regala Libri Acquaviva

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CHARLES BUKOWSKI, Tubinga, MARC CHAGALL, Milano, ALDA MERINI, Grecia, Utopia, ROMANZI, Acquaviva delle Fonti, RACCONTI CONTADINI, America, POESIE, ERNST BLOCH, Sogni, Gatti Pazzi, Spinoza, FEDOR DOSTOEVSKIJ, ITALIA, New York, FEDERICO FELLINI, Poesie di Natale

giovedì 21 aprile 2011

SCARPE GROSSE E CERVELLO FINO racconto contadino di G.D. Angelillo

C'era una volta ad Acquaviva un contadino che si chiamava 'bà Giuan La Gnagnal, compare Giovanni La Gnagnale (una specie di fava acquavivese). Questo contadino era famoso per certe questioni che sollevava quando qualche altro contadino per sua sfortuna l'andava a trovare quando stava mangiando per chiedergli qualcosa circa il lavoro in campagna, qualche animale, qualche semente, insomma le solite faccende dei lavoratori della terra.
Quando l'ospite aveva finito la sua esposizione e doveva andar via sembrava male farlo andar via senza chiedergli se voleva per caso favorire e il dialogo andava pressappoco così:
"Hai mangiato?", chiedeva allora 'bà Giuan La Gnagnal.
"No", rispondeva il suo ospite malcapitato speranzoso di guadagnarsi un piatto a uffa.
"Ah, peccato!", diceva il furbissimo 'bà Giuan. "Allora non ti posso offrire un bicchiere di vino primitivo forte, altrimenti come ben sai ti farebbe male".
E all'ospite allora non restava altro che andarsene scornato.
Capitava che quello stesso ospite si recasse ancora a casa di 'bà Giuan La Gnagnal, naturalmente sempre alla stessa ora di pranzo per un'altra ennesima faccenda di campagna. E risoltala arrivava di nuovo il delicato momento del congedo.
E di nuovo allora 'bà Giuan chiedeva al suo stesso solito modo:
"Hai mangiato?"
E allora l'ospite malcapitato, forte dell'esperienza precedente, rispondeva questa volta ancora più speranzoso:
"Sì".
"Oh, che peccato!", rispondeva allora 'bà Giuan. "E allora non posso invitarti a sederti per mangiare con me questa bella zuppa di fagioli e carne".
E al malcapitato ospite non restava altro che andarsene via più scornato ancora dell'altra volta.
G. D'AMBROSIO ANGELILLO
Contadini e squattrinati, racconti
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mercoledì 20 aprile 2011

PRANZO DI PASQUA poesia di g.d. angelillo

Siisii,
di questi tempi si aprono da sole
le alte finestre della memoria
e come d'incanto ti appare tutta la famiglia
di quando tu ancora eri un bambino
e con le labbra strette e gli occhi grandi
fissavi il futuro quasi fosse una fabbrica di giorni infiniti,
ma gli anni son volati
e i cari spariti, dispersi,
bruciati
su quegli alberi dove di solito
si fanno la guerra due cricche ostili
con gli occhi sempre rivolti a terra
perchè l'angolo è forse sempre un pazzo
che spara in faccia a tutti,
e il mattino ormai è un campo abbandonato
pieno di erba che fa quello che vuole
e gli ulivi se ne son diventati vagabondi
che non riempiono più nessun secchio.
Ma si era felici una volta
e ancora lo si è ancora
se il bosco suona sempre le sue campane
e con  quelle strane vacche sempre così placide
qualunque cosa accada
perchè Pasqua è vicina,
e il sole punta contento
sempre a quella tavola
dove tutti insieme si recitava le antiche preghiere
leggendo da vecchi libri ingialliti
con le candele accese anche di giorno
per ricordarci
che gli angeli della cara memoria vanno sempre richiamati
con qualche dolce luce
altrimenti non ritrovano più la strada
e invariabilmente si scordano di noi,
e poi non si può nemmeno più mangiare il dolce,
che mamma ha preparato così diligentemente per tutti,
per presenti e assenti,
e così i pensieri di bene si alzano a sciami
verso il cielo che davvero ci benedice tutti,
ancora una volta,
se siamo ancora qui
a sorridere
abbracciati l'uno all'altro con i nostri sguardi,
pensando in segreto
al nostro più intimo sogno...
Tanto il mare si aprirà di nuovo davanti a noi
e al nostro esercito di pazze storie
e a tutto questo popolo di folli poesie...
Il Cristo è risorto ancora
e come il più buono degli Angeli
si porta tutti dietro
senza mai scordarsi nessuno...
E' Pasqua ormai anche questa volta,
anche se siamo più soli
ma allo stesso tempo più numerosi,
domani il bicchierino di rosolio
ce lo beviamo anche tutti noi bambini...
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G.D. ANGELILLO
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lunedì 18 aprile 2011

Herman Melville PEZZI DI MARE poesie ACQUAVIVA

"Lascio una scia bianca e inquieta,
acque pallide, facce più pallide, dovunque passo.
Le onde invidiose si gonfiano ai lati
per sommergere le mie tracce: facciano,
ma prima io passo".
MELVILLE
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"Uomo libero, tu sempre amerai il mare".
BAUDELAIRE
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Giuseppe D'Ambrosio Angelillo LA LAMPADINA racconto ACQUAVIVA

"Com'è grande il mondo
alla luce delle lampade".
BAUDELAIRE
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Di sera su ognuno di noi brilla una lampadina, ed è a pensarci bene un grande mistero: il mistero di una luce nell'oscurità.
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Federigo Tozzi IN CAMPAGNA racconto ACQUAVIVA

"Molte volte la vita è simile a una grande violenza. Tutte le ombre, anche le più lontane, stanno sopra a noi, e la nostra anima diviene silenziosa per le orme del meriggio che cominciano a scintillare. E tutte le cose vengono incontro a noi, come una marca".
FEDERIGO TOZZI
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Un magistrale racconto di un grande della narrativa italiana: Federigo Tozzi.
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FEDRO Favole ACQUAVIVA

"I pregiudizi sviano i mortali e riposano certi nell'errore finchè non li fa pentire l'evidenza".
FEDRO
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"Dimmi, Musa, che fa il mio Canio Rufo?...
Gareggia forse con gli scherzi
di quel mascalzone di Fedro?"
MARZIALE
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R.L. Stevenson JEKYLL romanzo ACQUAVIVA

"L'Epoca più oscura è oggi".
R.L. STEVENSON
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Lo strano caso di un uomo spaccato in se stesso tra bene e male.
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SPINOZA Pensieri ACQUAVIVA

"Falso è il vanto di chi pretende di possedere, all'infuori della ragione, un altro spirito che gli dica la certezza della verità".
SPINOZA
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Aforismi di uno dei massimi filosofi dell'Occidente: Baruch Spinoza.
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LIBRAI DI ROMA piccola casa editrice ACQUAVIVA

"I Librai sono sacerdoti di antiche e immortali cattedrali fatte di libri".
G.D. ANGELILLO
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Dalle librerie più antiche ai moderni megastore, un ritratto inedito della città di Roma attraverso i suoi insostituibili Librai.
(a cura di Alba Bosi).
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TOLSTOJ I Cosacchi romanzo ACQUAVIVA

"Credendo a se stesso l'uomo si espone sempre al giudizio della gente, credendo agli altri ha sempre l'approvazione di chi lo circonda".
TOLSTOJ
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Ufficiali e soldati come nella vita di un esercito qualsiasi.
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Giuseppe D'Ambrosio Angelillo BETTY PAGE romanzo ACQUAVIVA (volume 1)

"Incubi, sogni, speranze di una gioventù sballata, senza lavoro e senza futuro, che vuole ancora salvarsi e andare avanti dritto verso l'orizzonte, qualunque esso sia".
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Giuseppe D'Ambrosio Angelillo BETTY PAGE romanzo ACQUAVIVA (volume 2)

"Incubi, sogni, speranze di una gioventù sballata, senza lavoro e senza futuro, che vuole ancora salvarsi e andare avanti diritto verso l'orizzonte, qualunque esso sia".
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ROMANZO
volume 2
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venerdì 15 aprile 2011

Giuseppe D'Ambrosio Angelillo IL TERZINO A BENZINA romanzo ACQUAVIVA

La Milano scanzonata e contenta degli artisti perennemente squattrinati ma allegri di cuore e pieni di fraternità per tutti, nessuno escluso, forti solo della loro povertà e della piena coscienza di non aver mai niente da perdere, tranne la tristezza e il delirio.
Calcio, bevute, e Arte sempre vissuta sulla propria pelle, mai su quella degli altri.
Ironia, sarcasmo e risate.
Il mandolino d'Italia non ce la fa mai a restarsene muto.
"MA CHE CAZZO SE NE SAPETE VOI DI 30 ANNI DI ARTE SUL GROPPONE?
MA CHE CAZZO NE SAPETE VOI DI 30 ANNI DI GRAPPA E BAROLO NEL CASSONE?
MA CHE CAZZO NE SAPETE VOI? 
 30 ANNI DI ROCK' N ROLL SULLA SGOBBA!
30 ANNI DI PARTITE DA TERZINO SEMPRE A PRENDERE E A DARE MAZZATE ALLE GAMBE!
MACHE CAZZO NE POTETE MAI SAPERE VOI?
30 ANNI DI FONDERIA SEMPRE A SUDARE COME UN PORCO! ... ... ...
30 ANNI DI STRADA SEMPRE A GODERMELA COME UN DEMENTE!
CHE CAZZO NE POTETE MAI SAPERE VOI?"
Il Pirata.
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lunedì 4 aprile 2011

Majakovskij L'EBREO poesia ACQUAVIVA

"Gli uomini che lavorano
sono tutti uguali:
guarda pure l'ebreo contadino
sporco di terra
in campagna".
MAJAKOVSKIJ
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La questione ebraica secondo Majakovskij.
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