regala Libri Acquaviva

regala Libri Acquaviva
CHARLES BUKOWSKI, Tubinga, MARC CHAGALL, Milano, ALDA MERINI, Grecia, Utopia, ROMANZI, Acquaviva delle Fonti, RACCONTI CONTADINI, America, POESIE, ERNST BLOCH, Sogni, Gatti Pazzi, Spinoza, FEDOR DOSTOEVSKIJ, ITALIA, New York, FEDERICO FELLINI, Poesie di Natale

venerdì 30 novembre 2012

LA NEVE

La neve ci racconta una favola di purezza
e ci rallenta per la nostra strada,
cade e non fa rumori,
viene e tutto fa fiorire di bianco.
Non è una tempesta
nè una notte,
è un messaggio del cielo
che ci invita ad aprirci
alla semplice bellezza di tutte le cose.
giuseppe d'ambrosio angelillo

NATALE E' UN SOLO VERSO

Uomini di poca fede,
si comincia a non credere più
all'asinello e al bue
e si finisce di non credere più alla poesia.
La fede dell'anima
è scritta in un solo verso.
Il mondo è sotto gli occhi di tutti,
eppure bisogna dimostrare anche quello,
anzi soprattutto quello.
Nella mano di tutti scorre un fiume
ed è la nostra stessa vita,
il cielo è più evanescente
ma non per questo meno concreto.
Il Bambino è la prima cosa che vediamo
appena apriamo gli occhi:
siamo proprio noi stessi.
Ma anche questo bisogna dimostrare
soprattutto se non crediamo
in nessuna verità.
giuseppe d'ambrosio angelillo


NATALE DI PERIFERIA

"Cosa preferisci un pasticcino o una torta?"
"E dove vuoi andare a Natale?
A Roma o a Parigi?"
Il cielo a volte è davvero tetro a dicembre,
e le nuvole volano stralunate pure loro,
la neve vagabonda a suo estro
tra le viottole di montagna
e i pergolati spogli di collina,
in pianura è sempre incerta di recarsi.
Il vento, se è di buzzo buono,
spazza via tutte i fumi di carbone
dalla città,
ma raramente lo è,
come di quelli lì
che trattano la Natura a pesci in faccia,
come se fosse la loro sguattera
e non la Madre di tutti noi,
loro compresi.
Ma comunque, anche per questo inverno,
a sorpresa come al solito
arriverà Natale,
e anche nelle nostre periferie
senza luminarie
e parecchio povere
si accenderà la più grande e bella
pietra preziosa di tutto l'anno:
il sorriso del nostro Santo Bambino.
giuseppe d'ambrosio angelillo



MATTINO DI NATALE

Di sera sono solo sogni di bambini,
al mattino tutto il mondo è puro.
giuseppe d'ambrosio angelillo
www.libriacquaviva.org
www.books.google.com

giovedì 29 novembre 2012

NATALE IN MONTAGNA

La neve era diventata il nostro mondo,
e la strada quell'oscuro limitare
che ricordava vagamente 
il nostro strano destino.
L'unica rosa dei dintorni
la tua mano calda,
che a musica soave
cantava la gioia della tua venuta.
Era la gioventù,
e non si temeva l'inverno
nè la tempesta notturna.
Tutta la vita
era nei nostri volti
che rischiaravano la capanna.
In montagna erano chiusi tutti i passi,
ma noi mica volevamo 
andare da nessuna parte.
giuseppe d'ambrosio angelillo
www.libriacquaviva.org
www.books.google.com



UN GROSSO BRICCO DI THE PER TIRARE NATALE

Lunghe sere di meditazione.
Nell'angolo più caldo della casa,
là dove sempre ci rifugiamo
con tutta quanta la nostra solitudine.
Lo sguardo si dipana lento
sull'orizzonte dei tetti della città
e lontano sulle montagne.
Sulla neve spiccano piccoli uomini,
in cucina un bricco di the 
ci aiuterà a tirare per tutta la notte
con questi pensieri
che si fanno una veranda 
su questi sogni di lettere molto strane.
Natale è fermo lì, 
sul ghiacciaio della grondaia,
che aspetta il suo corteo
e quei pochi cuori
che canteranno ancora una volta
per nessuno
il loro amore infinito
per tutta l'umanità...
giuseppe d'ambrosio angelillo
www.libriacquaviva.org
www.books.google.com

