regala Libri Acquaviva

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giovedì 25 agosto 2011

HENRY MILLER IN UNA GIORNATA DI PIOGGIA A NEW YORK di g.d. angelillo

Secondo il sogno di un grande romanziere c'è un grande minotauro mondiale che ha 50.000 occhi, 50.000 orecchie, 50.000 cervelli, 50.000 fegati, 5 miliardi di bocche, 100 miliardi di denti e 4 zampe per quante sono tutte le città della terra. Tutte le cose che fa le fa nello spazio di un nanosecondo. Sotto il minotauro nuota un pesce così grosso che occupa tutti gli oceani e tutti i mari del mondo divorando tutto quello che incontra. Nascosto sotto uno scoglio dove nuota questo strano pesce c'è una montagna d'oro grande come la luna. Sulla luna c'è un solo cervello di uomo pazzo che pensa sul serio che la Terra sia un mondo felice. E la Terra così è per davvero un mondo felice, a guardare anche il marciapiede di un paese povero illuminato dal sole con gli occhi di un poeta matto.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
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PASOLINI A NEW YORK di g.d. angelillo

Ho visto una volta a New York Pier Paolo Pasolini. Era un mattino terso e pulito, e sembrava che una grande Poesia avesse invaso all'improvviso tutta quanta la città. Pasolini sembrava il comandante di tutte le armate invisibili e possenti. Camminava a passo spedito e sicuro di sè come tutti i grandi generali. Lo stupore, l'ebbrezza, la molteplicità, tutto si riassumeva, se così si può dire, nella sua andatura posata ma decisa. Sembrava che avesse una mano in tasca come a proteggere il suo piano segreto di una così preziosa occupazione. Ogni passante lo guardava, perchè di sicuro sospettava in lui un pericolo. Un Poeta in avanzata può gettare nel panico chiunque, soprattutto i cittadini di una grande città. Ma lui procedeva sorpreso, ma fino a un certo punto, della grandiosa vittoria della Poesia sull'intera New York. Le insegne pubblicitarie, i pali della luce, le auto, i colossi incredibili dei grattacieli. Pasolini era il grande generale della letteratura e tutta la città si arrendeva riconoscendosi nella sua stessa grandiosa Poesia.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
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martedì 23 agosto 2011

DOSTOEVSKIJ POETA di g.d. angelillo

Dostoevskij amava sempre definirsi un poeta, e qualche suo romanzo l'ha pure definito proprio per questo nel sottotitolo "poema". Eppure non ha mai scritto nemmeno una poesia. La verità è che il vero poeta è solo colui che riesce a capire la grande Poesia della vita, non chi scrive poesie. Chi non comprende la grande Bellezza anche dell'insignicante, o non riesce a captare l'impercettibile che pure anima anche ogni grande Filosofia, gli sfuggirà pure la stessa Poesia, anche se scriverà ugualmente poesie.
Dostoevskij era un grande poeta perchè capiva e descriveva il grandioso universo della vita dell'uomo, sia nel bene che nel male. E per questo i suoi romanzi sono allo stesso tempo grande Poesia. 
Ecco perchè amava definirsi poeta invece che romanziere, anche se non aveva scritto nella sua vita nemmeno una poesia.
G.D. ANGELILLO
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L'IO

il mistero più grosso ci arriva davanti
quando vediamo noi stessi.
g.d. angelillo
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domenica 21 agosto 2011

