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CHARLES BUKOWSKI, Tubinga, MARC CHAGALL, Milano, ALDA MERINI, Grecia, Utopia, ROMANZI, Acquaviva delle Fonti, RACCONTI CONTADINI, America, POESIE, ERNST BLOCH, Sogni, Gatti Pazzi, Spinoza, FEDOR DOSTOEVSKIJ, ITALIA, New York, FEDERICO FELLINI, Poesie di Natale

martedì 31 luglio 2012

ME STESSO

Mi sembra che sogni anche di giorno
ma non ne sono tanto sicuro,
perchè comincio a pensare
che dovrei mettermi a ridere
e così vado a farmi un bicchiere
da quella botte scassata
dei miei fatti strani
che vorrei ammassare in un solo romanzo
per farne un bel vino nero
per far ridere proprio tutti.
Sguardi matti
e fatti di strampalati,
e finisco di ubriacarmi
di me con me stesso.
Il risultato però,
con i numeri giusti,
non riesco a sognarmeli
nemmeno di notte.
Ma i fatti,
miei e di altri,
mi sembra che bastino a se stessi
(e forse questo
credo
che sia il segreto
di ogni letteratura).
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
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HEMINGWAY, IL MAESTRO

Hemingway by Soldato Rock
Lu sacc ca t n ste
ind o carvon appccet
ca brusc ind o bicchir...
Lo so che te stai ancora
nel carbone acceso
che brucia nel bicchiere
dove tu vestito bene
ti ustioni sempre l'anima.
E' quel treno con cui tu sempre parti
per arrivare senza mai accorgertene
sotto la croce di Cristo,
dove con una scarpa di caprone
tiri calci ai cuori morti
dei tuoi nemici.
Che ci vuoi fare?
Alla fine ti sei stancato pure tu
che eri il migliore.
Nel paese di chi non vuole sapere
son tutti lontani
e mai vengono a chiederti
neppure per sbaglio
se caso mai hai bisogno di qualcosa.
Magari di quella piccola parola
che ti mancava
al tuo più grosso romanzo.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
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A NEW YORK (E KEROUAC NEI DINTORNI)

Kerouac by Soldato Rock
A New York ci siamo guardati
per la prima volta,
e di là siamo partiti
per l'opposta riva del sole,
dove i romanzi li battezzava l'assurdo
e un piccolo omino che veniva
dalla lontana Italia.
Là nella notte di raso nero
dell'America senza più frontiere,
dove nei bar lungo le statali
ci aspettavano le allegre donnine,
e le loro astruse storie d'amore
che mai nessuno faceva fiorire.

Come una tigre balza in cielo New York
con quel suo passo di capitale del mondo
appassionata e insofferente
di qualsiasi ponte,
il suo motore la trattiene a stento
lontana dall'alto mare,
dove lei vorrebbe correre
per navigare nella notte
di tutti i continenti
senza più sentinelle
nè più preghiere da esaudire.

Teatri, balletti e poesie.
Amori, delitti e resurrezioni.
E' un intero universo
che New York stringe in una mano,
nell'altra un inferno che urla.

Da ogni cantone lontano
si riscaldano al fuoco alto
e gli anni passano
ma le donnine allegre
son sempre lì
con i grandi romanzieri
che le cantano nella loro bellezza
e nella loro cenere rovente.
Chi può dire di non essere
nel gran cinema di New York?
Marinai, bambole e anime morte.