ARIA DI NATALE PER LA CITTA'

Tutti di corsa, frettolosi e ridenti,
tutti che sognano già la Festa.
Tutta la città in fermento,
a produrre al massimo,
nell'aria la bellezza
di ciò che deve ancora arrivare,
tutti i regali in fila nei negozi
e nelle vetrine,
già pronti,
in attesa di dimostrare il bene
che ciascuno vuole all'altro.
E soprattutto la musica,
che s'invola
come un stuolo d'angeli invisibile,
è qui
è qui
nell'aria tesa e fredda d'inverno
la Festa di Natale
che già tutti, trepidanti di non so che,
aspettiamo 
caldi di tutti gli auguri che faremo,
anche a noi stessi...
giuseppe d'ambrosio angelillo
www.libriacquaviva.org
www.books.google.com  

mercoledì 28 novembre 2012

NATALE, QUEST'ANNO E' COSI'

Natale, 
i bottegai, i balordi,
le luminarie drasticamente ridotte
per quest'anno,
bambini in castigo, scuole senza soldi,
libri mandati indietro,
matite spezzate per i pochi disegni,
ognuno per sè,
Dio per tutti, ma dov'é?
Si scantona in fretta, 
tanto c'è così poco 
da fare e da rimediare,
purezze in vetrina,
nastri colorati appesi per tutte le strade,
corse frettolose
per andare chissà dove,
lettere scordate e sospiri.
Ragazzi che girano a vuoto,
campane di basiliche molto stanche,
le TV come al solito tutte pimpanti,
quartieri freddolosi e abbacchiati,
Poesie serali da prendere
con qualche pillola di calmanti,
tempeste di neve e di gelo
in arrivo dalla Siberia,
trombe d'aria irresponsabili
in arrivo dall'Atlantico
e da Berlino,
febbre, tosse e influenza.
Galleggiare con dignità
nei guai e nella notte,
vendere se possibile tutti gli specchi
di casa, truccarsi serve
e farsi belli rende,
poco ma rende,
il segreto però è non guardarsi troppo.
Morsi feroci di fantasmi invisibili,
zig-zag di coltelli in affilamento,
pianure in restringimento,
tangenziali in accellerazione incontrollata.
Accendere le rade luci del balcone
e gonfiare il petto,
controllare l'aria delle ruote davanti,
la piazza è bella nonostante l'albero morto,
il più bel presepe quest'anno
sarà dell'università Bocconi.
Natale,
e noi siamo ancora così stranieri 
da casa nostra,
le mani che reggono un sacco di patate
con dentro tanti incantesimi incomprensibili,
nichilismi di ultima generazione,
caramelle cinesi di zuccheri artificiali,
infanzie quasi del tutto dimenticate,
il senso della vita ancora da cercare,
la cioccolata,
un pò di bene ancora nel cuore,
la testa appoggiata sulla mano
per pensare a chissà cosa.
Natale.
Quest'anno è così.
giuseppe d'ambrosio angelillo
www.books.google.com





CARTOLINA DI NATALE

In un cielo ammaliato di care visioni
ci si affaccia
come da un palazzo di sogni...
di quando ancora bambini
ci riempivamo di stelle
le tasche
e con i soldini della nonna
correvamo alla bottega delle caramelle,
prima che chiudevano alla sera,
per prenderci qualche altra luna
da mettere con cura nel piccolo presepe
sul tavolo vicino la televisione...
giuseppe d'ambrosio angelillo
www.books.google.com

QUEST'ALTRO CARISSIMO NATALE

E il miracolo arriva ancora,
la terra è il più grande,
e desiderando desiderando
arriva a compimento d'improvviso
il nostro più segreto amore.
Per candele tutte le stelle del firmamento,
per allegria il nostro povero tavolo di cucina,
per felicità tutti i nostri sguardi riuniti
sulla semplice arancia fatata
di quest'altro carissimo Natale.
giuseppe d'ambrosio angelillo
www.books.google.com

