regala Libri Acquaviva

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mercoledì 25 gennaio 2017

POESIA

POESIA
Non voglio diventare ricco manco per un po',
mi basta vivere con due lenticchie e un pezzo di pane,
un po' di vino, non troppo neanche lui,
in salute se è possibile, una risata ogni tanto,
il bene da raccomandare a tutti,
al di fuori di ogni cerchio di calunnie dai denti aguzzi.
là non se ne ricava mai granché ma ne perdi di tempo e di pensieri.
l'affetto dei tuoi e le carezze e i sorrisi, di quelli sì
non ce n'è mai troppi,
e di saggezza e di poesia,
di quelle sì il mio cuore
non è mai sazio.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
(foto di Maria)


è leggero un angelo e voglioso d'amore,
s'attacca al tuo pallido sorriso
e ti porta nel vento di grano dei suoi capelli,
verso una sazietà di vita.
è una baldoria il mondo,
basta invitarsi da soli alla festa,
ci sei anche tu là in mezzo,
non ti resta che metterti a ballare
e amare.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

lunedì 23 gennaio 2017

IL MIO DIALETTO


IL MIO DIALETTO
Fa ridere il dialetto del mio paese,
i bambini quando lo sentono da me che sentenzio alla buona
non ci capiscono niente e ridono.
credono sempre che racconti una barzelletta astrusa
di un tempo antico,
che faccia una battuta molto intelligente chissà su chi.
che il diavolo dica "buonasera" al buon Dio
e poi si mettono a parlare del tempo.
che il bene sorrida al male
e per incantesimo gli fa cambiare opinione.
Io parlo dialetto apposta per farli ridere,
parlo di filosofia
e loro scoppiano a ridere,
parlo di letteratura
e loro scoppiano a ridere più forte ancora.
Quelle risate fanno stare bene pure a me.
Posso pure dire che sono un ambulante arruffone
e loro pensano che sono un prete disoccupato.
Scoppiano a ridere
qualsiasi cosa mi venga in mente di dire,
e così scoppio a ridere pure io.
Sono forse tutte risate che provengono
da tempi contadini antichissimi.
Il dialetto conserva sempre una nascosta magia
che ci fa ancora tutti allegri.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

NON DIMENTICARTI L'AMORE, AMICO


NON DIMENTICARTI L'AMORE, AMICO

non dimenticarti l'amore, amico,
e di accendere di sera 
quella cruda candela di una nuova poesia,
non puoi fare la lampada trascurata 
che rinnova il solito vecchio film.
l'amore ti guarda
e non si accontenta del tuo sguardo sparuto,
della tua parola tronca,
ti guarda che vuole la carezza prima della notte,
prima che il sonno volti a gamba all'aria tutto il mondo,
non ti scordare di quella carezza, amico,
ne va di tutto il tuo amore, passato e moderno,
guarda sotto il tavolo,
forse t'è caduta quella vecchia carta dell'antico ricordo,
raccoglila e accendi il fiammifero della vecchia cucina
di tutti i tuoi sorrisi riposti.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

sabato 21 gennaio 2017




ci dobbiamo ricordare di tutto questo
se vogliamo tornare alla speranza,
la fatica della paura ci cade in profondità dentro,
ci vuole una vanga d'amore
per riuscire davvero a spazzare 
quel che il vento gelido ha portato sulle strade,
stanchi di disgrazie,
ce n'è bisogno molto poco di incantatori di serpenti,
bisogna solo ricordarsi da uomini umili
che la natura è molto buona con chi spera,
non si tratta di un sacrificio,
è la nostra stessa anima che ci chiede un gesto d'amore,
i lievi prodigi del ricordo ci aiutano.
ci dobbiamo ricordare di tutto questo
quando salirà potente su nel cielo
il nuovo sole dell'inverno,
brinderemo con la forte luce ritornata
ai giorni della rinascita.
di gesti d'amore abbiamo bisogno tutti,
non di parole.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