C'è poco da fare se vuoi sfuggire da qui,
oltre ogni rotta c'è il nulla
e un portacenere nero
dove nessuno va a spegnere la sua sigaretta.
Le donnine allegre
le vedi a New York
e il grande Kerouac là nei dintorni
che svolge la notte e il giorno
sullo stesso rotolo
battendo sempre
su questo incredibile viaggio.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
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lunedì 30 luglio 2012

I LIBRI

Scorcio del mio bunker di libri dove studio.
Ho perso un pò di tempo a studiare
nella mia vita,
anche troppo,
e chissà se poi ne valeva davvero la pena
sapere tutte queste cose che so,
probabilmente no.
Mi ricordo che una volta Schiller disse,
dopo che per anni e anni
aveva studiato filosofia,
che chissà a cosa gli era mai servito
riflettere così tanto sulla poesia,
"Per scrivere poesie: a nulla",
 disse a se stesso,
e smise da quel momento in poi di studiare.
Io invece continuo,
anche se a scartamento ridotto,
anche se so da tempo
che non serve a niente.
Quando vedo un giovane che si laurea,
mi fa pena,
"Chissà che se ne farà ora
del suo pezzetto di carta", mi dico.
Io non me ne son fatto niente,
come tanti della mia generazione.
So come funzionano tante cose,
ma non ci faccio niente,
non so cambiarle,
perchè ho imparato a mie spese,
che cambiarle è impossibile.
Se gioventù sapesse
se vecchiaia potesse, si dice.
Se avessi saputo da giovane
quello che so ora
non avrei studiato niente,
son sicuro
che ora sarei 1000 volte più sapiente,
e soprattutto sarei 1000 volte
più bravo a scrivere.
Eppure i libri li amo
e non posso fare a meno di loro
per vivere.
"Che fatica scrivere
anche il più brutto di loro", penso
e so sulla mia pelle quel che penso,
e così mi diventa prezioso,
molto più che il denaro
che per esempio mi costa
per comprarlo.
Ma non esistono libri brutti,
perchè ogni libro contiene
la parte più bella dell'anima
di colui che l'ha scritto,
e forse sarà per questo che ho studiato
così tanti libri:
ho conosciuto tante anime care...
buone, forti, incredibili...
e per un mistero che non so spiegare
mi sembra di essere diventato pure io
buono, forte, incredibile...
E tutto sommato, anche se non è servito
assolutamente a niente,
son contento di aver studiato così tanto
nella mia vita,
anche troppo...
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
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JOSEPH SCRIVE I SUOI SOGNI QUOTIDIANI SUL SUO QUADERNO DI PIETRA ROVINATA

Giuseppe D'Ambrosio scrive..., luglio 2012
E' meglio che li scrivi stretti
questi pugni chiusi
che bui e zitti
danno la caccia agli angeli,
seppure i muri son pieni di chiodi
con tanti quadri di spaventi appesi,
che per guadagnare qualche parola buona
chiamano in campo perfino Dio,
caso mai si trovasse nei paraggi
con un fiore in bocca a sorridere
a qualcuno...
E la fiumana delle storie va
con tutta la gente
nella barcarola
tutta impacciata,
con il motore al minimo,
le luci tutte accese
cantando e piangendo
per tutti i sogni che belli
ci portano in un altro mondo
più dolce di questo
dove tutti dicono sì
e solo qualche demonio ucciso no...
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
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MEGLIO PASOLINI, SIA PER LA TESTA CHE PER IL CUORE

Pier Paolo Pasolini by Soldato Rock
Meglio un contadino ubriaco
che sacramenta l'ordine sconcio
del mondo
che un avvocato che si azzima
fatto di cocaina
davanti allo specchio
per tornarci a morire dentro.

Meglio un cane randagio per strada
che si passa la vita
tutto contento
senza un soldo
a ravanare nei pozzi amari
il suo misero tozzo di pane
e che se ne va sempre annusando
l'odore sacro della terra
che mai s'addorme
e quello scoppio di risa improvviso
che ondeggia sull'erba
della dannata periferia
tanto che d'un tratto s'ingrippa perfino
il motore pesante
del mostro mangiatutto
di tutta questa puzzolente spazzatura.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
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(per il "New Yorker":
se questa poesia vi piace
pubblicatela pure...)