NEVE

E la forte nevicata imbiancava 
d'innocenza la città,
quando gli alberi ormai spogli
lasciavano cadere con i fiocchi larghi
le ultime foglie,
lasciando nell'aria tracce di pensieri
lenti a scivolare lungo le strade,
come slitte di bambini
che già correvano
nell'allegria dei loro occhietti
dietro le finestre.
Parole frettolose
che già partivano
per l'anarchia delle grida
e dell'euforia senza più contegno.
La neve cominciava già a nascondere
un pò tutto,
i furti,
le maldicenze,
le nere intenzioni.
I fiammiferi accendevano altri fuochi,
gli orologi rallentavano il tempo.
Per le strade bianche di nuova purezza
si fermavano un pò tutti,
e sorridevano,
senza uno specifico perchè.
Nevicava,
e gli uomini si facevano più vicini
l'uno all'altro,
forse per riscaldarsi semplicemente
della loro reciproca presenza,
del loro possibile nuovo sorriso.
giuseppe d'ambrosio angelillo
www.books.google.com



venerdì 23 novembre 2012

CAPANNA DI NATALE IN CITTA'

la capanna è un rotolo di cartoni,
sul gradino del negozio 
un bottiglione di vino mezzo bevuto,
dei noci schiacciati,
quattro carte di caramelle.
due coperte di lana molto sporche.
un freddo biancore che stride
come ghiaccio.
la gente passa e va davanti a lui
come un corteo di fumi volanti.
la ciotola delle elemosine è vuota
come l'anima della città.
l'amico accattone è seduto accanto a lui
e ricama il suo romanzo maldestro
dietro i vetri dei suoi occhiali appannati.
l'inverno mena mazzate a tutta forza.
nei vicini negozi di cibarie
tagliano la luna degli dei
e tintinnano le monete d'oro
di tre o quattro imperatori.
eppure, sembra quasi un miracolo,
anche qui fra un pò sarà Natale.
o forse proprio qui,
su questo pavimento di città
lastricato a estrema povertà.
passerà anche di qui l'angelo di Dio
e lascerà qualcosa 
che in molti hanno dimenticato:
una ventata di calore 
di qualche bue immaginario,
il sorriso di un Bambino appena nato
che passa là vicino, tra le nuvole pesanti,
poco più in alto delle fioche luminarie
così ghiacciate
di questa massa di uomini
con i cuori ormai muti.
giuseppe d'ambrosio angelillo
www.google.books.com

E' MILLENARIO IL NATALE

E' millenario il Natale,
come la stella che sale da oriente
ma il cuore è un bambino appena nato
che tutto quello che gli dicono
lui ci crede,
come per esempio che il mondo è fatto
per tutti gli uomini fratelli.
E così per Lui fuori può pure
fare sempre freddo
ma dentro casa
c'è sempre il calore
di questo pensiero sempre acceso.
giuseppe d'ambrosio angelillo
www.google.books.com

giovedì 22 novembre 2012

PIOVEVA QUELLA SERA DI NATALE

In macchina ad aspettarla anche quella sera
che non avrei mica dovuto esser lì,
ma in fondo al paese, a casa,
dove i miei genitori già mi attendevano
per mangiare i cardoni con il brodo di gallina.
Pioveva quella sera,
e i ragazzetti mi tiravano le bombette
fin sotto la marmitta della macchina.
"Ehi, fannullone, ancora sei qui?
Non sai che già da un pezzo
avresti dovuto già andare?",
mi sembrava che mi dicessero quei monelli.
Ma io ero sordo da quell'orecchio
e continuavo come un malcavato
ancora ad aspettarla.
Pioveva quella sera
e fumigava intorno per la campagna
come per presagire che di notte
forse si sarebbe, di punto in bianco,
messo a nevicare.
Così dopo non poco
me ne andai a casa, con un deserto nel cuore
e in bocca come il sapore di un quadro
venuto parecchio male.
Non venne,
e a casa mia madre riscaldò il brodo di gallina
e ci mangiammo i cardoni
sorridendoci
perchè appena cominciò Charlot in TV
cominciò pure a nevicare.
"Guarda, nevica, Joseph.
Meno male che sei tornato in tempo.
Altrimenti chissà che freddo ti saresti preso",
mi disse mia madre.
Il freddo l'avevo preso lo stesso 
ma certo continuare ad aspettarla 
sotto la neve
la notte di Natale
mi avrebbe punto a sangue
ogni fiocco che cadeva.
giuseppe d'ambrosio angelillo
www.google.books.com
www.libriacquaviva.org