L'UOMO CON I LIBRI PIENI DI ACQUA VIVA
eccomi qua,
l'uomo con i libri pieni d'acqua viva
per le strade de milan,
che sparge confetti di poesia
come se sempre andaste a sposarvi
con la vostra felicità,
lasciando gli scialacquatori
con i loro vagoni di belle parolone
ai loro inestimabili rendiconti.
eccolo qua,
l'uomo che cercate talvolta
senza mai trovarlo
per i suoi piatti di fagioli con le cotiche
di antica ricetta contadina
in questi posti forsennati
di imbellettata pazzissima metropoli.
è lì comunque
dietro l'angolo dove vi siete dimenticati
di guardare,
come un merluzzo sperduto
per la sua grande nostalgia
dell'aperto mare.
venite a prendervi le farfalle timorate
dei folli cuori innamorati di città,
le calosce per la pioggia
di questi giorni invernali
di piena primavera,
la folla mi passa davanti a volte
e non si accorge di me,
che mi strofino la testa
piena zeppa di mille libri di filosofia.
sono il contadino di Acquaviva
che pianta alberi di riccio in città
per quel poco di voglia di allegria
che sempre spinge gli scrittori
a rompere un pò i ball
a tutti quanti.
Offendetemi pure
a vedermi così misero
a sedere per strada
sul mio povero sgabellino,
ma siatene certi
e anche, a vostra bontà,
un pò orgogliosi di me
che con tutti questi libri davanti,
siatene ben certi
che non ho scialacquato nessuna parola
nemmeno la più umile,
e che tutte le ho rispettate
come se fossero per davvero
tutte le mie stesse anime.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

venerdì 20 gennaio 2017


il cammino certo dei giorni
che molti considerano breve,
ma forse son troppo basse le nostre verande,
dal respiro forte delle stelle forse vien fuori un altro responso,
forse quel nostro nome lungo quasi un anno,
quei nostri fiori che regaliamo a tutti
come misteri con i quali proprio non sappiamo come regolarci,
diamo quel che abbiamo
e in effetti alla fine solo quello possediamo,
quel che abbiamo amato, quel che abbiamo accarezzato,
il nostro inverosimile cammino
dove sempre ci battiamo come leoni,
non per vincere,
ma per continuare a voler bene...
io non mi vergogno dei miei sentimenti,
perché i sentimenti sono la parte migliore di me,
le emozioni che fanno lunghissimo ogni attimo,
ogni giorno, ogni anno,
e molto più alta la mia stramba finestra sulla via.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

PRIMA COMUNIONE




eravamo forse un prato in fiore di ciclamini pazzi,
puri e matti come sono i ragazzi
quando hanno sbirciato appena appena il mondo,
biondi come poeti,
mori come pastorelli abbastanza distratti,
le perdevamo infatti spesso e volentieri le nostre capre,
era così inebriante vederle scappare verso la loro libertà
per i pascoli lungo le colline assolate,
tanto poi lo sapevamo benissimo che tornavano a casa
dopo la loro incredibile ubriacatura di salti e rincorse...
lì anche noi sotto il caldo abbraccio di don Peppino della Maggiore,
a sgraffignare dal suo bustone nella sagrestia
caramelle e ostie dolci,
senza sapere mai niente di niente,
senza capire mai nulla di quelle formule vuote di catechismo,
ci promuovevano sempre, era proprio bella quella scuola
tra tutti quei santi proverbi di Gesù,
eravamo anche noi come le nostre capre pazze,
aspettavamo anche noi di correre all'impazzata
verso la nostra libertà,
a ubriacarci anche noi di salti e rincorse nella vita,
a tornare a casa ogni tanto,
perché sempre lì si mantiene la roccia salda della nostra giovinezza,
dell'antica saggezza dei nostri padri
che ci vedono sempre ragazzi.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO



(foto della mia Prima Comunione, io sono proprio alla sinistra
di don Peppino Ciccarone, della Chiesa di Santa Maria Maggiore di Acquaviva, foto che mi ha appena mandato Vincenzo Martielli. Alla fine della festa andammo tutti ad accompagnarlo a casa sua e gli cantammo una canzone di amicizia, a quel tempo c'era là tutt'attorno la campagna, tutti campi di mandorli, mi ricordo, appena finimmo con Vincenzo, ci mettemmo tutti a correre tra i mandorli, a salirci sopra, a saltare di sotto, a rincorrerci come matti, a darci patolecchie, sberlette in corsa... con i nostri vestiti nuovissimi a fare la disperazione delle nostre madri... Poi tornando mogi mogi a casa, che i nostri genitori dovevano offrire dolcetti e confetti a tutti i nostri parenti riuniti per l'occasione... Eravamo tutti monelli a quel tempo, nessuno escluso, a vederci nella posa della foto sembriamo invece tutti santarellini sulla figura... Ciao, amici miei, so bene che molti di voi vi riconoscerete su questa foto... Ciao... Grazie, Vincenzo)
come facevo a non diventar poeta
dopo essere stato 18 anni
amico di Alda Merini?
come facevo a non accendermi di poesia
dopo che Alda mi ha accarezzato 10.000 volte
con i suoi occhi dolci,
con le sue mani
che avevano toccato
l'inferno e il paradiso
anno dopo anno?
ora son qui con te, Milano mia,
che guardo la Madonnina
con gli occhi umidi
di un intimo amico dell'antico Orfeo,
con l'anima colma di bene per tutti noi dell'antica Alda...
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

dal "CORRIERE DELLA SERA" Milano, giovedì 29 dicembre 2016





ALDA SORRIDE INTORNO A NOI
(la Poesia)
non hai da cercare molto per trovare la poesia,
la poesia è quel fiume in piena della vita
che ti scorre proprio davanti al tuo naso,
la poesia è anche quella vita prepotente che hai in te stesso
e che ogni tanto ti impone di alzarti
e di metterti a ballare come un pazzo.
e a te non te importa proprio niente
se il direttore del giornale ti guarda male
e poi ti toglie per sempre il saluto
e ogni volta che t'incontra volta lo sguardo
facendo una smorfia molto offesa.
o che il vicino al contrario ti viene a chiedere l'elemosina
e cerca di turbarti con la sua estrema povertà.
la poesia è tutto quello che hai da dire
senza freni, inibizioni o, peggio, autocensure.
è molto facile scambiare la poesia per pura follia,
ma la poesia è semplicemente vita che vuole vivere,
amore che vuole amare,
sorriso che vuole sorridere,
lacrima che vuole piangere,
nulla di più, nulla di meno.
proprio come la vita che vive qualsiasi cosa succeda,
oltre e aldilà di qualsiasi ostacolo,
a prescindere da tutto quello che il mondo combina
nel bene e nel male,
a onta pure di tutto quello che gli uomini possano pensare
nel giusto e pure nello sbagliato.
la poesia può pure essere una matta di manicomio,
la poesia può essere pure la segretaria
di una compagnia di assicurazioni.
la poesia comunque scorre sempre
in quel fiume in piena della vita
che ti passa a ogni minuto proprio davanti al tuo naso.
sia che ti piaccia, sia che non ti piaccia.
la poesia è una forza della natura
che va sempre avanti
e non si ferma mai.
qualsiasi cosa accada,
qualsiasi cosa si dica,
qualsiasi cosa si faccia,
qualsiasi sia il posto dove il destino
ha deciso di farti nascere.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO


Grazie al "CORRIERE DELLA SERA" redazione di Milano, grazie a Maurizio Bonassina (il giornalista), grazie a Duilio Piaggesi (il fotografo),
grazie a Milano e al suo gran cuore, grazie a tutti voi che mi fate campare da moltissimi anni con il mio strambo lavoro di scrittore underground, che si autoproduce i suoi innumerevoli libri con la sua piccola casa editrice "ACQUAVIVA"...
e un caro pensiero ancora una volta alla più grande amica della mia vita Alda Merini...
p.s. Care Amiche, Cari Amici,
mettete "mi piace" all'interno del sito del "CORRIERE DELLA SERA"
Edizione di Milano sull'articolo che hanno pubblicato su di me, li invoglierete a scrivere ancora sulla mia persona, sulla mia storia e non ultima sulla mia scrittura, e magari questa volta a livello nazionale, perché siete voi la mia unica risorsa e la mia unica forza. Grazie.
sempre vostro GDA

