regala Libri Acquaviva

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CHARLES BUKOWSKI, Tubinga, MARC CHAGALL, Milano, ALDA MERINI, Grecia, Utopia, ROMANZI, Acquaviva delle Fonti, RACCONTI CONTADINI, America, POESIE, ERNST BLOCH, Sogni, Gatti Pazzi, Spinoza, FEDOR DOSTOEVSKIJ, ITALIA, New York, FEDERICO FELLINI, Poesie di Natale

mercoledì 13 agosto 2014


UNA STRANA BANCARELLA DI LIBRI
Colori, libri, città all'aperto.
romanzi di una vita.
enigmi,
speranze,
treni pieni di decisioni rimandate.
"Deciditi!"
"Decido io!"
Il rosa è un colore che funziona ancora,
sto dipingendo,
guarda.
Una giornata di libertà, pensaci,
i colori non sono seccati,
non sei mica in siberia
in balia del minchione di turno.
sei in Italia, la patria degli artisti,
perdiamo in fondo tutte le guerre
ma non ce ne accorgiamo mica,
siam contenti lo stesso
anche se siamo sempre lì a lamentarci.
ma qualcuno pensa ancora a noi,
non tutto è perduto,
anzi è tutto guadagnato.
la vita è la più grande fortuna di tutte quante.
glu glu glu
bevi
è ancora l'acqua della bella gioventù...
Ecco.
GDA

VERO SUCCESSO

"Il più grande successo che tu possa avere nella vita è di essere contento di te stesso anche se tutti intorno a te ti ignorano".
GDA
Giuseppe D'Ambrosio Angelillo
con Vittorio Sgarbi
nella primavera del 2010.

GIOVANI

"Chi continua sempre a sognare
continua sempre a essere giovane".
DOSTOEVSKIJ

PEZZI DI ROMANZI VAGABONDI



Giuseppe D'Ambrosio Angelillo
PEZZI DI ROMANZI VAGABONDI
poesie
ACQUAVIVA

"Mille volte meglio qualcosa di positivo
che nulla di negativo".

martedì 12 agosto 2014

EHI VOI ITALIANI!
(Grido Futurista)

Ehi, voi! Italiani!
Voi che pescate amore
col reticolo delle stelle del cosmo,
che sparate all'amico e al genio
col piffero sacro della calunnia,
calate un pò di superbia!
Non vedete ancora che vivete tutti in provincia?
Ascoltate le trombe dei poeti
che vi vogliono svegliare!
Lasciate perdere i pretastri e i politiconi di turno
che manco capiscono quello che dicono...
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

domenica 10 agosto 2014

VECCHIO PROFILO BLOGGER DI SOLDATO ROCK


Giuseppe D'Ambrosio Angelillo, nato a Acquaviva delle Fonti(Puglia) nel 1956, figlio di contadini, è a Milano dall'età di 19 anni.Ha fatto tanti lavori di bassa forza per laurearsi in Filosofia e esercitare la sua scrittura. Si autoproduce tutti i suoi libri con la Piccola Casa Editrice ACQUAVIVA, da lui fondata nel 1982, libri artigianali fatti a mano, fatti con mezzi di fortuna.I suoi primi lavori se li è autoprodotti con il ciclostile, e ancora oggi molti suoi libri sono fatti con una buona fotocopiatrice e con carta riciclata. 9 suoi libri sono stati presentati a DORECIAKGULP del TG1 RAI da VINCENZO MOLLICA, suo grande estimatore. E' stato uno dei più intimi amici della poetessa Alda Merini. Hanno parlato di lui: RADIO 1 RAI "Hello, Italia" intervista a cura di Germana Brizzolari, LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO, L'OPINIONE DELLE LIBERTA', LIBERAZIONE, IL CORRIERE DELLA SERA...IL GIORNALE, "Tipi Italiani", intervista a tutta pagina a cura di Stefano Lorenzetto.  Ultimi libri pubblicati SPINOZA SE NE VA IN TERRA SANTA,romanzo, SUPERPAZZI,racconti.BETTY PAGE, romanzo 2012, LA NOTTE PRIMA DI NATALE racconti 2011, A QUANTO VA LA CARNE DEL POVERO GRECO OGGI? racconto 2012, CONTADINI E SQUATTRINATI raccontini 2013, L'EBREO NELLA NEVE romanzo 2013, KAFKA storielle minime 2014. http://libriacquaviva.blogspot.com  libriacquaviva@gmail.com

libri di Giuseppe D'Ambrosio Angelillo on www.books.google.com
Interessi
DOSTOEVSKIJ, CHAGALL, ERNST BLOCH, ALDA MERINI
Film preferiti
i 7 samurai di KUROSAWA, AMARCORD di FELLINI
Musica preferita
FRANCESCO GUCCINI, VASCO ROSSI
Libri preferiti
I FRATELLI KARAMAZOV, IL PRINCIPIO SPERANZA

