Abitiamo tutti in una periferia del cuore, in queste moderne metropoli contemporanee in perenne autocostruzione. Edilizia da superpollai in futurama visione di adeguamento umano al brutto e all'indecente. La campagna vicina, più che una vicina da confortare, sembra una condannata al patibolo. Aspettare ancora qualche anno per credere. Ammazzeranno anche lei.
Io mi avventuro sempre da queste parti per trovarci qualcosa di nuovo, che immancabilmente ritrovo.
In periferia c'è sempre qualcosa di nuovo. L'arrivo di una ditta di costruzione su un prato verdissimo, l'atterraggio di una ruspa titanica aliena capace di scavare fino a 100 metri sotto terra, un'edicola di giornali porno. Il successo di un giovanissimo cantante rap, che dice la verità e la gente è contenta, contenta forse pure di tutte le disgrazie di questo dannato vivere di periferia. Asfalto, catrame, cemento. Violenza, delinquenza, disperazione. Traffico, polveri, veleni.
Un cesso chimico assurdo costruito al centro di un parco striminzito e asfittico. Una fontana per i piccioni che non arrivano mica, l'orologio verde di città già scassato e fracassato a morte.
Belle le novità in periferia. Non ci si annoia mica. Ogni giorno qualcosa di nuovo. Pompieri, autoambulanze, carabinieri.
"Bè, finalmente diventeremo anche noi un quartiere normale di una normale metropoli contemporanea prima o poi", dicono gli abitanti della periferia.
...Una notte sono arrivati in 70. Cacciati da un'altra periferia di questa stessa nostra cara città, si sono sistemati oltre un campo di granturco, su un praticello brutto e spoglio. Un clan di rom, una tribù proveniente dai Carpazi. Han tirato su un villaggetto di baracche, di capanne, di casupole in una sola notte. La mattina erano già in giro a cercare pane, abiti, cose buttate, come se fossero sempre vissuti là. Come se avessero finalmente trovato casa loro dopo tanta vana ricerca.
Erano tranquilli, pacifici, quasi felici...
Gli abitanti hanno detto: "Toh, anche i rom ora, ora sì che siamo diventati normali finalmente."
Ho pensato: "Ma perchè gli uomini si ammassano così all'inverosimile in codeste periferie invivibili, ingestibili, allucinanti? Che ci trovano? Qui non c'è altro che povertà, emarginazione, degrado..."
Poi mi son trovato da solo la risposta:
"Nella metropoli ogni uomo cerca il suo sogno da realizzare. Non c'è altro motivo. Il sogno della propria stessa vita".
Così anche le periferie sembrano belle se ci si può prendere un tram che con 1 euro ( anche senza) ti porta al centro a guardare la ricchezza, il successo, la fortuna.
Anche se non saranno mai tuoi puoi sempre raccontare ai parenti e agli amici lontani che ci abiti vicino e li puoi guardare quando vuoi.
Giuseppe D'Ambrosio Angelillo
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