dal "CORRIERE DELLA SERA" Milano

Naturalmente non sono un libraio, di solito non abbiamo potere su come ci vedono gli altri, non mi considero nemmeno un editore, sono solo un Autore che si autoproduce da 40 anni con la sua piccola casa editrice "ACQUAVIVA", romanziere, narratore, all'occasione poeta, che si propone direttamente ai suoi Lettori. I miei libri li potete visionare tutti digitando il mio nome su Google Books : https://play.google.com/store/search…
copie cartacee si trovano su questo sito:
http://www.ebay.it/sch/11betty1977/m.html…
produco pure libri di miei Maestri, e Autori che mi piacciono molto, molti dei quali mai pubblicati in Italia,
sarò di nuovo in Piazza del Duomo, (portici meridionali), passati i pesanti freddi dell'inverno milanese, fine febbraio, con la bancarella dei miei libri autoprodotti...
Grazie al "CORRIERE DELLA SERA" redazione di Milano, grazie a Maurizio Bonassina (il giornalista), grazie a Duilio Piaggesi (il fotografo),
grazie a Milano e al suo gran cuore, grazie a tutti voi che mi fate vivere da moltissimi anni con il mio strambo lavoro di scrittore underground...
la mia pagina facebook è : Giuseppe D'Ambrosio Angelillo
ogni giorno pubblico poesie mie inedite, raccontini, favolette contadine...
In questi mesi sono impegnato nella scrittura di un altro mio grosso romanzo dal titolo "ALDA" vita e avventure quotidiane di una grande Poetessa italiana.
e ancora nella rifinitura de "LA LUNGA E SPIETATA GUERRA DEL SOLDATO SEMPLICE JOSEPH K. CONTRO IL MONDO INTERO", romanzo umoristico, quasi comico.
Il mio blog in rete è: http://soldatorock.blogspot.it/
Un caro saluto a tutti voi... e un forte abbraccio...
Giuseppe
il mio ultimo romanzo, grande affresco sulla Milano underground, è
"MILAN BLUS BANN" su Google Books:
https://play.google.com/store/search…
p.s. Care Amiche, Cari Amici,
mettete "mi piace" all'interno del sito del "CORRIERE DELLA SERA"
Edizione di Milano sull'articolo che hanno pubblicato su di me, li invoglierete a scrivere ancora sulla mia persona, sulla mia storia e non ultima sulla mia scrittura, e magari questa volta a livello nazionale, perché siete voi la mia unica risorsa e la mia unica forza. Grazie.
sempre vostro GDA

Acquaviva è il nome con cui ha battezzato la sua micro casa editrice. Una vita tra la casa-ufficio in via Palmieri di soli 45 metri quadrati e la bancarella di libri in…
MILANO.CORRIERE.IT|DI MAURIZIO BONASSINA

BUON ANNO!
c'è un senso per ogni cosa
anche solo per il fatto che ogni cosa è,
i giorni che respiri sono dolci,
sono i misteri di tutti i canti della vita,
tu come gli altri hai diritto a questo mondo
e alla sua felicità,
siamo ormai da tempo
sul confine di qualcosa di tetro
e della sua cavalleria di folli,
ma nei film la bellezza è un'eroina che non cede,
l'amore è un sogno che sempre vince
perché davvero è il cuore sempre il più forte.
addio anno,
benvenuto anno.
ai vivi i giorni sono sempre dolci.
non si può maledire il giorno che ci fa vedere tutto,
non si può disamare nemmeno l'amaro
di ciò che è andato.
è la vita, non una cartaccia qualsiasi.
addio anno, caro amico mio.
benvenuto anno, caro fratello mio.
mi troverai sempre qui,
nel posto di lotta
sul fronte della battaglia quotidiana.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

CARI AMICI


CARI AMICI

Cari amici, farete bene ad abituarvi alle contrarietà
fin da quando vi svegliate al mattino,
se state per mettere un piede in fallo
ritiratelo prima di cadere,
è meglio comunque cadere a faccia a terra
che perdere la speranza.
se tutte le cose son perdute
ricordati che se sei vivo hai ancora tutto.
non hai perso proprio niente.
ricomincia da capo con la tua solita energia,
vedrai che il nero diventerà chiaroscuro
e dopo un po' il chiaroscuro diventerà la luce pura del giorno.
chi mangia le briciole del passato
sa che il futuro gli porterà tutt'intera
la pagnotta di bene
che credeva così avventatamente di aver perso.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

