regala Libri Acquaviva

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giovedì 31 maggio 2012

Else Lasker-Schuler POESIE Acquaviva




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LA VOCE DELL'ERBA

Sono delle parti
di un lontano quartiere di contadini.
Vado a vendere solo i miei libri
al centro di Milano.
Sono nato povero
e mai diventerò ricco,
i soldi mi interessano molto poco.
Vado avanti nel tempo
e vedo che la forza non ha mai ostacoli,
e la forza molte volte si chiama inganno.
La malinconia di Baudelaire
è di tutti i tempi invece,
quel che sarà il futuro
ce lo dicono già da molto i poeti.
Ma chi li ascolta?
Anche l'erba maltrattata dice la stessa cosa,
e la nuvola pitturata,
e le stelle indifferenti.
Ma anche a loro chi mai li ascolta?
La Natura, come i poeti, ha una bella voce,
ma chi ha voglia di ascoltarla?
Eppure tutti vogliono salvarsi
e non sanno come.
Ma come possono salvarsi i sordi
quando Dio farà squillare le sue trombe?
Ma le mura di Gerico
saranno già crollate sulle orecchie
di tutti gli stolti.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
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mercoledì 30 maggio 2012

NEL CORTILE DI MIO PADRE CONTADINO

Un tempo che se n'è volato col vento perchè la vita è un'ubriacatura di sospiri che qualcuno forse un giorno conterà. Io non ne sono stato capace, ma si sa non son capace di tante cose io. Ora ti alzi e fai fatica a metterti le scarpe ma quello spacco di sole è ancora lì per te che ti riscalda  il cuore e lo sguardo. Ne hai passate tante, sui lidi e le grazie di molti paesi. La guerra, i segreti, la valanga delle nazioni che cadevano senza senso. L'Inghilterra, le papere, il paese, e quei tanti campi che ti sei conquistato a uno a uno. Vigne e ulivi e 3 capre, con un gruppo di galline e un nugolo di conigli. Si è andati avanti con poco, e quel poco è sempre avanzato. Tuo padre che sempre ti ha accarezzato i pensieri per tutta la vita. Ora forse sei un pò pallido ma basta ricordare le vecchie cose che come un sorso di vino forte ecco che ritorna sempre l'allegra sbornia della vita.
GIUSEPPE D'AMBROSIO
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martedì 29 maggio 2012

L'ANGELO INNAMORATO

Un angelo
vive nella sua terra di sogni,
dove per sempre risplende
la sua gioventù d'amore.
Quella è la sua strana autobiografia
senza parole,
dove la terra si lavora da sola
e il cuore innamorato
bacia sempre la stessa.
GD ANGELILLO
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UN MONDO D'AMORE

Un mondo d'amore sognavo,
ma poi pensavo:
"Ma perchè quella cornacchia ride?"
Sull'alto albero secco 
del suo stesso cuore gracchiava
e sempre mi derideva stridula.
"Eppure anche lei,
pensavo,
un giorno è nata
da una cara primavera".
GD ANGELILLO
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OUTSIDER BUKOWSKI

Il castello di Bukowski
era una semplice macchina da scrivere
che se ne stava sulla città
come una grande utopia in incognito
della risata che salva,
l'ultima bottiglia che ci resta
per non diventare pazzi del tutto.
Le sue lunghe accelerazioni
senza inganno e senza scorte,
strade in salita
e autostrade larghe e senza destinazioni.
Ma dove vuoi mai andare
se vigne da curare non ce n'hai?
Non ha acqua, non hai pompa
e vuoi fare il labirinto
di una centrale del vino?
Le sparate sono dell'assoluto,
inutile cercare collegamenti
con i telefoni di quegl'altri cessi.
Là è l'inferno da dove passò una volta
anche Orfeo,
il Poeta si spoglia
e fa il vagabondo
perchè il gran circo è nella lussuria
e la fantasia brancola nel buio.
Comunque Bukowski passa per ogni buco
e lì ritrova il brogliaccio del bel divertimento,
un cuore pugnalato
e le gambe che ballano
una sinfonia di Brahms.
GD ANGELILLO
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martedì 22 maggio 2012