p.s. i cardoni sono delle verdure che si ricavano
dagli steli delle piante di carciofo, si mangiano in Puglia
come piatto tipico di Natale.

NATALE NEL PORTO DI ODESSA

Nel porto sotto le strade
anche le navi da guerra erano coperte di neve
come in un presepe un pò originale,
tra tutte quelle casette colorate
erano davvero innocue
anche perchè si aspettava un pò tutti,
stallari e pastori forestieri,
la venuta degli angeli
e i rosari del bue e dell'asinello,
di lì a poco.
Noi eravamo tutti vestiti di blu,
e di certo ci avevano messo di diritto
nella partita anche a noi,
che, grossolani e silenziosi,
lasciavamo sempre che a parlare
fossero gli altri per primi.
Preferivamo la radio a sera
e quelle quattro parole messe in croce
a dire nella nostra lingua: buona sera.
Finalmente aprì l'osteria sul molo
e lì cominciammo a bere vodka.
All'ultimo bicchiere ci dissero:
"Buon Natale!", 
anche perchè il loro arrivava qualche settimana più tardi
e noi di certo non saremmo stati più là,
in quel presepe così strano e prezioso,
che aveva le stelle così basse
che davvero ti sembrava di toccarle
soltanto ad alzare il braccio.
giuseppe d'ambrosio angelillo
www.google.books.com
www.libriacquaviva.org

NATALE LONTANO DA CASA

La neve cadeva lassù in montagna,
vicino al fiume che bello passava.
La luce del breve giorno lenta sbiadiva
e minacciosa calava lesta la lunga tenebra.
Noi al calduccio dell'angolo del focolare
lasciavamo stemperare l'euforia
delle decine di brindisi,
era festa ma ognuno lontano
dai sorrisi dei suoi.
Si era lì per bruciare i tronchi
e aggiustare qualche terrazza
conservata male.
Gesù Bambino era venuto,
e a letto a notte fonda,
guardando un pò sbandati le ultime braci 
del fuoco nel camino,
di certo ci avremmo pensato di nuovo,
nel chiuso del nostro cuore,
e ci saremmo ricordati di quell'antica luce
che ci fanno sempre vedere i magi di casa
a ogni Natale,
lontano o vicino che sia.
giuseppe d'ambrosio angelillo
www.libriacquaviva.org 
www.google.books.com

mercoledì 21 novembre 2012

IL CASTELLO SOTTO LA NEVE

Al centro del paese
il castello sotto la neve.
Vicino vecchi circoli ormai chiusi da tempo,
con lo scoglio del negozio di salumi
di un mio amico
che mi fa sconti ancora
in ricordo di tante antiche risate,
da camminarci piano
perchè è molto facile scivolarci.
E' sempre una festa la neve al mio paese
perchè nevica così di rado
e poi perchè per far festa
ci vuole sempre un bel motivo,
e la neve lo è di certo.
Piccolo paesaggio di vecchia Puglia,
da mettere in qualche cara tasca
della nostra più attenta memoria,
da tirare con mano calda fuori
quando il freddo si fa più sentire.
Non c'è niente di memorabile
o di particolarmente glorioso,
ma pure di qui passarono una volta
gli Spartani in armi,
i Romani a eserciti,
gli astuti Normanni che ci costruirono 
in meno di un mese il castello 
che è ancora lì,
ora così triste sotto la neve,
i prodi soldati Francesi della Rivoluzione
e Napoleone,
le camice rosse di Garibaldi,
i Tedeschi messi in fuga dagli Americani,
sparando all'impazzata per farsi largo
con le loro motociclette armate.
Tutte storie 
che ormai non ricorda più nessuno,
c'è da pensare al salame per Natale ora,
alla piastrella colorata del bagno,
alle lasagne da cucinare con cura
per domenica prossima.
Il giallo delle candele
son problemi che riguardano al massimo
i sagrestani della Cattedrale.
Stregoneria alla buona per la sera
nei pub per bere birra,
pensieri di paradiso
al bar con un martini
per stare un pò in allegria.
Acquaviva è un paesaggio 
della vecchia Puglia,
ormai quasi andata 
con la passione
delle rose rosse
e la scaltrezza scontrosa dei contadini,
paesaggio di vini,
arance e belle ragazze.
Paesaggio senza tanta importanza
se non per chi ci abita
e ci vive, e così gli piace.
E per chi ci è nato
e ora, per un motivo o per un altro,
è molto lontano.
Qui c'è sempre un sole 
da riscaldare tutti i cani,
ma oggi c'è neve
e si fan vedere in pochi 
un pò tutti quanti.
E' festa,
senza ghirlande, luci o lampioncini.
Solo che c'è la neve,
e tutti hanno lo sguardo illuminato
cantando sottovoce
qualche bella canzone,
tenuta nascosta sempre
da qualche parte nel cuore
per qualche grande occasione
che prima o poi, come oggi,
di certo sempre arriva.
giuseppe d'ambrosio angelillo
www.libriacquaviva.org
www.google.books.com















martedì 20 novembre 2012

FILM DELLA NOTTE

il film srotola sempre la sua storia infinita.
la città fatica a trattenere 
le sue urla
di matta 
in corsa sull'orlo
dei palazzi rigonfi di silenzi.
la cruda rappresentazione
del falsetto cantato come sempre
per televisione.
scegli il tuo assurdo
e manda una lettera
al concorso nazionale
del piatto ormai senza più forchetta.
la musica della notte
è sotto la coperta pesante di nebbia
che cerca di arrangiarsi pure lei.
giuseppe d'ambrosio angelillo

IL BENE DELLA MUSA

Ci vuole memoria per affacciarsi alla porta e fare spettacolo di sè, magari anche un pò di coraggio e di spensierata follia. Credo che anche la Poesia abbia la sua legge e la sua libertà, come l'amore e le vene più profonde del cuore del popolo. Mai sono stato attaccato alle vesti di un dio, o di un santo, ma la Medusa di pietra so come è facile a farti di ferro ogni giorno se non hai vicino l'uscio un ponte che ti indichi il meglio. 
    Comunque la Musa mi vive accanto e ogni tanto mi dice che vuole bene pure a me. Io allora mi ritraggo in me, nella mia pesante solitudine, e parto per le terre ignote anch'io.
giuseppe d'ambrosio angelillo

lunedì 19 novembre 2012

LA NEVE DELLA BELLEZZA

La neve della bellezza
che cade su noi ignoranti,
le nostre cantine sono piene
di ritagli di lune splendenti.
Viviamo con queste monete luccicanti
in tasca,
il firmamento acceso
fissa sempre la nostra miseria
facendo fiorire tutte le nostre passioni.
giuseppe d'ambrosio angelillo

MILANO IN UN GIORNO DI LITIGI SENZA SENSO

    Una raccolta di muri pieni di sonno e di eterne dormite. Coperte colorate adatte solo ai sogni. Ragazzi con masse di grida di libertà, tenute chiuse in petto. Pesci lasciati andare lungo il corso dei navigli interrati. Canti, corse, camion piene di arance a poco prezzo. Profili senza peccato e occhi ghiacciati. Nuvole macchiate di carbone, piedi veloci, alberi rassegnati.
    Gli uomini a prendere la metrò si tengono per sicurezza agli scorrimano delle scale. 
giuseppe d'ambrosio angelillo

