Tutto ciò che scrivo corrisponde a verità.
Ma non sono uno scrittore autobiografico, o almeno non del tutto.
Ciò che scrivo l'ho sentito raccontare, certe volte anche da più parti, e vi assicuro che chi raccontava diceva la verità.
I ragazzi che più erano veri erano perlopiù matti, aspiranti suicidi, balordi con pistole cioccolato in tasca. Uno una volta con una pistola cioccolato ha fatto una vera rapina, roba che nessuno ci crederebbe mai, ma è vero, dopo la rapina intascò il malloppo, scartocciò la pistola e si mangiò la cioccolata, davanti al cassiere, ma se ne scappò così veloce che credo che il cassiere sia ancora lì, con gli occhi strabuzzati e la gola strozzata dallo stupore.
Quasi tutti i ragazzi che ho conosciuto nelle periferie e nei quartieri popolari milanesi, dove perlopiù ho abitato e abito
da quando son qui a Milan, avevano tutti come una rabbia infinita dentro il cuore e una voglia di vendetta che apparentemente non aveva e non ha nessuna ragione di essere.
D'AMBROSIO ANGELILLO
(frammento di un'intervista
a una vecchia fanzina metropolitana
"il foglio vagabondo")
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