MIlano, Italia

sabato 9 agosto 2014

KAFKA 4 CITTA'

KAFKA 4 CITTA'

Introverso,
sorridendo ti sei confuso in 3 secoli,
mescolato con 4 città.
Cavalcavi un gigante volante,
una perversa battaglia di campagna
ti ha figliato un popolo di coltelli nemici.
Gli uomini son tutti pazzi,
intimamente votati all'autodistruzione
per quel cane dentro di loro
che abbaia all'idea.
Ma la foglia respira nel bosco,
la goccia fluttua nell'oceano.
Chi sogna qui
se non l'infinito?
L'uomo è davvero terribile,
se caso mai incontra Dio
lo massacra senza pensarci due volte.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

KAFKA IN AMERICA

KAFKA IN AMERIKA

Si contorce la tua anima
sotto la tua apparente calma.
Sull'isola del tesoro
approdasti una notte in compagnia del pirata
per cantare con 15 uomini sulla cassa del morto.
Guide non ce ne sono
capitani neppure,
salpano ancora le navi morte
verso quelle bestie inchiodate 
sull'asse fisso del soldo,
demonii poveri di tempi crudeli,
guerre valutate nel perimetro stretto di uno stadio
e l'onore perduto dell'umanità
si contorce ancora nella tua anima
sotto l'apparente calma di un oceano di vite.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

LETTERE DI KAFKA



LETTERE DI KAFKA
(KAFKA 3)

Tagliasogni,
il pavimento dei mattoni di marmo
una sfida continua all'oblio,
l'assicurazione comica del tuo ingegno
ben sapendo che l'infinito già si frantuma.
I sogni. Che dicono?
Le lettere son tutte partite,
vanno così lontane,
se arrivano una strana pioggia le squaglia.
Il poeta le legge 
appena un attimo prima di dissolversi.
Franz, chi non t'ha mai fatto entrare nel castello?
Chi ti ha condannato per nulla?
Il sole è davvero un occhio cieco?
La terra ha davvero un cuore di pietra?
Non credo.
Oggi ho aperto un tuo libro
e ci ho trovato 150 canti.
150 sguardi dolci.
150 frittate da dar da mangiare ai miei figli.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO


KAFKA

KAFKA

    Una volta uno scrittore, credo argentino, ma non ne sono molto sicuro, scrisse su un articolo sul web che Kafka è uno scrittore molto sopravvalutato, famoso fuori misura rispetto alla piccolezza della sua opera. Ci riflettei un pò su e pensai che era un punto di vista come un altro, e che forse poteva pure avere ragione. Che sia famoso o no è un affare che riguarda la massa e la massa è sempre così ignorante, così amorfa. Poi ci pensai su e andai a prendere un libro di Kafka dai miei scaffali anche loro sempre così fuori misura. Ne lessi solo due paginette, in tutto 7 frammenti. Almeno due di loro manifestavano un genio che difficilmente sarà superato nei nostri tempi. E pensai allo scrittore argentino, ma non sono del tutto sicuro che fosse argentino, ma credo di sì, un nome scialbo, nessun libro mi ricordo che abbia scritto, anzi non mi ricordo nemmeno più il suo nome. Forse voleva farselo il nome proprio per aver sparato a zero su Kafka. Ribadisco che della massa me ne infischio perchè è sconsiderata e spesso, molto spesso, elargisce per fortuna molto momentanei favori a gente che non merita niente. Ma Kafka è un grande per me solo perchè mi basta  aprire ogni tanto un suo libro, leggere qualche paginetta e farmi bastare per l'intera giornata quei due o tre lampi di genio che mi regala da quella lontana città dove se ne è andato tanto tempo fa e che mi riferiscono lontane eco di campane viene rispettato come una delle più grandi anime dell'umanità. Ciao, caro amico Franz, ci siamo parlati qualche volta e spero di cuore ci parleremo ancora spesso in futuro. Questo brevissimo attimo dell'esistenza non è certo eterno, ma ci somiglia parecchio all'infinito che noi stessi siamo.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

