C'era una volta ad Acquaviva una contadina che vendeva i frutti del proprio orto, là dietro alla chiesa di san Domenico. A quel tempo quasi tutti i contadini non avevano terre e erano costretti per vivere solo a vendere la loro forza lavoro, e quella bastava a malapena a sopravvivere, e anche se si faticava "da sole a sole", cioè da appena sorgeva il sole a quando calava.
Questa contadina quindi si guadagnava la vita vendendo zucche, pomodori, e qualche volta pure fichi. Al tempo si campava davvero con poco e a vendere la sua merce Maria Michela, così si chiamava, spaccava il centesimo e la misura, perchè anche lei, anche se era una venditrice, non è che se la passasse tanto bene.
Così una volta un contadino andò a comprare un mezzo chilo di fichi per i suoi figlioli e Maria Michela gli pesò mezzo chilo esatto e poichè il peso era un pò di più, la donna prese un fico e lo divise a metà, e così il peso era perfettamente esatto, rimettendo il mezzo fico a posto con la ferma intenzione di venderlo a qualche altro avventore.
A quel gesto il contadino esclamò:
"Che secchezza!", intendendo con questo indicare sia l'avarizia che la grettezza, ma forse non era altro che miseria e severità dei tempi, e con ciò la benedisse per sempre.
Infatti la contadina Maria Michela da quel giorno fu soprannominata da tutto il paese Maria Michela Secchezza.
G.D. ANGELILLO
Contadini e squattrinati
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