C'è un mio vecchio professore di filosofia della Statale, al bar e mi invita a prendere il caffè. Io sono dietro una specie di transenna, la supero e vado da lui.
"Come va?", mi chiede.
"Non c'è malaccio", dico io. "Potrebbe andare meglio, ma potrebbe andare anche peggio, e allora mi accontento di come va".
"E i libri?"
"I libri sono la mia vita. Ho puntato tutto sui libri nella mia vita e non saprei e nè vorrei saper e voler fare altro. Ho fatto libri fin da 17 anni. Quindi anche se non guadagno niente vado avanti. Libri, libri, solo libri, nient'altro che libri. Dopo tutto di altro nella mia vita ho fatto solo il contadino. Io sono figlio di contadini, e mio padre, si usava così in tutte le famiglie, mi portava in campagna a lavorare fin in tenera età. A raccogliere le olive, a vendemmiare, a raccogliere i sarmenti alla potatura delle viti, e i ramoscelli tagliati alla potatura degli ulivi, e poi a arare, mio padre aveva un cavallo, si arava con i cavalli, e io seguivo mio padre mentre arava e i pettirossi lo seguivano pure a beccare nella terra voltata di fresco il loro cibo quotidiano. Io lo seguivo senza fare niente, a guardare per imparare. Ma poi vennero subito i motori, e io imparai a arare con i motori. Poi cominciarono i viaggi, i viaggi senza soldi, i viaggi a Napoli, a Roma, a Bologna, a Venezia, in Trentino, in Sud Tirolo, per tutta l'Italia, che la Lucania, la Calabria e la Sicilia, le conoscevo fin da piccolo, mio padre aveva un piccolo camion, dopo che finì il tempo dei cavalli, e fece il camionista per parecchi anni pure. Là sulle montagne del Tirolo io dormivo nel sacco a pelo, e poi c'era la tecnica dell'IMBUCO, imparata dai beat, dei quali si cominciava a sapere tutto. Si andava in un ristorante o in un albergo seguendo una ragazza figlia di borghesi, e si mangiava, si dormiva senza spendere un soldo. A viaggiare si viaggiava in autostop, quindi si andava con poche lire in tasca. Il mio primo viaggio in Francia io l'ho fatto con 15.000 lire in tasca. Mi nutrivo solo di latte, e dormivo nei treni. Arrivai fino a Cannes, non molto lontano, ma in Francia ci arrivai, avevo solo 15 anni. Partii da Acquaviva, piccolo paese di contadini, là sulle colline assolate di Puglia...
Anche per i libri son partito di là, da Acquaviva... con il ciclostile e le fotocopie, le prime fotocopie, quelle che venivano tutte nere... e poi rilegavo a mano, con i cartoni... anche adesso molti libri li faccio ancora a mano, uno per uno..."
Il mio vecchio professore di filosofia della Statale mi ascoltava attento e intanto guardava i culi delle ragazze ponpon che ci giravano attorno...
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
http://www.libriacquaviva.org/
http://www.books.google.com/
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