venerdì 8 agosto 2014

ANTONIA POZZI E TUTTI GLI ALTRI

Se incontrate un poeta
perchè non l'ascoltate?
Perchè non riflettete su quel che dice?
Vi piace al contrario tormentarlo,

farlo vivere in povertà,
sbatterlo in manicomio o in galera.
Spingerlo alla morte.
Le feste e i premi li riservate invece
alle anime vendute,
a coloro che non vi amano
a coloro che nemmeno sanno chi siete.
Il poeta invece lo vedete come un nemico
o peggio un uomo che non vale niente.
Eppure avete ancora bisogno di Dante,
che avete condannato a morte.
Cercate ancora Ezra Pound
che avete trattato come un criminale traditore.
Li cercate tutti, da Pasolini a Alda Merini,
Antonia Pozzi, Cesare Pavese, Esenin, Majakovskij, Cvetaeva,
Paul Celan, Sylvia Plath. Tutti gli altri.
Li cercate da morti.
Perchè da vivi tutti i poeti sono invisibili.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

vacanze a milano

azzurrità
(VACANZE A MILANO)

Vacanze sotto il sole rovente di Milano,
con i bevitori di birra da 2 soldi di guardia
al supermercato Lidl,
mentre antichi barbari tentano il furto della bresaola
per una festa sotto il torrione sud della città,
ma la commessa brasiliana,
superesperta ladra di centesimi,
fa la brava sentinella
e chiama i genieri degli scaffali
a tagliare i ponti di fuga.
io prendo due cioccolate, un tonno,
e un latte,
pago con qualche tibia di poeta morto
e me la svigno in un altro pensiero di mondo.
macchine veloci,
spazzature vaganti,
operai stupidi che scavano la loro milionesima buca
sempre allo stesso posto.
sei in vacanza, Milano?
qui si galleggia tutti sudati
in un mare di asfalto 
e di cemento.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO  


un bicchiere al bar

la pazza se ne sta al bancone del bar,
ha gli occhi morti
e la collana di latta.
la parrucca tutta fatta di funi di incantesimi falliti,
sta zitta ma urla come una bestia fucilata al cuore.
sta zitta perchè nessuno crede a quel che dice.
la verità è sempre una fontana logorroica 
di veleni astrusi,
si preferisce andare sempre in giro
con gli sciacalli degli inganni,
con le galline stupide delle menzogne.
i poeti vendono parole di altri tempi,
di vecchi paradisi saltati per sempre in aria.
le loro radio mentono sempre,
come quelle dei preti e dei governanti.
i criminali succedono ai criminali,
i farabutti ai farabutti.
la sapienza fa la puttana sui giornali,
alla televisione.
la pubblicità ricicla la vecchia merda
con slogan nuovi,
copiati dagli artisti di strada,
morti di fame.
gli uomini ormai odiano gli dei,
gli dei son diventati pazzi pure loro,
non amano più nessuno.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
G. D. A.


"Dimmi qualcosa di te",
mi dice il siciliano,
l'ubriacone che lava macchine per 5 euro
alla stazione di servizio di via Chiesa Rossa.
"Che vuoi che ti dica?
Ho 4 penne, una decina di quaderni,
e una mandria di libri da vendere", dico.
"Allora sei ricco!"
"Sì, di tubettini scarichi".
Si pascola così allo Stadera. Alla carlona.
Spettri. Dolori. Odii da 1 centesimo. Amori da 2 soldi.
Un oceano sterminato di solitudine.
Che mi dice la poesia?
"Cambia spacciatore,
la tua droga è proprio scarsa",
mi ha detto il siciliano,
e sciacquava dalla schiuma
un mezzo catorcio.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
gatto triste

"Non c'è trippa per te", mi dice il gatto giovane
screziato cinerino
all'angolo di via Palmieri verso la Chiesa Rossa.
"Campa di altre robe".
Sembra che ci sia il sole del mare
da quelle parti.
Io vado sempre a pescare buste di merluzzi surgelati
a quei pontili
e poi me ne cavalco veloce a casa.
Da quelle parti le scogliere
scendono a strapiombo sugli abissi di Milano.
Vicoli scuri
dove più in là sembra subito 
di imboccare per il mare.
Ma son palazzi schierati a difesa,
all'erta e sempre vigili,
in attesa di un segnale di contrattacco
che non arriverà mai,
tutti borghesi i comandanti
e con le pantofole ai piedi,
lo sappiamo,
l'abbiamo imparato ormai da decenni.
solo le nuvole partono e arrivano,
gonfie di temporali
e di bombe d'acqua,
cariche di fiumi e di mari lontani.
"Smamma di qua, malandrino", mi dice il gatto
cinerino
e mi squadra male.
di là c'è il mare,
e le scogliere da cui bisogna stare molto attenti.
Qui nemmeno le stelle brillano a sera
ma solo quei 4 o 5 pianeti
che non sanno proprio dove andare.
senza soldi
o con mille debiti pure loro,
se ne stanno qui intorno con noi.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO


Giuseppe D'Ambrosio Angelillo: ROMANZI, RACCONTI, NARRAZIONI


Giuseppe D'Ambrosio Angelillo
ROMANZI, RACCONTI, NARRAZIONI
(bibliografia sommaria)

Il Mediano nella Birra, romanzo  2001, 2008
Il Professore di Filosofia, romanzo  2007
Betty Page, romanzo 2012
Spinoza se ne va in Terra Santa, romanzo 2011
L'Ebreo nella Neve, romanzo 2013
Rivoluzione, romanzo 2007
Confessioni di un Cane, romanzo 2006
La Pagnotta di Sogni, romanzo 2006
Ragazzi Maledetti, romanzo 1977
Una Sposa in Fuga, romanzo 1993
Un piccolo Cristo da nulla, romanzo 1997
Pattugliatore acrobatico in volo di improvviso                        precipizio, romanzo 1997
Rosa Nera, romanzo 1993
Desiree, romanzo 1985
L'Assassino, romanzo 1983

Superpazzi, 3 vol., racconti 2011
Bullazze e Marmittoni, racconti 1996
Storie Contadine, racconti 1997
Contadini e Squattrinati, racconti 2013
Ogni notte un sogno, racconti 2010
La Grande Milano, racconto 2003
La Vecchia Milano, racconti 2008
Il Fantasma dell'Amore, racconto
Poesia, racconto 2005
KAFKA, storielle minime 2014

Dostoevskij, 9 vol., narrazione-pensiero 1997
La Saggezza Tragica, sul Giovane Nietzsche,                               narrazione 1998
Filosofia del Racconto, narrazione-pensiero 1999

tutti i libri on Google play:
http://goo.gl/X6DSMV




giovedì 7 agosto 2014

OGNUNO SI CREDE KAFKA IN AMERICA

OGNUNO SI CREDE 
KAFKA 
IN AMERICA

OK, IL PREZZO E' GIUSTO
paga, uagliò, sei tu 
che l'hai voluto il biciclettone
PEDALA allora, eeee  ee  eee  eeeuri
EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEURI
IL MITO L'HA RACCONTATO MOLTE VOLTEEE Eh? DDDDDDDDDDDDDD DDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDenaro
EEEEEEEEEEEEEuri ££££  $$$$ eeee  §§§  çççç  çç@@@@@@@@    ç°°°°
hanno ripreso in mano i vecchi conti da pagare
i comizi fatti già due secoli fa,
che te ne importa?
non ti riguarda.
il mondo è troppo grosso per il tuo pensiero,
il tuo paese
la tua città pure.
questi sono i migliori sulla piazza
non sono ladri di pollo
nè balordi
nè giornalisti venduti,
sono i migliori,
guidano nazioni più potenti di Zeus
continenti grossi come Buddha,
non è la massa dei cretini,
guardali bene,
si arrabbiano come pochi
ridono di gusto come nessuno,
che speri ancora?
l'utopia?
è meglio che ti svegli
e ti prendi un caffè triplo.
l'armata avanza nel deserto
e non fa prigionieri,
il diavolo ha sfondato sul fronte interno
dell'anima dell'uomo.
se cerchi Dio 
lo troverai molto lontano di qui,
ma non troppo.
l'uomo se vede l'altro uomo
può vedere Dio benissimo,
ma qui contano tutti i soldi
corrono tutti dietro ai soldi
e li chiedono pure a noi che non ne abbiamo proprio.
l'esercito blindato di tutti i demoni riuniti
avanza veloce nel deserto senza incontrare nessuna resistenza.
se accendi la radio e ascolti una bella canzone
lì lo puoi trovare ancora l'uomo,
ma chiudi il giornale
spegni la tv,
là ognuno cerca il suo padrone
ognuno si crede KAFKA in America
ma non sanno mica di che colore era il suo cappello nero
nè se la Statua della Libertà è a New York
o a Berlino.
e Atene?
che fa Londra? Parigi ha acceso la sua torre Eiffel...
a Roma intanto discutono seriamente
se gli angeli sono maschi o femmine..... ... ... ... 
giuseppe d'ambrosio angelillo

martedì 5 agosto 2014



DUE RISPOSTE
A UNA LONTANA INTERVISTA
                                      STRAPPATA

    Non sempre il successo è un buon indicatore della qualità del libro in questione. Anzi. Le persone in carne e ossa sono qualcosa di ben diverso dalla massa informe che decreta l'investitura del miglior venduto sulla piazza, che già di per sè come definizione dovrebbe far arricciare il naso alla massa stessa che lo decreta. Lo scrittore tipo oggigiorno è un paraculo straordinario che pur di vendere farebbe la puttana in reggicalze anche in Piazza del Duomo. Campare è un conto, fare la meretrice sulla piazza un altro.  


                                        
                          Milano è un macigno indigesto a qualsiasi stomaco umano oggigiorno. Non a caso appena possono sono proprio i Milanesi a scappar via dalla città. 
                          Dopotutto io la stessa differenza che vedo tra Acquaviva e Milano è la stessa che vedo tra Milano e Londra. Solo che a Londra non ci sono così tanti ladri come a Milano, solo che a Londra non ha mai lavorato un tipo del calibro di Leonardo.
                                 Milano è una zitellona inacidita che rispetto alla provincia italiana fa ancora la figura della gran signora di mondo, una nobilastra appena appena decaduta ma ancora ben fornita di casse e cassoni pieni persi di denaro contante, rimbombato o no che sia, sgraffignato ai poveri o no che sia.
giuseppe d'ambrosio angelillo

"La Talpa Verde"
1989


ROMANZO FANATICO TRA BUKOWSKI E DOSTOEVSKIJ (recensione a "Il Mediano nella Birra")



ROMANZO FANATICO
TRA BUKOWSKI E DOSTOEVSKIJ

    Giuseppe D'Ambrosio Angelillo, nato nel 1956, ha fatto il professore di filosofia, l'operaio in una fabbrica di vasche da bagno, arrostapesce in un ristorante sulla Conca del Naviglio, tanti tanti lavori di bassa forza. Ma è soprattutto l'autore de "IL MEDIANO NELLA BIRRA", pubblicato la prima volta a Milano nel 2001, una seconda edizione nel 2007, nuova e ricca di tante caratteristiche illustrazioni, un romanzo di 840 pagine, che ha influenzato parecchi in Italia. Un pilastro cult nel panorama della narrativa italiana, di solito asfittico e melenso oltre ogni dire. Un romanzo di formazione ad altissimo ritmo e dal linguaggio pirotecnico, slang di strada, dialettismi, neologismi underground a tutt'andare, altro che il famigerato editing. D'Ambrosio è un fuori casta, un autentico outsider. Negato al successo (siamo pur sempre in Italia), ma costantemente on line sulla scena autorale italiana, un sotterraneo di razza che non nuota certo in un mare di euro, ma va sempre controcorrente, come un salmone arrapato del luogo dove una volta ebbe origine e fu completamente felice. Un calmo lago di montagna dove passato e futuro fantasticamente convivono per finalmente starsene tranquilli con la propria storia così follemente metropolitana.
GIACOMO MAURI

"IL MEDIANO NELLA BIRRA" romanzo
on www.books.google.com

MILANO NELLA CRISI CHE IMPERVERSA (recensione a "Superpazzi")






MILANO
NELLA CRISI CHE IMPERVERSA

    "Superpazzi", 3 volumi, 69 racconti metropolitani, 1090 pagine complessive dell'outsider Giuseppe D'Ambrosio Angelillo. Storie ambientate tutte a Milano, preferibilmente in periferia. Sola una parla di Acquaviva (Provincia), di una parrocchia insolita e surreale, sperduta sotto un sole rovente.
    Una Milano strampalata, suburbi lasciati alla deriva della loro miseria, della loro insopprimibile allegria. Diseredati costantemente in cerca della razione giornaliera di birra e poesia. Perseguitati da un destino crudele che li volle tutti una volta spietatamente a Milano, a cercare un posto al sole, ma per trovare solo un buco di miseria perso nella nebbia più desolata. Personaggi alla deriva, ma non lasciati andare del tutto, ragazze spericolate  e intraprendenti, ladri di polli e di pollastre, visionari, utopisti, artisti di tutti i generi, perfino yiddish.
    Milano nella crisi che imperversa. Una città che cresce come un mostro fuori dalla misura umana. Bizzarra, folle, stralunata. Anzi "superpazza".
PAOLA DI GIOIA