RILKE Orfeo poesie ACQUAVIVA

"Il Poeta non è mai solo.
E' sempre accompagnato
dalla meraviglia del suo pensiero".
ALDA MERINI
.
"La notte intera si alza
ai sospiri dell'amata,
e una lieve carezza
va per il cielo sorpreso.
E allora è come se nell'universo
una forza elementare
diventasse di nuovo la madre
di tutto l'amore perduto".
RAINER MARIA RILKE
.
Una nuova dimensione della poesia contemporanea nelle liriche del grande Rilke.
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domenica 20 maggio 2012

A OGNI NOTTE L'ANIMA SI LEVA IN VOLO E STRANAMENTE SOGNA

A ogni notte l'anima si leva in volo
e si vuole ubriacare d'amore e di vita,
è la stessa terra che la vuole così,
una lunga carovana di bellezze
che sempre resistono a tutto.
E allora non si va a letto
ma a soqquadro
il vento ci squaderna il sogno,
in un riquadro di stelle
dove in un istante arriviamo
e non per riposarci.
Eppure la grazia del vivere
non è un segreto,
è sotto gli occhi di tutti
e certo non si fa scordare.
L'allegria non è una pazza, no.
Si vola e si vedono angeli per compagni,
che lievi ci ricordano sempre
da dove veniamo
e che storia abbiamo.
In quel lontano riquadro di stelle
ci facciamo qualche volta un rifugio,
che stranamente sempre ci salva.
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IL SORRISO DI BUKOWSKI

L'unico sorriso di oggi
è stato quello di Bukowski.
Bombe, terremoto e cielo nero.
Ci voleva davvero una birra
della rinomata ditta Hank,
vita, saggezza e poesia.
Le strade di una notte piena e plumbea
che un sorso di vera allegria
manda a riposo
come una stupida vecchia megera.
Tormente, inferni e carognate,
ma d'un tratto balena
il sorriso di volpe del grande Buk,
gli occhi dell'America migliore,
quella che è forte e si contenta
anche della sua piccola mollica quotidiana.
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LA STRADA DEL MONDO DEL POETA NELLA SUA STESSA STANZA

Ruhm latinoamericano
e un'anima impastata di sciocchezze,
il tavolo ingombro di Italie inventate,
scartoffie che non portano da nessuna parte
oltre l'oblio dell'odierno borbottio,
il gattone ronfa
e impiega mille volte meglio
il suo prezioso tempo.
Vagabondaggio di pane
e blocchi di perdono caduti sul pavimento.
Son cose ormai
che non interessano più a nessuno.
La cucina
sporca come una latrina,
ma è così difficile
mangiarsi a ogni giorno il solito veleno...
Pareti scrostate
e ragnatele nere penzolanti dal soffitto.
Un intero magazzino di libri
nella testa
e nella speranza.
Poco spazio per muoversi.
La giornata grigia e nera,
la lampadina sul tavolo
più scintillante che mai.
Un golfo di storie luminoso
che si apre al sole caro,
come belle canzoni
per mille nuovi allegri mattini.
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UN VECCHIO RUSSO

Un russo
davanti al suo bicchiere di vodka pieno,
vecchio, senza nessun dente, tristissimo,
prende in mano una rosa
dal tavolo del bar del Ticinese,
che che gli ha lasciato per simpatia
un cubano.
Se la porta al naso
e l'annusa,
e d'incanto sorride.
"Ah, la vita.
La vita", dice.
E ancora sorride.
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mercoledì 16 maggio 2012

Carlo Collodi OCCHI E NASI racconti Acquaviva

"Ma che fine hanno fatto i ragazzi?
Quasi non se ne vede più nessuno in giro".
CARLO COLLODI

Racconti umoristici
del più famoso narratore italiano
nel mondo:
Carlo Collodi.
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domenica 6 maggio 2012

