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sabato 29 luglio 2017

INVITO ALLA POESIA




INVITO ALLA POESIA

ci sono anime che hanno innumerevoli mondi
da regalare a tutti noi,
ma muri allenati al silenzio
buttano anni da nulla nella nostra bocca
che non sa più cantare,
ci trasformiamo nostro malgrado
in una stupida trappola
dove vanno a inaridirsi
i nostri più vivi sentimenti.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

LA COLOMBA



LA COLOMBA

è venuta una colomba oggi alla mia finestra
ma io pensavo che era un piccione molesto
e l'ho cacciata,
ma subito l'ho richiamata e lei è tornata,
le ho dato delle briciole di pane
e lei non le ha volute,
le ho dato una ciotola d'acqua
e lei non ha voluto neanche quella,
è andata via sul tetto di fronte e io l'ho richiamata ancora,
lei è tornata di nuovo alla mia finestra,
ma di nuovo non ha preso né pane né acqua,
poi è andata via e non è tornata più.
chissà chi era e che voleva,
forse mi voleva portare un messaggio d'amore
di chissà di chi...
tutti di quelli che penso ora
può essere giusto...
una colomba magra, sofferente, macilenta,
che per orgoglio non per paura
non ha accettato niente...
eppure allo stesso tempo si fidava di me...
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

UNA POESIA PER VOI


UNA POESIA PER VOI

una poesia per voi ho sempre in serbo
che mi aspettate a sera
che spari il mio solito botto d'allegria,
di buonumore o di speranza.
è facile per me
ricordare una parola nel mio dialetto strampalato.
una domanda senza senso
che mi riporti al mio fiato di ragazzino,
com'è facile con voi, amici miei,
scrivere poesie
che ci riportino a quel tempo
quando da mille sere
ve ne stavate al balcone a sospirare
quell'amore bello
che ancora vi portate con voi 
nel cuore mai scontento.
quell'amore che anche adesso a ogni sera
v'illumina
senza domande
e senza libri,
perché è semplicemente lì con voi
che vi guarda senza dire niente

GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
chi vuole bene è più intelligente
di chi vuole male,
perché a chi vuole bene il bene gli ritorna
prima o poi.
a chi vuole male gli ritorna solo l'odio.
se questo vi sembra intelligente...
GDA

venerdì 28 luglio 2017


L'IMPERO DELLA POVERTA'

è caduta la borsa.
la mia no. ne sono sicuro.
perché tanto non ce l'ho nemmeno.
l'impero della povertà oggi mi ha lasciato crescere la barba
per il quarantesimo anno consecutivo.
il postino ormai ronza attorno a casa mia
solo per spararmi al cuore 4 bollette al giorno.
l'acqua mi manca per 8 ore al giorno
per la siccità della stagione storta.
mi faccio una foto al giorno solo la mattina
quando mi bevo il mio mezzo bicchiere di latte
e se c'è la mia mezza tazza di caffè
rigorosamente senza zucchero.
la musica rock intanto alla radio si beve 10 bottiglie di whisky
al giorno, vanno forte quei matti
tutti rigorosamente in guanti d'oro.
una mia amica ieri mattina l'hanno portata in manicomio
per perfetta insanità mentale,
a un altro mio amico un medico gli ha tagliato la mano
per il suo diabete,
"l'anno prossimo verrò al parco senza la mia mano,
chissà che dirà la gente a vedermi,
penserà che mi son fatto male cadendo ubriaco,
ma il fatto è che io non bevo assolutamente,
come tu ben sai,
farò proprio una figura di merda".
forse sarò un pazzo pure io
se mi fermo a leggere tutto quello che scrivono sui manifesti
tutti i miei vicini di quartiere.
forse mi credo Garcia Lorca, o peggio ancora Dostoevskij,
spero che non sia troppo grave almeno.
gli uomini ci danno sempre dentro con la birra
nel bar dei cinesi all'angolo,
oppure all'ingresso dei supermercati supereconomici
della zona, 
quelli che vendono la birra a 49 centesimi a bottiglia.
la pazza totale del parco, quella che ogni tanto se ne va nuda
e mostra il suo culo a tutti,
ha detto:
"oggi non mi lavo la faccia,
voglio vincere alla lotteria un milione di dollari,
non sono mica una gatta io..."
comunque l'ho vista che è andata a lavarsi il viso
alla fontana pubblica dell'acquedotto di Milano,
mi sa che nemmeno oggi vincerà 
alla sua lotteria immaginaria.
lei pensa che il parco sia una foresta selvaggia
e insiste a pensarsi l'unica abitante dei paraggi.
"lasciatemi sola, brutti locchi, lasciatemi sola,
non siete mica autorizzati a venire nel mio bosco selvatico!",
va dicendo a tutti quelli che incontra.
poi si mette a cantare e si liscia alla panchina
i suoi piedi neri, 
non ha scarpe,
e se qualcuno gliele regala lei gliele scaraventa in testa.
vuole essere lasciata in pace nel suo bosco selvatico,
e giudica tutti dei viscidi soperchiatori.
qualche volta chiede l'affitto,
ma dalle nostre parti nessuno lo paga,
tranne le vecchiette e gli operai.
i palazzi popolari sono pieni di scarafaggi
e gatti abbandonati, che anche loro si arrangiano
come possono.
i panettieri del quartiere guardano partite di calcio
di tutte le nazioni del mondo.