sabato 17 novembre 2012

FOLLE CORSA ALLA RICERCA DI QUALCOSA

si corre sempre all'impazzata
verso il ponte degli spaghetti scotti
dove i cuori per cena spezzano tutti i cancelli,
verso la sera degli uomini d'occidente
che affacciandosi alla ringhiera
chiedono sempre se oggi è almeno come ieri,
ma il tempo cambia sempre
e il suo passo di gigante
è però sempre in linea con il trono
del più forte.
le nuvole e il sole seguono altre strade
per fortuna,
e ballano come i ragazzi
con altri ritmi,
altre lamentele,
altri orizzonti.
la folle corsa alla ricerca del piacere
che è motivo d'odio tra gli uomini d'occidente,
presi tra due fuochi incrociati
e diretti,
quello dei signori
e quello dell'assurdo.
ma si corre, si corre, si corre...
forse si scappa con l'amante,
con il cuore in subbuglio,
mentre il capitano del transatlantico
procede tranquillamente per conto suo...
giuseppe d'ambrosio angelillo
www.libriacquaviva.org
www.books.google.com

venerdì 16 novembre 2012

UNA STRANA MEDITAZIONE

un signore sono, seduto sulla mia povertà,
a pensare alla poesia.
mi alzo presto la mattina
e col buio prego la mia anima
di non far follie.
mi ascoltano le mie strane abitudini
e vado avanti
con il mio cesto di dubbi sulla testa.
quanti sono più avanti di me?
ne ascolto talvolta qualcuno alla radio
e rido
a sentire quante belle idiozie sanno raccontare,
ben condite di sangue falso, menzogne,
ipocondria
e truculento egocentrismo.
no, preferisco il mio buio di mattina
e le mie preghiere
cui per fortuna la mia anima dà ascolto.
mi bastano le mie ridicole abitudini
e il grosso cesto di dubbi sulla mia testa.
ti confesso, amico mio,
che anche gli ultimi,
pur seduti sulla loro povertà,
sanno essere dei gran signori
a pensare senza fretta e senza motivo
alla spettacolare bellezza della vita
e della sua intima amica la poesia.
giuseppe d'ambrosio angelillo
www.libriacquaviva.org 

IL LEOPARDO DI NEW YORK

C'erano alberi enormi in città
e scimmie che mi chiedevano in continuazione
noci e noccioline,
il tipo al negozio del telefono
mi diceva che parlavo troppo,
non si fidava che alla fine
lo potessi pagare.
Mi chiamarono pure in radio
in un bosco oscuro di voci sconosciute.
"Reciterò un mantra per voi
in lingua italiana, dissi.
C'è un leopardo nella notte del nostro cuore
che vuole ancora vagare libero.
Vuole solo camminare,
non abbiate paura.
E' bello
e vuole solo andare
dove lo porta il vento".
giuseppe d'ambrosio angelillo

CHI BADA ANCORA AI NOSTRI SOGNI?

Chi bada ancora ai nostri sogni
se gli scornati al comando
ormai li disprezzano
come le più vili cose?
Il sole invece ancora ci ama tutti
e non cambia pensiero.
E che il sogno esista
è una verità lampante
sotto gli occhi di tutti.
E nel sogno allora 
possiamo
vincere,
e continuare tranquillamente
a badare a noi stessi
in un più vero essere.
giuseppe d'ambrosio angelillo

giovedì 15 novembre 2012

LA POESIA E' UNA BOTTEGA DI MACCHERONI

La Poesia è una bottega di maccheroni,
dove una donna santa ci dà quel che ci piace.
Noi torniamo a casa e ci cuciniamo
il nostro piatto preferito,
che è sempre l'Amore,
qualsiasi sia la pasta
e la salsa che scegliamo.
Non paghiamo mai niente,
tranne la carta, l'inchiostro,
e quel poco di caffè che si beve la commessa.
I Poeti vivono sempre di nulla,
quel poco di nulla
che però mai si scordano di dar loro
gli Dèi...
giuseppe d'ambrosio angelillo
a www.libriacquaviva.org