SOLE E NUVOLE

Per iscrivermi a un blog amico
per sbaglio mi sono iscritto a me stesso.
Il certo sentiero da dove non deviamo mai.
Sole e nuvole,
e qualcosa di idiota
che ci segue sempre
e ci pietrifica come una statua di sale
che non riconosce più il suo passato,
il suo presente
il suo futuro.
Chissà perchè vogliamo che tutti ci seguano
quando invece nemmeno noi
seguiamo noi stessi.
Tra i miei più fedeli seguaci
ci sono 3 o 4 me stesso
che non mi abbandonano un attimo.
Siamo figli del nostro tempo,
non possiamo sfuggire.
Sole e nuvole,
e una certa impossibilità di piangere,
una waterloo nel cuore
e un napoleone in testa,
come non andare incontro alla disfatta
e al manicomio nello stesso tempo?
Io son qui a digerire il mio veleno
con un amore aggrappato addosso
e una foresta nera di palazzi
dove mi sono da tempo perduto.
Chi sono? E perchè penso
di poter predicare alla terra
qualcosa che ancora non sa?
Siamo folli pietrificati
da una Medusa mondiale ormai,
che ci vuole tutti famosi
e attori di primo piano.
Sole e nuvole,
dovrebbe bastarmi questa mattinata
al giardino della Chiesa Rossa
tra solitudini di pensionati
e disperazioni di clandestini,
e grida di bambini
che per fortuna vedono solo formiche
e cornacchie
e ciliege selvatiche
che non matureranno mai.
Sole e nuvole,
una vampata di luce brillante
e luminosa,
e una scrosciata di pioggia
che ti bagna fin nel midollo.
Così credo che in fondo sia la vita di tutti.
Con un corteo di ammiratori
alle nostra calcagna
o solo il nostro cane,
credo proprio che sia l'istess.
GD ANGELILLO
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sabato 5 maggio 2012

IL MONDO ALL'OSTERIA

Arriva sempre un nuovo giorno
su questo mondo di inganni.
Sulla panca va a sedersi il vecchio
al sole,
il bimbo se ne va cantando a scuola.
Il legno è il legno
e un sorriso è un sorriso.
C'è poco da spaccarsi le mani
per guadagnarsi la vita
se ogni cosa rimane quella che è.
Così per fortuna il mattino
sarà sempre azzurro
e il sole caldo
e il bimbo cresce contento
guardando pure questo rollio
pieno zeppo di inganni.
Il mondo è pure sempre all'osteria
che si beve un bel bicchiere
in compagnia.
GD ANGELILLO
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ABBIATE PAZIENZA CON I POETI

Abbiate pazienza con i poeti,
nessuno di loro è un dittatore,
nessuno di loro è un padrone,
vivono con poco,
qualche pietra rovente,
molte debolezze,
la certa lirica del loro stesso destino.
Abbiate pazienza con i poeti,
nessuno di loro ha un corpo immortale,
nessuno di loro siede alla destra di Dio,
vivono solo con qualche rovina
una povera lira
e le distese sterminate delle loro notti insonni.
Abbiate pazienza con i poeti,
nessuno di loro è un pupazzo
nessuno di loro
 vuole mettere fuoco a casa vostra,
vivono solo di parole
nudi come appena nati,
se piove state certi che si bagnano,
suonano a volte una specie di tromba
e di solito è solo per farvi sapere
che qualcuno almeno è sveglio
e fa la guardia pure per voi.
Abbiate pazienza con i poeti
il loro cuore è già molto pesante
di tutte le vostre incredibili insulsaggini,
di tutte le vostre rovinose rabbie inconsulte,
di tutte le vostre inspiegabili sonnolenze,
di tutte le vostre insostenibili cattiverie.
Abbiate così molta pazienza con i poeti,
perchè loro davvero ne hanno molta con voi.
GD ANGELILLO
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NON CI VUOLE MOLTO

Bisogna essere più grandi
di questi 4 cialtroni,
e dopotutto non ci vuole mica
poi molto.
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I LOVE NEW YORK

I tasti frementi
che battono i sogni della notte
e ricordano amori e letti
e emozioni mai vissute
ma sempre circolate indifese
nei corti circuiti del nostro cervello
mentre tutto il resto si arrendeva
a una follia e altri detti
che somigliavano così tanto
a una perfetta disperazione.
Mi credete circondato, lo so,
ma non è perchè mi vedete
in silenzio
che io non son capace di aspettare l'alba,
e di là ripartire
verso una nuova gentilezza,
verso un altro aprile
che mi son scordato.
GD ANGELILLO
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giovedì 3 maggio 2012