SOLDATI CON LE PAGNOTTE


SOLDATI CON LE PAGNOTTE
è sempre una guerra il mondo
anche se c'è pace.
povere anime sotto la neve,
il soldato parte e porta loro le pagnotte,
monta la tenda,
accende il fuoco,
prepara da mangiare.
il povero soldato è anche lui al freddo
a patire col popolo la disgrazia,
piange anche lui con il popolo.
poi si scuote.
c'è da accendere il fuoco di nuovo,
da preparare da mangiare,
da dare la pagnotta quotidiana.
fa freddo, è stanco,
soffre anche lui come il popolo,
ma lui è un soldato
deve combattere,
difendere il suo popolo
dal freddo, dalla disgrazia,
dalla disperazione.
il soldato prende il sacco delle pagnotte
e s'avvia nella neve,
i suoi commilitoni son lì, che scavano,
rinserrano, rafforzano i puntelli dei crolli.
ci sarà da ricostruire tutto,
il soldato spera che esca presto il sole
sulle sue mani gelate...
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
(ai Soldati impegnati nel Centro Italia
ad aiutare il popolo, sotto la neve
e in grave stato di bisogno)

UN GATTO TRA LE MACERIE

UN GATTO TRA LE MACERIE
solo un canto ci può salvare,
un fiato,
la mano tesa di un amico che matura nel suo cuore
il nostro bene,
un'eternità scritta nella nostra anima
di cui da tempo abbiamo perso le tracce,
solo un sorriso ci può salvare tra tanta disperazione,
una carezza che arriva inaspettata,
il vivo gesto d'amore di uomini e donne forti e buone,
la natura non ce l'ha con noi, non può, è la nostra prima madre,
è il mondo che ha le sue dure leggi che noi poco comprendiamo.
il gatto cerca la sua casa e non la vede più,
le macerie sono nere, la neve è bianca,
si meraviglia moltissimo di essere bianco e nero pure lui,
non se ne starà ancora per molto tempo fermo,
correrà presto a cercare il suo padrone,
incontrerà qualcuno che lo farà stare al coperto,
che gli darà una scatoletta di cibo,
che gli accarezzerà premuroso la testa,
che gli troverà un posto caldo prima di sera...
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

Giuseppe D'Ambrosio Angelillo MASTRO GEPPETTO E IL SUO GRANDIOSO NEGOZIO ANDATI A MALE poesie "La Linea dell'Equatore"

Pubblicazione di un mio piccolo libro di poesie
da parte de "La Linea dell'Equatore"
del mio amico Fabrizio Orlandi
di Civitavecchia (ROMA)
grazie, Fabrizio!


sempre dalla mia finestra che dà su un cortile di matti
io tiro fuori una poesia per voi,
che mi aspettate forse a sera, sotto una mezza luna alta nel cielo,
per sorridere almeno un po'
tra tutte queste beghe, questi rodimenti di fegato, 
queste mezze disperazioni, che ci ballano attorno
come a una festa di folli.
per ricordare proprio alla fine della giornata
che pure c'è una saggezza a questo mondo, una sapienza,
che semplicemente è il nostro sentimento.
quella strana beatitudine che ci prende
quando finalmente ci mettiamo in bocca quel confetto dolcissimo
che è la compagnia dei nostri cari che a fianco a noi
stanno mangiando la nostra stessa minestra,
il nostro stesso pezzo di pane,
e comprendiamo molto bene in quei momenti
quanto i guai terreni siano ben poca cosa
davanti a questa tavola di vita
che ti rincuora di botto,
perché capisci d'istinto che il vero destino dell'uomo
è accarezzare a sera la felicità,
come una gatta che ti salta inattesa in grembo.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO


(foto di Duilio Piaggesi)

lunedì 16 gennaio 2017

A VINCENZO MOLLICA, sempre tra i suoi miracoli



(a Vincenzo Mollica, sempre tra i suoi miracoli...)
come non aver cura della foglia al vento del proprio sogno,
quel vento che s'intrufola come un spiffero tagliente
da sotto le porte forti ma alquanto scalcagnate della nostra casa,
con quelle nostre enormi pile di libri
in magico equilibrio sopra le grosse sfere delle nostre paure,
quei tanti nostri discorsi non detti
ma così pieni di un così originale coraggio,
quella strana malinconia che ci dà forza con niente,
con le mille domande sempre in sospeso,
ma pure con quel'unico pensiero che a sorpresa sorride
e d'un tratto ci fa capire tutto:
forse sono anni che siamo ciechi e non vediamo nulla,
ma quel nostro saper vedere con l'occhio del cuore
come ci riscalda con così tanto amore vero.
un silenzio minuscolo ce lo traduce in una nuvola allegra,
un errore di ortografia ce lo trasforma in una fontana di stelle.
non saper vedere per bene le cose così come veramente sono
è sempre una ricchezza
mai una povertà,
le migliori verità se le porta sempre in tasca
il nostro sogno...
non la nostra logica stringente...
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO


vignetta di Vincenzo Mollica

COMPLEANNO

COMPLEANNO
i giovani hanno sempre da sussurrare qualcosa
al genio dell'amore,
gli raccontano che anche l'erba canta
al soffiare del vento,
e come l'erba anche il cuore è ribelle al tempo che passa
ed è pazzo di bene anche in questa confusione di momenti volanti.
perché gli anni passano e poi ritornano,
gli orologi non scricchiolano al rumore dei tuoi passi
che vanno e vengono
nella casa del tuo sogno così bello.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
(dedicata a Mariella Bianchi,
nel domani del suo compleanno...)

IL MURO DEGLI ANGELI



IL MURO DEGLI ANGELI
quanta vita su quel muro di Alda, Giuliano,
quanta poesia,
ancora lascia su Milano
il suo profumo d'amore,
il profumo della sua grande anima,
la montagna inamovibile della sua invisibile presenza...
tu sai pure come suo discepolo
che l'onore del suo ricordo
ci fa pure a tutti noi poeti di lunghe fissazioni,
quei suoi lunghissimi pensieri
che ci raccoglieva tutti noi
nell'allegrissima capanna sul suo antico Naviglio,
dove sempre con lei festeggiavano spesso
tutti gli Angeli della nostra cara città...
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO


(nella foto: opera del fotografo-pittore Giuliano Grittini,
grande amico di Alda, sempre presente a fotografarla
in ogni occasione della sua vita,
in questo "collage" alle spalle di Marylin
c'è un pezzo del Muro degli Angeli,
della camera da letto di Alda,
dove lei appuntava i numeri di telefono dei suoi amici
per poter loro telefonare per ogni evenienza,
in questo modo Alda non ha mai perso nessun numero di telefono
delle persone alle quali teneva di più...
Oggi è il compleanno di Giuliano,
in mattinata gli ho fatto gli auguri
e lui mi ha mandato questa foto...
Auguri ancora, Giuliano! E tanta allegria e buonumore
questa sera per la tua festa!... Caro amico mio...)

GLI STATI GENERALI video-intervista di Max Rigano



da "GLI STATI GENERALI" (Sito Giornalistico Indipendente Milanese)
ALDA MERINI È IL PROFUMO DELLA VITA
video-intervista di MAX RIGANO
4 gennaio 2017
Giuseppe D’Ambrosio Angelillo è stato uno dei più cari amici di Alda Merini.
Attraverso di lui ho cercato di farmi raccontare la poetessa.
Poi l’intervista ha preso una piega imprevista.
Il racconto è diventata occasione per descrivere non solo la loro amicizia. Ma il senso stesso della vita. La gioia. Il dolore. Il fallimento dell’essere umano. Il rapporto con Dio. Il ruolo dell’Italia nel mondo. Ho diviso l’intervista in blocchi. Lascio a chi legge la facoltà di optare a caso per uno dei video qui sotto.
Chiunque potrà abbeverarsi alla fonte di uno degli uomini piu ricchi che abbia mai conosciuto.
Una ricchezza depositata nell’anima.
Che Giuseppe e Alda siano stati grandi amici dal 1993 fino alla scomparsa della poetessa, non è stato certamente un caso. Semmai un destino che si è compiuto.
Giuseppe recentemente è stato attenzionato dai mass-media per la sua storia personale: cinque bambini, ormai diventati grandi, lui e sua moglie e un’unica casa popolare a Milano. Poco più di 50 metri quadri. Il primogenito supera i 2 metri e 7 centimetri in altezza.
Una situazione insostenibile denunciata da uno dei figli, con una lettera mandata alla redazione di uno spettacolo d’intrattenimento di un canale televisivo privato (1). Situazione che si è parzialmente risolta grazie al sostegno di una persona che ha ceduto loro uno dei propri appartamenti. Grande abbastanza da poter contenere in modo dignitoso tutti e sette.
Angelillo però continua ad usare la precedente casa come studio dove, per altro, si trova anche il suo letto.
I libri – sono dappertutto – sono la sua seconda pelle.
Giuseppe parla con tenerezza di Alda. E della sua solitudine; della sua sorpresa.
Parla della vita come di un vento contro il quale non bisogna opporsi.
Semmai adeguarsi per inseguirne le tracce.
Alda la più grande poetessa italiana, maschi compresi
(foto di Duilio Piaggesi del "CORRIERE DELLA SERA")
(1) Il canale televisivo è "ITALIA 1"
La trasmissione è "Le Iene"
e la giornalista autrice del servizio è Nina Palmieri.
(nota di GDA)

A ANTONIO DI GIUSEPPE


A ANTONIO DI GIUSEPPE

amico, getta l'amo del tuo buonumore
nell'acqua profonda della curiosità del prossimo
e vedi che peschi sempre sogni,
venti di primavera,
vecchie scarpe gonfie di desideri...
nel quadro del tuo volto antico
c'è la lunga coda dei maghi di Milano,
la gente che sfoglia nei tarocchi la carta giusta
della buona fortuna.
tu sorridi e sboccia la rosa di un sorriso
per i bambini che ti chiedono:
"Babbo Natale! Babbo Natale, che porti nel sacco?"
"Tanti giocattoli di cartone tutti rotti!"
E di nuovo li fai ridere tutti...
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
a Antonio Di Giuseppe

A VITTORIO MORGAN



A VITTORIO MORGAN
Vittorio, che te ne vai in giro di notte
a fotografare Milano quando proprio per i vicoli oscuri
rimangono solo le luci a pensare alle stelle
e alle lische di pesce buttate alla rinfusa per terra
dopo le cene, i cenoni e i capodanni.
te ne vai a cavallo della tua certa solitudine
in cerca di quell'antica bellezza incorrotta
di questa antica città, che fa saltare tappi di spumante
a qualsiasi ora del giorno e della notte,
e tu sei lì, oltre la moda, la finanza e i grattacieli
a scattare ritratti alla vita vera che scivola in ciabatte
e coppole all'incontrario, come una volpe che la sa davvero lunga.
e tra gli altri sempre t'appare a un tratto
il vecchio Orfeo, che dopo la foto ti chiede un bicchierino,
perché la notte milanese è sempre dura e difficile e fredda
anche per chi se ne va con la sola chitarra
a riscaldarsi la testa e tutti i sogni al seguito,
come tanti barattoli rumorosi di un antico sposalizio d'amore.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
a Vittorio Morgan , fotografo notturno milanese
(questa foto è sua)

I LIBRI



I LIBRI
i libri sono dolci incantesimi
che escono da un paese pieno di fiducia nel mattino,
sbucano magari da una notte amara,
ma per strada si caricano di tanti bagagli di allegria,
di tante borse di bene vivo,
con un linguaggio franco e aperto,
che l'Amore sogna
e non teme confini,
e si porta la parola le rose e i venti di passaggio,
porta doni e canti,
e si esalta il cuore nel viaggio,
si parte con una luna e si arriva con l'alba,
la forza della poesia è pura e semplice
incontra ombre e miete liete spighe di luce.
la speranza è il mestiere dei libri,
incontrano un nemico e gli offrono un bicchiere di vino,
incontrano un povero in cammino
e gli danno una pagnotta di spirito.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
a Giada e Dario, con affetto e amicizia
(in foto con 2 miei libri:
Confessioni di un cane
Spinoza se ne va in Terra Santa,
romanzi che a me fanno sempre ridere,
anche se li ho scritti io stesso.
li potete vedere su Google Books:
https://play.google.com/store/search… )
grazie Giada! grazie Dario!