dal mio occhio solido a finestra
vedo sfilare a battaglioni l'armata dei poveri rinserrata,
trombettieri, trombettoni, mani mozze,
sempre con le loro mitragliatrici posizionate negli sguardi
ad angolo acuto,
col cielo carico di fatiche, la gioventù ficcata a forza
nella tasca di dietro,
l'ordine della barba fatta rispedita al mittente,
negatori giovani con tutta la fame a disposizione
puntata ad alzo zero,
commedie provate come uomini
per realizzare al meglio le pose imploranti accarezzanime,
vere e concrete evoluzioni di esistenze fallite,
la parata dei dannati dietro gli dei vincenti,
battuti e ripiegati come pubblicità fasulle,
fuori da ogni cervello dentro una vera povertà,
chi si lamenta anche se l'oliva è misera nel suo ricco olio,
città intere di sogni bruciati una volta per tutti.
"cari, se correte tutti al di fuori del denaro
non potete scegliere la vostra polenta
se sia gialla o grigia".
gli uomini sono uomini lungo le strade a doppio senso
delle conoscenze e delle possibilità,
l'impero dei forti non cade per così poco,
meglio spazzolarsi contropelo i desideri a questo punto,
siamo tutti pittori astrattisti americani così stando le cose.
"in che senso?", chiede la battitrice dei libri gialli.
"l'osteria del bacio è chiusa
e non riapre che la domenica a mezzogiorno
di chissà quale millennio prossimo", dice un vigile
di un romanzo universitario.
"meno male", dice una gazzetta dello sport.
c'è poco da sbattersi, a questo punto,
ma la radio va in tv e conferma la notizia.
"buono a non saperne nulla", dice il corriere del popolo.
l'armata dei poveri in bianco e nero
azzarda un salto in balera, con il parco ormai chiuso.
pensare è un conto, 
mangiarsi una bistecca di manzo un altro,
dice un filosofo esperto in sbarchi in Normandia,
è facile fare corride con i tori tutti al ristorante
a farsi arrostire alla brace.
gli uomini e le donne si amano, ma non dura poi troppo,
l'ascensore si blocca spesso 
e le parrucche sono alquanto scadenti,
si combatte per strada con ubriachi di acqua fresca ormai.
un'attitudine al sonno che ha preso un po' tutti infatti,
fumetti che spaccano le terra in lungo e in largo.
si ride anche quando non si potrebbe,
si piange anche quando non si dovrebbe,
e infatti siamo tutti penosi e ridicoli a un tempo,
la pazzia dei buffoni che la vogliono sapere più lunga
dei fantini in piena corsa
all'ippodromo più grosso della città.
conoscete ancora uno scrittore interessante?
io sì, ma non ho un soldo e il mio parere vale zero.
sono inebriato di infelicità, quasi quasi mi metto a saltare
per una incontenibile gioia,
Dio dorme e io soffro d'insonnia,
mi ricorderò di una faccia nuova domani
ma non so a che mi potrebbe mai servire,
ho perso l'abbonamento al significato
e ormai non capisco più niente,
me ne farò una ragione ma non so quale,
tanto gli editori non mi conoscono neanche.
le emozioni delle vita 
sono ormai tutti quadri astratti americani
anche i giorni sono quadri astratti americani,
noi fuori e tutti i portoni chiusi.
il fatto è grande ma il fumo è più grande ancora.
"il prossimo sbarco in Normandia
lo faremo in Germania", dice il filosofo,
"risparmieremo un bel fracco di tempo".
i nostri amici dicono tutti:
"che m'importa di me stesso
se i tori se li mangiano al ristorante
e a noi rimangono solo le corna?"
l'armata dei poveri avanza
ma non sa mica se deve scappare da Dunkerque
o farsi un bel bagno freddo a Utah Beach al cinematografo.
... ... ... 

GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

mercoledì 26 luglio 2017

COLORI D'AMORE



COLORI D'AMORE

comunque in ogni tempo
qualcosa si spera,
al piangere della nuvola d'estate,
la grazia infinita
di una fortuna di terra.
un canto
una lenticchia,
un film nascosto di un vero perdono.
quando parato dietro una parete
ti hanno crivellato di inganni
sparandoti con mille fucili gonfi di veleno.
ma il tuo cuore come in un miracolo
ne è uscito vivo,
semplicemente perché era altrove,
nel tuo eterno primo giorno di primavera,
e come al solito
non s'è nemmeno accorto di nulla.
la vita è santa
e mai si lascia sbattere sulle pareti
superbe di nulla.
si perdona sempre cominque
perché colorati sempre di parole di Dio.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO



MICHELE MI SVEGLIA ALLE TRE DI NOTTE
PER PREPARARGLI 
UN PIATTO DI PASTA AL POMODORO
CHE PER FAME SI MANGIANO PURE ANGELICO
E MARIA

vivere in nome dell'amore,
come in un tempo fresco di pioggia,
una tavola dolce di vino di compleanno,
miracolosa al sogno che avanza deciso,
il ragazzo che alza la vela all'apice del suo volere,
il ragazzo che di notte mangia la pasta al pomodoro,
guardando fumetti che fanno davvero molto baccano
nel loro ridere di notte,
e i fratelli tutt'attorno
con tutte le stagioni di Milano
a farsi accarezzare i ginocchi,
scotta la pizza inventata e mangiata con gli occhi,
si ha sempre fame a quell'età
quando sempre si cresce
e non si conosce misura.
questa religione benedetta che non si ferma mai,
e corre a tutta forza verso l'incerto avvenire
che per fortuna si crede ancora veramente santo.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

ALL'OSTERIA DEL BACIO



ALL'OSTERIA DEL BACIO

l'oste del destino
che al bar
versa  bicchieri di sorrisi,
io che alla bancarella
vendo quello che di nascosto
vo tenendo a mente...
Destino di mescitori di poesie
che riempiono fiumi di allegrie,
e hanno pane di sguardi d'amore per tutti,
come per dire altre cose che mai vi diranno
perché non avete mai il coraggio di andare a cominciare,
baccani di soldi che vi portano a fallire
perché mentre la mente conta
il cuore perde,
come generose le bocche danno
i cigli raccattano e non danno a vedere,
tutte queste bottiglie di visi stappate infine
nemmeno per festeggiare il vento
che batte facce di nuvole
per cantare in questa bella estate
la nostra vera canzone d'amore.

GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

ACCENDI UNA LUCE



ACCENDI UNA LUCE

accendi una luce
togli un argomento alla spina
metti un amore in quel che dici adesso.
la sorte dell'uomo
è spegnere una polvere d'oro
sulle parole di un canto.
e darli ai tuoi movimenti precisi della sera
quando ride l'amore
e il tetto del tuo tavolo si bagna di sogni notturni.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

O CARI


O CARI

o cari, che mi date largo il vostro commento
al mio strano volo di acqua d'estate
che per pura magia
riavvia le dolci maree dei fiori
agli alberi verdognoli,
e le crude allegrie
degli amori che vanno per il cielo
e si ricordano del bene,
e prendono ancora il largo
verso l'elastico futuro
come se niente fosse.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

IL COLOSSO DI RODI




IL COLOSSO DI RODI

questo mondo è povero
e poveri siamo pure noi.
ma il pensiero ci vuole ricchi
anche se non sappiamo accendere
neanche una candela verso sera,
chiudiamo il nostro castello ottuso
e ci crediamo i soli invincibili
anche davanti al tempio di tutta l'umanità riunita.
ma la lampada del genio della vita
qualche volta ci illumina
qualche volta no,
siamo forse come quel colosso di Rodi
che finito in fondo al mare
non riesce ancora a tirarsi su
nonostante tutta la sua potenza mondiale.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