G. D'Ambrosio Angelillo SCHEHERAZADE poema ACQUAVIVA

Poema narrativo scritto e pubblicato nel 1987.
L'ho letto tante volte per le sale e per i ritrovi di Milano e Lombardia. Molte volte l'ho letto con accompagnamento alla chitarra con musiche blues improvvisate del mio amico poeta Roberto Longhi. Altre volte in tandem con il mio grande amico poeta e narratore Bruno Brancher, lui leggeva il suo "L'Uomo delle biciclette gialle" pubblicato da Vanni Scheiwiller e io il mio "Scheherazade". Ci guadagnavamo qualche centino che molte volte subito spendavamo in osterie e taverne notturne del tempo. Una letteratura on the road tipica di quegli anni, ora non so se esiste ancora, spero di sì.
Il libro era fatto a mano e ritagliato da me, copia per copia. Ce ne saranno in giro parecchie centinaia. Appena finivano ne facevo altre copie. Di questo libro ne esistono esemplari esclusivamente fatti a mano. Quando leggevamo certe volte ci appludivano con convinzione e entusiasmo, altre volte ci cacciavano a malo modo tirandoci lattine di birra (piene o appena iniziate) sul palco, in quel caso il pubblico era composto perlopiù da ubriaconi che volevano solo trincare e di poesia se ne sbattevano proprio, ma  noi venivamo pagati lo stesso anche se eravamo costretti a interrompere la recita. Praticamente qualche locale ci usavano a noi poveri poeti solo per riscaldare l'ambiente, nel bene o nel male. Qualche anima buona che ci difendeva la trovavamo sempre in quelle assurde bolgie, ma venivano subito zittite. Si incontravano anche tante belle persone a quelle serate e poi si concludeva tutto davanti a un paio di bottiglie di vino e a dei piatti di salame lombardo. Se andavamo in trasferta fuori Milano di solito ci ospitavano gli organizzatori. Ne ho descritto minuziosamente una serata in "BULLAZZE E MARMITTONI", nel racconto "I Blues Brothers".
"Sheherazade" racconta poeticamente tre storie intrecciate, la storia d'amore di un romanziere povero e sconosciuto per la sua Musa, appunto Scheherazade, e lì descrivo il giovane Gabriel Garcia Marquez. Mi ricordo che una mia amica colombiana riuscì a portargliene una copia a L'Avana, dove avrebbe seguito un suo seminario sulla scrittura e mi raccontò successivamente che appena vide che uno scrittore italiano gli aveva dedicato un poema gli spuntarono sugli occhi due lacrime di commozione, poi non ne ho saputo più niente.
L'altra storia intrecciata è la storia della vera grande amicizia tra i famosi filosofi Ernst Bloch e Gyorgy Lukacs. Infine lo scontro ideale e materiale tra Faust e Mephistofele, cioè tra la Poesia e il Denaro. Infine sullo sfondo la grande storia quasi di sogno del mio maestro Marc Chagall, che una volta ho pure incontrato alla Stazione Cadorna di Milano alla fine degli anni Settanta.
"Scheherazade", uno dei miei poemi più cari.
G.D. ANGELILLO

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giovedì 11 agosto 2011

AMARCORD poesia di g. d'ambrosio angelillo

l'estate è una piazza piena di ricordi
con un'astuta paura di vivere
che pianta i suoi piedi nella strada.
stiamo molto attenti a uscire poco di casa
perchè almeno i pazzi nella TV sono innocui
mentre questi di fuori
sono molto più pericolosi
con le loro tristi risate mozzate a metà.

l'anno passato ha parcheggiato i suoi film
nel piazzale del verde ricordare,
in questa nostra piccola casa
con relativa piccola porta
dove vengono in pochi a visitarci.
mentre i vicini gozzovigliano a tutt'andare
anche loro con questa eterna TV.
c'è molta confusione
quando c'è molta ignoranza
e c'è molta ignoranza
quando c'è molta cattiveria.
anche quelli di successo sono depressi
figuriamoci i cani legati alla catena
dietro il recinto.
io me ne sto zitto,
anche perchè il mio bicchiere di talento
basta e avanza a uffa
per questo mare di tracotanza.
mi ricordo che al mio paese i contadini
dicevano sempre:
è davvero un re solo chi basta a se stesso.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

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mercoledì 10 agosto 2011

Giuseppe D'Ambrosio Angelillo I KARAMAZOV Pensiero e Narrazione ACQUAVIVA

edizione in unico volume
identica alla prima edizione del 1997
del mio studio su "I Fratelli Karamazov"
di Fedor Dostoevskij,
incentrato perlopiù sui suoi contenuti filosofici.
battuto a macchina su una vecchia Olivetti lettera 22
pagine totali 1436
con moltissimi disegni originali
e d'epoca sul famoso romanzo.
E' il mio libro più lungo in assoluto
e credo pure uno dei miei più forti.
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martedì 9 agosto 2011

UNA SEDIA PER FAR SEDERE TRANQUILLO IL DOMANI poesia di g. d'ambrosio angelillo

i piedi dei pagliacci son grossi e puzzano
quando dondolando se ne vengono da te
per chiederti una cascata del niagara di spiccioli,
mentre l'aeroplano se ne vola nel cielo
dichiarando il suo grande amore
per un'attrice morta 50 anni fa.
il tuo destino è proprio in fondo alla tua tasca dei pantaloni,
un vuoto e un buco
dove va sempre ad affondare la tua mano infelice e impotente.
la birra è gelata,
la giornata è felice
ma tu urli in silenzio
la rabbia di una vita
con i conti tutti finiti in malora.
ce ne sono tanti come noi,
che hanno pure la cucina e il frigorifero
ma nemmeno una sedia per far sedere domani
un giorno tranquillo.
vogliamo la carità un pò tutti di questi tempi,
diciamoci francamente la verità,
ma chi ce la può fare
è dannatamente rimasto senza soldi pure lui.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
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LONDRA BRUCIA E IL FILM DI FELLINI E' FINITO poesia di g. d'ambrosio angelillo