sabato 28 luglio 2012

BAUDELAIRE La Malinconia di Parigi Poemetti in prosa ACQUAVIVA

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BAUDELAIRE

Baudelaire by Soldato Rock
Il Principe della poesia
che cantò la tristezza di Parigi,
bruciando i cani pazzi
delle nuvole di tutti i desideri,
adunando le pecore rassegnate
e indurite di tutti i deliri.
Baudelaire,
il Principe pastore
di tutti gli orefici di carta
che riempiono le tazze di fuoco
di tutti i conventi letterari
del nostro tempo
dopo la bibbia maledetta
dei suoi versi...
G. D'AMBROSIO ANGELILLO
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Federico Garcia Lorca ROMANZERO GITANO poesie ACQUAVIVA

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edizione del 1987
rilegata a mano

Federico Garcìa Lorca IL MALEFICIO DELLA FARFALLA Acquaviva


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acquarello originale in copertina
prima edizione del 1987.
primo libro scritto da
Federico Garcia Lorca

su Google play
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Federico Garcìa Lorca STORIA DI QUESTO GALLO racconto ACQUAVIVA

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edizione del 1993
prima edizione italiana

Federico Garcìa Lorca POETA A NUOVA YORK poesie ACQUAVIVA

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Federico Garcìa Lorca DIVANO DEL TAMARIT canzoniere di un campo poesie ACQUAVIVA

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Federico Garcìa Lorca L'AMORE DORME NEL PETTO DEL POETA poesie ACQUAVIVA

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Federico Garcìa Lorca 4 SOLDI DI SORRISI poesie per bambini ACQUAVIVA

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MEZZALUNA SUL NAVIGLIO DI FINE LUGLIO CHE SEMPRE MI FA PENSARE AL MIO CARO MAESTRINO FEDERICO GARCIA LORCA

Federico Garcìa Lorca by Soldato Rock
La luna,
che grande tristezza
là appesa in cielo
mentre la mano piange
il suo sogno scappato.
Ogni giorno è santo
per il bacio
della sempre viva fantasia d'amore,
e il cuore non invecchia
sulla via della sera
dove ancora riappare la nostra fata
con la sua veste di luce,
e stranamente guarda
quella nostra mano
che sempre spera
in quelle strane solite stelle.
La luna,
e tutt'intorno la scorta delle anime tristi
come tante nuvole notturne baluginanti.
G. D'AMBROSIO ANGELILLO
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venerdì 27 luglio 2012

Giuseppe D'Ambrosio Angelillo DOSTOEVSKIJ Il Sognatore ACQUAVIVA

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Saggio sul giovane Dostoevskij.
Primo volume di una ricerca
sulla vita, l'opera e, soprattutto,
il Pensiero del grande Maestro Russo.
Più che un saggio critico
una vera e propria Narrazione.
Testo pieno di riferimenti filosofici
originali di una coscienza
tra le più alte e più geniali
della nostra epoca contemporanea...

"Si può pensare
anche narrando".
ERNST BLOCH

I SOGNI DI FRANZ KAFKA

Kafka by Soldato Rock
Ogni anima la riassume alla perfezione
il sogno più lento,
quello che ancora al mattino
ci accompagna nel risveglio
come il fumo di una sigaretta
che si dilegua per sapienza.
Io non saprei dire se tutto questo
è cenere o fuoco distratto,
comunque sia il romanzo
già mi affiora alle labbra,
e con quello andrò in battaglia
come il più coraggioso dei vigliacchi,
quello che s'arrovella sulla letteratura
perchè la vita è un enigma troppo bislacco.
E allora ironia
e vaghezza,
e se occorre qualche bacio.
G. D'AMBROSIO ANGELILLO
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NON FATEMI SCIUPARE QUEL PERFETTO SOGNO

Emily Dickinson by Soldato Rock
Non fatemi sciupare
quel perfetto sogno
con una macchia aurorale,
ma fatemi aggiustare
la mia notte quotidiana
così che ritorni ancora.
EMILY DICKINSON
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OGGI COME FORSE UNA VOLTA SYLVIA PLATH