IL GENIO DELLA VITA


IL GENIO DELLA VITA

da soli 
ma con una rosa in mano,
non aspettare a deciderti
se sorridi al vento e al delirio,
un Arcangelo ti dà e ti leva.
se doni ti dà,
se levi ti toglie,
sei tu che comandi,
non aver rimorsi,
un libro da scrivere ce l'hai pure tu,
se scappi ti trovano
se ti nascondi ti ignorano,
il genio della vita
ha una barba che fa ridere,
canta alla radio,
e racconta storie che vanno all'indietro
come amori solitari.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

sabato 15 luglio 2017

IL TRENO DEL LICEO

Giuseppe D'Ambrosio Angelillo, a 14 anni
IL TRENO DEL LICEO

quando prendevo quel treno per Gioia
per andare al liceo,
a baciare per la prima volta quell'amore
che per fortuna persi per terra,
perché in un solo anno non si può capir niente
dell'infinito che ti bussa alla tempia per la prima volta,
con una signora di giornale
che ti invita al mare
con tutti i romanzi di Cesare Pavese messi in una tasca,
sono solo ombre vane
che spariscono d'un botto sulla spiaggia d'oro
della prima onda,
il ragazzo è un folle sicuro dei fatti suoi
e va sempre a caso
per riconoscere a naso il suo vero manicomio.
il suo grande romanzo allegro
che gli farà girare la testa per davvero.
il mare scuro della sua vera nave,
l'acqua d'amore ha la sua specifica lingua,
la sua metafora,
il suo poeta sconosciuto.
aspettai ancora su quel treno di dieci minuti esatti
per arrivare alla mia storia
che per davvero io sapevo già a memoria
molto prima che si mettesse a cominciare davvero.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO 

SAGGEZZA DELL'UOMO UIMILE

disegno di Tommi D'Ambrosio, all'età di 5 anni
SAGGEZZA DELL'UOMO UMILE

è saggio il gatto quando dormicchia sul tappeto
e non pensa a nulla,
perché davvero lui è sempre senza colpa,
qualsiasi mattana abbia mai combinato,
così è pure l'uomo umile
che scrive il suo libro pieno di speranze
e nessun serpente pensa mai a trovargli
gli errori,
perché davvero mai fa del male a nessuno
qualsiasi follia abbia mai scritto.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

HA UNA VOCE L'AMORE



HA UNA VOCE L'AMORE

ha una voce l'amore
che tutti possono ascoltare benissimo,
perché mai ti comanda
e sempre ti serve a ogni occasione
appena tu apri bocca
per chiedere qualcosa.
l'amore ti porta su una stella
e tu non te ne accorgi neanche,
l'amore ti copre la notte quando fa un po' freddo,
e tu al mattino ti svegli caldo
e sorridi senza neanche sapere perché.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

MISTERI DI POETI


MISTERI DI POETI

che strano sentimento
e che strano sorriso ti prende alla gola,
quando con certezza attacchi frontalmente
quella strana terra dei sogni
dove tu ti ricordi tutto,
di quelle bislacche ragioni
che hai perso completamente di sostanza.
da bravo pescatore
fai scappare tutti i pesci che raccogli,
da bravo cacciatore spari all'erba
e la lepre scappa sicura lungo il tratturo,
cosa tu appendi alle pareti come trofei
non lo sa nemmeno il tuo gatto,
che fissa la tua rete fatta di dei
e non riesce a catturarci neanche una mosca.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

SCRIVO



SCRIVO

scrivo oroscopi di bene
per grandi facce di struzzo
che guardano da un'altra parte,
scrivo manifesti futuristi
per presidi di scuole con tutte le librerie tarlate,
padroni di palazzi pieni di gioielli scaduti
che ormai non vuole più nessuno,
scrivo di nascite di poeti futuri
con belle potenti calamite di giorni felici,
scrivo da tempo una piccola poesia infinita
dove con una sola iperbole
ci staremo tutti dentro,
senza più un motivo per litigare
e scannarci tra di noi
per la solita rovina comune...
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

AMORE



AMORE

Amore,
il sì è un'estate potente
dove sempre si prepara
una tavola bandita a sogni
e molliche di risate appena sfornate,
dove la poesia è restata a lungo nel cuore
che cuoceva a dovere
quella zuppa bollente della fortuna,
dove si ride con niente
e si è felici con mezzo caffè,
con mezza parola,
con la scorza del limone appena zuccherata.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

BENEDETTA TE, AMORE MIO


BENEDETTA TE, AMORE MIO

Benedetta te, amore mio,
che raccogli nuvole dal cielo
per mischiarle con baci e sogni
di tutte le venute
che mostri alle antenne dei tetti.
o te benedetta,
che accendi candele nelle notti
per chiamare il vento dell'amore
e tocchi quel bianco sulle tue mani,
quel velo di baci
che mi metti addosso per farmi sorridere.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