"Superpazzi" 3 vol. on www.books.google.com

domenica 3 agosto 2014

Giuseppe D'Ambrosio Angelillo KAFKA storielle minime ACQUAVIVA

"Lontana, lontana si svolge
la storia universale,
la storia universale della tua anima".
                                 FRANZ KAFKA

L'Universo Onirico di un'Italia fantastica attraverso storielle minime 
di un autore underground.

illustrato a colori
pagine 856

on www.books.google.com

on Google play:
http://goo.gl/WCEJ57




VOLONTARIO CON 100 BOTTIGLIE DI BIRRA

   Stavo con Maurizio Vasco nella sua soffitta di piazza Pinto a Gioia. doveva partire per la Marina da Guerra come volontario, e a soli 15 anni. E se ne stava là a ordinare le sue 100 bottiglie di birra da portare a bordo con la sacca per tutti i suoi amici. Le bottiglie di birra erano tutte di marche diverse tra loro, un autentico armamentario.
   “Ma perché molli il liceo?” gli dico.
   “I miei genitori non mi pagano più gli studi”, disse lui.
   “Ma se non si paga niente per andare al liceo”, dissi io.
   “Lo dici tu. Per mangiare si mangia a ogni giorno o no?” disse lui con astio.
   “Beh, in effetti hai ragione”.
   “Così vado fuori dalle balle e tolgo pure il disturbo, per non dire dei professori. Nessuno di loro mi vuole bene”.
   Me ne rimasi zitto, aveva ragione. Nessuno dei professori stravedeva per lui, che credo sia stato il primo in assoluto che mi abbia parlato di Che Guevara.
   Io avevo 14 anni e pensai con angoscia che Vasco d’ora in poi sarebbe stato l’unico responsabile della sua stessa vita. i suoi genitori erano separati e penso che il padre se ne era addirittura sparito.
   Marina.
   “Beh! Girerai il mondo”, dissi io.
   Lui ebbe un sorriso amaro e poi mi disse:
   “Ma vattene all’inferno, stronzo”.

   Lo guardai: aveva la faccia di un peone sudamericano, ma con gli occhi azzurri.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

da "KAFKA" storielle minime, Acquaviva 2014

ROBERTO


ROBERTO

   Ce ne stavamo a dormire in una stazione della riviera ligure di ponente, e là dormivamo con i sacchi a pelo appena dopo le siepi di sambuco e i pini. Là c’era pure un bar aperto fino alle ore piccole, e ogni tanto andavamo a prendere qualcosa.
   “Joseph, ho voglia di un panino”, mi fa Roberto Longhi.
   Gli dò 5 euro e lui va a comprare.
   Poi torna con 4 panini.
   “Come hai fatto a prenderne così tanti?”, gli chiedo.
   “Li ho presi in prestito”, fa lui.
   Allora io gli dò 20 euro e gli dico:
   “Valli a pagare, altrimenti ci beccano”.
   Lui prende il ventino e va a pagare, ma è capacissimo pure di tenersi i 20 euro e di non pagare un bel nulla.

   Il paesino era bello e di giorno andavamo al mare, ma di notte non avevamo soldi di che pagarci la pensione.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

da "KAFKA" storielle minime, Acquaviva 2014

SAN COPERTONE




SAN COPERTONE

   Me ne sono davanti a casa mia, in via Piccione.
   Seduto a una sedia mi leggo il giornale.
   Passa di lì una processione. Il santo portato in carrozza è una gomma di automobile, un copertone.
   “E cos’è quella roba lì?”, chiedo.
   “È il copertone che ha salvato la vita del sindaco”, dice un orante.
   “E l’hanno fatto santo?”
   “Sì”.
   “L’Italia è un paese senza Dio, ma pieno zeppo di santi”, dico io.
   La processione passa via.
   “Questo è di gomma, gli altri sono di tavole”, penso.
   Mi rimetto a leggere il giornale.
   Chissà come si chiamava quel santo, mi sono scordato di chiederlo.
   Nessuno è senza santi in Italia, nemmeno i cani e i gatti.

   Anche per andare in TV ci vuole sempre un santo.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

da "KAFKA" storielle minime, Acquaviva 2014

DOSTOEVSKIJ




DOSTOEVSKIJ

  Me ne stavo nel cortile di un palazzo e un tipo sbraitava contro di me:
   “Sei uno scrittore? E allora sei un servo! Un servo, un cameriere del bene, che fa bene solo al padrone che ti dà da mangiare!”
   “Non sono che il servo di me stesso e non ho padroni all’infuori di me!”, dicevo io.
   “Belle frasette, belle parole a effetto. Ecco di cosa siete capaci voi scrittori! Ma non siete altro che servi, come ben dice Dostoevskij pure da qualche parte, penso proprio nei Fratelli Karamazov”.
   In quel mentre scende dal palazzo proprio Dostoevskij, seduto su una sedia a rotelle.
   Io allora vado a prenderlo, e lo porto nella ressa del cortile.
   “Hai detto Dostoevskij? Vieni un po’ qua, bel tomo”, dico io.
   C’era tanta gente nel cortile, richiamata dalla rissa. E fu un po’ difficile per me farmi largo nella folla e finalmente arrivare al tomo.
   Appena lo vedo a fatica tra la folla gli dico:
   “Hai detto Dostoevskij? Vieni un po’ qua. Vedi un po’ qui chi c’è”.
   Il tomo mi guarda sprezzante, ma si accorge di Dostoevskij e cambia subito atteggiamento.
   “È lui?”, mi chiede con lo sguardo angosciato.
   “Proprio lui”, gli confermo.
   Allora fa una cosa che assolutamente non mi aspettavo, si butta a terra davanti a Dostoevskij e gli bacia la mano.
   “Perdono, Maestro, perdono. No. No. Gli scrittori non sono dei servi. Ma sono dei profeti di libertà. Perdono, perdono”, gli dice piagnucolando.
   Dostoevskij si schermisce, ride.
   Poi chiama a sé il tomo, un uomo brutale e tarchiato, calvo, pesante, cattivo e gli dice in confidenza:
   “Ti ringrazio molto della rappresentazione”.
   Poi spinto da me andiamo via.
   Dobbiamo salire una scala, come di una fermata di metrò.
   Un uomo lo prende in spalla e io porto su la sedia a rotelle.
   Poi andiamo nell’atrio di un palazzo, che sembra un ospedale. Tutti aspettano una visita.
   Gli infermieri dicono:
   “È inutile che vi ficchiate dentro di contrabbando, tanto gli ambulatori vi rimandano indietro”.
   Allora ci mettiamo ad aspettare tutti nell’atrio.
   Così dico a Dostoevskij:
   “Avevo il sospetto  che tu abitavi nel mio stesso palazzo. Perché ogni tanto veniva qualcuno da me e mi chiamava: “Dostoevskij, Dostoevskij”, data la mia vaga somiglianza con te. Ma poi andavano via a cercare altrove. Poi è venuta una donna una volta e mi ha raccontato la sua triste storia. “Devo andare, il mio innamorato mi vuole perché mi vuole uccidere, devo andare, devo proprio andare ora”, e io ho pensato: “Non è me che cercava, cercava Dostoevskij” e ora ti vedo qui. Sono così contento di incontrarti ancora”.
   Lui sorrideva.
   C’erano altri con me.
   “Solo lui ha potuto pensare che qualche volta qualcuno ama e odia la stessa persona nello stesso momento. L’amore e l’odio sono dei sentimenti così contradditori”, dico io.
   “Sono venuto a dire ai tuoi colleghi invidiosi che tu hai la mia protezione e il mio benvolere, e che ti diano lo spazio che ti meriti”, dice lui.
   “Grazie, Fedor”, dico io. “Ma non voglio la gloria, né la fama, voglio solo un po’ di rispetto”.
   “Lo so”, dice lui e sorride.
   Poi qualcuno mi chiama, devo andare a mettere a posto una camera là vicino.
   Sul letto ci sono molti nichelini e centesimi, li metto a posto. Poi aggiusto le lenzuola, e sono tante, mi accorgo che un lenzuolo colorato me l’ha regalato Alda.

   Oh, cara Alda.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

da "KAFKA" storielle minime, Acquaviva 2014