IL SOLITO STATO DI GRAZIA DI QUALUNQUE SCRITTORE

Di solito lo scrittore è in un assoluto stato di grazia di nome ignoranza. Di là prende le piste per cercare qualcosa, di solito qualcosa di assoluto e di grande che riguarda la sua stessa vita. Non risolve quasi mai niente, e i critici lo apostrofano con i peggiori improperi proprio per questo.
   "Ma come? Fai il genio e sei un deficiente mortale come tutti noi?", e così passa l'ingloriosa gloria del mondo.
    Ma lo scrittore non si arrende, prende di nuovo la prima penna che gli capita sottomano e parte di nuovo per la tangente all'assalto di quell'insulso e vigliacco foglio bianco. La lotta è lunga e faticosa, e il risultato è quasi sempre inconsistente e molto ridicolo. Dio lo guarda e ha pietà di lui. Ma non lui stesso.
   Lo scrittore è un manovale molto mattiniero e allo stesso tempo nottambulo. Come faccia a fare entrambe le cose non si sa. E' sempre arrabbiato, si ubriaca spesso, non si ricorda mai di chiamare gli amici e di solito si mette pure a bestemmiare come un turco se caso mai un ignoto barista non lo saluta dopo che lui s'è fatto un caffè.
    E' un tipo molto strano, per dire il minimo. Non sa perchè scrive ma scrive. E' manesco, parla d'amore e fa molte telefonate anonime a dei perfetti sconosciuti, per ultimo pretende sempre da sua madre l'uovo fresco di giornata.
   Io non so perchè faccio lo scrittore, ma in compenso gli altri non lo sanno neanche che scrivo, così mi rimetto per fortuna a posto con la mia coscienza. Per conto mio avrei fatto il contadino ma mio padre mi voleva laureato anche se poi un suo amico gli chiese cos'era la filosofia e lui non seppe rispondergli e così venne da me e mi chiese:
"Figlio, in cosa ti sei laureato?"
"In Filosofia".
"Ah... E cos'è? Sai un mio amico buzzurro mi ha chiesto in cosa ti sei laureato e io come un fesso non ho saputo rispondergli".
"E lui cos'ha fatto?"
"Niente"
"E allora di che ti preoccupi?"
   Il bello fu che non seppi rispondergli nemmeno io, caso mai qualche altro suo amico buzzurro gliel'avesse richiesto. Son sicuro che se qualcuno m'avesse chiesto cos'era la scrittura, non avrei saputo rispondergli allo stesso modo. Comunque, nonostante tutto, io scrivo sempre nel mio cuore che amo tutte le persone che conosco perchè le conosco, e tutte le persone che non conosco in quanto potrei conoscerle. E' il mio stesso stato di grazia di perfetto idiota che mi detta questo genere di cose di cui io stesso non capisco nulla, perchè del tutto fuori dal mondo e da ogni tempo.
    So che penserete male di me per tutto questo caravanserraglio di confusioni senza testa nè coda, ma l'importante è che mi sia capito io anche se, per dir la verità, non so nemmeno di cosa. Ma son uno scrittore e lo posso fare, fossi stato un contadino avrei fatto un bel fracco di vino e mi sarei ubriacato, e il risultato sarebbe stato lo stesso.
   Il segreto della vita, ragazzi?
   Mai lamentarsi e essere sempre contenti della propria libertà e della propria fantasia.
    Per questo io sono uno scrittore, ma forse  l'ho già detto...
    Ah, ora che avete saputo che sono uno scrittore e non un astronauta, ma non son neanche tanto sicuro nemmeno di questo, perchè non provate a leggere un mio libro?
   Se non v'ho rubato del tempo fin qui son sicuro che qualcosina vi piacerebbe...
GD ANGELILLO
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martedì 1 maggio 2012

TRISTE PRIMO MAGGIO

   Ci sono città annuvolate 
che durano tutto l'anno,
come ci sono lotte che durano tutta la vita,
come il letto che usiamo sempre per lo stesso sogno, intruppamenti peregrini che come erbe muovono verso gli alberi.
   Non c'è storia, c'è solo Utopia, eppure a forza di pietre miliari muoviamo lo stesso verso gli stessi alberghi che ci cacciano sempre fuori. Ma la notte è la nostra migliore amica, così non ce la prendiamo mai così tanto. Ci arrabbiamo solo con noi stessi, così cialtroni che ci facciamo trovare, chissà perchè, sempre in mutande. Sarà la nostra bramosia di ridicolo che ci riduce alla fine sempre in solitudine, come tutti quei pazzi che alla fine hanno perso tutti il loro manicomio. 
   Ma noi siamo forti, siamo proletari squattrinati e silenziosi che giustamente non dicono mai niente. Ma pure i borghesi ultimamente sono in affanno, mentre noi ci abbiamo il solito fiato dei magri maratoneti. Fin dove vogliamo arrivare? Per intanto si va, per la coscienza e per la corsa c'è sempre tempo.
GD ANGELILLO 
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