IL PESCE DELL'ALLEGRIA


IL PESCE DELL'ALLEGRIA

il tuo viso colorato di rosso e d'azzurro
mentre ti specchi nel tuo compleanno
e noti silenzi che non hai mai visto prima,
colline, cime di pensieri
che ora ti guardano sorpresi.
il cuore è un campo di Dio
con siepi a fuoco, spine di ruggini
e fiori seminati a coraggio.
giorno per giorno
i figli ti rincorrono per ridere,
per sapere il titolo del film
da vedere a sera,
per vedere il pesce dell'allegria
che scappa dal corridoio scoppiando a ridere,
non ha una meta la gioia,
è solo un paese della bellezza
dove questo mondo scrive poesie d'amore.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

sabato 8 luglio 2017

SAN MICHELE ARCANGELO


SAN MICHELE ARCANGELO

san Michele Arcangelo,
che hai dato terra e acqua a Dio
per creare ragazzi e ragazze,
che nel tuo sguardo di angelo sognatore
hai creato anche tu come messaggero di somiglianze
il miracolo dell'amore della vita,
il bacio del nulla con il tutto,
l'abbraccio della lacrima con il sorriso,
in questo teatro di venti e di soli
dove anche noi voliamo fieri
di pregarti ogni tanto di proteggerci
dall'alto della tua mano armata di bene.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

A ANTONIO MONTENEGRO, DI ACQUAVIVA, NEL GIORNO DEL SUO COMPLEANNO


(a Antonio Montenegro, di Acquaviva.
nel giorno del suo compleanno).

ne abbiamo presi di treni
per andare da una collina all'altra
lì sui primi cieli di Acquaviva,
da una città greca
alle strade sepolte dell'antica Roma,
quando ridevamo di gusto alle ridicole antifone
della nostra sempre allegra gioventù,
che con fede segreta
proclamiamo continuativa ancora adesso.
chi guarda nella nostra anima
sa che c'è poco da mandare a fuoco,
nonostante la rovente estate
e i tetti abbandonati e mezzi crollati.
passano gli anni
e noi come un miracolo rimaniamo sempre gli stessi,
con quel sorriso così caparbio
che mai se ne va in piazza
senza un bicchiere di vino viola forte
da offrire agli amici
come un mezzo comizio d'amore
e d'allegria.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

PER LO SPOSALIZIO DI ANTONIO E SILVIA (DUE MIEI AMICI DI ACQUAVIVA)


PER LO SPOSALIZIO DI ANTONIO E SILVIA
(DUE MIEI AMICI DI ACQUAVIVA)
Da fidanzati
diventerete marito e moglie,
da ragazzi
diventerete un uomo e una donna.
Tu Antonio
sarai sempre un sorriso smascherato,
tu Silvia
sarai una conchiglia in riva al mare.
Come un poeta Antonio farà di te una Musa,
e a nuotare nell'acqua viva
ti farà una sirena nella fontana.
Sarete le ali di un unico angelo
che sempre vi volerà accanto
nella vostra casetta gonfia di carezze,
al vostro tavolo caldo di pagnotte d'amore,
vi bacerete finalmente davanti a tutti
senza più aspettare oltre.
Volerà il riso,
voleranno i confetti dolci,
volerà la felicità.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

ANGELICO VA A SETTEMBRE IN UNA NUOVA SCUOLA


a tutte le prof e i prof della
Scuola Media Statale "SANDRO PERTINI" di Milano

ANGELICO VA A SETTEMBRE IN UNA NUOVA SCUOLA
Come siamo contenti, amici,
abbiamo attraversato la scuola media
come una terra di luce allegra,
solo qualche temporale
e pochi scherzi venuti stonati.
Anche noi ora siamo occhi
che brillano come lampadine accese
e vanno a rischiarare altre campagne inesplorate,
lì vicino alla periferia
che va a baciarsi al cielo d'estate.
Amici,
andiamo anche noi ora a pescare
nei placidi laghi stranieri che siamo noi stessi.
Pensare a sera
il giorno nuovo
di quelle scuole
dove come uccelli andremo a volare liberi.
Grazie, prof,
per tutti i sogni che ci avete insegnato
come resoconti di strani violini verdi.
Scusateci se qualche volta ci siamo distratti
e ci siamo messi a giocare a mosca cieca.
Ma ci avete voluto bene
e pure noi ve ne vogliamo a voi.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO