regala Libri Acquaviva

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CHARLES BUKOWSKI, Tubinga, MARC CHAGALL, Milano, ALDA MERINI, Grecia, Utopia, ROMANZI, Acquaviva delle Fonti, RACCONTI CONTADINI, America, POESIE, ERNST BLOCH, Sogni, Gatti Pazzi, Spinoza, FEDOR DOSTOEVSKIJ, ITALIA, New York, FEDERICO FELLINI, Poesie di Natale

martedì 27 gennaio 2015

BOB DYLAN LIVE AT TOWN HALL NY 4-12-1963


MILANO E' LA MIA AMERICA
milano è la mia america,
la mia visione del tutto,
il nulla di tutta la mia desolazione,
il mio ridicolo nirvana.
non esistono re,
solo treni che vanno su e giù
dalla mia faccia a un cervello di pazzo 
che nemmeno conosco.
conosco questa strada
e ne faccio un film meglio che posso,
senza capirci un tubo manco per le mie scarpe,
ma è l'amore
ed è tutto mio.
fumo rotto, palle che si rompono,
vanno indietro e poi si chiudono.
l'amore è la mia umanità,
non ci ho capito niente lo so,
ma milano è la mia america
e qui sogno e qui vagabondo.
sono tutto quel che sono diventato
e divento sempre quel che già ero.
centomila topi mai ci arriveranno,
tutto quel che vedo è la mia milano,
con una pistola in mano
e la bellezza di una rosa in petto.
la durezza della vita
e la risata del pazzo che mai son riuscito a conoscere.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

IN QUESTO CARNEVALE DI LUCI DI MILANO
in questo carnevale di luci di milano
ho messo su la baracca del verde della mia terra,
cosa ci abbia combinato non lo so ancora,
vado avanti a casaccio tra le stelle
e i bordelli metropolitani,
mi arrangio
con una chitarra e quattro armoniche,
miliardi di parole soffiate nel vento,
tra il freddo, il caldo,
le scialbe battute della povera gente,
dei piccoli borghesi rincoglioniti.
tra malvagità e entusiasmo,
sogni, incubi e ingenui scalpori.
la gente alla fine ride,
applaude, urla.
ti manda all'inferno, te e il tuo ridicolo destino
di poeta sempre squattrinato.
rimango comunque sempre alquanto romantico.
la gente applaude e ride di nuovo.
non mi lamento, son contento,
era proprio questo che volevo per la mia vita:
andare per la mia strada come se tutto il mondo
fosse il mio paese.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO 


A MILANO SI ASPETTA LA NEVE
a milano si aspetta la neve,
non so chi l'ha raccontato,
se la radio o un albero malato,
ma hanno detto che prima di sera arriva la neve.
sarà la povera gente persa nei vicoli scuri
dei suoi brutti pensieri,
sarà che con la neve le lacrime brillano meglio,
io altrimenti non mi so spiegare
questo batter di denti
e questi tremiti fatti in silenzio.
ma i cuori fumano i loro sogni bianchi,
pensano alla luna
e credono anche loro che a milano prima di sera
cadrà la neve.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
CHAGALL E' ANCORA IN CITTA', MISTER

milano è una città che galleggia su un mare di sogni,
con 10 centesimi di biglietto
ti paghi un traghetto che ti porta in utopia,
ma quella terra è proprio strana:
se non sei artista non ci capisci proprio niente,
ti tocca tornare a terra a nuoto
con il rischio tutto serio di affogare,
così magari ti conviene 
rimanere nel tuo solito delirio
e accontentarti dei soliti mostri
che ti raccomandano i gamberi congelati
e le catene arrugginite dei soliti inganni,
quelli che al bar delle chimere
si mangiano le foglie secche,
e la manopola della primavera
la spaccano senza senso,
lasciando la città nel suo dolore più gettonato.
ma milano galleggia ancora alla meno peggio
e piano riprende il largo
gonfiando ancora le sue vele
al vento dei sogni,
con quei marinai folli
di tutti i suoi artisti avventurieri,
di spirito
di fumo
e di musica.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

venerdì 23 gennaio 2015


IL MONDO ALL'INCONTRARIO
il manicomio ti lava la coscienza
e ti mette addosso lo straccio sporco
della chiacchiera quotidiana,
il manicomio ti brucia il valvolino
e ti ferma il motore in mezzo alla strada,
il pensiero s'ingrippa
e la luce del giorno s'annebbia
nell'ira di Dio di un mondo all'incontrario.
GDA 