lunedì 12 novembre 2012

L'UTOPIA DI MARILYN

      Il mondo è una chitarra a tre corde: il mattone, il pane, il sogno. Molti cancellano tutto e scrivono solo il soldo. Forse sono i più furbi, o i più fortunati con quella loro anima tagliata a metà. Son più leggeri così e corrono veloci come pappagalli affamati. Il sarto comunque ci dà  a tutti la stessa stoffa, un pò di materia e un pò di spirito, ago e filo per cucirci sopra qualche risata, qualche allegria, qualche  bicchiere di buon vino da bere spensierati con gli amici, se ce ne sono ancora. 
    Per il resto treni, valige di cartone e stazioni mezze abbandonate un pò per tutti. Bisogna accontentarsi. Il giornale strilla che è arrivato lo straniero, che il circo ha finito i numeri acrobatici, e che la scala di ferro s'è arrugginita per le troppe persone che salivano. Chissà se è vero, sta di fatto che l'occhio s'è annacquato di sciocca televisione, di stanchi ideali, di quadri tarocchi.
    Il treno va, e fa da nave, faro e monastero vagante in via di fallimento.
    Bisogna di nuovo a iscriversi a qualcosa ma anche le scuole di cinema le hanno chiuse un pò tutte.
   Io torno a leggere l'utopia di Marilyn, mi fa sentire una vecchia fisarmonica che con le scarpe rotte sempre andava in una tempesta di neve... Ci incontro ancora tanta bella gente da quei paraggi di estrema periferia milanese... Marinai ancora felici della poca musica rimasta... Ragazzini a fare buchi tra i pezzi di sinfonie ormai gettate per strada...
giuseppe d'ambrosio angelillo
www.libriacquaviva.org

giovedì 8 novembre 2012

NOI SI VA ANCORA CON LE MANI PIENE DI LIBRI

    Io in questi paraggi sono un campo di ulivi a passeggiare, o una vigna di parecchi grappoli a maturare lenti sotto un cielo abbastanza ruvido.
    Non mi trovano in questa nebbia ondulata affollata di panettieri in bicicletta. E' da tanto che io mi studio questa carta geografica di cuori all'avventura, son film di vecchie osterie, fatti con molto baccano e storie di frontiera. I veri banchetti sono in altri quartieri, qui c'è solo un antico palazzo di una ditta di telefoni ormai con tutte le linee tagliate. Qui alla fine della cena però l'oste ti porta oltre il conto da nulla anche una tazza di vino di Creta, da sorseggiare piano perchè son davvero tanti i mari che ha attraversato, proprio come noi.
    Chi non rispetta i vivi vorrà dire che gli piacciono di più i morti, che non gli danno ormai più fastidio a nessuno. Ma noi si va ancora con le mani pieni di libri, chissà, forse non l'abbiamo studiata bene la geometria, quella che dice che il corto cateto del tempo è inclinato sull'onda che passa uguale per tutti.
    Si vive una sola volta, meglio non tradire mai che tagliarsi come un fesso tutte le vie che portano a vedere questo infinito manicomio di gente normale...
giuseppe d'ambrosio angelillo
(4° appunto autobiografico)

VICOLO DEI LAVANDAI E SIMENON DI SFUGGITA

In questa via qui, sempre a nord dei nostri campanili, ho ficcato il mio chiodo per appendere aquiloni, rifilare i miei mattoni a romanzi, come un mastro muratore di altri tempi. Per queste cose non ci vuole tanto cervello, basta un pezzo d'oro nel cuore e si può dir messa in qualsiasi basilica.                  L'addestramento riguarda sempre il soldato in ritirata, ma un pirata all'attacco non teme mai il quadrato macigno della risacca nemica. Va sempre avanti lui, tempesta o bonaccia che sia. A perdere non gli interessa, ormai gli han rubato tutto. Tutto quello che viene è tutto guadagno.
    Milano parla sempre, basta accendere il registratore e puoi raccontare anche i latrati dei cani giganti, quelli che ti scappano sempre due volte prima di rassegnarsi a farti da orizzonte di sottofondo.
    Ci passò una volta anche Simenon per questa strada polverosa per prendere una volta appunti per un suo romanzo di perduta gente...
giuseppe d'ambrosio angelillo
(3° appunto autobiografico)