Sylvia Plath by Soldato Rock
Forse viviamo tutti
di problemi roventi
che in realtà nemmeno esistono.
Forse la verità della vita
è un pallone che vola
nei nostri stessi occhi,
un pò di sonno
una certa gentilezza
e un mare di illusioni
un oceano infinito di illusioni.
E noi siamo lì,
in piedi,
come vecchi babbioni,
a galleggiare tra i fantasmi
gli spettri
gli spiriti fasulli.
Senza amore
senza sentimenti
senza sapienza.
La nostra faccia di cartone a bruciare,
il caffè nella caffettiera rovente,
il telefono a suonare
e a chiamarci sempre i soliti
allucinanti sconosciuti.
E l'angoscia aumenta
con i bisogni al massimo
e i desideri al minimo.
Mentre morti viventi
ci dicono: "Buon giorno",
ci sorridono
e se ne vanno dall'altra parte.
E noi rimaniamo
nella nostra dannazione insolubile
con un sapore di fegato avvelenato
in bocca.
Con tutta la sacra divinità della nostra vita
che noi astutamente
assolutamente
fingiamo di non conoscere.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
da "OGNUNO CORRE DIETRO ALLA SUA PAZZIA" poesie, Acquaviva 2004
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TUTTI QUANTI COME IL GRANDE BUKOWSKI

Bukowski con la camicia rossa by Soldato Rock
Ne ho conosciuti tanti
di poeti di nessuna poesia,
di romanzieri di nemmeno una riga,
è chiaro che erano dei grandi
dei veri genii
dei sommi maestri,
ma non hanno mai avuto tempo
di mettersi a scrivere sul serio.
Manco una sera,
manco un'oretta,
nemmeno uno sciancato mezzo minuto.
Certo ora son direttori di banca
notai
impiegatucci di monopoli
ma che quando andranno in pensione
diventeranno famosi in un baleno,
gli editori
i giornali
le televisioni
non stanno facendo altro
che aspettare a loro.

La poesia a volte
è proprio un gran bel mestiere,
puoi anche non aver fatto
assolutamente niente
ed essere allo stesso tempo
il più grande è più bravo di tutti.
Ma dopotutto siamo tutti esili fili d'erba
che sulle carte d'identità
scriviamo sempre
che di lavoro
facciamo la quercia secolare.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
da "OGNUNO CORRE DIETRO ALLA SUA PAZZIA" poesie, Acquaviva 2004
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amico amico amico
passaparola...

lunedì 23 luglio 2012

UTOPIA

Ansia e angoscia
fanno abbassare moltissimi sguardi,
ma a terra c'è ben poco da guardare,
stecchi, ruggini, spazzatura,
tutte cose scadute da tempo.
Ma nell'anima c'è un essere che freme,
è la nostra Utopia
che vuole abbellire la sua tana.
E comunque c'è la solitudine,
questa strana espressione
di indicarci con noi stessi,
che ci fa quasi cedere.
E la paura ritorna
e le stelle si allontanano,
ma se c'è un nulla che ci angustia
quello non possiamo essere noi,
perchè noi qualcosa siamo:
una paura che raspa nel suo deserto.
Un luogo come un'altro da attraversare,
per un cuore che anela
alla sua terra promessa
che possa almeno sembrare amore.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
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LO SPETTACOLO E' IL MARE

Lo spettacolo è il mare,
la terra è venuta così a noia mi pare.
Davanti il cielo e il mare,
dietro tutti gli altri,
pure la terra,
quella gran scocciatrice.
Navi che vengano a prenderci
non ce ne sono,
ma pure è di là che si aspetta sempre.
Il mare che attira pure gli uccelli
più coraggiosi.
C'è un mondo là dentro
che non si vede per niente.
Sarà quello che ci attira
molto più della terra di dietro.
Un mondo nuovo,
magari sott'acqua,
ma con noi
a nuotarci dentro,
finalmente liberi come pesci.
G. D'AMBROSIO ANGELILLO
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domenica 22 luglio 2012

Robert Frost SOSTA PRESSO UN BOSCO UNA SERA DI NEVE poesie ACQUAVIVA

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LA TELEVISION

Iè megghie ca ste achius sta finestr
ca port la negghie du munn
ind a sta cap ca s gnor
com a un sicch d carvon,
la so' scittat menz alla strad
come a na pezz lord
chien d sang
e d lota,
ca m'angev la cas
com a nu mostr matt.
Sta finestr ca vol semp sold
e dè semp chiacchr
com a nu nudd
ca n vol mangè tutt la vit.
G. D'AMBROSIO ANGELILLO
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LA TELEVISIONE
(E' meglio che se ne sta chiusa questa finestra
che porta la nebbia del mondo
in questa testa che s'annerisce
come un secchio di carbone,
l'ho gettata in mezzo alla strada
come una pezza lorda
piena di sangue
e di lota,
che mi sporcava la casa
come un mostro matto.
Questa finestra che vuole sempre soldi
e dà sempre chiacchere
come  un nulla
che ci vuole mangiare tutta la vita.)
g. d'ambrosio a.
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UN BOCCALE DI BIRRA A TARANTO

Un boccale di birra,
un occidente gettato di sera
per caso sulle rive di Taranto,
mentre i camerieri servivano
come antichi gioielli
le cozze nel piatto,
i tonni tra i piedi dei pescatori
di tutte le misure,
come turisti in attesa del primo albergo
praticabile,
il mare del porto di un blu quasi nero,
il colore dell'inchiostro dei polpi
che gettava attorno alla città
il cielo
che ancora un passo
e era già Grecia...
G. D'AMBROSIO ANGELILLO
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venerdì 20 luglio 2012

LA TERRA DI NESSUNO

Sì, cara mia,
abitiamo tutti nella terra di nessuno
perchè nessuno ci chiama,
nemmeno un libro.
Fuggire è la nostra migliore scienza,
e nasconderci la nostra sbornia più amata.
Che farci?
Nulla.
La notte ci circonda il cuore
e la nostra lampada sciocca
se ne diventa questa pagina bianca
dove un pò tutti ci inventiamo
una vita migliore.
Partire sempre:
piroscafi,
treni,
carrozze,
va bene tutto,
purchè si levi sempre l'ancora
alla nostra natura di eterni fuggiaschi.
Ma da chi scappiamo
se non dalla nostra eterna paura
interiore, sempre zittita,
che ci vuole sempre bambini
a giocare sulla sabbia della spiaggia,
e mai marinai di alto mare?
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
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giovedì 19 luglio 2012

I PIACERI DEI DANNATI

Joseph,
che t'importa dei nemici,
tanto non sei nessuno:
combattono il nulla
e se son contenti loro...
forse fan così
per far più stabile la casa loro.
Forse è più cattivo chi t'ignora,
ma pure lui fa il suo gioco
e s'accontenta.
Beati loro,
che si fan felici
con le tristezze altrui.
Io invece son più onesto e matto:
mi bevo questo vino d'Italia verace
che sa di sole di donne e di vita
e mi sento meglio per i fatti miei,
senza prendermi la briga
di scomodar nessuno,
nè di quelli grandi
nè di quelli insignificanti come me.
G. D'AMBROSIO ANGELILLO
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LA SIGARETTA DI BUKOWSKI

Non è stata la sfortuna o giù di lì
a farmi arrivare qui
in questa stanza del Naviglio
del "che me ne frega",
forse dovevo lavarmi i capelli più spesso
con la filosofia empirica inglese
e pettinarmi l'interno dei pantaloni
con ricordi più interiori,
rovinarmi l'anima
con una massa di ghirigori,
e andare a messa a comprarmi il gelato
più spesso ancora.
Non so.
Son nato e non s'è pentito nessuno,
anche perchè il motore del camion
era a Milano a caricare mobili.
Los Angeles, il manicomio,
la bella calma di non sapere mai niente.
Ora qui c'è questo quaderno
e vengo qui a riscaldarmi
con la mia disperazione.
Il Mafioso, il Poeta, l'Appeso,
il Negro, il Filosofo,
il Pittore,
il Transex fatto alla fermata del tram,
Donne Cannone,
Fate,
Ballerine sconce,
Sante in cantiere a progettare cattedrali,
Bagasce in circonvallazione
a preparare debiti,
bottiglie di Campari,
topi in cerca di lattine libere
per farsi la casa
e mandare all'inferno il mutuo.
Son vuoto
e contemplante.
Marinaio bloccato in una nave fusata.
Fellini me l'ha detto una volta:
"Fatti ragno e ricama la tua tela.
Vedrai che prima o poi
ti assumeranno come cane salato".
L'Amore l'ho toccato in India,
la ragione in Deutschland,
la saggezza in Grecia,
la bandiera a Calatafimi.
Son l'autista con tutti i semafori rossi,
sono il soldato di Napoleone
a Waterloo,
sono lo Scorpione che vuole lavorare
in televisione
con la faccia del ricottaro,
la nobile professione
del fancazzista.
Sono il contadino del vino d'aceto,
il muratore della casa crollata,
il letterato del diavolo ignorante,
il calciatore dello stadio vuoto.
Son qui e non me ne frega una pizza,
e tra un pò torno a casa
e mi mangio l'avanzo di ieri
che ha lasciato la mia donna.
Inglesi, Americani e Psichiatri,
Streghe, Musicisti
e il cacciatore maledetto
che risponde
al nome del grande Arthur Rimbaud.
Ho scritto 1000 lettere a giovani poeti
dicendo di farsi i fatti loro
e di non sfottere tanto l'ira funesta
dei fantasmi della Musa.
Alda mi diceva sempre:
"La Poesia è una bella rogna,
una malversazione,
un manicomio al completo.
Non capisco perchè tanta gente
vuol votarsi così a cuor leggero
a un inferno così sconclusionato,
e al primo minimo intoppo
te li vedi scappar via dalla casa in fiamme
come tanti ridicoli conigli.
Ma se vuoi veder sorridere una vecchia
attacca il cavo
e fai una foto allo squalo buono
della mia allegria".
Son qui
con tutte le finestre aperte,
mi arriva un odor di bistecche arrosto
che non ne mangerò manco una io.
Ho puntato sempre sul cavallo perdente,
ho urlato mille volte per nulla,
ho bevuto la cicuta in compagnia di Socrate.
Ho fatto il fesso come D.H. Lawrence.
Son vivo
e questo è l'importante.
Faccio solo una busta di spazzatura
in una settimana,
e perlopiù son lettere di giovani poeti
che non credono in una minchia di niente
se non in se stessi.
Ma il problema non è manco quello,
è che son vuoti e malati,
esattamente come me,
che guardo il cielo
e lo vedo azzurrino
anche se è notte fonda.
Ma non son mica pazzo,
è solo che assomiglio un pò
alla sigaretta di Bukowski:
è sempre accesa
e non si consuma mai.
G. D'AMBROSIO ANGELILLO
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TUTTI CI SIAM PERSI

Giuseppe D'Ambrosio, foto del giugno 2012
Tutti ci siam persi,
tutti ci ritroviamo.
Uno son due mezzi sommati,
ma il problema
è che siamo tutti mezzi,
per far l'uno ci vuole l'Amore.
Così almeno credevano i Greci
e così credo anch'io.
Occorre integrarsi,
non stare in mezzo alla strada
in gran quantità.
Io sono in attivo
ma vorrei fare ancora di più.
La mente è ignorante
perchè calcola sempre,
ma il cuore è miracoloso
perchè non calcola mai.
Questa dovrebbe essere la verità di tutti.
Ma tutti non siamo tutti
e non stiamo manco attenti
alla mancanza di cuore.
Io ho una mano che dona,
una bocca che dà baci,
e l'altra mano che accarezza sempre.
Ma vendo sempre la ragione
a chi non ha sogni,
io miglioro, loro no.
Le canzoni sono sempre degli angeli,
e l'assassino
è un mortale pure lui.
Il mentitore vuole rattoppare la vita,
il filosofo s'inclina sull'abisso.
Un dono ci diedero una volta
che si chiamava vita.
Siam cresciuti da allora
e le tenebre con noi.
Ma la luce è nel ricordo
e l'amore ci corre sempre appresso.
Siam tutti perduti,
ma se vogliamo ci ritroviamo subito.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
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mercoledì 18 luglio 2012

IO (ritratto in bianco e nero).

Venendo dal blus...
a scala di spirale in salita
fatta di secchi di latte e pane vecchio,
scortando lampi
e orologi falliti,
fallibile anch'io
come un milionario squattrinato
d'altri tempi
quando il romanzo era un'utopia
e la poesia il prologo infinito
della bistecca che non arrivava mai,
IO
con la mia faccia di pescespada d'alto mare
con l'inclinazione alla rovina
e alla pietra rara
getto il mio destino
in faccia alla strada
e son contento di me stesso beffardo
come un tordo di mattina presto,
e del carbone acceso della mia anima
che sempre mi brucia le dita
senza che io possa mai farci niente.
Stravagante e innamorato
spingo sempre in direzione
del pianeta dell'amore e della fratellanza,
anche se da anni ormai
non leggo più
i suoi giornali.
G. D'AMBROSIO ANGELILLO
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passaparola.
(FOTO DI MASSIMO ZARUCCO).

ALDA, autunno 2001

In piedi da sinistra Vincenzo Mollica,
Arnoldo Mosca Mondadori,
Giuseppe D'Ambrosio Angelillo,
sedute da sinistra Alda Merini,
Nancy Brilli.
Ravenna, autunno 2001,
in occasione della registrazione
della trasmissione RATATATA.
(foto di Giuliano Grittini).

martedì 17 luglio 2012

IL MONDO, LA VITA, IL GATTO, NEW YORK, CHAGALL

La vita...
Ascolta il gatto che si stiracchia le zampe
leccandosi il pelo...
Che dice?
Niente.
Dorme... Ron Ron Ron Ron...
E intanto è sveglio come un furfante
con mezzo occhio...
se li fotte tutti
con un semplice guizzo
del suo sguardo sornione...
Se solo qualcuno si azzarda a dire "Dio",
lui sostiene che l'ha appena lasciato al bar
a bersi un cicchetto pure lui.
Cèline forse era lo stesso...
La voce dei pensieri che va in sintonia
pure con le montagne,
le nuvole,
le spose innamorate...
i volponi da 4 soldi...
E tutto intorno che gira come un vortice
senza mai far capire niente...
perchè tanto che c'è da capire?...
Vivere bisogna
e essere molto cortesi
con tutto quello che viene,
fosse pure la suocera dei 40 ladroni...
Che c'è da cambiare?
Un'inezia, fors'anche un solo fiammifero
ed ecco qua il Paradiso.
Ma chi ne sa niente?
Son tutti alla rincorsa del valore
che forse non vale niente,
ma che in borsa fa muovere
tutte le televisioni del mondo...
Una debolezza assurda
che fa piangere in tanti...
Ma il gatto dietro la casa coperta di neve
si lecca piano le zampe
e dormicchia come al suo solito...
Il mondo?
Lui sempre lo soppesa sornione
e all'occorrenza corre a nascondersi...
Che fare di più
con tutta questa massa di folli
che non son capaci di essere cortesi
nemmeno con la loro stessa vita...
G. D'AMBROSIO ANGELILLO

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passaparola, amico,
passaparola
p.s.
alla redazione del "New Yorker" di New York USA
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pubblicatela pure.
g.d.a.
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