LA RICERCA DEL BENE



LA RICERCA DEL BENE

tu non ti ricordi mai granché
ma la ricerca del bene comincia sempre da niente,
c'è un chicco di sale, una briciola,
un goccio di vino in un ditale,
e accanto a te ti appare lei,
il tuo amore che ti canta in casa
e che ti sorride ogni volta che ti vede,
e senza che ancora te ne accorga del tutto
ti viene in casa un angelo, un nuovo amore, un nuovo sguardo,
un nuovo cuore,
che sempre dal niente ti veste di allegria la vita,
e tu che pensi di chissà cosa c'è bisogno
per tirare avanti nei giorni quando si arranca
e i ponti son chiusi e le carte volate,
ricordati allora che l'amore pure viene dal niente
ma ti porta tutto di quel che hai bisogno a questo duro mondo,
un grano di sale, un pezzo di pane,
e un bicchiere di vino,
e lei benedetta da Afrodite che ama solo te
e l'angelo che è già sapiente come un piccolo Budda,
sorride qualsiasi cosa veda e qualsiasi cosa gli dai,
perché sa per conto suo,
gliel'ha forse suggerito qualcuno là in alto
prima di venire,
che il vero bene è solo questo amore infinito.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
(foto di Duilio Piaggesi,
del "Corriere della Sera")
a Giovanni Fraccascia,
macchinista ferroviere
grande amico di tutti noi...
lì ad Acquaviva e fin dove lui col treno arrivava


io non sono dove voi mi credete,
io me ne sto a viaggiare dove voi non immaginate,
son rimasto solo in cabina e silenzioso,
non mi sentite più parlare
ma io vi parlo dolcemente
quando voi non sospettate,
io continuo a viaggiare dove voi non supponete,
quando senza badarci mi pensate
io son lì che vi penso anch'io
e ancora vi sorrido.
quando sentite un fischio di treno in lontananza
pensate che vi sto salutando io.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

eletto una volta dalla vita
non puoi che essere in una dimensione di luce, seppur minima,
non puoi abbatterti con poco prezzo
in una fede perduta,
la quercia brucia fin dalle sue più esili profonde radici,
per questo come ogni albero anela nell'alto
a cercar respiri nel cielo
tra i bagliori delle stelle,
tra i fulgori del sole,
che come un grande padre
ci racchiude tutti in un solo pugno.
il segreto di ogni poesia
è solo l'amore,
che dalla carezza di uno sguardo
arriva a concepire la potenza di un sorriso.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

lunedì 2 gennaio 2017

CARO ANNO NUOVO


CARO ANNO NUOVO

Caro Anno Nuovo,
vorrei dipingerti di bene
e mandarti avanti su un tappeto volante,
amarti e buttare all'aria tutti i miei silenzi
come coriandoli inutili e senza allegria,
vorrei blandire le tue paure, soprattutto le paure
che noi abbiamo senza motivo,
quel noi stessi segreto che trema di sé senza costrutto,
i figli crescono e vogliono sempre ridere invece,
ecco, farò ancora il padre sognatore
che suona la grancassa sul tavolo di cucina
con migliaia di favole piene di amore che fa ridere,
semplicemente parlando con parole astruse
di un dialetto contadino lontanissimo nel tempo,
quando per le povere strade del paese c'era fatica
ma pure un tripudio di canti, un carnevale di storie e storielline
e s'era allegri con la vita
perché un tappeto volante fatto tutto di sogni
ci faceva volare sugli anni
e sempre ci accompagnavano nel volo angeli monelli e dolci,
sbattendo furiosi e cari le loro ali felici,
nel cerchio magico di questo mondo
che è così pazzo scatenato pure lui...
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO