C'erano come delle scale che salivano in un tunnel buio. C'era tanta gente.
"Erano tutti personaggi nella vita di Alda, il lattaio, il fruttivendolo, il farmacista, il libraio, la bigiotterista, la portinaia. Tutti grandi personaggi fatti grandi dalla sua grande poesia", dico io.
C'erano altri con me il cantante, l'impresario, il violinista.
La compagnia dei 4 gatti di pinocchio.
Poi io me ne sono andato in una camera dove c'erano 4 persone a giocare a carte. Era una camera dell'ospedale San Paolo.
"Sapete qualcosa di Alda Merini?", ho chiesto.
"E' morta Alda Merini", ha detto una donna.
"Son stato qui la notte verso le 4 si era ripresa" ho detto io.
"Succede anche ai migliori", ha detto un uomo.
"Ma quando è successo?", ho chiesto io.
"Alle 7 di questa mattina" ha detto la donna.
Intanto loro continuavano a giocare a carte.
"E dov'è ora?" ho chiesto io.
"Oh, da qualche parte dell'ospedale. Sa, la solita procedura, le solite pratiche",
"E dove la portano poi?"
"Oh, da qualche parte per il funerale".
Loro continuavano a giocare a carte. Ma non sembrava che si indaffarassero molto per vincere.
"Ma lei legge interinalmente?", ha chiesto la donna.
Non ho capito bene cosa volesse mai significare.
Però ho risposto:
"No, ormai ho letto così tanto nella mia vita che ora sono saturo. Non ci entra più niente".
"Ah, non legge più lei allora?"
"No. Ho letto tanti di quei libri, migliaia e migliaia di libri, che ora davvero non c'è più posto nella mia mente", ho detto.
"Peccato. Lo sa che abbiamo un direttore di giornale qui?"
Era una figura che stava di spalle, e che io non potevo vedere in viso.
"Non leggo più ma in compenso scrivo sempre", ho detto.
Per un attimo ho pensato che quel direttore potesse aiutarmi come scrittore, ma ero troppo sconvolto per la morte di Alda e non me ne è fregato niente.
"E' venuto anche lui per la Merini qui all'ospedale", ha detto la donna.
Così mi è venuta la curiosità di sapere chi era.
Lui vinceva sempre, ecco perchè nessuno era così preso dal gioco.
Poi il direttore di giornale s'è voltato.
E a me è venuto un tonfo al cuore.
Era Dio.
"Alda era una mia grande amica e mi voleva tanto bene.
Son venuto a prenderla personalmente per portarla in Paradiso", ha detto.
P.S. Ho raccontato questo mio sogno a Alda il 30 ottobre di notte mentre ero con lei per assisterla all'ospedale San Paolo, lei voleva sapere a tutti i costi chi era mai la donna del sogno,
si è messa a pensare e poi ha fatto pure un nome, di una persona che io non conosco, comunque di una persona poco raccomandabile, poi ha riflettuto sul gioco delle carte e ha detto : "Son le carte della letteratura". Poi riflettendo sulla presenza di Dio nell'ospedale ha pianto. Poi mi ha detto: "In effetti è Dio il vero direttore di tutti i giornali, solo che gli uomini sono così presuntuosi di pensare di essere loro gli scrittori". E ha riso, di quel suo innocente sorriso di eterna bambina.
Giuseppe D'Ambrosio Angelillo
2 commenti:
Ho pensato subito a te, poco dopo aver appreso la triste notizia. Avrei tanto voluto conoscerla.
Caro Giuseppe, adesso che Alda è morta tanta gente si mette il vestito dell'amicizia! Le persone illustri che potevano aiutarla l'hanno lasciata morire in povertà,la più grande Poetessa del Novecento mai tradotta in altre lingue! Addirittura molti negano anche la sua candidatura al Nobel. La luce della sua grande anima ti
illumina e ti protegge, tu che fra i pochi l'hai veramente amata
Alba
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