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giovedì 17 luglio 2014



 DESCRIZIONE DI UNO SPICCHIO DELLA MIA VITA

Acqua Viva, sole d'estate
dove io galoppo come un ubriaco lunare
che non sta tanto bene di principio di realtà.
La cicca del tabaccaio mi chiama a testimonio
di cotanto spreco di tempo cittadino,
ma ormai siamo sotto il dominio degli asini
e ci tocca confessare da cavalieri
le nostre tappe bruciate
per tanta fame di pagnotte di sogni.
"Fantastica!", urla il panettiere ragazzino
con la tavola azzurra di ciliege troppo mature,
"Ho fame! Ho fame! Per carità, aiuto!",
urla un nero in ginocchio proprio davanti
al rivenditore di scarpe tarocche cinesi.
E io galoppo, galoppo
con le uova di dinosauro nella mia borsa,
per cercare i Re Magi che mi facciano fare almeno
un Buon Natale.
I miei amici mi chiedono 5 euro 
per portare alla loro madre malata
almeno 2 mozzarelle.
"Io ho 5 figli. Sono in ambasce pure io
ora sono una decina di giornalate fa", dico
e m'intimorisco.
il sole è secco, la bocca pure,
c'è sete di vino nero
per questa poca energia che di poco se ne cura.
La metropoli e palazzi intricati,
case occupate e fornai egiziani
che fanno pizze a facce di cinghiali feroci.
Cadono i santi, si sbaragliano i puri a poco prezzo,
i matti sono in fondo al cortile
che si tengono in equilibrio 
sulle loro gambe troppo tese.
Amici! Chi ci ha rubato le galline
senza manco che noi ci accorgessimo?
Le pecore sono andate dietro al lupo,
il pastore ha sparato a sua madre.
Quartieri vivi su questo mare nero,
accendete i citofoni su queste pietre fuocaie
di accendini esauriti,
a ranghi serrati verrà una falange di pioggia
questa notte.
Che ci cucina a un tratto questa nostra terra?
Nel Naviglio vanno sperduti pure i paperini.
Questo mondo s'è fatto una lingua a geroglifici,
che ci metteranno un pò gli alieni in visita
a decifrare.
Per sapere cosa, caro lettore?
L'acqua viene e poi rifluisce,
la vita fa pure così, se ci si fa caso un pò.
Ma l'orologio s'è sgualcito 
ha perso entusiasmo per tutte le novità.
Io son qui, a Milano,
che prendo treni per nessun dove.
Pollo e patate e folla spietata.
Pomodori e pere sfatte, ciliege smidollate,
si vende ormai la frutta 
3 secondi prima di buttarla via.
"Solo 1 euro".
"E' troppo".
"Signora, è quasi un chilo!"
"Sì, ma le pere son quasi marce".
"A questo prezzo, 1 euro! Cosa può cercare mai?"
Questi i mercati del secolo,
e il gracidare delle rane lungo i rivi.
Quartieri, parchi, strade dissossate,
correte, nuvole, che il cielo s'è stancato.
Uomini, ragazzi e vecchi,
e vermi sulle piazze mezzi pazzi pure loro,
a girovagare senza senso
tra le parole senza più controllo.
Avanti, diamoci la mano ancora!
Ci vediamo domani l'altro con altri disastri
da elencare.
Corna e bicorna e fortuna che non quaglia.
Il cantante con la figlia lesbica fa la festa,
la sua vecchia esulta ancora.
Al galoppo, al galoppo
con questi tristi malinconici occhi
a tutta velocità nella notte!
Vincenzo, vieni a Milano e manco mi chiami?
Hai ragione, è vero!
Sono su una nuvola ancora
che vado al galoppo
su tutta questa mia Acqua Viva!
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO



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