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domenica 21 marzo 2010

LA SINDONE poesia di ALDA MERINI

Cristo che è appartenuto ai secoli
ma non a un preciso evento storico
che nasconde l'abito di uno schiavo
che non interessava a nessuno,
le vicende politiche di una diva infernale
tutta dedita al gaudio
e alla stranità di una vita
presa così com'era cantata e ricantata
nella sua bellezza e nella sua arte
che ancora non conosciamo,
e la smentita del Cristo è tutt'altra cosa.
Cristo si domanda cos'è la vita
e vuole un Padre di Bene
l'unica chiave di lettura,
un'unica veste,
un unico pudore.
La Sindone è il pudore della Speranza,
quella veste bianca blandisce la morte.
La Sindone non conosce la tenebra
non conosce la viltà,
un abito che può curare il demone.
Una bella sera il buio copre tutte le cose
lasciando vivide le stelle che sono gli occhi di Dio.
La Sindone è il Paradiso della vergogna
l'uccello di lettere bianche
bianche come il Bene,
un tentativo nuovo delle genti che crederanno in Dio Padre.
La Sindone non diventerà mai un sarcofago
ma una veste totale e viva.

ALDA MERINI

(questa poesia Alda me l'ha dettata alle 3 di notte
del 30 ottobre 2009
all'ospedale San Paolo di Milano.
Giuseppe D'Ambrosio Angelillo.)

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