FERDINAND
hai dato a tutti torto
sempre avendo ragione, Ferdinand,
e si sono ammassate le anime morte
per farti la pelle,
che c'è di buono a far il comandante
di una nave in affondamento?
quattro risate e la verità sbattuta sul grugno.
si vive tutti in un lontano desiderio
perso ormai nel tempo,
ma il cielo è ancora lì, in alto,
che mette il punto
e fa ricominciare tutto da capo.
GDA

lunedì 19 gennaio 2015

"Agli uomini attivi manca di solito l'attività superiore: voglio dire quella individuale. Essi sono attivi come funzionari, commercianti, dotti, cioè come rappresentanti di una specie, ma non come uomini affatto determinati, singoli e unici".
FEDOR DOSTOEVSKIJ 

venerdì 16 gennaio 2015

POESIA PER FRIDA KHALO (Frida Khalo a 18 anni)



POESIA PER FRIDA KHALO

Frida, che alba avevi 
per scalare la montagna del mondo,
quanti fiumi da moltiplicare ai tuoi sogni,
quante rive da regalare a quelle speranze
dove la resurrezione calava come un sole
per accendere i tuoi relitti,
in quel falò d'acqua e di sangue
che nutriva la pianta indecifrabile
del tuo volto di santa.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

BAUDELAIRE I Fiori del Male poesie ACQUAVIVA



L'ALBATROS.
Sovente, per divertirsi, i marinai catturano
degli albatros, grandi uccelli marini che seguono,
indolenti compagni di viaggio, 
il bastimento che scivola
sugli abissi amari.
Appena deposti sulla tolda, ecco questi re dell'azzurro,
inetti e vergognosi, lasciar miseramente penzolare
ai loro fianchi, come remi, le grandi ali bianche.
Com'è goffo e fiacco questo viaggiatore alato! Lui,
già tanto bello, com'è comico e brutto! L'uno gli provoca
il becco con la pipa, l'altro imita, zoppicando,
l'infermo che volava!
Il Poeta è simile al principe delle nuvole,
che vive fra le tempeste e si ride dell'arciere;
esiliato sulla terra fra grida di scherno,
le ali di gigante gl'impediscono di camminare
BAUDELAIRE


20 acquarelli a colori

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martedì 13 gennaio 2015

IL MONDO LO CANTA ANCHE LA LUNA
il mondo lo canta anche la luna,
questo mondo d'acqua
che gira intorno a un globo di fuoco,
questo mondo incredibile
che vortica perfetto
in un infinito senza tempo
e va coi suoi oceani di voci
in un frastuono assordante di mondi
che urlano a tutto l'universo
la guerra e la pace di tutto ciò che esiste.
GDA
IL PREMIO
prendi il tuo premio
e ficcalo nel sacco,
fischia nel clarinetto
la tua fosca idea di rivalsa,
tanto nessuno t'ascolterà,
si traffica poco in pietà alla bottega dei cervelli fini,
preferiscono un pò tutti guardarsi dentro
e vendere quel che trovano,
piuttosto che guardare il cielo
e ascoltare le costellazioni
e quel gran concerto di polvere luminosa
che vanta la vita universale
e non si scorda mai nemmeno il cane più magro,
la scialba consolazione del più reietto.
GDA 

FESTE DI QUESTO MONDO
senza allegria
manco si capisce cos'è la meraviglia,
con il cuore in fiamme
ce ne andiamo a pascolare l'essere
e le stelle,
improvvidi pastori di questo mondo
di cui mai veniamo a capo
di tutto questo buio profondo.
ma la risata della testa matta
canta canzoni
e oscuramente ci richiama a noi stessi.
GDA

lunedì 12 gennaio 2015


LA FATICA DELLA BELLEZZA DI VIVERE
ma che crisi è se c'è la bellezza?
che impoverimento?
come si fa a godere di questo meraviglioso spettacolo
senza faticare?
senza darsi da fare 
per avere questa grandiosa benedizione?
la bellezza non è mai garantita,
elargita senza nessuna sudata invenzione.
il destino dell'uomo è sempre quello:
faticare,
e mai che sia sempre la stessa fatica.
la vita è un dono
che bisogna sempre guadagnarsi.
qui non si può proprio fallire,
il genio della bellezza dell'esistere
ci comanda senza fallo
di sfidare il giorno quotidiano,
di spaccare la testa a qualsiasi abitudine.
che merito ci sarebbe infatti senza fatica?
nemmeno il pane avrebbe lo stesso sapore,
il sale del sudore
condisce tutte le minestre di questo mondo,
si fatica
si fatica
si fatica,
una bellezza facile
non attira manco nessuno.
GDA