nessuno se ne va in una città in fiamme
e Londra brucia,
a Parco Sempione invece tagliano alberi alla chetichella e chi s'è visto s'è visto,
l'erba brucia anche a Milano
visto che le preghiere son buone
solo per leccare il culo del padrone,
e gli attori vanno avanti e indietro
sul film già finito anche se tutto a colori.
io passeggio  sui viali con tutti i bar chiusi,
è estate
e il caffè si beve tutto al mare
o in montagna,
tranne a Londra
dove si beve povertà
e facce di ragazzi stravolti,
declassati
privati di stili e pure di vestiti,
seduti a piccoli tavoli,
proprio lì ai bordi del marciapiede.
Finalmente entro in un caffè
e mi faccio un panino,
seduto al tredicesimo piano della torre Campari Rosso.
anche qui ci sono facce di poveri
abbastanza arrabbiati,
son ragazzi
che han poche vedute sulla bellezza
e sul futuro,
sono poco soddisfatti
e guardano cattivi.
son ragazzi che raspano l'inferno,
han bisogno di soldi
e le scarpe se le prendono in affitto dalla televisione.

Io finisco di mangiare
e telo via,
dalle parti dell'erba che brucia
anche qui a Milano.
ma mi ricordo Londra
come in una specie di film di Fellini,
con i piccioni a guardare una partita di calcio,
i pazzi,
le aliene appena sbarcate da Marte,
i pugili giamaicani
e i cavalli scozzesi.
ognuno raccontava la sua fortuna
e diceva che la città rideva pure di notte.
era vero,
ma oggi sento con tristezza che Londra brucia,
e mi piacerebbe andare a darle un'occhiata,
ma nessuno se ne va volentieri in una città in fiamme
e per dire la verità anche qui a Milano
oggi ho visto al parco quattro alberi
andarsene a fuoco
per la gran povertà
delle anime di tutti.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
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Alda Merini EL DISASTER poemetto in prosa ACQUAVIVA





LEGGI UN LIBRO

magari un Libro Acquaviva
.
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lunedì 8 agosto 2011

IN TEMPO DI CRISI INTERNAZIONALE E DI SPECULAZIONE FORSENNATA COMPRA ESCLUSIVAMENTE ITALIANO

In tempo di crisi internazionale
e di speculazione forsennata contro l'Italia
ognuno di noi qualcosa nel suo piccolo
la può fare: COMPRARE ESCLUSIVAMENTE
PRODOTTI ITALIANI PER AIUTARE LA RIPRESA E LA CRESCITA ECONOMICA NAZIONALE.
Nel campo della cultura: COMPRATE AUTORI ITALIANI E LIBRI ITALIANI.
I Tedeschi e i Francesi  sono decenni e decenni che attuano questa politica economica di autopromozione in tutti i campi della produzione dei propri beni nazionali, e specialmente nell'arte in generale e nella letteratura in particolare.
E vediamo in questi giorni come trattano l'Italia, come hanno trattato la Grecia nei mesi scorsi. La Grecia, senza la quale lo stesso Occidente non sarebbe altro che una parola vuota e assolutamente senza senso...
.
PASSAPAROLA SUL WEB
CON TUTTI I MEZZI POSSIBILI
(la comunità nazionale non è per nulla
un concetto astratto e privo di valore,
ma proprio in questi duri momenti
deve venir fuori in tutta la sua forza
e la sua concretezza!)
.
PASSAPAROLA! PASSAPAROLA! PASSAPAROLA!
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
on Google play
http://goo.gl/1W3lic

PIER PAOLO PASOLINI di gd angelillo

C'era Pier Paolo Pasolini che parlava dei film e della loro volatilità.
"I vecchi orologi del cuore che mai sbagliano un colpo, mentre i calcoli così precisi sono così precisi che non ne azzeccano mai una", diceva.
C'erano tanti ragazzi e tante donne attorno a lui. Nessuno faceva domande, soltanto lui parlava, da dietro occhiali spessi che lo facevano sembrare ancora più remoto di quel che effettivamente era.
"Il film è legato per forza di cose all'assoluto, ma per forza di cose è pure così fugace, inafferrabile, volatile, come un gas che si sprigiona nell'aria e seppure faccia ridere o faccia piangere non è possibile tenerlo a lungo nei propri polmoni, nei propri sguardi, nella propria luce".
Tutti lo ascoltavano in silenzio, fiduciosi, e scettici per nulla. Era Pasolini e ci stava aprendo il suo cuore, il suo caro vecchio cuore di grande artista italiano che mai sbagliava un colpo anche se non era per nulla preciso, come sono precisi gli usurai, come sono precisi i banchieri, come sono precisi fino all'unghia tutti gli speculatori e gli sfruttatori.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
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