pescatore di luci balzane è il poeta,
racconta di viaggi in tram
che non portano da nessuna parte
se non in una canzone così rara
quanto una perla in mano a un povero,
ricorda per nulla il pavone dai mille occhi
che gli rubò il portafoglio
quasi fosse la sua bella,
ma la chitarra è di un paese di nome vita,
e lì si perde e si guadagna
e non c'è mai nulla da ridire.
la canzone finisce
ma il tram continua ancora la sua corsa
sotto le luci balzane di una grande città in festa
ma con un pianoforte molto triste
nel sottofondo.
buon anno.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

BUON ANNO A TUTTO IL MONDO!



BUON ANNO!

c'è un senso per ogni cosa
anche solo per il fatto che ogni cosa è,
i giorni che respiri sono dolci,
sono i misteri di tutti i canti della vita,
tu come gli altri hai diritto a questo mondo
e alla sua felicità,
siamo ormai da tempo 
sul confine di qualcosa di tetro
e della sua cavalleria di folli,
ma nei film la bellezza è un'eroina che non cede,
l'amore è un sogno che sempre vince
perché davvero è il cuore sempre il più forte.
addio anno,
benvenuto anno.
ai vivi i giorni sono sempre dolci.
non si può maledire il giorno che ci fa vedere tutto,
non si può disamare nemmeno l'amaro
di ciò che è andato.
è la vita, non una cartaccia qualsiasi.
addio anno, caro amico mio.
benvenuto anno, caro fratello mio.
mi troverai sempre qui,
nel posto di lotta 
sul fronte della battaglia quotidiana.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

giovedì 18 dicembre 2014

disegno di Maria, 9 anni
ERBE E FULMINI

mi prendono per uno scrittore di mano sinistra,
con la destra seguo solo le righe del mio cuore,
mi pagano col sangue dei vili
cioè nulla,
vivo in una casa che è fatta tutta di curiosità,
parteggio per la vuota speranza
che si mangia ogni tempo e ne fa primavere occulte,
gli stravaganti stratagemmi di una nazione
che alloggia tutte le parole del mondo
e ne fa un bene infinito,
erbe e fulmini,
eserciti di allievi
che mai sanno qualcosa l'uno dell'altro.
freme il sogno
e si manifesta alle opere degli altri,
questa mia Milano che mi fa vivere
e intanto mi ruba tutto.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

mercoledì 17 dicembre 2014

"I tre soldati e la nonna del diavolo". da una favola dei Fratelli Grimm


NATALE IN CAMPAGNA

contadine che parlano con gli angeli
e mai ne fanno parola con nessuno,
gli esseri che vivono solo della bontà della natura
e mai si lamentano del nero dolore
che alberga nel loro cuore,
natività di campagna
dove ogni sentimento è puro
e per sapere si va sempre in gioventù,
quando la sapienza è piena
e non ascolta vili consigli.
campagna che si abbraccia sempre a chi la ama
e mai si perde un giorno
in promesse da nulla,
questa fatica che fa sudare
e che per dono ti dà il più bel cielo di Natale.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO


POETI A VITA

siam fatti tutti di fontane,
di ricordi di padri,
di campagne,
di notti infinite.
siam sempre dei bambini
anche se abbiamo 150 anni,
i grilli cantano ancora per noi,
gracidano ancora per noi le rane nei rivi,
brillano le lucciole sempre nei nostri sogni.
siamo poeti a vita,
una grande meraviglia nell'anima,
un amore nel pugno,
un gallo sempre pazzo a ogni mattino
nel nostro cuore.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO


ORDINARIE DISAVVENTURE 
DI UN POETA IN TRASFERTA

il mio cuore è pieno di spaghetti e paranoie,
son stato cacciato da Bombay
da un falcone maltese ipnotizzatore
che voleva rubarmi il portafoglio
e la mia verità,
mi han distrutto e mi hanno scaraventato in manicomio
con 36 pillole al giorno da ingurgitare a forza,
son tornato a fatica nel mio sguardo,
qui nel bosco pieno di poveri
vicino Milano,
ora cammino leggero come un matto,
i pesanti invece continuano a vendere i loro tappeti
invidiosi di tutto,
pure di un poeta libero
che se andava per l'India
perché amava le farfalle e i fiori selvaggi.
ora son qui in metropolitana
come in una cantina
piena di belle musiche
che mai nessuno si prende la briga di ascoltare davvero.
ma chi di voi può davvero dire dove va?
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO



UTOPIA

sposarsi a ogni giorno
con l'idea dell'amore nell'anima,
il paese ci diventa blu,
la casa calda di figli,
i ricordi mettono su la banda del municipio di Brema,
tutti che sono felici
ragliando come asini,
abbaiando come cani,
miagolando come gatti
cantando come galli
che ben conoscono 
la grandezza di ogni nuovo giorno che arriva,
se è sempre l'amore
il nostro amico migliore.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO


VIENE L'AMORE

viene l'amore
e viene l'oblio,
questa dimenticanza di esistere
che pareggia tutto ai nostri occhi,
questa visione di pace
che ci spegne in tasca qualsiasi antagonismo,
io vorrei capire gli angeli
che incontrano un demonio
e lo prendono per uno gnomo sperduto
da riaccompagnare con cura a casa,
perché forse l'inferno
è il posto di tutti i paradisi perduti...
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

E' NELL'ARIA

è nell'aria che volano le parole,
le sacre utopie,
gli amori straordinari.
nell'assenza dei numeri
viene fuori la vera pace,
la didascalia del creato
che è sempre un sentimento,
con i furori incomprensibili
lasciati dietro le nostre spalle,
mentre il bene perfeziona tutto il resto,
compresa la nostra risibile avanguardia.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO



ANNI E ERRORI

si sbaglia sempre per troppo idealismo
si sbaglia pure per troppo empirismo,
ma il viottolo dell'uomo è questo:
tra mare e montagna
trascinandosi dietro questo blocco di creta
che crede
non crede
sceglie il fango suo fratello
aspira alla grazia sua lontana antenata.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

martedì 16 dicembre 2014

GRIMM
I Musicanti di Brema
favola
ACQUAVIVA
    


Un uomo aveva un asino che per tanti anni aveva fatto il dovere suo, portando sacchi al mulino. Ora il povero animale era vecchio e inadatto al lavoro, tanto che il suo padrone aveva pensato di toglierselo di mezzo senza tanti patemi d'animo, e si preparava un giorno o l'altro proprio ad ucciderlo, dandogli per tutto ringraziamento una bella mazzata sulla testa. Ma l'asino sembra che fosse furbo e aveva capito bene quel che il padrone si portava, covandoselo ben bene, in corpo, e così che cosa fece? Appena visto che per lui si preparava una mala parata, scappò dalla stalla e prese la via che menava a Brema. Cammin facendo pensava a come avrebbe potuto tirare a campare e si decise di fare il musicante ambulante. Per strada trovò disteso per terra un cane da caccia che bofonchiava e non ce la faceva più per la troppa stanchezza....

5 illustrazioni in bianco e nero

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MILO DE ANGELIS

il nostro uomo non lo vedete in tv,
se ne va con lo stuolo dei suoi angeli
tra i vicoli della città vecchia,
in estrema periferia in cerca del cuore di ognuno.
è sotto il cielo dei poeti
che rincorre la sua chiamata,
il suo inverno senza paure,
le sue pecore senza pascoli
in queste notti scure.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
IL SANTO NATALE 
NEL TEMPO CHE PASSA

passa il tempo
e arriva la rovina, la pesante tristezza,
e comunque viene ancora il Natale tra tutti gli altri freddi.
ma per casa girano ancora i tuoi sorrisi, mamma,
la tua premura,
il tuo dolce sguardo.
le tue mani girano ancora tra le pentole
per gli intingoli
e le patate al forno.
eri infaticabile,
eri una contadina,
una sarta di panni per il Bambino Gesù,
ora chissà dove sei
e non torni più per la sera
con i piatti di fave rosse
e il baccalà fritto con i ceci neri.
s'è abbrumata pure Acquaviva
e a noi non ci pensa più.
dicevi: avevo due figli
ma solo uno m'è vissuto
e a lui ho dato tutto della mia anima
e della mia scarsa fortuna.
ma era lieto il passo tuo attorno per casa,
e i vicini come al solito bollivano nella loro invidia.
ma la sera arriva
e ora la tua coperta la metto a mia figlia
tale e quale come facevi tu
quando ero io il bambino.
gli altri capiscono molto poco come al solito
e diventa di pietra il loro volto,
ma l'amore non è mai gelosia
e libera ogni caro pensiero come sempre
nella bella notte del Santo Natale.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

domenica 7 dicembre 2014




BUON NATALE!

Colora la tua casa.
Illumina il tuo angolo.
Apri la porta al tuo vicino.
Pensa a chi è triste.
Sorridi ai tuoi amici.
Bacia forte chi ti ama.
Buon Natale!
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

da "POESIE DI NATALE", dicembre 2014
Acquaviva

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PER NATALE

I piccoli aspettano i regali.
I padri gli affari.
Le mamme il paradiso della famiglia.
Gesù Bambino ci doni a tutti un cuore buono.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

da "POESIE DI NATALE", dicembre 2014
Acquaviva

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TORNA SOLDATO, E' NATALE

Torna soldato, è Natale.
L'armadio di casa tua ti aspetta,
lì conservi ancora la stella cometa
di quando eri bambino.
Torna soldato, è Natale.
La tua famiglia zitta
aspetta che gli riporti la parola.
Torna soldato, è Natale.
Il tuo paese aspetta
che tu metta nel presepe
la pagnotta della pace.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

da "POESIE DI NATALE", dicembre 2014
Acquaviva

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PREGHIERA SEMPLICE

Natale ha solo un grande dono per tutti noi:
la bontà.
Gesù mio,
fa' che lo capiscano tutti gli stonati di questo mondo.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

da "POESIE DI NATALE", dicembre 
Acquaviva

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NATALE DI UN CONTADINELLO

Mi ricordo quando facevo il contadinello a Acquaviva,
si raccoglievano le olive fin sotto la festa,
per i campi gelidi
e i passerotti tutti attorno alle nostre masserizie.
Anche in Puglia son fredde le giornate
sulle colline
quando arriva Natale.
La Santa Notte calava
che si andava in chiesa tutti intabarrati,
gelato il paese, gelata anche la parrocchia.
I mandorli tutti con gli occhi chiusi
con le loro braccia intirizzite,
mia madre friggeva polpette di patate
anche per San Giuseppe e la Madonna,
la nonna recitava tutte le preghiere che sapeva a memoria.
Mi piaceva guardare il presepe,
pensavo alla Terra Santa, alla Basilicata
e al bel paese mio
con le sue fioche quattro luci accese.
Mi pareva davvero di vivere in una fiaba
che si sarebbe letta un giorno tutti assieme a scuola.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

da "POESIE DI NATALE", dicembre 2014
Acquaviva

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natale con chagall

Pregano i profeti.
I pastori son per strada.
Il bue è verde in cielo,
l'asino è sul tetto tutto rosso
che suona uno strano violino.
I Magi mangiano frittelle seduti a una panca di legno
in una osteria di paese.
I vecchi ricordano i loro anni da ragazzini.
Una sola candela accesa illumina tutto un mondo.
Nella stalla ci sono due sposi con già un Bambino.
E' Natale.
giuseppe d'ambrosio angelillo

da "POESIE DI NATALE", dicembre 2014
Acquaviva

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NEVICA A NATALE

Nevica sempre a Natale.
Son fiori bianchi,
piume di ali di angeli,
coriandoli immacolati
per la gioia e la fantasia
di tutti i bambini del mondo.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

da "POESIE DI NATALE", dicembre 2014
Acquaviva

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papà Michele e Giuseppe benzinaio nel 1967


IL CAMIONISTA
                                                                                         
                                                                                      a papà Michele

Arrivò a Milano una volta un camionista
che era proprio il giorno di Natale
costeggiando lungo lungo la statale.
Si ficcò col suo autotreno in tangenziale,
tra il freddo, il gelo e il maestrale.
Accese la radio
e un Angelo si mise a suonare la cornamusa
solo per lui,
che se ne stava nella cabina
ad aspettare di veder passare qualcuno
che sventolasse nell'aria un carbone acceso
in ricordo del fuoco vivo
che scoppiettava in quel momento a casa sua.
Nel pensiero del suo bambino
che era lì che si riscaldava almeno lui.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

da "POESIE DI NATALE", dicembre 2014
Acquaviva

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sabato 6 dicembre 2014

PACE

A Natale regna la pace.
Lo sanno anche i marziani
che arrivano in piazza del Duomo
e si ficcano sotto un lumino
a farsi anche loro un cicchettino.
In santa compagnia
con Gesù, Giuseppe e Maria.
giuseppe d'ambrosio angelillo

da "POESIE DI NATALE", dicembre 2014
ACQUAVIVA

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MIRACOLO A MILAN

Al bar ciappano bocce di liquorini
e spendono nulla.
Al bar ne ciappano tanti
che spendono più che possono
e non ci hanno mai nulla.
Spendono e spandono
e manco ridono per nulla.
A Milano i miracoli li fanno solo i poveri
che al bar manco vanno,
ma sono sempre in strada brilli
e sempre allegri sono con nulla.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

da "POESIE DI NATALE", dicembre 2014
ACQUAVIVA

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IL PASTORE CALABRESE

Quel pastore matto
l'è venuto giù dalla bassa Calabria,
è arrivato fin qui
in piazza del Duomo a Milano,
con la sua giubba sporca,
con la sua pecorella smarrita,
s'è ficcato nel bel mezzo del presepe
e brillava anca lù con i Magi,
i Ministri, e i cavadenti,
s'è ficcato nella sua stradina di farina
e rideva a destra e a manca
quasi fosse anche lui il padrone del boschetto delle oche.
Nessuno badava a lui.
Era contento come un principe
che ha trovato 50 galline dalle uova d'oro.
Ma poi è venuto un prete e l'ha cacciato:
"Ehi, ci hai la giubba sporca e poi puzzi un pò,
non puoi stare nel presepe,
qui tra un pò arriva Gesù bambino,
con al seguito tutto il treno delle autorità".
Mogio mogio il pastore calabrese
ha preso la sua pecorella smarrita
e se n'è andato,
ma al prete ha detto:
"Ci ho la giubba sporca e puzzo un pò di stalla è vero,
ma al mio paesino di povera gente laggiù in Calabria
Gesù Bambino non mi ha mai cacciato".
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

da "POESIE DI NATALE", dicembre 2014
ACQUAVIVA

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IL PICCIONE

Un piccione mezzo spelato
se ne sta nel freddo in cima alla colonna,
trema e muove a scatti le ali intirizzite,
ha fame e freddo
eppure è Natale pure per lui.
Forse che un piccione non ha chi gli vuole bene?
Ha freddo e ha fame
ma nessuno lo degna di uno sguardo.
Eppure è Natale in tutto il mondo,
pure su questa alta colonna dove non guarda nessuno,
in questa scintillante allegra piazza del Duomo di Milano.
Il piccione mezzo spelato trema proprio forte
e dopo un pò smolla dall'alto una boiacca proprio qui
sui miei libri.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

da "POESIE DI NATALE", dicembre 2014
ACQUAVIVA

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VIGILIA DI NATALE A PIAZZA DEL DUOMO

Col cuore che mi s'è incarbugliato a cassone
mi ghiaccio le ossa a montrone
in questa santa piazza del Duomo.
E la superbia s'appizza nella sua borchia
come una barbafosca a cianfrusaglia in questo tempo triste,
con la brocca dell'acqua benedetta
a sciacquare la buatta di ogni portaincantina,
ubriachi fasciati a trippe d'oro ricopiate,
con l'occio a tramanar tra il bar e il camino,
con in corpo ancora fringuelli di chiodi antichi,
la vigilia di Natale è qui anche con noi.
che per strada si è in riva al fiume di tutta questa folla
che sciala, sciaborda, risacca,
la vigilia di Natale come sempre,
con così tanti ciarlatani che comiziano di nulla,
come sonnambuli al teatrino della parrocchia nazionale.
Gruppi di belle ragazze che ridacchiano in coro
davanti alle belle vetrine dei vestiti delle manichine,
tutto illuminato, tutto affollato
là, tutt'intorno in piazza e accanto al Duomo,
con stelle ingrandite,
gente tutta ossequiata.
E' Natale, è pure il tempo dei signori.
E' Natale anche qui, in candelora,
con quattro castagne attorno al fuoco.
Dolcetti, polpetti, e panettoni gialli,
dài, spendi pure tutto quello che hai in saccoccia.
Tanto a pregar stasera ci pensano le cape di pezza,
i martinitt, i monaci sgranarosari.
Che c'è da dire? Che c'è da raccontare?
E' nato il Bambino Gesù
tra il portico e la stalla dei portasu.
C'è la sarta a passeggiare, quella col rossetto che basta no,
l'edicolante musicista, che fischia nel clarino,
il figlio di nessuno, quello che hanno abbandonato
sul sagrato 44 anni fa.
Tra il portico e la Galleria,
come sciama la folla,
ci fossero ancora i Boccioni mangerebbero anche loro
la polenta bollente.
Conta su, trinca alla fiaschetta.
E' la vigilia di Natale,
in ogni casa ci sono tutte le candele accese.
E intanto l'ultimo povero
ride pure lui,
Gesù Bambino gli va nel cuore
per primo proprio a lui.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

da "POESIE DI NATALE", dicembre 2014
ACQUAVIVA

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venerdì 5 dicembre 2014


I SOLITI MATTI PREPARATIVI PER NATALE
A MILANO

ci si prepara per il Natale a piazza del Duomo,
si gonfia di lucine un immenso albero venuto dalla Svezia,
si soffia nei tromboni da giganteschi megafoni
sui palazzi dei portici,
la gente si accalca per i grossi negozi, i supermercati,
le superlibrerie,
molti hanno già bruciato le laute tredicesime,
a caccia di una gioia domestica che i giornali da tempo
danno per latitante sugli scaffali sempre pieni.
ma durante la giornata Milano corre sempre 
dietro al suo futuro come al solito appannato di nulla,
di stucchi, di trucchi da 4 soldi per sembrare più giovane.
ma la città la buttano giù
per farne sempre una più nuova
che si allontana a velocità stellare
dal suo stesso vecchio cuore.
solo il Duomo resiste preparando come al solito
un presepe con pochi principi e moltissime pecore,
pochi figli e moltissimi professori.
dove si va se il poeta non è più autorizzato
a percepire il suo antico disordine ideale,
così pieno di filastracche per bambini?
nessuno lo sa,
ma il Natale distribuisce come una volta 
le sue vecchie figurine felici,
le sue soffitte imbrattate di colori matti,
le sue invenzioni familiari
che con due dolcetti messi in croce
fanno lievitare un panettone grosso abbastanza
per offrire un sorriso e un bicchiere
a tutti i poveri, i vecchi, i ragazzi tristi della città.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

da "POESIE DI NATALE", dicembre 2014
Acquaviva