ODE IN ONORE DI JACK LONDON


ODE IN ONORE DI JACK LONDON
Mi metto a scrivere,
mille lune mi girano nella testa,
mille pianeti,
mille comete.
che me ne faccio?
son negato per gli affari,
non ci posso far niente,
mi comanda così la mia musa,
il mio demone,
quel pazzo forsennato che dentro di me
mi dice di prendere in mano una penna,
un quaderno, un cuore da spogliare senza pietà.
non riesco a esser freddo, 
a calcolare questo misero guadagno.
mi accontento di questo caldo infernale
che mi dona la mia passione,
prendeteveli pure voi i soldi, squallide vecchiette,
che siete capaci di rubare le cioccolate
anche ai bambini più poveri di tutta quanta la città.
il libro è mio però
e glielo regalo volentieri a chi gli piace.
gli altri, i vigliacchi, i farisei, gli scribi accreditati
facciano pure quel che gli garba,
chi minchia se ne fotte!
vuol dire che io non sono proprio nato 
per questo maledetto denaro!
giuseppe d'ambrosio angelillo

FEDOR DOSTOEVSKIJ

"L'uomo migliore è colui che non si inchina mai davanti a nessuna tentazione materiale".
FEDOR DOSTOEVSKIJ

sabato 10 gennaio 2015

RIMBAUD Una stagione all'inferno ACQUAVIVA

L'IMPOSSIBILE
Ah! Quella vita della mia infanzia, la via maestra in ogni tempo, sobrio in maniera sovrannaturale, più disinteressato del migliore dei mendicanti, fiero di non avere né paese, né amici, che sciocchezza erano. - E me ne accorgo soltanto!
Ho ragione di disprezzare quei brav'uomini che non perdono occasione di una carezza, parassiti della pulizia e della salute delle nostre donne, oggi che loro sono così poco d'accordo con noi.
Ho ragione di tutti i miei sdegni: per questo io me ne evado!
Io me ne evado!
Mi spiego.
Ieri ancora sospiravo: "Cielo! Ma ne siamo proprio assai di dannati quaggiù! Io ne ho passato già del tempo in loro compagnia! Li conosco tutti. Ci riconosciamo sempre, ci disgustiamo l'uno con l'altro. La carità ci è sconosciuta. Ma siamo cortesi, le nostre relazioni con il mondo sono corrette". C'è da stupirsene? Il mondo! I mercanti, gli ingenui! - Noi non siamo disonorati. - Ma gli eletti, come ci riceverebbero? Ora c'è gente arcigna e gaia, falsi eletti, se per accostarli ci occorrono audacia e umiltà. Sono i soli eletti. Ma non sono benedicenti!
Essendomi ritrovato due soldi di ragione, - passa presto - mi accorgo che il mio malessere proviene dal non essermi figurato abbastanza in tempo che siamo in Occidente. Le paludi occidentali! Non che io creda alla luce alterata, alla forma estenuata, al movimento turbato... Bene! ecco che il mio spirito vuole a ogni costo caricarsi di tutti i crudeli sviluppi che subì lo spirito dalla fine dell'Oriente in poi... Ne ha voglia, il mio spirito!
... I miei due soldi di ragione sono finiti - Lo spirito è autorità, vuole che io sia in Occidente. Bisognerebbe farlo tacere per concludere come volevo.
... ... ...
ARTHUR RIMBAUD

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DINO CAMPANA Canti Orfici Acquaviva

Canti Orfici Dino Campana

La sera di fiera
Il cuore stasera mi disse: non sai?
La rosabruna incantevole
Dorata da una chioma bionda:
E dagli occhi lucenti e bruni: colei che di grazia imperiale
Incantava la rosea
Freschezza dei mattini:
E tu seguivi nell'aria
La fresca incarnazione di un mattutino sogno:
E soleva vagare quando il sogno
E il profumo velavano le stelle
(Che tu amavi guardar dietro i cancelli
Le stelle le pallide notturne):
Che soleva passare silenziosa
E bianca come un volo di colombe
Certo è morta: non sai?
Era la notte
Di fiera della perfida Babele
Salente in fasci verso un cielo affastellato un paradiso di fiamma
In lubrici fischi grotteschi
E tintinnare d'angeliche campanelle
E gridi e voci di prostitute
E pantomime d'Ofelia
Stillate dall'umile pianto delle lampade elettriche
...................................................................................
Una canzonetta volgaruccia era morta
E mi aveva lasciato il cuore nel dolore
E me ne andavo errando senz'amore
Lasciando il cuore mio di porta in porta:
Con Lei che non è nata eppure è morta
E mi ha lasciato il cuore senz'amore:
Eppure il cuore porta nel dolore:
Lasciando il cuore mio di porta in porta.
DINO CAMPANA

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